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19 dicembre 2010

INPGI 2: I MINISTERI BOCCIANO ESENZIONE PER I REDDITI FINO A 3.000 EURO E RESTITUZIONE CONTRIBUTI A 65 ANNI

Inpgi 2: I Ministeri vigilanti "bocciano" 
due delibere approvate dal Comitato amministratore
(esenzione per i redditi fino a 3.000 euro e restituzione dei contributi a 65 anni)



Respinti dai Ministeri del Lavoro e dell'Economia, con un "parere sfavorevole all'approvazione", due provvedimenti approvati dal Comitato amministratore della Gestione separata il 18 marzo scorso.
Le due delibere sottoposte al vaglio riguardavano l'esenzione dall'obbligo di versare i contributi all'Inpgi 2 per i giornalisti liberi professionisti con o senza partita Iva che, nell'esercizio di attività giornalistica autonoma, percepissero  un reddito annuo  inferiore a  3.000 euro e l'ampliamento dei casi in cui attualmente è possibile la restituzione dei contributi una volta compiuti i 65 anni di età.

Nel primo caso i Ministeri hanno ritenuto di non poter dar corso all'approvazione in quanto la Gestione separata costituita  presso l'Inpgi non è assimilabile alla Gestione separata dell'Inps. Mentre per quest'ultima, infatti, è la legge a prevedere l'esonero per i redditi inferiori a 5.000 euro annui, per le Gestioni istituite con il Decreto 103/96 (come quella dell'Inpgi) non è possibile introdurre attraverso una previsione regolamentare fasce di reddito esenti.

Anche circa la possibilità di ampliamento delle ipotesi di restituzione dei contributi al raggiungimento del 65° anno di età i Ministeri vigilanti hanno dato risposta negativa, ribadendo all'Inpgi  quanto già espresso in occasione di analoghe iniziative da parte di altri enti previdenziali privatizzati. La restituzione dei contributi con le modalità proposte nella delibera introdurrebbe, nel regime previdenziale della Gestione separata Inpgi, una prestazione in capitale che non è prevista nell'ambito del sistema di calcolo delle pensioni delineato nella legge 335/95, la quale obbliga invece l'Istituto a corrispondere ai propri iscritti la pensione  maturata, anche se di importo esiguo.

"Le due delibere proposte ai Ministeri dal Comitato amministratore - afferma il Presidente dell'Inpgi Andrea Camporese - intendevano essere un segnale di attenzione alla fascia più debole e meno tutelata della categoria, tenendo conto anche della necessità di coordinare la Gestione separata dell'Inpgi con quella dell'Inps. Non erano state certamente sottovalutate  alcune difficoltà legate all'impianto generale delle norme sul sistema pensionistico  del lavoro non dipendente. Purtroppo  i Ministeri hanno ritenuto che le previsioni di legge vigenti, in base alle quali sono state espresse le motivazioni tecnico-giuridiche negative, non fossero in alcun modo superabili da valutazioni di altro tipo. Il tema resta comunque aperto e, alla luce delle motivazioni addotte, potrà essere affrontato proponendo una riforma di tipo legislativo. L'attenzione nei confronti dell'adeguatezza delle prestazioni e delle coperture di welfare verso gli iscritti alla Gestione separata deve rimanere alta".
(comunicato INPGI, 14 dicembre 2010)




documento allegato:
INPGI esenzione e restituzioni bocciate dicembre2010.pdf



ALTRE INFORMAZIONI: 
uffici INPGI del Friuli Venezia Giulia:
- inpgi@assostampafvg.it
- c/o Assostampa di Trieste
  (Corso Italia 13, tel. 040/370371-370571)


13 dicembre 2010

DIFENDERE LE FASCE DEBOLI: FREELANCE E PRECARI AL CENTRO DELL'AZIONE SINDACALE

Per l'Assostampa del Friuli Venezia Giulia i temi del precariato giornalistico, del lavoro dei freelance e della difesa delle fasce più deboli della professione dovranno divenire una priorità nell'azione del sindacato e del congresso della Fnsi.

Lo ha stabilito il Consiglio direttivo dell'Assostampa, approvando un documento proposto dal Coordinamento regionale giornalisti precari e freelance, che verrà proposto alle altre delegazioni regionali come documento d'impegno operativo e congressuale comune.

Tra gli obiettivi indicati, la contrattualizzazione da dipendenti del maggior numero possibile di precari, il miglioramento in generale delle condizioni lavorative dei freelance, a cominciare dalle loro retribuzioni, e che la Commissione e l'Assemblea per il lavoro autonomo della Fnsi costituite nei mesi scorsi vengano riempite di contenuti, e sostenute con decisioni e mezzi adeguati per ottenere, in tempi più rapidi possibile, dei risultati.

(segue il testo del documento approvato dal Direttivo dell'Assostampa del Friuli Venezia Giulia)

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La delegazione del Friuli Venezia Giulia ritiene che la questione  del precariato e del lavoro dei freelance debba essere una priorità nell'azione del sindacato e debba esser posta in cima nell'agenda del Congresso.
Ormai la maggioranza di coloro che lavorano nell'informazione sono precari: giornalisti  sfruttati e sottopagati, ma anche elementi essenziali per la cronaca su quotidiani, televisioni e radio, che garantiscono il fondamentale diritto all'informazione.

La situazione dei precari del mondo dell'informazione, già molto difficile negli anni passati, sembra essersi improvvisamente aggravata negli ultimi mesi: la volontà degli editori di ridurre i costi e aumentare i profitti, ha portato la situazione del lavoro precario a un livello ormai insostenibile.

Dopo anni di lavoro senza alcuna tutela, né certezza per il futuro, spesso nell'illusione di un posto fisso in una redazione (che, di questo siamo perfettamente consapevoli, per il 90 per cento dei precari non arriverà mai), i freelance stanno assistendo a una progressiva e rapida riduzione delle collaborazioni e dei compensi, già al di sotto dei limiti minimi del decoro.

È una condizione che non consente di essere autonomi, di costituirsi una famiglia, di essere padroni della propria vita, e che purtroppo porta spesso i giornalisti a svolgere altre attività, a ridurre in tutti i modi le spese, anche a discapito della qualità dei servizi, e a non scrivere di cose "scomode" per non rischiare una querela per i pochi euro con cui verranno retribuiti.

La riduzione delle collaborazioni, e il contemporaneo taglio degli organici delle redazioni, porta di fatto alla riduzione degli spazi per l'informazione giornalistica, e spinge alla pubblicazione senza mediazione dei comunicati stampa che giungono ogni giorno nelle redazioni da istituzioni, politici e privati.
La stessa professionalità della categoria è a rischio: non sono insoliti i casi di collaboratori che, per mettere insieme uno stipendio, lavorano come addetti stampa, e contemporaneamente scrivono articoli sulle attività degli stessi soggetti per cui lavorano.

C'è poi un problema che riguarda direttamente il futuro dell'intera categoria: la crescente precarizzazione del lavoro giornalistico, e il calo sensibile del numero di colleghi regolarmente assunti nelle redazioni, sta già portando ad un calo dei contributi versarti all'Inpgi e degli iscritti alla Casagit, strutture che in in un futuro, nemmeno troppo lontano, non potranno più garantire i servizi attuali agli iscritti.
Per queste ragioni il tema del precariato non riguarda solo i precari, ma tutta la categoria, il mondo dell'informazione, la società tutta.

Siamo consapevoli che si tratta di un problema molto complesso, in cui entrano in gioco interessi, diritti e opinioni contrapposte, resistenze, opportunismi e rendite di posizione, e che la strada per migliorare la situazione non sarà né agevole né breve, ma siamo altrettanto convinti che l'impegno del sindacato per i prossimi anni dovrà essere rivolto soprattutto al precariato.

I primi passi sono già stati fatti: per la prima volta la Federazione Nazionale della Stampa ha dato vita a organismi riconosciuti composti da freelance e precari che si occupano della questione, la Commissione per i lavoro autonomo e l'Assemblea per il lavoro autonomo, e in alcune regioni, come il Friuli Venezia Giulia, sono sorti, con l'appoggio del sindacato, coordinamenti che si occupano di "fare rete" fra i precari e di sottolineare le esigenze e i problemi.

Si tratta però di strumenti che ora vanno riempiti di contenuti, e sostenuti con decisioni e mezzi adeguati, per ottenere, in tempi più rapidi possibile, dei risultati.

L'azione del sindacato va sviluppata su due direttrici: la prima dovrà tendere a garantire l'assorbimento con contratti a tempo indeterminato, o perlomeno con rapporto di dipendente e relative tutele, per il maggior numero possibile di colleghi precari.

Si tratta però di un'eventualità che riguarderà una minoranza dei precari del Paese, ed è quindi necessaria un'azione forte per fissare una serie di regole che garantiscano condizioni i di lavoro minime per coloro che, più o meno spontaneamente, hanno scelto di lavorare come freelance.

Riteniamo fondamentale giungere, (anche con un intervento legislativo?), alla definizione di retribuzioni minime decorose, con criteri coerenti, chiari e uniformi, e di garanzie per il lavoro svolto, ma anche a un maggior rigore nel rispetto dei principi base della deontologia professionale.

E' poi fondamentale poi ribadire il concetto, ormai ignorato dagli editori e più in generale da tutti i datori di lavoro in Italia, ma assolutamente condiviso in altri paesi europei, che il lavoro precario, proprio perché privo di garanzie, deve costare di più rispetto a quello dipendente.

Attualmente invece questo concetto è stato ribaltato: i precari, sia se si guarda al tempo impiegato, sia al lavoro svolto, sono pagati molto meno rispetto ai colleghi assunti.

Una situazione che favorisce il ricorso al lavoro precario da parte degli editori che, oltre ad avere lavoratori a basso costo, sono anche liberi di utilizzare questi colleghi come meglio credono.

È necessaria poi un'azione per favorire un cambiamento culturale da parte di tutti i giornalisti, a cominciare da quelli dipendenti e tutelati da un contratto di lavoro (che spesso sono anche direttori e caporedattori di giornali): tutti i colleghi devono rendersi conto che il mondo è cambiato, che il precariato e l'abusivismo non sono più una più o meno breve esperienza in attesa di un'assunzione, una sorta periodo di prova in attesa di un lavoro stabile, ma un'inaccettabile ed insostenibile condizione lavorativa permanente.

Il Sindacato deve dimostrare di avere consapevolezza della situazione, essere vicino a questi colleghi: solo in questo modo potrà essere percepito anche dai freelance come "il sindacato dei giornalisti", e non come il sindacato dei giornalisti assunti e garantiti, superando la convinzione, purtroppo ancora diffusa fra molti colleghi, che esistano due categorie: gli assunti, e … …gli altri



documento allegato:
com_precari_congresso_FNSI_10dicembre2010.pdf



Coordinamento giornalisti Precari e Freelance del Friuli Venezia Giulia

Informazioni e contatti:
- precari.freelance@assostampafvg.it - www.assostampafvg.it
- Assostampa FVG, Corso Italia n. 13, 34122 Trieste
  tel. 040/370371-370571; fax 040/370378