Firmate la petizione on line (già 1850 adesioni)
La delibera sull'equo compenso, così come è stata approvata, non dà risposta sui diritti negati a migliaia e migliaia di giornalisti precari e freelance, costretti a lavorare per cifre che non garantiscono una vita professionale libera e dignitosa, come vuole l'articolo 36 della Costituzione. Al contrario mortifica e svuota di contenuto una legge dello Stato, la 233/2012 che è stata approvata dal Parlamento proprio per porre un argine ad una continua corsa al ribasso dei redditi dei giornalisti precari e freelance e getta le basi per una vera e propria emergenza sociale, destinata a scoppiare quando questi e altri lavoratori precari arriveranno all'età della pensione.
Per questo chiediamo che sia immediatamente ritirata la delibera che fissa i parametri di quello che non solo non si può definire equo compenso, ma nemmeno un salario minimo. Con queste cifre il giornalismo, spesso fintamente “autonomo”, ossia quello che oggi è rappresentato da precari e freelance, potrà essere svolto solo da hobbysti e da chi si può permettere di farlo perché non è questo certamente il suo sostentamento.
Questa delibera rischia di essere pericolosa anche per i cosiddetti “garantiti”, perché è certo che gli editori cercheranno di spostare quantità crescenti di lavoro sull'area coperta da precari e freelance fuori dalle redazioni. Tutto questo sia a scapito dei colleghi che adesso sono coperti da un contratto, sia a scapito della libertà e della qualità dell'informazione.
Certamente questi non sono tempi semplici e sappiamo che stare seduti ai tavoli contrattuali è molto più difficile che fare barricate, ma di fronte alle cifre di questa delibera non si poteva accettare di condannare migliaia e migliaia di colleghi a retribuzioni insufficienti alla semplice sussistenza.
Per questo, per difendere il nostro diritto ad una vita professionale libera e dignitosa chiediamo che la delibera venga ritirata e che si torni al tavolo per arrivare a compensi che siano davvero equi.
Questi sono i motivi che ci hanno convinto a firmare l'appello che chiede il ritiro della delibera e che si può trovare a questo link:
Vi chiediamo di sostenerlo con la vostra firma, perché abbia ancora più forza.
Giovanni Ruotolo - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi
Maurizio Bekar – coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo, consigliere nazionale Fnsi del Friuli Venezia Giulia
Francesco Marruco - componente Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, membro del direttivo dell'Assostampa Umbria
Susanna Bonfanti - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi per la Toscana
Claudio Chiarani - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi per il Trentino Alto Adige
Laura Viggiano - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi per la Campania e della Commissione Contratto Fnsi
Dario Fidora - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi per la Sicilia
Moira Di Mario - componente Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi
Solen De Luca - componente Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi
Antonella Cardone - componente della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi per l'Emilia Romagna
Saverio Paffumi - della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, responsabile della Commissione Lavoro Autonomo dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti
Leonardo Testai - responsabile Commissione Lavoro Autonomo dell'Assostampa Toscana
Alessandro Martegani - segretario Assostampa Friuli Venezia Giulia, Coordinamento giornalisti precari e freelance FVG
Ivana Gherbaz, Mattia Assandri, Clelia Delponte, Lorenzo Mansutti, Cristina Visintini - Coordinamento giornalisti precari e freelance e Commissione Lavoro Autonomo Assostampa Friuli Venezia Giulia
(Testo aperto a ulteriori adesioni)
FIRMA QUI:
http://www.change.org/it/petizioni/on-luca-lotti-sottosegretario-di-stato-con-delega-all-editoria-ritiri-la-delibera-attuativa-della-legge-sull-equo-compenso-per-i-giornalisti-freelance-e-atipici