24 gennaio 2013

INDAGINE CONOSCITIVA SUI FREELANCE NEL FRIULI VENEZIA GIULIA (2010-2011)

COMMISSIONE NAZIONALE LAVORO AUTONOMO FNSI

INDAGINE SULLE CONDIZIONI DI LAVORO DEI FREELANCE ITALIANI

INDAGINE SULLA SITUAZIONE IN FRIULI VENEZIA GIULIA

curata dal 

Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia

(novembre 2011)

Nota: questa relazione fa parte della documentazione presentata a corredo dell'esposto ai sensi della Carta di Firenze, presentato il 9 gennaio 2013 all'Ordine dei giornalisti, per la tutela dei diritti dei giornalisti freelance collaboratori delle testate della regione. Qui la sintesi della situazione e il testo dell'esposto: 
>> http://freelancefvg.blogspot.it/2013/01/carta-di-firenze-esposto-sindacale.html <<


RELAZIONE RIASSUNTIVA

Condizioni di lavoro e retribuzioni molto differenti, ma con due punti in comune: la precarietà costante e un calo progressivo delle retribuzioni e del volume di attività. Si potrebbe riassumere così la situazione dei giornalisti precari e freelance in Friuli Venezia Giulia, emersa dal monitoraggio promosso dalla Commissione nazionale sul lavoro autonomo della Federazione Nazionale della Stampa.

“L’indagine conoscitiva sulla situazione dei freelance in Italia”, era stata avviata alla fine del 2010 per avere un quadro della situazione del lavoro precario nel settore del giornalismo: la Commissione aveva predisposto un questionario, e incaricato le Associazioni regionali di diffonderlo fra i giornalisti precari e freelance, che avrebbero dovuto rispondere alle domande e rinviare il modulo al Sindacato. In Friuli Venezia Giulia tutte le fasi di distribuzione e raccolta (avvenute quasi totalmente per via informatica),
sono state seguite e curate dal Coordinamento Precari e Freelance del Fvg, che ha anche tracciato un primo bilancio dei risultati.

Il primo dato che emerge riguarda la partecipazione all’iniziativa: in tutto il paese sono stati restituiti 407 questionari compilati, ma la risposta da parte dei colleghi è stata differente fra le varie realtà regionali. Il Friuli Venezia Giulia, con 73 questionari pervenuti, è stata la regione con la più alta partecipazione all’indagine, e più della metà, 284, è stata compilata in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Sardegna, mentre in ognuna delle altre regioni la quantità di schede restituite è stata inferiore alle 35 unità.

Un risultato che testimonia la consapevolezza dei problemi da parte dei colleghi in Fvg, ma anche il lavoro svolto sul campo dal Coordinamento e dall’Associazione della Stampa regionale, che da anni hanno posto al centro della propria azione la questione del precariato e dei freelance.

Si tratta di un quadro senza dubbio parziale della complessa, e sempre più vasta realtà del giornalismo precario in regione, ma i dati possono comunque offrire degli spunti di riflessione.

La maggior parte dei colleghi che hanno deciso di partecipare lavorano per la carta stampata, e in particolare per quotidiani. Il gruppo più nutrito è quello dei 16 collaboratori del Piccolo, seguito da quelli del Messaggero Veneto e del Gazzettino. 17 colleghi lavorano per dei quotidiani nazionali. In generale 59 collaborazioni riguardano i quotidiani, mentre 40 colleghi hanno dichiarato di lavorare per delle riviste mensili, 10 per settimanali, 7 per delle radio e 4 per delle Tv. Più nutrito invece il gruppo dei 20 addetti stampa.


Molti dei colleghi hanno più di una collaborazione, ma la situazione più diffusa è quella di collaboratori che lavorano per una sola testata, condizione che riguarda 37 freelance, e che pone il collaboratore in una situazione di estrema debolezza, visto che un’interruzione del rapporto con l’unica testata di riferimento taglierebbe anche l’unica fonte di guadagno al collega. 13 intervistati hanno invece due collaborazioni, altrettanti ne hanno tre, e 8 dichiarano di avere più di tre rapporti di lavoro.

Da notare che è molto rara la condizione di addetto stampa “puro”: in quasi tutti i casi chi ha la responsabilità di un ufficio stampa lavora anche per giornali, o altri mezzi d’informazione, con un probabile conflitto d’interesse nello svolgimento di entrambe le attività.

Molto variegata la situazione anche per quando riguarda gli inquadramenti e i tempi di pagamento: la condizione più diffusa è la collaborazione coordinata e continuativa, molto utilizzata soprattutto dai quotidiani regionali, e che riguarda ben 57 colleghi. 29 hanno in corso dei rapporti di collaborazione occasionale, mentre 31 lavorano in regime di partita iva. Solo 11 hanno dei contratti che prevedono la cessione di diritti d’autore.

Nella maggior parte dei casi i pagamenti sono previsti ogni 30 giorni: 46 rapporti di lavoro prevedono infatti la retribuzione il mese successivo alla pubblicazione dei pezzi, ma spesso i pagamenti anche avvengono anche dopo 60 o 90 giorni (30 collaborazioni rispettivamente). Più rari i casi di versamenti semestrali, e non manca chi, alla domanda sui tempi di pagamento, ha risposto con un laconico “ogni tanto.” 21 persone hanno dichiarato di ricevere un compenso fisso mensile: è il caso di qualche collega che lavora nei quotidiani o mensili nazionali, ma in alcuni casi anche degli addetti stampa, in particolare quelli di enti pubblici.

Desolanti le cifre riguardanti l’ammontare delle retribuzioni: aggregando le varie cifre riportate dai questionari, il gruppo più numeroso è quello retribuito da tre a 12 euro a pezzo, ne fanno parte 49 colleghi che collaborano con i quotidiani o mezzi d’informazione regionali. Altri 17 dichiarano di essere pagati da 15 a 30 euro a pezzo, 12 arrivano a 50 euro a prestazione, ma le retribuzioni sono più altre sono quelle dei collaboratori di mensili e quotidiani nazionali, che possono essere pagati anche 150 o 200 euro per un articolo.

Le differenze non mancano poi anche all’interno degli stessi intervalli di retribuzione, riguardo i criteri con cui vengono stabiliti gli importi: il Gazzettino ad esempio ha stabilito una tabella che prevede compensi crescenti in rapporto al numero delle battute, da tre euro (!) per un pezzo da mille battute fino a 19 per un pezzo oltre le 3 mila, mentre altri quotidiani pagano “a pezzo”. Quasi sempre non sono retribuite né le brevi né le foto. Solo il Sole 24Ore paga a riga.

Non manca chi dichiara di non sapere esattamente a quanto ammonti il valore del proprio lavoro, o di non aver mai capito secondo quale criterio vengono stabilite le retribuzioni.
Nella maggioranza dei casi, 62 collaborazioni contro 20, non viene corrisposto alcun rimborso e/o agevolazione per i trasferimenti e le spese telefoniche.

Preoccupante è anche la mancanza di prospettiva per gran parte di questi colleghi: in 76 rapporti di collaborazione nell’ultimo anno sono calate le retribuzioni o, più frequentemente, il numero dei pezzi commissionati. In qualche caso le collaborazioni sono state interrotte, mentre per altri 50 rapporti di lavoro non sono state notate differenze nelle retribuzioni o nel volume di attività.


NOTE:

a) Ai colleghi precari e freelance era stato chiesto di rispondere a sei Domande di tipo “aperto”:
1) Nome e tipo di media con il quale collabori (quotidiani, periodici, agenzie stampa, radio, tv, uffici stampa, web).
2) Tipo di collaborazione (Cococo, partita Iva, diritto d'autore, occasionale)
3) Compensi lordi (a pezzo, a cartella, a rigo, a parola, forfait, altro)
4) Rimborsi spese (no, sì, a piè di lista, a forfait, a budget)
5) Tempi di pagamento (dalla consegna del pezzo e dalla pubblicazione)
6) Nell'ultimo anno sono diminuite le tue collaborazioni (riduzione dei compensi o dei pezzi commissionati)?

b) Sommando il numero delle collaborazioni, o le risposte sul tipo di rapporto di lavoro, si ottengono totali superiori al numero dei partecipanti al sondaggio: si tratta di un risultato dovuto al fatto che molti colleghi hanno più di una collaborazione, spesso con condizioni differenti, e che non tutti hanno risposto a tutte le domande.

c) La differenza delle condizioni di lavoro fra i colleghi ha reso molto complesso tracciare un quadro comune della situazione, e qualche semplificazione è stata purtroppo inevitabile, ma necessaria per poter svolger qualche riflessione generale.

d) Da notare che il settore degli uffici stampa è quello forse più difficile da “inquadrare” a causa del tipo di attività molto diversa (seguire la comunicazione di un ente pubblico rappresenta ad esempio un tipo di lavoro diametralmente diverso da quello di un addetto stampa di un ente culturale o di una società sportiva), del tipo di rapporto, del metodo ed entità di pagamento: molti hanno aperto partita iva, spesso la retribuzione avviene con un fisso mensile, o “ad evento”, e anche le differenze nell'entità della retribuzione sono molto ampie.


Valutazione sintetica

Pur rappresentando un quadro parziale dell’insieme dei freelance del Fvg, l’indagine ha messo perfettamente in evidenza l’assoluta disparità di trattamento, retribuzioni e condizioni di lavoro fra i freelance della regione, anche all’interno delle stesse testate: una generazione di giornalisti, fondamentali per i giornali e i media locali, pagati anche meno di dieci euro a prestazione (49 rapporti di lavoro sono retribuiti con cifre che vanno dai tre ai dodici euro a pezzo) con pochissime, per non dire nessuna prospettiva di essere assunti o perlomeno stabilizzati.
Anche i contratti a termine, o differenti dall’articolo uno, un tempo considerati un sorta di ripiego in attesa dell’assunzione “vera”, stanno diventando un miraggio. Lo testimonia il fatto che su 128 rapporti di lavoro in corso, non ci sia alcun contratto a termine, visto evidentemente come una posizione che ormai sta “al di sopra” del precariato.

Perfino i meccanismi di calcolo delle retribuzioni e i tempi di pagamento sono molto diversi, e a volte sfuggono alla comprensione dei colleghi. Solo 21 rapporti di lavoro prevedono un fisso mensile mentre gli altri sono pagati a riga o a pezzo.

Una situazione difficile, e che fra l’altro sembra poter addirittura peggiorare visto che in 76 casi è stata notata una riduzione delle retribuzioni e/o dei pezzi commissionati.

L’impegno per il futuro dovrebbe puntare ad ottenere un criterio che fissi retribuzioni e pagamenti minimi e trasparenti, ma anche dei meccanismi di rimborso delle spese telefoniche e di trasferimento, quasi mai riconosciute, e che spesso non sono neppure coperte dalle misere retribuzioni percepite dai collaboratori.
Vista varietà dei rapporti di lavoro (spesso un solo freelance ha rapporti di lavoro differenti con le diverse testate), occorrerebbe anche potenziare i servizi di assistenza legale e fiscale ai colleghi che spesso si trovano a dover lottare in una giungla di normative sconosciute.

Attenzione poi dovrebbe essere posta al settore degli uffici stampa, difficilmente inquadrabile per l'estrema varietà di attività e rapporti di lavoro, e che pone problemi anche dal punto di vista deontologico, dal momento che molti colleghi svolgono la doppia attività di addetto stampa e giornalista, con possibili conflitti d’interesse.


RISPOSTE AL QUESTIONARIO


Nome e tipo di media con il quale collabori
(quotidiani, periodici, agenzie stampa, radio, tv, uffici stampa, web)
  • Il Piccolo: 16
  • Messaggero Veneto: 12
  • Il Gazzettino: 11
  • Primorski Dnevnik: 2
  • quotidiani nazionali: 17
  • periodici: 50
  • radio: 7
  • tv: 4
  • uffici stampa: 20

Quantità di collaborazioni per collega
  • Una: 37
  • Due: 13
  • Tre: 13
  • Più di tre: 8

Tipo di collaborazione
  • (cococo, partita Iva, diritto d'autore, occasionale)
  • cococo: 57
  • partita Iva: 31
  • occasionale: 29
  • cessione diritti d’autore: 11

Compensi lordi
(a pezzo, a cartella, a rigo, a parola, forfait, altro)
  • compensi a pezzo: 84
  • fisso mensile: 21
  • a riga: 3

Entità compensi a pezzo

  • da 3 a 12 euro: 49
  • da 15 a 20 euro: 10
  • da 20 a 30 euro: 7
  • da 30 a 50 euro: 12
  • più di 50 euro: 6

Rimborsi spese
(no, sì, a piè di lista, a forfait, a budget)
  • Si: 20
  • No: 62

Tempi di pagamento
(dalla consegna del pezzo e dalla pubblicazione)
  • 30 giorni: 46
  • 40 giorni: 4
  • 60 giorni: 29
  • 90 giorni: 30
  • 6 mesi: 16

Nell'ultimo anno sono diminuite le tue collaborazioni?
(riduzione dei compensi o dei pezzi commissionati)
  • Diminuite: 76
  • Uguali o aumentate: 50
  • Non so: 2

COORDINAMENTO GIORNALISTI PRECARI E FREELANCE
dell’Assostampa Friuli Venezia Giulia
Twitter: @freelancefvg

21 gennaio 2013

CARTA DI FIRENZE: ESPOSTO SINDACALE ALL'ORDINE DEL FVG CHE APRE INCHIESTA

L'ORDINE DEI GIORNALISTI DA' SEGUITO A ESPOSTO DI ASSOSTAMPA E COORDINAMENTO PRECARI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

L'esposto ai sensi della Carta di Firenze, presentato il 9 gennaio scorso da Assostampa e Coordinamento precari e freelance del Friuli Venezia Giulia per la tutela dei collaboratori delle testate regionali, trova seguito: l'Ordine dei Giornalisti del FVG annuncia di aver aperto un'inchiesta disciplinare, e di aver convocato in via d'urgenza i responsabili di Assostampa e Coordinamento precari "per acquisire gli elementi probatori sulle retribuzioni contestate caso per caso, al fine di formulare l'incolpazione disciplinare nei termini di legge".

Di seguito il testo del comunicato stampa diramato dall'Ordine del Giornalisti del Friuli Venezia Giulia il 21 gennaio 2013, il comunicato congiunto di Assostampa e Coordinamento precari del 10 gennaio, e il testo integrale dell'esposto.


ORDINE DEI GIORNALISTI
CONSIGLIO REGIONALE FRIULI VENEZIA GIULIA
 
COMUNICATO STAMPA

Il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia ha aperto un'inchiesta disciplinare nei confronti dei direttori dei quotidiani della regione, Il Piccolo, Messaggero Veneto e Il Gazzettino per le retribuzioni troppo basse e contrarie alla dignità professionale pagate ai collaboratori.

L' ordine ha proceduto in base a un'indagine conoscitiva realizzata dell'associazione stampa del FVG che evidenzia compensi irrisori.

Per procedere disciplinarmente il Consiglio dell'Ordine ha pertanto convocato in via urgente i responsabili dell'Assostampa del FVG: Carlo Muscatello, Alessandro Martegani e Maurizio Bekar, firmatari dell'esposto contro i direttori, per acquisire gli elementi probatori sulle retribuzioni contestate caso per caso, alfine di formulare l'incolpazione disciplinare nei termini di legge.

Ordine dei Giornalisti FVG

(Trieste, 21 gennaio 2013)




A questo link il comunicato di Assostampa e Coordinamento precari del Friuli Venezia Giulia del 10 gennaio:

http://freelancefvg.blogspot.it/2013/01/carta-di-firenze-e-collaboratori.html




E DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELL'ESPOSTO PRESENTATO:


Al Consiglio regionale 
dell'Ordine dei Giornalisti 
del Friuli Venezia Giulia
Corso Italia 13, 34122 Trieste

e al

Consiglio di disciplina territoriale
del Consiglio regionale 
dell'Ordine dei Giornalisti 
del Friuli Venezia Giulia 

e p.c. a

Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei giornalisti
(ex art. 3 della “Carta di Firenze”)
c/o Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti
Via Parigi, 11
00185 Roma
e c/o Federazione Nazionale della Stampa Italiana
Corso Vittorio Emanuele II, 349-
00186 Roma


Oggetto: ESPOSTO ai sensi della Carta di Firenze sulle condizioni di lavoro dei giornalisti collaboratori nel Friuli Venezia Giulia


I sottoscritti Carlo Muscatello, nella veste di Presidente dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia, Alessandro Martegani, nella veste di Segretario dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia, e Maurizio Bekar. nella veste di rappresentante del Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia, e quale membro e coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi



PREMESSO

che l'8 novembre 2011 il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti ha approvato la Carta di Firenze (“Della deontologia sulla precarietà nel lavoro giornalistico”), attualmente in vigore


che la Carta di Firenze, nel suo preambolo, afferma:


"Un giornalista precario e sottopagato – soprattutto se tale condizione si protrae nel tempo – viene di fatto sospinto a lavorare puntando alla quantità piuttosto che alla qualità del prodotto informativo, e con poca indipendenza, sotto l’ombra di un costante ricatto che dal piano economico e professionale passa presto a quello dei più elementari diritti, a partire da quelli costituzionalmente riconosciuti. 

La condizionabilità e ricattabilità dei giornalisti sono inoltre strettamente correlate alla possibilità di trasmettere una buona e corretta informazione, andando a inficiare uno dei capisaldi del sistema democratico"

e che, alla luce di queste premesse, all'Art. 2, commi 3 e 4: la Carta di Firenze recita: 


"La richiesta di una prestazione giornalistica cui corrisponda un compenso incongruo in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione, lede non solo la dignità professionale ma pregiudica anche la qualità e l’indipendenza dell’informazione, essenza del ruolo sociale del giornalista.

Ai fini della determinazione dell’adeguatezza dei compensi relativi a prestazioni di natura giornalistica, i consigli regionali dell’Ordine dei Giornalisti adottano e rendono pubblici criteri e parametri di riferimento”

Richiamato che il Tariffario 2007 dei compensi minimi per le prestazioni giornalistiche autonome non regolate dal contratto collettivo di lavoro, pur non essendo più vincolante ai sensi del decreto del 2007 sulle liberalizzazioni, resta tuttora valido come punto di riferimento in sede giudiziale nel caso di assenza di assenza di accordo fra le parti


Richiamato che è stata recentemente approvata dal Parlamento la Legge per l'Equo compenso nel settore giornalistico autonomo, promulgata dal Presidente della Repubblica (Legge 31 dicembre 2012, n. 233 Equo compenso nel settore giornalistico. (13G00005) pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.2 del 3 gennaio-2013), la quale all'Art. 1 comma 2 stabilisce che:


“Ai fini della presente legge, per compenso equo si intende la corresponsione di una remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione nonché della coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato” 


e all'Art. 3 Comma 2 che:

“Il patto contenente condizioni contrattuali in violazione del compenso equo è nullo” 


TUTTO CIO' PREMESSO E RICHIAMATO
SI ESPONE A CODESTO CONSIGLIO REGIONALE DELL' ORDINE
QUANTO SEGUE

Nel Friuli Venezia Giulia i compensi iniqui e la crescente precarizzazione del lavoro giornalistico autonomo sono prassi largamente diffuse e consolidate, anche nelle maggiori testate.


Le retribuzioni inadeguate, le prassi spesso offensive della dignità professionale e personale di freelance e collaboratori e le non applicazioni o elusioni delle norme del contratto collettivo di lavoro giornalistico per i collaboratori sono fatti largamente noti nella professione, ed oramai sempre più di dominio pubblico, e ricadono nelle disposizioni della Carta di Firenze


Queste riguardano:


- i direttori responsabili e coloro che nella catena gerarchica non osservano la prescrizione di promuovere il rispetto dei principi della Carta di Firenze (art. 1, ultimo comma);


- i compensi iniqui, a partire da 3 euro lordi a pezzo, con una media di 10-15 euro lordi a pezzo, cioè varianti dalla metà a un ottavo del compenso più basso previsto dal tariffario Odg del 2007, intuitivamente “incongrui” e “inadeguati” - ai sensi del disposto dell'Art. 2 della Carta di Firenze -  nonché lontanissimi dal poter essere considerati in “coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria”, come previsto anche dall'art.1 dalla legge sull'equo compenso giornalistico


- l'applicazione unilaterale da parte degli editori delle condizioni economiche, spesso anche variandole al ribasso senza concordarle con i collaboratori, che ne prendono così effettiva coscienza solo al momento della retribuzione, o anche a fronte dell'assenza di contratti firmati tra le parti, o senza disporre a posteriori di alcuno specchietto esplicativo della retribuzione dei singoli pezzi, ma solo di un totale economico globale


- le richieste di prestazioni giornalistiche gratuite, come nel caso delle notizie “brevi”, o in esubero rispetto a quelle pattuite a pagamento;


- il non riconoscimento di rimborso delle spese sostenute;


- i mancati pagamenti di servizi commissionati e poi non utilizzati;


- l'utilizzazione di collaboratori autonomi con modalità continuative, di coordinamento e subordinazione tipiche dei lavoratori dipendenti, senza inquadrarli come tali, neppure sotto la forma degli art. 2 e 12 del Contratto collettivo nazionale di categoria



PIU' IN PARTICOLARE 
SI EVIDENZIANO LE SEGUENTI CONDIZIONI:

- Al quotidiano “Il Piccolo” la retribuzione media di un collaboratore risulta essere di 15 euro lordi per i pezzi di cronaca, 12 lordi per l'Agenda, e circa 30-40 per la Cultura (tutti senza rimborsi spese). Sotto le 1500 battute (a volte così ridotte dalla redazione senza preavviso) risulta che i pezzi vengano pagati la metà, o 5 euro. Spesso i collaboratori non dispongono di contratti liberamente sottoscritti tra le parti, ma di fatto imposti unilateralmente dall'editore, o non hanno fisicamente sottoscritto alcun contratto, ma in entrambi i casi ricevono un importo totale a fine mese in co.co.co, senza possibilità di verificare il dettaglio dei loro compensi.


- Al quotidiano “Messaggero Veneto” vengono praticate retribuzioni e condizioni lavorative solitamente analoghe a quelle de “Il Piccolo”, con la variante che i pezzi c.d. “lunghi” (pare intesi superiori alle 1500 battute) vengono retribuiti con 10-12-15 euro lordi, quelli “medi” la metà, ma non risulta ai collaboratori l'esistenza di un tariffario chiaro e ben determinato, e nemmeno risulta chiaro il numero di battute che segna il limite fra un pezzo lungo e uno di lunghezza media. Infine le “brevi” (anch'esse pari a un non chiaro numero di battute massime) tendono ad essere richieste ai collaboratori, ma senza retribuzione alcuna. Il tutto solitamente senza rimborsi spese.


- Al quotidiano “Il Gazzettino”, edizione del Friuli, le retribuzioni da tariffario 2009 fatto sottoscrivere ai collaboratori, pena l'esclusione dalle collaborazioni, risulta essere di 3 euro lordi per pezzi entro le 1000 battute, 6 entro le 2000, 12 lordi entro le 3000, e 19 euro lordi oltre le 3000 battute. Il tutto solitamente senza rimborsi spese. Da rilevare inoltre che i tariffari risultano essere inferiori a quelli riconosciuti da tariffario ai collaboratori del Veneto per lo stesso giornale e per lo stesso numero di battute, e che con il passaggio al formato tabloid le pezzature degli articoli si sono considerevolmente ridotte, e conseguentemente i relativi compensi. Il tutto senza rimborsi spese.


- Si segnala inoltre che dei contratti a cococo con retribuzione fissa a forfait, stipulati ad personam con alcuni collaboratori sia de Il Piccolo che del Messaggero Veneto, prevedono retribuzioni lorde mensili varianti usualmente dai 700 ai 1000-1200 euro circa, a fronte di un impegno per il collaboratore a fornire diverse centinaia di articoli l'anno, pari a dei teorici compensi unitari sostanzialmente analoghi a  quelli dei collaboratori pagati “a pezzo” (10-15 euro lordi a pezzo, con eventuali riduzioni per i pezzi più brevi)


- Si evidenzia infine che, come risulta da un'indagine-censimento realizzata nel 2010-2011 dal Coordinamento precari e freelance dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia per l'Fnsi, generalmente più del 50% del lavoro curato da freelance e collaboratori esterni o parasubordinati di quotidiani, radio e tv private della regione viene retribuito dai 3 ai 12 euro lordi a pezzo, senza rimborsi spese. Con compensi cioè intuitivamente “incongrui e inadeguati” ai sensi dell'Art. 2 della Carta di Firenze, professionalmente avvilenti e ben lontani dal poter essere ritenuti in “coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria”, prevista dall'art.1 dalla citata legge sull'equo compenso giornalistico.



A DOCUMENTAZIONE DI QUANTO SOPRA ESPOSTO

- si allega copia della relazione e dei dati di sintesi della citata indagine conoscitiva sulle condizioni di lavoro dei freelance italiani curata nel 2010-2011 in regione dal Coordinamento giornalisti precari e freelance dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia per conto della Commissione Nazionale Lavoro Autonomo della FNSI


- si possono citare a testimonianza i membri dei Comitati di redazione e fiduciari e le stesse strutture sindacali dell'Assostampa  Friuli Venezia Giulia


Si sottolinea inoltre che, ovviamente, "l'ombra di un costante ricatto" esplicitamente richiamata dal testo della Carta di Firenze, rende assai problematico per i colleghi autonomi, freelance e parasubordinati esporsi in prima persona per denunciare le proprie condizioni lavorative.


D'altra parte le modalità di sfruttamento e precarizzazione sono fatti oramai di pubblica conoscenza, ben noti a tutti i colleghi del Friuli Venezia Giulia, e l'Art. 2, Comma 7 della Carta di Firenze recita "Tutti i giornalisti sono tenuti a segnalare ai Consigli regionali situazioni di esercizio abusivo della professione e di mancato rispetto della dignità professionale".


E, peraltro, la possibilità per i Consigli regionali dell'Ordine dei giornalisti di procedere d'ufficio secondo i suoi poteri d'intervento, in casi di violazioni della Carta di Firenze, è esplicitamente richiamata dalla recente lettera circolare dell'8 novembre del Presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine ai Consigli regionali dell'Ordine, nella quale si afferma «E' necessario (...) che la nostra istituzione si attivi a livello territoriale al fine di accertare l’esatta dimensione del problema per procedere, in caso di violazione della Carta, all'adozione dei conseguenti provvedimenti». E ancora «E' un impegno ineludibile per rafforzare la credibilità nella professione e per il rispetto che è dovuto ai nostri colleghi che si trovano in difficoltà».



PER TUTTE QUESTE RAGIONI

i sottoscritti Carlo Muscatello, Alessandro Martegani e Maurizio Bekar, a nome e per conto dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia e del Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia assumono l'iniziativa di:


- denunciare attraverso il presente esposto al Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia e al suo Consiglio di disciplina territoriale che, salvo poche eccezioni, nelle maggiori testate della carta stampata e radiotelevisive del Friuli Venezia Giulia si possono riscontrare violazioni delle disposizioni della Carta di Firenze attraverso il verificarsi di fatti come quelli sopra elencati;


- chiedere all'Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia e al suo Consiglio di disciplina territoriale, l'applicazione della Carta di Firenze avviando con urgenza i relativi procedimenti di verifica, a cominciare nelle maggiori testate della carta stampata ed emittenti radiotelevisive, al fine di poterne quindi accertare le violazioni e quindi procedere nell'emanare le relative sanzioni previste dall'ordinamento giornalistico.

(Trieste, 9 gennaio 2013)



19 gennaio 2013

L’EQUO COMPENSO E' LEGGE. MA LA BATTAGLIA CONTINUA (di Maurizio Bekar)


Il 18 gennaio 2013 è entrata in vigore la legge sull'equo compenso dei giornalisti lavoratori autonomi. Ora però bisogna passare alla sua attuazione, lungo un percorso che si presenta non facile e ricco di insidie.

Di seguito una nota di Maurizio Bekar (vicesegretario Assostampa FVG e coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo dell Fnsi), ripresa nel dicembre 2012 da New Tabloid, periodico dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia.





Ciò che due anni fa pareva un miraggio, ora è realtà: l'equo compenso per i freelance sarà sancito per legge. E' questo il risultato straordinario di una paziente azione che ha visti impegnati in vario modo Ordine, Fnsi, parlamentari e movimenti di freelance e precari. Il tutto con buona pace di chi - spesso dietro le quinte - ha fatto pressioni per bloccare o sgonfiare la portata di questo indispensabile provvedimento a tutela dei diritti del lavoro.

Ora però la battaglia deve continuare: la legge infatti adesso va applicata. E i nodi da affrontare sono ancora molti. Vediamone alcuni.


L'equo compenso dovrà venir identificato da una commissione di 7 membri: 3 di nomina governativa, 3 di parte giornalistica e 1 degli editori. Questa dovrà essere istituita entro 30 giorni dall'entrata in vigore, dopo la pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale, ed entro altri due mesi dovrà identificare l'equo compenso e redigere un elenco delle testate che lo rispettano. La mancata iscrizione nell'elenco comporterà per l'editore la decadenza da contributi e benefici pubblici.

Il primo rischio è che, essendo dimissionario il Governo, si posticipi il varo della Commissione con la motivazione che la nomina di ben 3 suoi membri su 7, con il relativo mandato politico ad operare, spetterà al nuovo Governo, dopo le elezioni.

Il secondo problema è che è vero che l'art. 1 della legge stabilisce che l'equo compenso va definito in coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato”. Ma anche che ciò dovrà avvenire “avuto riguardo alla natura e alle caratteristiche della prestazione”.

Tradotto: quanto varrà un servizio, un articolo, una breve, un'inchiesta? E su una piccola testata locale, a differenza di una nazionale?

Il rischio è quello di un'interpretazione al ribasso, che individui solo un livello di compenso minimo (10-15-20 euro lordi a pezzo, invece dei 4-5 oggi dilaganti?), che verrà poi applicato dagli editori indifferentemente a tutti i collaboratori, anche da parte di quelli che oggi pagano cifre maggiori, con la scusa che quello sarebbe il tariffario di legge. S'impone quindi un ragionamento su tariffario articolato, anche in raccordo con il nuovo contratto di categoria.

E poi: l'equo compenso, ai sensi della legge, si dovrà applicare a tutti i “giornalisti iscritti all’albo (...) titolari di un rapporto di lavoro non subordinato” (non importa quindi se co.co.co, partite Iva, con collaborazioni saltuarie, pubblicisti o professionisti), pena la decadenza dai contributi pubblici. Ma ciò riguarderà solo gli editori che vi attingono. E quindi tante testate minori e su web, che non attingono a tali sussidi, potranno continuare a sottopagare, spesso anche eludendo l'applicazione di contratti di tipo giornalistico.

Infine va ricordato che la legge è “a scadenza” tra tre anni. Infatti all'art. 2 è stabilito che “La Commissione dura in carica tre anni. Alla scadenza di tale termine, la Commissione cessa dalle proprie funzioni.” Il che significa che la legge resterà sì in vigore, ma che diverrà inapplicabile fino alla nomina di una nuova Commissione.

Molti sono quindi i fronti sui quali ci si dovrà ancora battere. Sia per l'applicazione della legge, sia in quei settori che ne resteranno esclusi, ai quali andranno garantiti i diritti tramite la contrattazione. E senza dimenticare la Carta di Firenze, che offre altre possibilità di intervento.

La battaglia quindi continua. E necessita l'impegno deciso di tutti gli organismi di categoria, di contrattualizzati, freelance e dei coordinamenti di base. Perchè battaglie così complesse si vincono solo se camminano con le gambe di tutti.


Maurizio Bekar
(coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi)



COSA DICE LA LEGGE

Gli editori inadempienti perderanno i contributi pubblici


La legge sull’equo compenso, approvata in via definitiva dalla commissione Cultura della Camera in seconda lettura, contiene norme per la remunerazione dei giornalisti free lance. L’articolo 1 spiega che per compenso equo si intende la corresponsione di una remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione, nonché della coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria.

L’articolo 2 prescrive, invece, l’istituzione, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, della Commissione per la valutazione dell’equo compenso. La Commissione – che dura in carica 3 anni – è istituita presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, che provvede al suo funzionamento con le risorse di cui dispone. La commissione è composta di 7 membri ed è presieduta dal Sottosegretario all’editoria.

La Commissione definisce il compenso equo entro due mesi dal suo insediamento, valutate le prassi retributive.

Nello stesso termine, la Commissione deve redigere un elenco, costantemente aggiornato, dei quotidiani, dei periodici, anche telematici, delle agenzie di stampa e delle emittenti radiotelevisive che garantiscono il rispetto di un equo compenso, dandone adeguata pubblicità.

Ai sensi dell’articolo 3, a decorrere dal 1 gennaio 2013, la mancata iscrizione in tale elenco per un periodo superiore a sei mesi comporta la “decadenza dall’accesso” ai contributi in favore dell’editoria. Lo stesso articolo 3, inoltre, prevede che il patto contenente condizioni contrattuali in violazione dell’equo compenso è nullo. L’articolo 4 dispone la presentazione alle Camere di una relazione annuale sull’attuazione della legge.

(Ansa)


Questa era la campagna per la legge dell'equo compenso:
ORA CHIEDIAMONE L'ATTUAZIONE !

16 gennaio 2013

UFFICI STAMPA ELETTORALI? CONTRO LE "PROPOSTE INDECENTI" AI GIORNALISTI

NO AL LAVORO IN NERO O NON RETRIBUTO PER I CANDIDATI ALLE ELEZIONI !

Il Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia fa propria e rilancia in regione la campagna avviata dai colleghi romani di "Errori di Stampa": il lavoro dev'essere sempre regolarmente inquadrato e retributo. E a maggior ragione se a proporlo sono dei candidati pubblici amministratori ed aspiranti parlamentari

Ecco la proposta di "Errori di Stampa", che facciamo nostra:


Elezioni, elezioni, elezioni. Politiche, regionali, amministrative. In arrivo, per molti precari del giornalismo, ci sono occasioni di lavoro come addetti stampa dei candidati al Parlamento o nei consigli degli enti locali.

I nostri telefoni cellulari squillano: “Vuoi fare l'addetto stampa per i prossimi 2, 3, 4 mesi?”. E per chi non ha un lavoro stabile, ma possiede competenza e passione politica, si tratta certamente di un'opportunità importante, un'avventura piena di stimoli e opportunità. Ma a quali condizioni? Spesso lavorare negli uffici stampa elettorali significa accettare condizioni prossime al caporalato. Paghe a nero, sotto l'elegante voce del “rimborso spese”, senza contratto, nessuna garanzia di impegno post elettorale, anche in caso di elezione.

Lanciamo quindi una campagna contro il caporalato elettorale e propone la costituzione di un ufficio di vigilanza diffuso, contro il lavoro nero nel mercato della comunicazione elettorale.
Serve un codice etico che impegni tutti i politici candidati su questo punto. Basato su tre principi: i giornalisti devono essere regolarmente assunti con un contratto di collaborazione o con emissione di regolare fattura, per i colleghi che lavorano a Partita Iva; il contratto deve descrivere la mansione svolta dal giornalista-addetto stampa; il contratto deve prevedere il regolare pagamento di contributi Inpgi 2 come lavoro giornalistico autonomo.

Sono regole semplici, pensate per garantire trasparenza e regolarità nei contratti ed emersione del lavoro nero, particolarmente inaccettabile se i committenti sono candidati alle elezioni che si propongono come rappresentanti politici per i cittadini, garanti del principio di legalità.

Chiediamo quindi ai politici (partiti e/o singoli candidati) di sottoscrivere questo codice etico, con la promessa da parte nostra pubblicizzare l'operato virtuoso di chiunque si impegni con noi in questa campagna. Basta comunicarcelo all'indirizzo email: precari.freelance@assostampafvg.it

I colleghi che ricevono invece “proposte indecenti”, o le violazioni di questo codice etico, ce le segnalino alla mail precari.freelance@assostampafvg.it: garantiremo l'anonimato dei colleghi, ma effettueremo delle verifiche e renderemo poi pubblici i nomi dei partiti o dei candidati candidati oggetto di segnalazione.

Allora, chi sottoscrive questo codice etico? 

10 gennaio 2013

CARTA DI FIRENZE E COLLABORATORI: ESPOSTO ALL'ORDINE DA ASSOSTAMPA E COORDINAMENTO PRECARI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

L'Assostampa Fvg e il Coordinamento precari e freelance Fvg hanno presentato un esposto all'Ordine regionale dei giornalisti ai sensi della Carta di Firenze, per la tutela dei freelance e collaboratori esterni delle testate della regione.

L'esposto denuncia “le retribuzioni inadeguate, le prassi spesso offensive della dignità professionale e personale di freelance e collaboratori e le non applicazioni o elusioni delle norme del contratto collettivo di lavoro giornalistico per i collaboratori”.

Più in particolare si sottolineano i compensi da 3 euro, con una media di 10-15 euro lordi a pezzo, pagati usualmente dalle testate ai propri collaboratori esterni. Importi intuitivamente incongrui - ai sensi dell'Art. 2 della Carta di Firenze -  e non in “coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria”, come invece previsto dalla recente legge sull'equo compenso giornalistico autonomo.

Alle sottoretribuzioni si aggiungono spesso anche richieste di pezzi poi non retribuiti, e l'uso di collaboratori con modalità di coordinamento e subordinazione tipiche dei dipendenti, ma senza inquadrarli come tali, neppure sotto la forma degli art. 2 e 12 del Contratto nazionale di categoria.

Si tratta, come viene evidenziato nell'esposto, di fatti noti nella professione, più volte lamentati dai collaboratori ed evidenziati anche da un'indagine effettuata nei mesi scorsi dal Coordinamento precari per la Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, che ricadono nelle disposizioni della Carta di Firenze, approvata per la tutela del lavoro giornalistico precario.

Una Carta deontologica, così come la mobilitazione per la legge sull'equo compenso, nella quale gli esponenti dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia e il suo Coordinamento precari sono stati attivamente e a lungo impegnati.

L'Assostampa Fvg e il Coordinamento precari e freelance chiedono quindi con l'esposto all'Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia l'applicazione della Carta di Firenze, avviando con urgenza i procedimenti di verifica, a iniziare dalle maggiori testate, al fine di potere accertare le violazioni e procedere alle relative sanzioni previste dall'ordinamento giornalistico.



INFORMAZIONI E CONTATTI:

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