L'informazione precaria del Friuli Venezia Giulia
ha dibattuto su Facebook e in Rete
Stabilizzazioni
dei precari, tutele per gli autonomi nel contratto e in leggi
regionali di settore, attuazione dell'equo compenso, della Carta di
Firenze e del suo Osservatorio, riforma dell'Ordine e revisioni dei suoi iscritti, più
stretti rapporti fra Comitati di redazione e collaboratori,
potenziamento dei servizi per gli autonomi da parte degli organismi
di categoria.
Sono
queste alcune delle indicazioni e richieste emerse dagli Stati
generali dell'informazione precaria del Friuli Venezia Giulia,
svoltisi in un Forum su Facebook, aperto a tutti, dal 25 ottobre al
17 novembre scorsi. L'iniziativa è stata promossa dal Coordinamento
giornalisti precari e freelance e dalla Commissione regionale lavoro
autonomo dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia,
per dare seguito agli Stati Generali nazionali svoltisi in luglio in
Fnsi, ed approfondire e attuare a livello regionale le proposte lì
emerse.
La
scelta di realizzarli su Facebook, con il rilancio su internet di
alcuni dei contributi giunti (in parte raccolte sul blog del
Coordinamento precari: http://freelancefvg.blogspot.it/
), è stata motivata dall'intento
di offrire una maggiore possibilità di coinvolgimento e dibattito
con i colleghi, anche se fisicamente distanti, in orari insoliti, o
in tempi differenziati rispetto a una riunione fisica. Il Forum,
inteso come confronto con tutta la categoria, è stato aperto anche
ai non iscritti al sindacato.
Dall'ampio
dibattito che si è sviluppato, sono emerse con forza varie
problematiche ed urgenze dei giornalisti non contrattualizzati da
dipendenti. Centrale, tra le indicazioni emerse, la necessità di
“superare la divisione
culturale troppo spesso esistente fra giornalisti contrattualizzati,
precari e autonomi, per affrontare organicamente in ogni sede e
tavolo di trattativa, in modo globale, unitario e solidale, le
problematiche di tutta la categoria, oggi formata per il 60% da
lavoratori autonomi, e solo per il 40% da lavoratori dipendenti”.
Oltre
a ciò, la necessità
di far applicare puntualmente e rispettare le normative esistenti
nella categoria, che altrimenti rischiano di venir svuotate “da
carenze nelle fase di vigilanza o di applicazione”.
E, più in generale, l'indicazione che per affrontare queste
tematiche è necessaria “la
partecipazione attiva e sinergica di tutti i colleghi, autonomi e
contrattualizzati”,
cioè senza divisioni tra contrattualizzati e non, e
senza delegare ad altri la risoluzione di problemi che sono comuni a
tutta la categoria.
Per
altre informazioni consultare il blog e la pagina Facebook del
Coordinamento giornalisti precari e freelance dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia:
o mandare una mail a:
Stati
Generali dell’informazione precaria
del
Friuli Venezia Giulia
(su Facebook e web, 25 ottobre - 17 novembre 2013)
Gli
Stati generali dell'Informazione precaria del Friuli Venezia Giulia,
convocati dal Coordinamento giornalisti precari e freelance e dalla
Commissione regionale lavoro autonomo dell'Assostampa Friuli Venezia
Giulia, aperti a tutti i freelance e precari della regione, anche non
iscritti al sindacato, e discussi via Facebook e in Rete dal 25
ottobre al 17 novembre 2013, dopo ampia discussione approvano il
seguente documento:
In
Italia il 60% dei giornalisti attivi oggi non ha un contratto da
dipendente. Di questi quasi il 70% guadagna meno di 10 mila euro
lordi l'anno, e il 49% meno di 5 mila. Retribuzioni, queste, che pur
lavorando continuativamente non permettono l'autosufficienza
economica. E mentre il lavoro dipendente diminuisce, aumentano i
giornalisti con contratti precari, e le forme di lavoro giornalistico
non riconosciuto, come sul web, negli uffici stampa e nel settore
radio-televisivo e nel supposto “citizen journalism”.
Queste
condizioni di lavoro vanno considerate un'emergenza per tutta la
categoria e vanno affrontate con determinazione anche per la
sopravvivenza stessa della professione.
Il
giornalismo precarizzato e sottopagato, senza diritti, prospettive e
tutele sociali, è infatti divenuto la norma per chi non ha un
contratto da dipendente. In queste condizioni il lavoratore autonomo
si trova spesso sotto un pesante ricatto economico, e non può quindi
essere il garante credibile di un'informazione libera, indipendente,
oggettiva e di qualità.
In
questo senso la crescente precarizzazione del lavoro giornalistico è
un'emergenza che riguarda non solo tutta la categoria, ma che ha
conseguenze dirette sull'informazione per i cittadini, e in ultima
analisi sulla stessa qualità della democrazia nel nostro Paese.
Il
diritto all'informazione e alla sua qualità non possono quindi più
essere disgiunti dai diritti del lavoro e dalle tutele dei lavoratori
autonomi, che il contratto collettivo già riconosce ai giornalisti
dipendenti.
Sui
diritti da riconoscere ai giornalisti non contrattualizzati
confermiamo l'attualità e le indicazioni dei documenti:
della
Commissione nazionale lavoro autonomo per il XXVI congresso FNSI del
2011 (“Freelance e precarietà: per i diritti del lavoro, per
la libertà e la qualità dell’informazione”)
l'ordine
del giorno sul lavoro autonomo approvato per acclamazione dallo
stesso congresso Fnsi
la
“Carta di Firenze - Della deontologia sulla precarietà nel
lavoro giornalistico”, carta deontologica della
professione, in vigore dal 2011
il
documento del Friuli Venezia Giulia per gli Stati generali
dell'informazione precaria, promossi dalla Fnsi l'11-12 luglio 2013
nei
quali ci riconosciamo, ci sentiamo impegnati, e di cui chiediamo la
piena e puntuale attuazione.
Più
in particolare riconfermiamo, come già in passato, le seguenti
priorità:
-
Vanno perseguite con forza politiche di stabilizzazione e
contrattualizzazione dei tanti giornalisti che ne avrebbero titolo,
oggi spesso inquadrati fintamente come autonomi e co.co.co. Una
politica che deve veder impegnati, per quanto di rispettiva
competenza, gli organismi di categoria nazionali, regionali e
aziendali (Cdr e fiduciari di redazione), in sinergia con i
singoli colleghi interessati e con le loro eventuali rappresentanze
collettive (coordinamenti di collaboratori e/o organismi riconosciuti
dall'Assostampa).
-
Le trattative per i nuovi contratti collettivi di lavoro, e le
contrattazioni aziendali, devono vedere tra i punti qualificanti e
prioritari la lotta al precarietà, puntando alle stabilizzazioni e
contrattualizzazioni del lavoro oggi fintamente autonomo, ad
esempio, per il contratto Fieg-Fnsi, tramite l'art. 1, ma anche (ove
applicabili) le forme più flessibili degli art. 2 (collaboratori
fissi) e 12 (corrispondenti), profili di cui vanno peraltro adeguati
i tariffari, anche alla luce dei criteri della legge sull'equo
compenso.
In
ambito Fieg il ricorso ai co.co.co. va il più possibile respinto, a
favore delle altre forme contrattuali già presenti (art. 2 e art.
12). Il co.co.co non deve essere usato per mascherare rapporti di
lavoro di altra natura, né per richiedere rapporti in esclusiva.
-
Ai tavoli delle trattative, sia aziendali che con gli editori, si
chiede il massimo sforzo, la massima trasparenza e il permanente
confronto con la base e con le rappresentanze degli autonomi,
freelance e precari, sui punti che li riguardano.
-
Vanno estese tutele e diritti anche ai non inquadrati come
dipendenti, che sono quasi sempre parte debole nei confronti dei
datori di lavoro. Va quindi sostenuto con forza e con politiche
attive il principio che diritti e tutele non possono essere
appannaggio solo dei dipendenti, ma di tutti i giornalisti. E
questo tanto più in un mercato in crisi, dove strategie tese solo a
stabilizzazioni e contrattualizzazioni da dipendenti possono poi
anche rivelarsi non efficaci, lasciando senza diritti e garanzie chi
non può venir contrattualizzato, o lavora da autonomo.
-
In questo senso la legge sull'equo compenso del lavoro
giornalistico autonomo dev'essere sollecitamente e
correttamente applicata, respingendo ogni tentativo di limitare e
diluire la portata di un provvedimento che punta esplicitamente a
dare applicazione all'art. 36 della Costituzione anche ai lavoratori
autonomi, finora senza tutele.
Pertanto
confermiamo la condivisione della proposta di attuazione formulata
dalla Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi che, in
ottemperanza della legge 233/2012, individua l'equo compenso in
coerenza con i parametri della retribuzione lorda del giornalista
lavoratore dipendente, con alcuni altri correttivi.
Più
in particolare condividiamo il principio, da sempre espresso dalla
Fnsi, che il lavoro autonomo non può costare meno di quello
dipendente, e anzi sosteniamo che debba costare di più. E questo
sia perché il lavoratore autonomo si assume costi di produzione,
rischi, ed oneri contributivi, previdenziali ed assicurativi
altrimenti spettanti al datore di lavoro, sia perché un autonomo che
costi meno di un dipendente diviene per l'editore un incentivo a non
assumere mai, anche chi ne avrebbe titolo sostanziale.
-
Riguardo le sanzioni previste dalla legge sull'equo compenso,
sottolineiamo che queste (ai sensi dell'art. 3 della L. 233/2012)
prevedono non solo “la decadenza dal contributo pubblico in
favore dell'editoria” ma anche “da eventuali altri
benefici pubblici...”, e che queste vanno intese come
applicabili anche ai livelli regionali e locali. Pertanto chiediamo
con forza che in sede d'attuazione della legge le sanzioni vengano
applicate puntualmente anche per quanto attiene gli “altri benefici
pubblici”, e che ciò venga attuato, per quanto di competenza,
anche ai livelli regionali e locali.
-
La Carta di Firenze, sostenuta da grandi aspettative, è un
irrinunciabile punto di riferimento ideale per dei migliori rapporti
di lavoro e la tutela dei più deboli, ma non può restare solo
un'enunciazione di principi. Le diversità di valutazioni su
alcuni suoi passaggi e sulla sua applicabilità, più volte emerse
nella categoria, non possono far dimenticare che la larghissima parte
del documento è stata pienamente condivisa da Odg, Fnsi, freelance e
precari, e che questo è nato da una condizione di gravi e diffusi
disagi, a cui vanno date risposte concrete e urgenti.
La
Carta di Firenze va quindi attuata, non come strumento di
contrapposizione nella categoria, ma come momento di colleganza
attiva, per la tutela del lavoratore più debole e come strumento di
difesa nei confronti del potere oggi quasi incontrollato degli
editori sui collaboratori.
In
questo senso le sanzioni vanno pubblicizzate a fini deterrenti,
senza appellarsi alla privacy, essendo provvedimenti di un ente
pubblico per la tutela della professione.
A
riguardo inoltre lamentiamo che l'esposto sull'equità dei
compensi praticati dalle principali testate della nostra regione,
presentato l'8 gennaio 2013 da Assostampa e Coordinamento precari e
freelance del Friuli Venezia Giulia giace inevaso presso l'Ordine
regionale, in attesa di espletamento dell'iter dal Consiglio di
disciplina territoriale. Sottolineiamo che il completamento
dell'iter regolamentare dell'esposto è non solo indilazionabile, ma
un atto dovuto da un ente pubblico.
-
Confermiamo la necessità di un sollecito completamento
dell'“Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei
giornalisti”, previsto dalla Carta di Firenze come strumento
paritetico tra Ordine ed FNSI. Questo ha infatti “il compito
di vigilare sull'effettiva applicazione della presente carta, di
avanzare proposte di aggiornamento nonché di segnalare quelle
condizioni di sfruttamento della professione che ledano la dignità e
la credibilità dei giornalisti anche nei confronti dell’opinione
pubblica”, e tale punto della Carta non è mai è stato oggetto
di contestazioni o distinguo. Non vi sono quindi oggi motivi per non
completarlo in forma paritetica, e un invito in tale senso viene
pertanto rivolto alla Fnsi.
E'
inoltre possibile e auspicabile istituirne uno, con compiti analoghi,
anche a livello regionale. Ci impegniamo pertanto in questo senso,
chiedendone l'istituzione in forma paritetica all'Ordine del FVG,
dichiarandoci peraltro anche disponibili ad avviarlo in forma
autonoma, analogamente a quanto è già avvenuto a livello nazionale.
-
E' necessaria una radicale riforma dell'Ordine dei giornalisti,
che porti a far sì (anche eventualmente tramite forme di
auto-limitazione) che i suoi organismi rappresentativi siano formati
da chi svolge effettivamente la professione, anche in forma
saltuaria, ma regolarmente retribuita e con il versamento dei
contributi. Tale iniziativa può essere avviata autonomamente anche
dall'Ordine del FVG, come segnale di rilievo nazionale per
l'auto-riforma della professione.
-
Sempre riguardo l'Ordine dei giornalisti, è necessaria la
revisione dagli elenchi dei non più aventi diritto all'iscrizione, e
sono da attuare tutte le iniziative che mettano nella condizione chi
già esercita esclusivamente la professione di sostenere gli esami
per l'ammissione all'elenco dei professionisti. In questo senso
si sollecita l'Ordine del FVG a emanare e pubblicizzare le
norme attuative dalla delibera del Cnog del 13 marzo 2013 sul
cosiddetto “ricongiungimento” dei pubblicisti, e di
continuare a procedere con i riconoscimenti d'ufficio e di
praticantato freelance a quanti ne avessero titolo, accompagnandoli e
sostenendoli nell'iter.
-
Rispetto alla determinazione dell’adeguatezza dei compensi
relativi a prestazioni giornalistiche, chiediamo al Consiglio
regionale dell’Ordine di adottare e rendere pubblici criteri e
parametri di riferimento, così come previsto all'art. 2 della Carta
di Firenze, e ai sensi dell'art 2233, secondo comma, del Codice
Civile:
“Il
compenso, se non è convenuto dalle parti e non può essere
determinato secondo le tariffe o gli usi, è determinato dal giudice,
sentito il parere dell'associazione professionale a cui il
professionista appartiene.
In
ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata all'importanza
dell'opera e al decoro della professione. (…)"
Si
chiede pertanto all'Ordine di stabilire ed esplicitare qual è il
livello di compenso che rispetti il decoro della professione.
-
Chiediamo inoltre un costante impegno dell'Ordine e degli
organismi di categoria alla sorveglianza e denuncia dei casi di
esercizio abusivo della professione e di evasione contributiva,
che divengono anche forme di concorrenza sleale verso chi invece
rispetta le regole.
-
Altrettanto chiediamo che i previsti corsi d'aggiornamento
professionale previsti dalla nuove norme ordinistiche tengano conto
delle generalmente scarse disponibilità economiche dei non
contrattualizzati, e non gravino pesantemente sui loro già
ridottissimi redditi da lavoro.
-
Cdr e collaboratori: come chiarito più volte dalla Fnsi, ai
sensi dell'art 34 del Ccnlg, i comitati e i Fiduciari di redazione
possono intervenire anche per la tutela dei diritti e posizioni
contrattuali dei lavoratori autonomi. Si sollecita pertanto la più
ampia collaborazione e confronto tra Cdr, fiduciari e collaboratori,
anche stimolando e favorendo la nascita di coordinamenti di
collaboratori per testata, che eleggano propri rappresentanti come
interfaccia continuativa con Cdr e fiduciari. Qualora ciò non
fosse possibile, o comunque a loro supporto, indichiamo l'opportunità
che ad assumersi tale onere siano il Coordinamento precari assieme
alla Commissione regionale lavoro autonomo, o altri organismi
riconosciuti dall'Assostampa FVG, quali i fiduciari e vicefiduciari
provinciali.
-
Uffici stampa. Una grande quantità di freelance e precari
operano presso uffici stampa privati e pubblici, spesso in condizioni
di non corretto inquadramento giornalistico, o in violazione
della norme della L. 150/2000. Richiamiamo quindi la necessità di
un'attenzione, mappatura e mobilitazione continuativa sul tema,
con il coinvolgimento dei freelance e precari, come uno dei settori
d'interesse strategico della categoria, per le sue implicazioni
lavorative e contributive. Il Coordinamento precari e la Commissione
regionale lavoro autonomo sono già disponibili come strumento di
raccordo e d'iniziativa in tale direzione.
-
Si chiede inoltre che gli organismi di categoria, anche a livello
locale, potenzino i servizi di supporto tecnico e consulenza per le
variegate e complesse problematiche del lavoro autonomo, che pare
sempre più destinato ad aumentare. Ciò può essere ottenuto sia
tramite riorganizzazioni e soluzioni tecniche interne, sia con
convenzioni con professionisti od enti esterni, da sviluppare con la
partecipazione attiva dei lavoratori autonomi e precari e delle loro
rappresentanze, prime fra le quali il Coordinamento precari e la
Commissione regionale lavoro autonomo dell'Assostampa.
-
Molti risvolti applicativi dell'equo compenso, delle politiche di
contrattualizzazione e stabilizzazione, dell'attuazione di
Osservatori sul mercato del lavoro e il precariato, e delle politiche
formative e d'aggiornamento possono trovare attuazione anche a
livello locale, tramite leggi regionali e provvedimenti
amministrativi ad hoc, come sono già stati proposti in varie altre
realtà. Va quindi ripresa la mozione per la tutela del lavoro
giornalistico autonomo e precario presentata al Consiglio Regionale
dall'Assostampa e dal Coordinamento precari e freelance del FVG nella
primavera 2012, che può oggi essere rilanciata con interventi
diretti da parte della nuova Amministrazione regionale.
E'
infine necessario, più in generale, superare la divisione
culturale troppo spesso esistente fra giornalisti contrattualizzati,
precari e autonomi, per affrontare organicamente in ogni sede e
tavolo di trattativa, in modo globale, unitario e solidale, le
problematiche di tutta la categoria, oggi formata per il 60% da
lavoratori autonomi, e solo per il 40% da lavoratori dipendenti.
Per
queste ragioni le problematiche della precarietà e del lavoro
autonomo devono oggi essere affrontate trasversalmente e in stretto
rapporto tra tutti i comparti del sindacato e degli altri enti di
categoria.
In
questo senso proponiamo che tutti gli organismi di categoria,
anche a livello locale, oltre al bilancio economico redigano anche un
bilancio sociale, incentrato in modo particolare sui temi della
precarietà, per avere costantemente in evidenza i risultati
concreti delle politiche messe in atto sul settore dei collaboratori,
precari e freelance.
Sottolineiamo
infine la necessità che, una volta stabilite regole, normative e
procedure, tutti gli organismi di categoria s'impegnino in controlli
accurati e continuativi, con segnalazioni e provvedimenti contro chi
non le rispetta. E ciò al fine di evitare che pur giusti
principi e normative vengano poi svuotate da carenze o limitazioni
nelle fase di vigilanza o di applicazione.
Evidenziamo
infine che per tutto quanto fin qui indicato e richiesto è
necessaria la partecipazione attiva e sinergica di tutti i
colleghi, autonomi e contrattualizzati. Perché la fascia più
ampia della professione è oggi quella precaria, debole, ricattabile
e difficilmente organizzabile attorno a riferimenti stabili, come in
una redazione. Ma perché allo stesso tempo ogni rivendicazione,
cambiamento e riforma richiede anche l'impegno attivo e sinergico dei
suoi destinatari. E, in questo senso, per quanto nelle nostre
possibilità, ci sentiamo impegnati.
Per altre informazioni consultare il blog e la pagina Facebook del Coordinamento giornalisti precari e freelance dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia:
o mandare una mail a: