25 settembre 2017

PROFESSIONE AUTONOMI: I DIRITTI E IL GIORNALISMO

Martedì 26 settembre 2017 
tavola rotonda a Stampa Romana
(Con diretta Facebook aperta a tutti, ore 10-16.30)



Il punto sulla situazione del lavoro non dipendente dopo l'approvazione dello 'Statuto del lavoro autonomo'. Presenti, tra gli altri, il presidente e il coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, Mattia Motta e Maurizio Bekar

L’Associazione Stampa Romana organizza, martedì 26 settembre dalle 9.30 alle 16.30, una tavola rotonda tra politica, sindacati, associazioni e lavoratori autonomi per fare un punto sulla situazione del lavoro non dipendente dopo l’approvazione dello “Statuto del lavoro autonomo”. L’incontro si svolge nella sala conferenze di piazza della Torretta, 36 a Roma.

«Vogliamo così riportare l’attenzione – sostiene la segreteria di Stampa Romana – su un provvedimento che ha introdotto alcune norme a tutela dei lavoratori autonomi ed evidenziare la condizione della maggioranza dei nostri colleghi giornalisti a partita Iva e del lavoro autonomo professionale e ordinistico solo molto parzialmente interessato dalle norme contenute nel provvedimento».

L’incontro verterà intorno ad una serie di domande: Quale futuro aspetta questa forza lavoro? Cosa accade all’organizzazione del lavoro giornalistico con una produzione sempre più esternalizzata? Cosa accade all’equo compenso? Quali diritti sindacali e ordinistici possono chiedere i colleghi? Quali servizi offrono i corpi intermedi e territoriali, dalla Regione Lazio alle organizzazioni professionali? Quali servizi Stampa Romana sta offrendo ai lavoratori autonomi?

Alla tavola rotonda parteciperanno: Cesare Damiano (presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati); Maurizio Sacconi (presidente della commissione Lavoro del Senato della Repubblica); Andrea Mandelli (Forza Italia, vice presidente 5a commissione permanente Bilancio del Senato), Lucia Valente (assessore al Lavoro della Regione Lazio); Tiziana Ciprini e Claudio Cominardi (Movimento 5 Stelle); Chiara Gribaudo (Partito Democratico); Claudio Riccio (Sinistra Italiana); Francesca Pesce (Acta – Associazione dei freelance); Andrea Dili (Confprofessioni Lazio); Cosimo Matteucci (Mga – Mobilitazione generale degli avvocati); Francesco Raparelli (Clap – Camere del lavoro autonomo e precario); Chiara Faini (Smart Italia); Christian Perniciano (Cgil, Consulta del lavoro professionale); Mattia Motta (Fnsi – Federazione Nazionale della Stampa Italiana); Maurizio Bekar (Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi);  Nicola Chiarini e Massimo Marciano (Comitato amministratore Gestione previdenziale separata Inpgi), Virginia Alimenti (Consulente finanziamenti europei per Stampa Romana), Giorgio Poidomani (Consulente progetti editoriali per Stampa Romana); Gianni Giacobelli (Fisco online); Lazzaro Pappagallo (segretario Stampa Romana); Monica Soldano (segreteria Stampa Romana); Roberto Ciccarelli (segreteria Stampa Romana).


Il programma della giornata:

10.00 – Associazioni, politici e sindacati del lavoro autonomo a confronto sullo “Statuto del lavoro autonomo”. Coordina Roberto Ciccarelli.
12.00 – Le politiche della Regione Lazio sul lavoro autonomo. Incontro con l’assessora al Lavoro della Regione Lazio Lucia Valente. Coordina Monica Soldano.
12.30 – Lo statuto del lavoro autonomo e le libere professioni. Quale rapporto, quale futuro? Intervista a Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato. Coordina Roberto Ciccarelli.
13.00 – Break.
14.00 – Il futuro delle politiche per il lavoro autonomo in Italia. Incontro con i parlamentari e i politici. Coordinano Roberto Ciccarelli e Maurizio Bekar.
15.00 – I diritti dei lavoratori autonomi. Intervista a Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera. Coordina Roberto Ciccarelli.
15.30 – Il lavoro autonomo nel giornalismo italiano: le politiche degli enti di categoria. Coordina Maurizio Bekar.
16.00 – I servizi di Stampa Romana per i giornalisti lavoratori autonomi. Coordina Monica Soldano con Virginia Alimenti, Giorgio Poidomani e Gianni Giacobelli.

Diretta Facebook sulla pagina di Stampa Romana: www.facebook.com/StampaRomana/

(Fonti: Stampa Romana, Fnsi)

22 settembre 2017

ALLA RICERCA DELL'EQUO COMPENSO PERDUTO

LEGGE SULL'EQUO COMPENSO:
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
PER UNA SUA SOLLECITA ATTUAZIONE



I deputati Giulio Marcon e Annalisa Pannarale (SI - SEL - Possibile) hanno presentato lunedì 18 settembre un'interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri per sapere "quali iniziative intenda assumere per garantire che la Commissione per la valutazione dell'equo compenso nel lavoro giornalistico concluda positivamente i suoi lavori in tempi rapidi e quali altre iniziative ritenga necessario promuovere per garantire che il lavoro dei giornalisti free lance sia retribuito in maniera equa e proporzionata, in attuazione dell'articolo 36 della Costituzione".

L'interrogazione ricorda come la legge 233/2012 sull'equo compenso, sebbene in vigore, è inattuata da quasi 5 anni e come le sottoretribuzioni dei giornalisti non dipendenti, che rappresentano la maggioranza della categoria, sono da allora rimaste le stesse o peggiorate. 

In queste settimane in altre categorie professionali, in Parlamento e al Governo, si discute - giustamente - di riconoscere con forza di legge ad altre tipologie di lavoratori autonomi (iniziando con gli avvocati) il diritto a un equo compenso dignitoso, e sconfiggere così le corse sfrenate al ribasso delle retribuzioni del lavoro. 

Sarebbe quindi a maggior ragione doveroso dare finalmente attuazione anche a una legge già in vigore - e finora disattesa - nata a tutela dei giornalisti non dipendenti. Ai quali andrebbero riconosciute retribuzioni in «coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato», come prescrive la legge 233/2012.

Maurizio Bekar
coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi
vicesegretario dell'Assostampa FVG per il lavoro autonomo

(Di seguito il testo dell'interrogazione parlamentare)


Interrogazione a risposta orale 3-03238
presentato da
MARCON Giulio
Lunedì 18 settembre 2017, seduta n. 852

MARCON e PANNARALE — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

la legge 31 dicembre 2012, n. 233, ha introdotto l'equo compenso nel settore giornalistico, al fine di garantire la corresponsione di una remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto dai giornalisti che non siano titolari di un rapporto di lavoro subordinato;

nonostante la legge sia formalmente in vigore da quasi un lustro, è rimasta inapplicata perché Tar e Consiglio di Stato hanno annullato la delibera della commissione per l'equo compenso (sentenza 1076 del 2016, terza sezione), in quanto essa contraddice lo spirito e la lettera della legge n. 233, laddove proclama di dare attuazione all'articolo 36 della Costituzione che garantisce al lavoratore «una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa»;

di conseguenza, le condizioni applicate dagli editori e dai direttori ai giornalisti free lance, o comunque non titolari di un contratto di lavoro subordinato, sono rimaste le stesse o sono peggiorate;

la prassi è che articoli, anche da prima pagina, siano pagati pochi euro. Una delle condizioni peggiori che si possa raccontare è quella dei giornalisti che si recano nelle zone di guerre, che in proprio sopportano spese di viaggio, di interpretariato, di assicurazione sulla vita e per quanto altro sia necessario allo svolgimento dell'attività. C'è anche chi rinuncia ad assicurarsi per i costi;

tale situazione, che esiste solo in Italia, non può essere giustificata con la crisi che vive il mondo dell'editoria, perché i giornali e l'informazione sul web si fanno con gli articoli scritti dai free lance, che costituiscono ormai oltre il 60 per cento della categoria;

la Commissione istituita per stabilire l'equo compenso aveva adottato il 29 gennaio 2014 una delibera che correttamente Tar e Consiglio di Stato (sent. 1076 del 2016, terza sezione) hanno annullato, in quanto contraddiceva lo spirito e la lettera della legge n. 233. La recente legge sull'editoria (legge 26 ottobre 2016, n. 198) ha prorogato le funzioni della Commissione fino all'approvazione della nuova delibera che definisca l'equo compenso, ma occorre che ciò avvenga presto e in maniera coerente con il dettato normativo per impedire che il giornalismo in Italia muoia e con esso il diritto alla libertà di informazione e all'informazione corretta;

attraverso la tutela dei giornalisti è possibile garantirsi un argine contro le «bufale» e l'informazione artefatta, il cui numero e peso sono in costante crescita;

occorre che nel concetto di «remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto dai giornalisti», la Commissione includa anche la copertura di tutte le spese necessarie per la scrittura di articoli e reportage, in «coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato», come si esprime la legge –:

quali iniziative intenda assumere per garantire che la Commissione per la valutazione dell'equo compenso nel lavoro giornalistico concluda positivamente i suoi lavori in tempi rapidi e quali altre iniziative ritenga necessario promuovere per garantire che il lavoro dei giornalisti free lance sia retribuito in maniera equa e proporzionata, in attuazione dell'articolo 36 della Costituzione.

21 settembre 2017

INPGI 2, PIU' DIGNITA' AL LAVORO AUTONOMO



VIA LIBERA A DISOCCUPAZIONE
MATERNITÀ E CASAGIT
PER AUTONOMI E PARASUBORDINATI





INPGI 2: approvate dal Comitato amministratore maggiori prestazioni previdenziali e di welfare per autonomi e parasubordinati.

Lorusso e Motta (FNSI): «Un balzo in avanti per il riconoscimento della piena dignità del lavoro non dipendente».

CLAN - FNSI: riconoscimenti ai contributi giunti sul tema della Commissione nazionale lavoro autonomo.

Le modifiche al Regolamento, per entrare in vigore, dovranno ora venir approvate dai ministeri vigilanti.


(Di seguito il comunicato Fnsi e documentazione)


Approvata dal Comitato amministratore della Gestione separata la revisione del Regolamento. Pensioni più alte e maggiori tutele di welfare a fronte di un incremento graduale dei contributi. Lorusso e Motta: «Un balzo in avanti per il riconoscimento della piena dignità del lavoro non dipendente».


Casagit senza oneri per 6mila colleghi, tutela della maternità a rischio, trattamento di disoccupazione per i CoCoCo, pensioni più alte. Il Comitato amministratore della Gestione separata Inpgi ha approvato oggi una revisione molto importante del regolamento.
Si tratta di un intervento organico e complessivo che riforma e rimodula il regolamento della Gestione separata a vent’anni dalla sua costituzione. Da allora il mondo del lavoro autonomo è molto cambiato per tutti, per i giornalisti in maniera particolare.
Vent’anni fa i cosiddetti freelance erano una parte marginale della categoria, oggi sono più numerosi dei lavoratori dipendenti, il lavoro autonomo è diventato la nuova forma di lavoro per tutti quelli che sono stati espulsi dalle redazioni a causa dei processi di ristrutturazione delle aziende o per tutti i giovani che non riescono ad avere un contratto a tempo indeterminato.

«L’obiettivo di questa riforma – spiegano i componenti del Comitato amministratore sul blog InpgiNotizie – è duplice: da una parte cercare, nei limiti di quello che ci è consentito dalla normativa, di migliorare le prestazioni previdenziali future, dall’altra offrire maggiori coperture di welfare fermo restando che nessuno di noi può intervenire su quello che è il vero problema del lavoro autonomo giornalistico, cioè l’insufficienza dei redditi. L’obiettivo ambizioso che dobbiamo avere come amministratori è quello di contribuire a dare dignità al lavoro autonomo costruendo una cultura previdenziale, facendo in modo che i colleghi non percepiscano più il contributo come una tassa ma come ricchezza futura e l’istituto non come un esattore ma come un fornitore di servizi all’interno del sistema solidale della categoria. Le proposte articolate che presentiamo oggi rispondono a questa logica e aiutano a fare del giornalista iscritto all’Inpgi2 un libero professionista come lo sono già gli avvocati, i commercialisti, i notai e tanti altri».

L’intervento principale riguarda la previdenza: a fronte di un incremento graduale e progressivo del contributo soggettivo e del contributo integrativo si otterrà al termine della vita lavorativa un miglioramento della prestazione pensionistica di circa il 30 per centro. Una quota del contributo integrativo e una parte dei rendimenti della gestione saranno destinati annualmente a coperture di welfare. Il primo intervento deciso riguarda la copertura dei costi per l’iscrizione alla Casagit a favore dei colleghi con redditi bassi. Altri interventi significativi riguardano la maternità e, per i CoCoCo, l’introduzione del sussidio di disoccupazione e la copertura degli infortuni professionali.

Tutte le modifiche sono soggette all’approvazione dei ministeri vigilanti e quindi entreranno in vigore solo dopo il via libera ministeriale.


Raffaele Lorusso e Mattia Motta: «Un balzo in avanti per il riconoscimento della piena dignità del lavoro non dipendente».
«I provvedimenti approvati dal Comitato amministratore della Gestione separata dell’Inpgi – commentano il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso e il presidente della Commissione lavoro autonomo, Mattia Motta – rafforzano le tutele per i lavoratori autonomi e per i collaboratori coordinati e continuativi. Le norme che garantiscono la maternità, l’assicurazione contro gli infortuni, il trattamento di disoccupazione e l’accesso alla Casagit rappresentano un balzo in avanti per il riconoscimento della piena dignità del lavoro non dipendente e sono il frutto della sintonia assoluta fra Inpgi e sindacato. Nella messa a punto dei provvedimenti, il Comitato amministratore della Gestione separata dell’Inpgi ha accolto anche le proposte e gli auspici elaborati dalla Commissione lavoro autonomo della Fnsi. Eguale determinazione deve caratterizzare la comune battaglia per il miglioramento delle condizioni di lavoro dei lavoratori non dipendenti e per il contrasto a qualsiasi abuso e a qualsiasi forma di sfruttamento».

PER APPROFONDIRE:
Disponibile sul blog InpgiNotizie la scheda tecnica di approfondimento della proposta di riforma del Regolamento approvata dal Comitato amministratore della Gestione separata Inpgi.

20 settembre 2017

AGRIGENTO, ASPIRANTI PUBBLICISTI NON PAGATI: ESTORSIONE

INDAGINE PER ESTORSIONE
su editore e direttore di giornale online,
dopo esposto dell'Ordine della Sicilia


Accusati di aver costretto i collaboratori a simulare di aver ricevuto i compensi, necessari da dichiarare per iscriversi all'albo. A denunciare i fatti l'Odg Sicilia, che ha ottenuto che il giudice disponesse nuove indagini.


Il Gip del Tribunale di Agrigento Francesco Provenzano ha respinto la richiesta di archiviazione e ordinato alla Procura di contestare l'ipotesi di estorsione all'editore e al direttore di una testata giornalistica online di Cammarata, accusati di avere costretto i collaboratori a simulare di avere ricevuto i compensi che è necessario dichiarare per potersi iscrivere all'elenco dei pubblicisti.

«Dopo che a Catania un editore era stato condannato a 3 anni e 4 mesi per avere ricattato una collaboratrice, costringendola a rinunciare ai compensi per ottenere i documenti necessari a iscriversi all'albo dei giornalisti – commenta, in una nota, l'Ordine dei giornalisti di Sicilia – un altro giudice, stavolta ad Agrigento, decide di verificare se alcune pratiche non siano state truccate, con l'imposizione di un analogo ricatto ai danni degli aspiranti pubblicisti».

A denunciare i fatti era stato l'Ordine di Sicilia, che, attraverso l'avvocato Calogero Noto Millefiori, ha ottenuto pure che il giudice disponesse una serie di nuove indagini: dovranno essere così sentiti i collaboratori – alcuni dei quali avevano ammesso di aver dovuto restituire le somme a loro apparentemente versate – e dovranno essere svolte indagini bancarie sui conti e sugli assegni, verificando contestualmente se le rinunce ai pagamenti fossero dovute a "velate minacce" e se non sia stata commessa una truffa ai danni dell'Ordine.

«A dispetto di chi ci accusa demagogicamente e con palese malafede di "violare i diritti" – prosegue l'Ordine – la decisione del Gip di Agrigento dimostra che il Consiglio dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia è l'unico che tutela, nei fatti e non a parole, i pubblicisti dell'Isola. Tutti i colleghi sanno che avranno sempre al fianco il loro Consiglio dell'Ordine e che le rigorose verifiche condotte per consentire l'accesso all'albo solo a chi svolge effettivamente la professione di giornalista vengono fatte (con fatica, impegno, passione e sovraesposizioni giudiziarie) solo ed esclusivamente in favore di loro e di tutti gli altri giornalisti siciliani. Il nostro tesserino è un titolo di Stato che, se venisse regalato, come vorrebbero i "signori delle tessere", perderebbe qualsiasi valore per tutti, e con esso ancora di più la nostra professione». 

(Agi – Palermo, 20 settembre 2017). Da Fnsi newsletter