e formula di governo presente o futura
SINTESI E DECISIONI
DELLA RIUNIONE CLAN – FNSI
DEL 26 GENNAIO 2021
La Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi s’impegnerà in una campagna per l’equo compenso, il welfare, la tutela dei non dipendenti e l’assunzione delle posizioni di “finto lavoro autonomo”. Inoltre lancerà un censimento sulle condizioni attuali del lavoro autonomo, e un appello per una riforma dell’iscrizione all’Ordine dei giornalisti.
Così ha deciso la Clan, presieduta dal Segretario generale aggiunto della Fnsi Mattia Motta e coordinata da Maurizio Bekar, in una riunione in teleconferenza.
L’incontro si è aperto con un’audizione della Presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, che ha illustrato la situazione dell’ente. Che vive una crisi, ha sottolineato Macelloni “dovuta non a una cattiva gestione, ma a un crollo dei contributi Inpgi 1 per la diminuzione dei dipendenti, a fronte di un aumento esponenziale delle uscite per pensioni e prestazioni. Bisogna” ha detto Macelloni “incrementare il lavoro regolare e la platea dei contribuenti”. Positiva invece la situazione per l’Inpgi2, per la quale è però necessario avere migliori retribuzioni, con conseguenti maggiori afflussi contributivi e migliori prestazioni. E’ stata infine esclusa, allo stato attuale, l’unificazione tra Inpgi 1 e 2.
Più in dettaglio, sulle decisioni assunte nella riunione, la Clan “a prescindere da ogni crisi politica e formula di governo presente o futura, ritiene necessario e urgente”:
- Attuare le leggi sull’equo compenso per i giornalisti non dipendenti, rimaste lettera morta. Tra queste la 233/2012, per la quale a oggi mancano persino la quantizzazione dell’equo compenso e le procedure di verifica della sua attuazione, compito della commissione plurilaterale formata da Governo, giornalisti ed editori, ma che da anni registra una sostanziale indisponibilità degli editori.
A riguardo, per rendere evidente la gravità della situazione, la Clan-Fnsi lancerà a breve una campagna pubblica, assieme a un censimento delle reali condizioni di lavoro e retributive dei non contrattualizzati, che in troppi fingono di ignorare.
- Davanti alle ripetute richieste degli editori di sostegni economici, va posta come condizione che non si possano più ricevere contributi o agevolazioni pubbliche di alcun tipo, se non ponendo soluzione ai gravi problemi di precarietà lavorativa, contrattuale e sottoretribuzione dei giornalisti non dipendenti, molti dei quali avrebbero invece titolo per una regolare assunzione da dipendenti.
- Vanno riformate le norme di iscrizione all’Ordine, nella logica che “giornalista è chi esercita effettivamente la professione", adeguando una legge istitutiva di quasi 60 anni fa, oramai inadeguata alla realtà attuale dei circuiti dell’informazione e del mercato del lavoro.
In questo senso va anche affrontato il tema dei circa 50.000 su 110.000 iscritti all’Ordine che non hanno alcuna posizione contributiva Inpgi: dei “fantasmi”, che o sono giornalisti inquadrati con altri contratti e presso altre Casse, a danno dell’Inpgi, o che apparentemente non hanno mai esercitato la professione, e quindi non si capisce a quale titolo risultino ancora iscritti all’Ordine.
- È necessario potenziare le strutture ispettive dell’Inpgi, che da anni fanno emergere numerose posizioni di falso lavoro autonomo e di sfruttamento dei cococo al posto di contratti da dipendente. Senza lavoro regolare ed equamente retribuito non c’è alcuna possibilità di previdenza, di un futuro professionale, né di buona e libera informazione.
- Di fronte alle protratte sofferenze del mercato del lavoro, ora inasprite anche dal Covid, sono necessari sostegni al reddito dei giornalisti non dipendenti, spesso con discontinuità lavorativa e sensibili cali di reddito.
Si ritiene quindi necessario rivedere ed estendere anche ai lavoratori autonomi degli Ordini professionali norme come la recente legge sull’ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa), varata con la legge di bilancio 2021, ma ora prevista solo per le Partite Iva della Gestione Separata Inps. L’ISCRO è un giusto passo verso un welfare per gli autonomi, ma deve riguardare tutte le categorie, senza esclusioni, estendendone l’accessibilità e portata, anche tenendo conto delle diverse specificità lavorative esistenti tra i differenti Ordini professionali.
- Va infine dato uno stop all’inaccettabile impiego di giornalisti pensionati in redazione, o in ruoli equipollenti ai dipendenti, che – per una parziale integrazione di reddito – sottraggono occasioni e posti di lavoro a migliaia di giornalisti autonomi e sottoretribuiti, che sono oggi la maggioranza della categoria.
(Sintesi della riunione Clan-Fnsi del 26 gennaio 2021. Fonte: Clan-Fnsi)
>> QUI IL QUESTIONARIO SUI GIORNALISTI AUTONOMI NEL FVG (scadenza: 14 marzo 2021)
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