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25 giugno 2014

EQUO COMPENSO SVUOTATO E NON DIGNITOSO: LOTTI RITIRI LA DELIBERA !



Firmate la petizione on line (già 1850 adesioni)






La delibera sull'equo compenso, così come è stata approvata, non dà risposta sui diritti negati a migliaia e migliaia di giornalisti precari e freelance, costretti a lavorare per cifre che non garantiscono una vita professionale libera e dignitosa, come vuole l'articolo 36 della Costituzione. Al contrario mortifica e svuota di contenuto una legge dello Stato, la 233/2012 che è stata approvata dal Parlamento proprio per porre un argine ad una continua corsa al ribasso dei redditi dei giornalisti precari e freelance e getta le basi per una vera e propria emergenza sociale, destinata a scoppiare quando questi e altri lavoratori precari arriveranno all'età della pensione.

Per questo chiediamo che sia immediatamente ritirata la delibera che fissa i parametri di quello che non solo non si può definire equo compenso, ma nemmeno un salario minimo. Con queste cifre il giornalismo, spesso fintamente “autonomo”, ossia quello che oggi è rappresentato da precari e freelance, potrà essere svolto solo da hobbysti e da chi si può permettere di farlo perché non è questo certamente il suo sostentamento.

Questa delibera rischia di essere pericolosa anche per i cosiddetti “garantiti”, perché è certo che gli editori cercheranno di spostare quantità crescenti di lavoro sull'area coperta da precari e freelance fuori dalle redazioni. Tutto questo sia a scapito dei colleghi che adesso sono coperti da un contratto, sia a scapito della libertà e della qualità dell'informazione.

Certamente questi non sono tempi semplici e sappiamo che stare seduti ai tavoli contrattuali è molto più difficile che fare barricate, ma di fronte alle cifre di questa delibera non si poteva accettare di condannare migliaia e migliaia di colleghi a retribuzioni insufficienti alla semplice sussistenza.

Per questo, per difendere il nostro diritto ad una vita professionale libera e dignitosa chiediamo che la delibera venga ritirata e che si torni al tavolo per arrivare a compensi che siano davvero equi.

Questi sono i motivi che ci hanno convinto a firmare l'appello che chiede il ritiro della delibera e che si può trovare a questo link:


Vi chiediamo di sostenerlo con la vostra firma, perché abbia ancora più forza.



Giovanni Ruotolo - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi

Maurizio Bekar – coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo, consigliere nazionale Fnsi del Friuli Venezia Giulia

Francesco Marruco - componente Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, membro del direttivo dell'Assostampa Umbria

Susanna Bonfanti - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi per la Toscana

Claudio Chiarani - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi per il Trentino Alto Adige

Laura Viggiano - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi per la Campania e della Commissione Contratto Fnsi

Dario Fidora - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi per la Sicilia

Moira Di Mario - componente Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi

Solen De Luca - componente Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi

Antonella Cardone - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi per l'Emilia Romagna

Saverio Paffumi - della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, responsabile della Commissione Lavoro Autonomo dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti

Leonardo Testai - responsabile Commissione Lavoro Autonomo dell'Assostampa Toscana

Alessandro Martegani - segretario Assostampa Friuli Venezia Giulia, Coordinamento giornalisti precari e freelance FVG

Ivana Gherbaz, Mattia Assandri, Clelia Delponte, Lorenzo Mansutti, Cristina Visintini - Coordinamento giornalisti precari e freelance e Commissione Lavoro Autonomo Assostampa Friuli Venezia Giulia


(Testo aperto a ulteriori adesioni)




FIRMA QUI: 
http://www.change.org/it/petizioni/on-luca-lotti-sottosegretario-di-stato-con-delega-all-editoria-ritiri-la-delibera-attuativa-della-legge-sull-equo-compenso-per-i-giornalisti-freelance-e-atipici 

22 giugno 2014

EQUO COMPENSO E NUOVO CONTRATTO, AUTONOMI A FNSI: "FERMATEVI!"


Documento di
Maurizio Bekar, 
Maria Giovanna Faiella e Laura Viggiano
(rappresentanti dei freelance nella Commissione Contratto Fnsi)

In vista dell'incontro Fieg-Fnsi di lunedì 23 giugno i tre rappresentanti dei lavoratori autonomi eletti nella Commissione contratto Fnsi hanno inviato un documento pubblico ai vertici del sindacato, dissociandosi dalle scelte fatte sull'equo compenso e chiedendo di non firmare un contratto che comporti nuova occupazione sottopagata e precaria.

Quali rappresentanti dei lavoratori autonomi eletti nella Commissione Contratto della Fnsi esprimiamo il nostro dissenso e la nostra dissociazione rispetto alle decisioni assunte dalla Federazione nelle trattative con la Fieg sul lavoro autonomo e l'equo compenso. Infatti, la delibera finale approvata dal tavolo governativo legittima le sottoretribuzioni, allontana le possibilità di assunzioni e stabilisce ope legis criteri che rendono impossibile vivere di lavoro autonomo. E ciò contro il disposto e lo spirito sia della legge 233/2012, che dell'articolo 36 della Costituzione.

Esprimiamo, inoltre, preoccupazione per quanto si prospetta su altri punti dell'ipotizzato nuovo contratto giornalistico, in particolare sull’occupazione: diciamo no all’introduzione del salario d’ingresso per i nuovi assunti, che significherebbe lavoro sottopagato rispetto ai parametri contrattuali attuali, per giunta col rischio di licenziamento dopo 36 mesi, dal momento che si prevedono anche contratti a tempo determinato. Vanno poi stabiliti “numeri” di assunti, condizioni, criteri. Tutto questo al momento manca, per cui non si può firmare un accordo senza certezze, che ancora una volta, in assenza di un controvalore chiaro e netto, penalizzerebbe i colleghi. Si finirebbe così per legittimare nuove forme di precarizzazione e lavoro sottopagato, obiettivi strategici degli editori che puntano proprio ai tagli sul costo del lavoro e alla sua ulteriore precarizzazione e ricattabilità.

Rimarchiamo inoltre che, malgrado le ripetute richieste avanzate, gli attuali vertici della Fnsi non hanno inteso coinvolgere le rappresentanze elette del lavoro autonomo nelle trattative inerenti lo stesso. Come peraltro quasi inesistente è stato il confronto tecnico con la Commissione contratto di cui facciamo parte - di cui chiediamo l'immediata convocazione prima di firmare accordi con la Fieg - oltre che con la categoria nei livelli territoriali e aziendali.

In qualità di rappresentanti eletti dagli autonomi in Commissione contratto, chiediamo alla Segreteria e alla Giunta Fnsi precise garanzie: innanzitutto che l’occupazione sia stabile, a tempo indeterminato e non ancora una volta precaria, e che i nuovi assunti non vengano sottopagati con retribuzioni inferiori agli attuali livelli contrattuali.

Quanto avvenuto finora sull’equo compenso per i lavoratori non subordinati è stato gravissimo e ha distrutto le aspettative della parte meno tutelata della categoria. E in prospettiva comporterà anche un progressivo svuotamento dello stesso contratto per i dipendenti
, essendo stata legittimata la disponibilità di mano d'opera a basso costo, da pescare come sempre tra gli autonomi.

Maurizio Bekar, Maria Giovanna Faiella, Laura Viggiano
(22 giugno 2014)

EQUO COMPENSO, GIORNALISTI IN RIVOLTA

«Venti euro a pezzo è una truffa»

da "Articolo36"


Con il commento di Maurizio Bekar
coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi

di Marianna Lepore
Un accordo arrivato l'altroieri quasi all’improvviso tra Federazione nazionale della stampa italiana e Federazione italiana editori giornali: finalmente, dopo un anno e mezzo, sono stati stabiliti i minimi dell'equo compenso giornalistico, la legge promulgata a dicembre 2012 che dovrebbe, almeno nelle intenzioni, proteggere i tantissimi giornalisti non assunti, ad oggi oltre il 60% degli iscritti all'Ordine, dallo sfruttamento. Il compito di stabilire questi minimi spettava alla Commissione governativa presieduta dal sottosegretario Luca Liotti (prima di lui c'era stato, ai tempi del governo Letta, Giovanni Legnini), il presidente Fnsi Giovanni Rossi, il direttore generale Fieg Fabrizio Carotti, il presidente Inpgi Andrea Camporese e il presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino. L'unico, per la cronaca, ad aver votato contro e ad aver immediatamente reso pubblico e criticato, sulla sua pagina Facebook, il documento con tutti i dettagli dell'accordo. 
Il risultato raggiunto dopo tanta attesa va infatti in senso contrario rispetto alle aspettative: la tabella dei compensi finisce per rendere i giornalisti autonomi potenzialmente ancora più poveri. «È un decreto truffa, contro il dettato della legge e contro quanto prescrive l’articolo 36 della Costituzione» tuona ad Articolo 36 Maurizio Bekar, coordinatore della commissione lavoro autonomo Fnsi. «L’aspetto pratico della delibera è una sotto retribuzione, non solo rispetto alle aspettative, ma rispetto alla possibilità di campare con questo lavoro. Poi certo quelli sono i minimi, ma voglio vedere se un editore applicherà di più». I numeri di cui parla Bekar sono effettivamente pessimi: secondo l’accordo sottoscritto, il trattamento economico minimo per un collaboratore coordinato e continuativo che lavora per un quotidiano producendo 144 articoli l’anno (di minimo 1.800 battute, dunque non “brevi”) dovrà avere un trattamento annuo di almeno 3mila euro, pari a 250 euro al mese. Calcolando una media di 12 pezzi al mese, significa 20 euro ad articoloPeggio della peggiore delle aspettative.
E man mano che la produzione di articoli sale c’è la contraddizione di veder diminuito il corrispettivo. «Siamo all’assurdo che più lavori meno vieni pagato. E si entra poi nella logica di dire che nonostante la frequenza della collaborazione non devi per forza essere inquadrato come articolo 1 o articolo 2, quindi come dipendente, ma puoi rimanere cococo o collaboratore esterno. Sottopagato». Sì, perché superati i 144 articoli, se il collaboratore che scrive per un quotidiano ne produce tra i 145 e i 288 sempre da 1.600 battute gli potrà essere applicato un equo compenso che sia non meno del 60% del trattamento economico minimo stabilito per i primi 144 pezzi, quindi per un totale in più all’anno di 1.800 euro. 
Uno dei punti cruciali è «se si sta al di sotto dei 3mila euro l’anno e dei 144 articoli l’equo compenso non potrà essere applicato». C’è poi un altro aspetto non di poco conto a cui evidentemente Fnsi e Fieg non hanno pensato e che invece l’Ordine dei giornalisti, per voce del presidente Enzo Iacopino, ha evidenziato con un testo scritto presentato proprio durante l’incontro tra le parti: «Ci sono due punti essenziali che non ci consentono di valutare positivamente la proposta di accordo tra Fieg e Fnsi che nel testo richiama al “lavoro autonomo”: il primo è il continuo riferimento ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, in contrasto con quanto prevede la legge sull’equo compenso che al suo articolo 1 prevede che gli interessati siano “i titolari di un rapporto di lavoro non subordinato in quotidiani e periodici, anche telematici, nelle agenzie di stampa e nelle emittenti radiotelevisive”». Non solo, continua a scrivere Iacopino, «prevedere “per lo stesso committente” un numero di articoli (144 annuali) di almeno 1.600 battute per un importo di 3mila euro complessivi con una media di 250 euro mensili significa continuare a condannare alla fame migliaia di colleghi». 
Inoltre il testo, secondo Iacopino e molti altri, è in palese violazione rispetto all’articolo 36 della Costituzione che parla del diritto di ogni lavoratore ad avere una retribuzione sufficiente a garantire a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. «La ratio della legge sull’equo compenso» conferma Bekar «doveva essere che un giornalista autonomo avrebbe dovuto avere un reddito per vivere. Ma con quelle tariffe sfido chiunque a poterci riuscire». Il vero problema di fondo secondo il coordinatore della commissione lavoro autonomo della Fnsi è che la legge invece di essere stata applicata è stata interpretata. «Bisognava applicare l’articolo 1, vedere la retribuzione dei dipendenti, i parametri di retribuzione oraria, trovare degli schemi che, ammetto, non erano facili. Come Commissione lavoro autonomo Fnsi avevamo proposto di pattuire con il datore di lavoro un tempo di lavoro, quindi il calcolo diventava matematico: se lavoravi 12 mesi da autonomo per quel datore di lavoro percepivi la stessa retribuzione lorda del dipendente. Si è però voluta introdurre artificiosamente una restrizione dell’area dei collaboratori a cui applicarla, solo e unicamente per venire incontro alle esigenze degli editori. Si sono inventati il parametro dei 3mila euro, e abbiamo pure avuto “fortuna” che non l’abbiano fissato a 5mila». 
La proposta della Clan Fnsi era sul tavolo della commissione presentata ufficialmente,«ma nessuno l’ha voluta portare al voto. Mai approvata e mai respinta». Così, prosegue Bekar, «dall’applicazione della legge si è passati a una trattativa tra le parti. Da questa logica è scaturito a questo obbrobrio giuridico contro la legge. E oltre alla parte giuridica, diciamoci la verità, ma uno come cavolo può campare con quelle cifre?» chiede animandosi sempre di più. Il testo concordato da Fieg e Fnsi potrebbe portare a ricorsi giudiziali. Per tanti aspetti: primo fra tutti perché si applica solo ad alcuni tipi di contratto, e poi perché introduce delle categorie limite di pezzi al mese. Mentre l’articolo 1 della legge sull’equo compenso, come riporta anche il testo presentato dall’Ordine, identifica come destinatari tutti i «titolari di un rapporto di lavoro non subordinato». 
Questo testo poi finirà per applicarsi, come spesso capita, solo agli sfortunati, quindi a quelli che non hanno un potere contrattuale tale da poter contrattare con il direttore il valore monetario del proprio lavoro. Per questo motivo Bekar lancia una provocazione: «Se chi ha approvato quella delibera ritiene che sia un punto di avanzamento per gli autonomi, sia coerente: abbandoni il lavoro di contrattualizzato e vada a lavorare da autonomo a quelle condizioni».
(21 giugno 2014)



Il resto dell'articolo al link: 
http://www.articolo36.it/articolo/equo-compenso-accordo-tariffario-fnsi-fieg

I parametri e gli importi approvati dalla Commissione Equo Compenso il 19 giugno 2014 al link: https://docs.google.com/file/d/0B90uiT3hESTjM1Vnb3lCelhoU2M/edit?pli=1