La legge sull’equo compenso per i giornalisti freelance? Il suo iter alla Commissione Lavoro del Senato pare molto più accidentato da quanto appaia dall'esterno del Palazzo. Dalla lettura dei resoconti sommari ufficiali, pubblicati sul sito web del Senato, emergono infatti vari dubbi, cautele e distinguo da parte di più senatori. Ed anche proposte di emendarla ed “addolcirla”, soprattutto tenendo conto del contesto in cui opera la piccola editoria e quella locale.
Appare anche contraddittorio
l'atteggiamento del Governo. Che mentre alla Camera, per bocca del
Sottosegretario Peluffo, aveva espresso parere favorevole al progetto di legge
Moffa sull'equo compenso (poi approvato all'unanimità dalla Commissione
Cultura), al Senato invece nell'arco di tre mesi è già intervenuto tre volte in
Commissione, con tre suoi diversi esponenti, per porre freni, distinguo, dubbi
e cautele, e per preannunciare degli emendamenti.
Certo, tutti i senatori finora
intervenuti dichiarano di avere chiara la gravità dell'attuale condizione
retributiva e professionale dei giornalisti freelance, e della necessità di un
provvedimento. Ma di quale provvedimento, e come effettivamente strutturato? E
quali proposte di emendamenti al testo potranno eventualmente emergere man
mano? Questo vien da chiedersi, dopo aver letto i verbali dei lavori della
Commissione Lavoro del Senato.
Nel complesso pare essere un clima
assai diverso da quello bipartisan e animato dal senso d'urgenza che aveva
contraddistinto l'esame e il voto unanime alla Camera sul progetto di legge
Moffa.
Certo, si confida che i Senatori e il
Governo, dichiaratamente consci della grave situazione lavorativa in cui versa
la larga maggioranza dei giornalisti freelance, intervengano sollecitamente e
per il meglio.
Chiudere la legislatura con questo atto
di giustizia nei confronti dei lavoratori precari di un settore vitale per la
democrazia come l'informazione sarebbe il modo migliore per dimostrare che
questo Parlamento intende congedarsi con un atto di reale innovazione nel
settore del lavoro precario, nel rispetto di valori costituzionali di alto
profilo quali la libertà dell'informazione e la dignità del lavoratore. E di
questo non potremmo che esserne lieti.
Ma intanto, per quanto ci riguarda, riteniamo
utile mantenersi costantemente informati sull'iter del disegno di legge e sulle
posizioni che emergono sul tema in seno al Parlamento e al Governo. Tenendosi
pronti, al caso, a ogni forma di mobilitazione.
(*)
Maurizio Bekar, Coordinamento giornalisti precari e freelance dell’Assostampa Friuli Venezia Giulia; coordinatore della Commissione
nazionale Lavoro autonomo FNSI
Dario Fidora, coordinatore Commissione lavoro autonomo
Assostampa Sicilia; membro della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi
Massimo
Marciano, consigliere
d'amministrazione dell'Inpgi e consigliere del Comitato amministratore della
Gestione separata Inpgi
Moira Di Mario, responsabile del Coordinamento precari,
atipici e freelance dell’Associazione Stampa Romana
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