20 novembre 2020

CLAN-FNSI: EMERGENZE CONTRO LA PRECARIETA’ E PER GLI AUTONOMI

LE EMERGENZE CONTRO LA PRECARIETA’
E A TUTELA DEL LAVORO AUTONOMO GIORNALISTICO

La Clan-Fnsi in videoconferenza (intervengono Mattia Motta e Maurizio Bekar)

Documento della Commissione nazionale lavoro autonomo
della Federazione Nazionale della Stampa Italiana

All'attenzione del Governo e del Sottosegretario all'Editoria


La Commissione nazionale lavoro autonomo della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, riunitasi in teleconferenza giovedì 19 novembre 2020, esprime forte preoccupazione per la deriva del mercato del lavoro nel comparto dell’informazione. E si appella al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e al Sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, affinché intervengano sulle evidenti storture del sistema a danno del lavoro e del diritto dei cittadini ad essere informati da giornalisti liberi e indipendenti anche dal ricatto economico della precarietà e della spasmodica necessità di un lavoro dignitosamente retribuito. 

Il livello occupazionale nel settore sta diminuendo solo formalmente: la “buona occupazione” viene distrutta in favore di un’occupazione precaria, senza diritti né tutele. E un sistema basato sempre più su dei “braccianti dell’informazione”, o sull’utilizzo improprio dei pensionati nel normale circuito produttivo - come già denunciato dalla Clan e dalla Fnsi - non può andare lontano.

Gli editori vogliono da un lato un basso numero di occupati regolari e con contratti depotenziati, dall’altro potere disporre di una forza lavoro di giornalisti lavoratori autonomi da pagare molto meno dei subordinati, benché sia autonomi che dipendenti siano indistintamente utilizzati per la realizzazione dei contenuti dell’identico prodotto giornalistico.

Diamo atto al Governo di aver sostenuto il settore, ma nelle misure che dovrà ancora mettere a punto occorre mettere al primo posto norme che contrastino il precariato, lo sfruttamento dei cococo e delle false partite Iva che mascherano del lavoro dipendente non riconosciuto. 

Chiediamo quindi che tutti gli aiuti agli editori, sia nazionali che locali, siano vincolati alla creazione di occupazione regolare. Ogni sostegno, diretto o indiretto, dev’essere condizionato alla tenuta dell’occupazione e al contrasto del precariato: non si possono utilizzare aiuti pubblici per distruggere l’occupazione regolare e incrementare il lavoro precario e non tutelato.

Va contrastato l’uso dei pensionati nel normale circuito produttivo, e non di rado anche nelle redazioni. Un pensionato non ha la necessità di “procurarsi uno stipendio pieno”, e questa è nei fatti una concorrenza sleale nei confronti di migliaia di collaboratori esterni, sottopagati e quasi mai stabilizzati da dipendenti se non dopo non facili cause giudiziali.

Va favorita con opportuni provvedimenti l’emersione dal “falso lavoro autonomo” di molti collaboratori, e l’inclusione nei Contratti collettivi da dipendenti di almeno i cosiddetti “collaboratori strategici” delle testate.

Va parallelamente attuata una decisa tutela del lavoro autonomo - sia di quello per scelta, che di quello in attesa di stabilizzazioni - tramite la doverosa attuazione delle vigenti disposizioni, inapplicate dal 2012: 

COMPENSI DEGLI ISCRITTI ALL’ORDINE DEI GIORNALISTI

1) Compensi minimi dignitosi per le collaborazioni giornalistiche autonome, anche occasionali e non nelle redazioni, tramite: 

a) Immediata emanazione da parte del Ministero della Giustizia dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti ex L. 27/2012, unica categoria professionale per la quale non sono mai stati emanati, e non essendo applicabili per analogia quelli di altre professioni; 

b) Conseguente attuazione anche per i giornalisti del principio della legge sull’equità retributiva ex L. 172/2017; 

COMPENSI DEI COLLABORATORI DELLE REDAZIONI

2) equo compenso per i collaboratori delle redazioni (con coerenza tra subordinati e autonomi nelle singole testate), tramite:

c) Corretta identificazione dei parametri dell’equo compenso per i giornalisti non dipendenti ex L. 233/2012, e conseguente sua attuazione, fino ad oggi bloccata, in violazione della legge stessa e dell’art. 36 della Costituzione.

Riguardo l’emergenza Covid-19, chiediamo l’emanazione di nuovi contributi a fondo perduto a sostegno dei giornalisti non dipendenti, come già stanziati la scorsa primavera-estate, tenendo conto dei nuovi lockdown, parziali o totali, in atto e paventati per questo inverno. 

Va anche tenuto conto che il blocco o riduzione di alcune attività produttive per il Covid-19 hanno causato la perdita, o almeno una forte riduzione delle possibilità di lavoro per i giornalisti lavoratori autonomi dei settori dello spettacolo, cultura, sport, turismo e food, oltre ad una riduzione generale delle possibilità di collaborazione, accompagnate spesso da significative riduzioni dei compensi, stabilite unilateralmente dagli editori nella logica dell’emergenza Covid e dei continui tagli ai costi del lavoro. Su questa situazione sono necessari interventi mirati del Governo e delle Istituzioni, anche locali.

Infine: come già segnalato da tempo anche dalla Clan-Fnsi, l'attività giornalistica, assieme alle sue tecnologie, i contesti sociali e di mercato, è radicalmente mutata dagli anni '70 - '80, al punto di risultare oggi inadeguati, od obsoleti, molti degli attuali strumenti concettuali, normativi e di governo della professione, legati ad altri momenti storici.

Oggi è necessaria una radicale riforma della professione, delle sue norme e istituti, per renderli rispondenti alle esigenze e ai problemi della realtà attuale. Comprese le norme di funzionamento e dei compiti dell’Ordine dei giornalisti, risalenti a un impianto di un oramai lontano e non più attuale 1963. Non basta la già attuata riforma del numero dei componenti del Consiglio nazionale e dei Consigli di disciplina: occorre tenere conto che nel giornalismo la maggior parte dei rapporti di lavoro e è sarà di natura autonoma, e ciò per volontà degli editori.

Ma, al fine di giungere ad una riforma ragionata e di ampio respiro, questa andrà elaborata ed attuata in sinergia con gli organismi di rappresentanza dei giornalisti, per quanto di rispettiva competenza, confrontandosi su problemi, esperienze e proposte già disponibili, e non con provvedimenti calati dall’alto senza alcun coinvolgimento di merito della professione. 

Questi i temi che come Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi ci sentiamo di avanzare con forza, rendendoci disponibili, per quanto di nostra competenza, alla più ampia collaborazione.


(approvato a maggioranza, Roma, 19 novembre 2020)

16 novembre 2020

COVID-19: AUTOCERTIFICAZIONI E PROVVEDIMENTI PER GIORNALISTI

COVID-19: AUTOCERTIFICAZIONI
E PROVVEDIMENTI PER GIORNALISTI


Data le norme anti-Covid, segnaliamo alcune informazioni utili ai giornalisti (autonomi e dipendenti):

1) AUTOCERTIFICAZIONI PER SPOSTAMENTI -  E' tornata l'autocertificazione per gli spostamenti, da utilizzare in maniera diversa in base alle situazioni. In tutta Italia è necessario avere con sé l'autocertificazione se si esce di casa dalle 22 alle 5, orario in cui è previsto il coprifuoco, e nelle fasce indicate come zone "arancioni" e "rosse", con limitazioni agli spostamenti (consentiti però per "comprovati motivi di lavoro, necessità e salute").

Come già fatto in occasione del lockdown della scorsa primavera, gli uffici della Fnsi hanno predisposto un modulo di autocertificazione modificato per i giornalisti, dipendenti e autonomi, che hanno necessità di spostarsi dal proprio domicilio. Il documento, compilato e firmato, va esibito assieme alla tessera professionale in caso di controlli da parte delle forze dell'ordine, e va utilizzato solo nel caso di spostamenti dovuti a ragioni professionali giornalistiche.

Invece il modulo standard per gli spostamenti per ragioni di necessità dei cittadini è rilasciato dal Ministero dell'Interno, ed è comunque in possesso degli operatori di polizia e può essere compilato anche al momento del controllo. 

Alleghiamo i vari moduli di autocertificazione (standard per i cittadini, e modificati per giornalisti autonomi e dipendenti), con la raccomandazione di accertarsi di avere con sé sempre l'ultima versione eventualmente aggiornata (la scorsa primavera il modulo standard è infatti stato modificato più volte, e conseguentemente anche quello modificato per i giornalisti)

2) NORME COVID E PROVVEDIMENTI PER GIORNALISTI - Le norme nazionali per l'emergenza Covid-19 hanno introdotto varie disposizioni, diverse delle quali a sostegno dei cittadini e dei giornalisti. A riguardo l'FNSI già dalla scorsa primavera ha predisposto una lista di domande e risposte ai quesiti più frequenti (FAQ) d'interesse per i giornalisti, che viene periodicamente aggiornata.

La FAQ per giornalisti è scaricabile in Pdf dalla home page del sito www.fnsi.it (in alto a destra: "FAQ Coronavirus"). In caso di dubbi o per informazioni sulle norme d'interesse per i giornalisti (autonomi e dipendenti) invitiamo a fare innanzitutto riferimento alla FAQ in questione, accertandosi di consultare sempre la versione più aggiornata.


Da: fonti Fnsi

10 novembre 2020

PAGAMENTO INPGI 2: UN AIUTO DA ASSOSTAMPA

PAGAMENTO CONTRIBUTO INPGI 2:
UN AIUTO DALL' ASSOSTAMPA FVG
PER LE FASCE PIÙ DEBOLI


Anche quest’anno l’Assostampa del Friuli Venezia Giulia ha deciso di rinnovare il proprio sostegno finanziario per aiutare i colleghi in difficoltà economiche nel pagamento del contributo minimo dell'Inpgi 2.

L'iniziativa - che si aggiunge alle altre previste da anni dal sindacato regionale in aiuto delle fasce più deboli della professione -  si propone di fornire agli iscritti all'Associazione in condizioni di difficoltà, con particolare riferimento a precari, freelance, disoccupati e soggetti deboli, un sostegno economico per consentire il pagamento del contributo minimo della gestione separata Inpgi nell'anno in corso (2020).

Potranno fare richiesta di contributo i colleghi in difficoltà economiche (precari, freelance e disoccupati), che abbiano effettuato il versamento per il contributo minimo alla gestione separata dell'Inpgi (Inpgi 2), e che risultino iscritti all'Assostampa Fvg e in regola con le quote degli anni 2019 e 2020.

Le richieste dovranno essere presentate entro il 30 novembre 2020 se i colleghi hanno già versato la quota entro i termini tradizionali, o in ogni caso successivamente al versamento della quota per chi ha deciso di posticipare il versamento al 31 ottobre 2021, possibilità consentita dall’Inpgi alla luce della situazione economica creatasi a casa della pandemia di Covid-19.

Ogni richiesta dovrà essere accompagnata da una breve relazione sulla situazione economico-professionale del collega, dalla ricevuta dell'avvenuto pagamento del contributo minimo alla gestione separata dell'Inpgi, e da una documentazione che attesti il reddito.

Una commissione formata da componenti del Direttivo regionale valuterà le richieste e l'entità dei contributi.

N.B. - Le domande e la documentazione richiesta vanno consegnate all'Assostampa FVG (info@assostampafvg.it o negli uffici di Trieste, Corso Italia 13, da lunedì a venerdì, ore 9-15)

07 novembre 2020

PENSIONATI IN REDAZIONE: "PRATICA DA DENUNCIARE E CONTRASTARE"


A PARLARE SONO MOTTA E BEKAR, PRESIDENTE E COORDINATORE DELLA CLAN-FNSI, L'ORGANISMO DI RAPPRESENTANZA DEI GIORNALISTI AUTONOMI E FREELANCE 

Mattia Motta e Maurizio Bekar

Chi è in pensione e sostituisce colleghi in Cig o lavora 'in competizione' con i precari, «contribuisce all'avvitamento della professione dietro al miope mantra della riduzione dei costi che porterà a giornali senza giornalisti assunti regolarmente. A discapito dell'Inpgi e dei diritti di tutti».


«Ormai è un fenomeno sempre più diffuso. Il numero dei giornalisti in pensione che sostituiscono colleghi in cassa integrazione o che addirittura lavorano 'in competizione' con i giornalisti precari è in costante e vertiginoso aumento. Colleghi che escono dalla porta principale della professione attiva e poi rientrano dalla finestra seguendo tranquillamente le cronache o che coprono interi settori, insieme ad altri pensionati che vengono inviati a coprire eventi nazionali: è una dinamica semplicemente scandalosa che va interrotta immediatamente, non solo perché in aperta contrapposizione deontologica con la Carta di Firenze, ma perché contribuisce all'avvitamento della professione dietro al miope mantra della riduzione dei costi che porterà a giornali senza giornalisti assunti regolarmente». Lo affermano i vertici della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, il presidente Mattia Motta e il coordinatore Maurizio Bekar, che esprimono «sdegno per la pratica dell'utilizzo dei pensionati dentro e fuori le redazioni».

«È vero – aggiungono – che un giornalista che va in pensione può essere riassunto come dipendente, ma questo non avviene mai. La stragrande maggioranza dei pensionati sono infatti impiegati come collaboratori e occupano, di fatto, dei posti negli organici redazionali, alcuni lavorano addirittura dentro le redazioni per volontà dei direttori. Stare in silenzio non è più possibile perché non si parla più di un fatto marginale della professione, ma drammaticamente centrale nelle dinamiche editoriali del Paese».

Un fenomeno, proseguono Motta e Bekar, «che produce precarietà e perdita di occupazione regolare. Spetta a tutti noi vigilare affinché i colleghi titolari di un trattamento pensionistico Inpgi non vengano nuovamente impiegati dal medesimo datore di lavoro con forme di finto lavoro autonomo e inseriti nel normale ciclo produttivo, perché oltre a essere una palese violazione deontologica della Carta di Firenze, questa è una pratica che contribuisce a scavare la fossa in cui i giornalisti italiani rischiano di cadere. Così facendo, forniamo sponda a chi vorrebbe giornali scritti da collaboratori pagati una miseria con il supporto dei pensionati-scriventi, mentre i redattori finiscono all'angolo, in cassa integrazione, come dimostrano gli ultimi esempi del Giornale di Sicilia o del Quotidiano nazionale. Basta pensionati in redazione – concludono – a discapito dell'Inpgi e dei diritti di tutti».