20 novembre 2013

STATI GENERALI INFOPRECARIA FVG 2013: LA MOZIONE APPROVATA


L'informazione precaria del Friuli Venezia Giulia
ha dibattuto su Facebook e in Rete


Stabilizzazioni dei precari, tutele per gli autonomi nel contratto e in leggi regionali di settore, attuazione dell'equo compenso, della Carta di Firenze e del suo Osservatorio, riforma dell'Ordine e revisioni dei suoi iscritti, più stretti rapporti fra Comitati di redazione e collaboratori, potenziamento dei servizi per gli autonomi da parte degli organismi di categoria.

Sono queste alcune delle indicazioni e richieste emerse dagli Stati generali dell'informazione precaria del Friuli Venezia Giulia, svoltisi in un Forum su Facebook, aperto a tutti, dal 25 ottobre al 17 novembre scorsi. L'iniziativa è stata promossa dal Coordinamento giornalisti precari e freelance e dalla Commissione regionale lavoro autonomo dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia, per dare seguito agli Stati Generali nazionali svoltisi in luglio in Fnsi, ed approfondire e attuare a livello regionale le proposte lì emerse.

La scelta di realizzarli su Facebook, con il rilancio su internet di alcuni dei contributi giunti (in parte raccolte sul blog del Coordinamento precari: http://freelancefvg.blogspot.it/ ), è stata motivata dall'intento di offrire una maggiore possibilità di coinvolgimento e dibattito con i colleghi, anche se fisicamente distanti, in orari insoliti, o in tempi differenziati rispetto a una riunione fisica. Il Forum, inteso come confronto con tutta la categoria, è stato aperto anche ai non iscritti al sindacato.

Dall'ampio dibattito che si è sviluppato, sono emerse con forza varie problematiche ed urgenze dei giornalisti non contrattualizzati da dipendenti. Centrale, tra le indicazioni emerse, la necessità di “superare la divisione culturale troppo spesso esistente fra giornalisti contrattualizzati, precari e autonomi, per affrontare organicamente in ogni sede e tavolo di trattativa, in modo globale, unitario e solidale, le problematiche di tutta la categoria, oggi formata per il 60% da lavoratori autonomi, e solo per il 40% da lavoratori dipendenti”.

Oltre a ciò, la necessità di far applicare puntualmente e rispettare le normative esistenti nella categoria, che altrimenti rischiano di venir svuotate “da carenze nelle fase di vigilanza o di applicazione”. E, più in generale, l'indicazione che per affrontare queste tematiche è necessaria “la partecipazione attiva e sinergica di tutti i colleghi, autonomi e contrattualizzati”, cioè senza divisioni tra contrattualizzati e non, e senza delegare ad altri la risoluzione di problemi che sono comuni a tutta la categoria.

Di seguito >> e qui scaricabile << la mozione approvata



Per altre informazioni consultare il blog e la pagina Facebook del Coordinamento giornalisti precari e freelance dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia: 

o mandare una mail a: 




Mozione approvata dagli
Stati Generali dell’informazione precaria
del Friuli Venezia Giulia
(su Facebook e web, 25 ottobre - 17 novembre 2013)

Gli Stati generali dell'Informazione precaria del Friuli Venezia Giulia, convocati dal Coordinamento giornalisti precari e freelance e dalla Commissione regionale lavoro autonomo dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia, aperti a tutti i freelance e precari della regione, anche non iscritti al sindacato, e discussi via Facebook e in Rete dal 25 ottobre al 17 novembre 2013, dopo ampia discussione approvano il seguente documento:


In Italia il 60% dei giornalisti attivi oggi non ha un contratto da dipendente. Di questi quasi il 70% guadagna meno di 10 mila euro lordi l'anno, e il 49% meno di 5 mila. Retribuzioni, queste, che pur lavorando continuativamente non permettono l'autosufficienza economica. E mentre il lavoro dipendente diminuisce, aumentano i giornalisti con contratti precari, e le forme di lavoro giornalistico non riconosciuto, come sul web, negli uffici stampa e nel settore radio-televisivo e nel supposto “citizen journalism”.

Queste condizioni di lavoro vanno considerate un'emergenza per tutta la categoria e vanno affrontate con determinazione anche per la sopravvivenza stessa della professione.

Il giornalismo precarizzato e sottopagato, senza diritti, prospettive e tutele sociali, è infatti divenuto la norma per chi non ha un contratto da dipendente. In queste condizioni il lavoratore autonomo si trova spesso sotto un pesante ricatto economico, e non può quindi essere il garante credibile di un'informazione libera, indipendente, oggettiva e di qualità.

In questo senso la crescente precarizzazione del lavoro giornalistico è un'emergenza che riguarda non solo tutta la categoria, ma che ha conseguenze dirette sull'informazione per i cittadini, e in ultima analisi sulla stessa qualità della democrazia nel nostro Paese.

Il diritto all'informazione e alla sua qualità non possono quindi più essere disgiunti dai diritti del lavoro e dalle tutele dei lavoratori autonomi, che il contratto collettivo già riconosce ai giornalisti dipendenti.

Sui diritti da riconoscere ai giornalisti non contrattualizzati confermiamo l'attualità e le indicazioni dei documenti:

  • della Commissione nazionale lavoro autonomo per il XXVI congresso FNSI del 2011 (“Freelance e precarietà: per i diritti del lavoro, per la libertà e la qualità dell’informazione”)
  • l'ordine del giorno sul lavoro autonomo approvato per acclamazione dallo stesso congresso Fnsi
  • la “Carta di Firenze - Della deontologia sulla precarietà nel lavoro giornalistico, carta deontologica della professione, in vigore dal 2011
  • il documento del Friuli Venezia Giulia per gli Stati generali dell'informazione precaria, promossi dalla Fnsi l'11-12 luglio 2013

nei quali ci riconosciamo, ci sentiamo impegnati, e di cui chiediamo la piena e puntuale attuazione.

Più in particolare riconfermiamo, come già in passato, le seguenti priorità:

- Vanno perseguite con forza politiche di stabilizzazione e contrattualizzazione dei tanti giornalisti che ne avrebbero titolo, oggi spesso inquadrati fintamente come autonomi e co.co.co. Una politica che deve veder impegnati, per quanto di rispettiva competenza, gli organismi di categoria nazionali, regionali e aziendali (Cdr e fiduciari di redazione), in sinergia con i singoli colleghi interessati e con le loro eventuali rappresentanze collettive (coordinamenti di collaboratori e/o organismi riconosciuti dall'Assostampa).

- Le trattative per i nuovi contratti collettivi di lavoro, e le contrattazioni aziendali, devono vedere tra i punti qualificanti e prioritari la lotta al precarietà, puntando alle stabilizzazioni e contrattualizzazioni del lavoro oggi fintamente autonomo, ad esempio, per il contratto Fieg-Fnsi, tramite l'art. 1, ma anche (ove applicabili) le forme più flessibili degli art. 2 (collaboratori fissi) e 12 (corrispondenti), profili di cui vanno peraltro adeguati i tariffari, anche alla luce dei criteri della legge sull'equo compenso.
In ambito Fieg il ricorso ai co.co.co. va il più possibile respinto, a favore delle altre forme contrattuali già presenti (art. 2 e art. 12). Il co.co.co non deve essere usato per mascherare rapporti di lavoro di altra natura, né per richiedere rapporti in esclusiva.

- Ai tavoli delle trattative, sia aziendali che con gli editori, si chiede il massimo sforzo, la massima trasparenza e il permanente confronto con la base e con le rappresentanze degli autonomi, freelance e precari, sui punti che li riguardano.

- Vanno estese tutele e diritti anche ai non inquadrati come dipendenti, che sono quasi sempre parte debole nei confronti dei datori di lavoro. Va quindi sostenuto con forza e con politiche attive il principio che diritti e tutele non possono essere appannaggio solo dei dipendenti, ma di tutti i giornalisti. E questo tanto più in un mercato in crisi, dove strategie tese solo a stabilizzazioni e contrattualizzazioni da dipendenti possono poi anche rivelarsi non efficaci, lasciando senza diritti e garanzie chi non può venir contrattualizzato, o lavora da autonomo.

- In questo senso la legge sull'equo compenso del lavoro giornalistico autonomo dev'essere sollecitamente e correttamente applicata, respingendo ogni tentativo di limitare e diluire la portata di un provvedimento che punta esplicitamente a dare applicazione all'art. 36 della Costituzione anche ai lavoratori autonomi, finora senza tutele.
Pertanto confermiamo la condivisione della proposta di attuazione formulata dalla Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi che, in ottemperanza della legge 233/2012, individua l'equo compenso in coerenza con i parametri della retribuzione lorda del giornalista lavoratore dipendente, con alcuni altri correttivi.
Più in particolare condividiamo il principio, da sempre espresso dalla Fnsi, che il lavoro autonomo non può costare meno di quello dipendente, e anzi sosteniamo che debba costare di più. E questo sia perché il lavoratore autonomo si assume costi di produzione, rischi, ed oneri contributivi, previdenziali ed assicurativi altrimenti spettanti al datore di lavoro, sia perché un autonomo che costi meno di un dipendente diviene per l'editore un incentivo a non assumere mai, anche chi ne avrebbe titolo sostanziale.

- Riguardo le sanzioni previste dalla legge sull'equo compenso, sottolineiamo che queste (ai sensi dell'art. 3 della L. 233/2012) prevedono non solo “la decadenza dal contributo pubblico in favore dell'editoria” ma anche “da eventuali altri benefici pubblici...”, e che queste vanno intese come applicabili anche ai livelli regionali e locali. Pertanto chiediamo con forza che in sede d'attuazione della legge le sanzioni vengano applicate puntualmente anche per quanto attiene gli “altri benefici pubblici”, e che ciò venga attuato, per quanto di competenza, anche ai livelli regionali e locali.

- La Carta di Firenze, sostenuta da grandi aspettative, è un irrinunciabile punto di riferimento ideale per dei migliori rapporti di lavoro e la tutela dei più deboli, ma non può restare solo un'enunciazione di principi. Le diversità di valutazioni su alcuni suoi passaggi e sulla sua applicabilità, più volte emerse nella categoria, non possono far dimenticare che la larghissima parte del documento è stata pienamente condivisa da Odg, Fnsi, freelance e precari, e che questo è nato da una condizione di gravi e diffusi disagi, a cui vanno date risposte concrete e urgenti.
La Carta di Firenze va quindi attuata, non come strumento di contrapposizione nella categoria, ma come momento di colleganza attiva, per la tutela del lavoratore più debole e come strumento di difesa nei confronti del potere oggi quasi incontrollato degli editori sui collaboratori.
In questo senso le sanzioni vanno pubblicizzate a fini deterrenti, senza appellarsi alla privacy, essendo provvedimenti di un ente pubblico per la tutela della professione.
A riguardo inoltre lamentiamo che l'esposto sull'equità dei compensi praticati dalle principali testate della nostra regione, presentato l'8 gennaio 2013 da Assostampa e Coordinamento precari e freelance del Friuli Venezia Giulia giace inevaso presso l'Ordine regionale, in attesa di espletamento dell'iter dal Consiglio di disciplina territoriale. Sottolineiamo che il completamento dell'iter regolamentare dell'esposto è non solo indilazionabile, ma un atto dovuto da un ente pubblico.

- Confermiamo la necessità di un sollecito completamento dell'“Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei giornalisti”, previsto dalla Carta di Firenze come strumento paritetico tra Ordine ed FNSI. Questo ha infatti “il compito di vigilare sull'effettiva applicazione della presente carta, di avanzare proposte di aggiornamento nonché di segnalare quelle condizioni di sfruttamento della professione che ledano la dignità e la credibilità dei giornalisti anche nei confronti dell’opinione pubblica”, e tale punto della Carta non è mai è stato oggetto di contestazioni o distinguo. Non vi sono quindi oggi motivi per non completarlo in forma paritetica, e un invito in tale senso viene pertanto rivolto alla Fnsi.
E' inoltre possibile e auspicabile istituirne uno, con compiti analoghi, anche a livello regionale. Ci impegniamo pertanto in questo senso, chiedendone l'istituzione in forma paritetica all'Ordine del FVG, dichiarandoci peraltro anche disponibili ad avviarlo in forma autonoma, analogamente a quanto è già avvenuto a livello nazionale.

- E' necessaria una radicale riforma dell'Ordine dei giornalisti, che porti a far sì (anche eventualmente tramite forme di auto-limitazione) che i suoi organismi rappresentativi siano formati da chi svolge effettivamente la professione, anche in forma saltuaria, ma regolarmente retribuita e con il versamento dei contributi. Tale iniziativa può essere avviata autonomamente anche dall'Ordine del FVG, come segnale di rilievo nazionale per l'auto-riforma della professione.

- Sempre riguardo l'Ordine dei giornalisti, è necessaria la revisione dagli elenchi dei non più aventi diritto all'iscrizione, e sono da attuare tutte le iniziative che mettano nella condizione chi già esercita esclusivamente la professione di sostenere gli esami per l'ammissione all'elenco dei professionisti. In questo senso si sollecita l'Ordine del FVG a emanare e pubblicizzare le norme attuative dalla delibera del Cnog del 13 marzo 2013 sul cosiddetto “ricongiungimento” dei pubblicisti, e di continuare a procedere con i riconoscimenti d'ufficio e di praticantato freelance a quanti ne avessero titolo, accompagnandoli e sostenendoli nell'iter.

- Rispetto alla determinazione dell’adeguatezza dei compensi relativi a prestazioni giornalistiche, chiediamo al Consiglio regionale dell’Ordine di adottare e rendere pubblici criteri e parametri di riferimento, così come previsto all'art. 2 della Carta di Firenze, e ai sensi dell'art 2233, secondo comma, del Codice Civile:
Il compenso, se non è convenuto dalle parti e non può essere determinato secondo le tariffe o gli usi, è determinato dal giudice, sentito il parere dell'associazione professionale a cui il professionista appartiene.
In ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata all'importanza dell'opera e al decoro della professione. (…)"
Si chiede pertanto all'Ordine di stabilire ed esplicitare qual è il livello di compenso che rispetti il decoro della professione.

- Chiediamo inoltre un costante impegno dell'Ordine e degli organismi di categoria alla sorveglianza e denuncia dei casi di esercizio abusivo della professione e di evasione contributiva, che divengono anche forme di concorrenza sleale verso chi invece rispetta le regole.

- Altrettanto chiediamo che i previsti corsi d'aggiornamento professionale previsti dalla nuove norme ordinistiche tengano conto delle generalmente scarse disponibilità economiche dei non contrattualizzati, e non gravino pesantemente sui loro già ridottissimi redditi da lavoro.

- Cdr e collaboratori: come chiarito più volte dalla Fnsi, ai sensi dell'art 34 del Ccnlg, i comitati e i Fiduciari di redazione possono intervenire anche per la tutela dei diritti e posizioni contrattuali dei lavoratori autonomi. Si sollecita pertanto la più ampia collaborazione e confronto tra Cdr, fiduciari e collaboratori, anche stimolando e favorendo la nascita di coordinamenti di collaboratori per testata, che eleggano propri rappresentanti come interfaccia continuativa con Cdr e fiduciari. Qualora ciò non fosse possibile, o comunque a loro supporto, indichiamo l'opportunità che ad assumersi tale onere siano il Coordinamento precari assieme alla Commissione regionale lavoro autonomo, o altri organismi riconosciuti dall'Assostampa FVG, quali i fiduciari e vicefiduciari provinciali.

- Uffici stampa. Una grande quantità di freelance e precari operano presso uffici stampa privati e pubblici, spesso in condizioni di non corretto inquadramento giornalistico, o in violazione della norme della L. 150/2000. Richiamiamo quindi la necessità di un'attenzione, mappatura e mobilitazione continuativa sul tema, con il coinvolgimento dei freelance e precari, come uno dei settori d'interesse strategico della categoria, per le sue implicazioni lavorative e contributive. Il Coordinamento precari e la Commissione regionale lavoro autonomo sono già disponibili come strumento di raccordo e d'iniziativa in tale direzione.

- Si chiede inoltre che gli organismi di categoria, anche a livello locale, potenzino i servizi di supporto tecnico e consulenza per le variegate e complesse problematiche del lavoro autonomo, che pare sempre più destinato ad aumentare. Ciò può essere ottenuto sia tramite riorganizzazioni e soluzioni tecniche interne, sia con convenzioni con professionisti od enti esterni, da sviluppare con la partecipazione attiva dei lavoratori autonomi e precari e delle loro rappresentanze, prime fra le quali il Coordinamento precari e la Commissione regionale lavoro autonomo dell'Assostampa.

- Molti risvolti applicativi dell'equo compenso, delle politiche di contrattualizzazione e stabilizzazione, dell'attuazione di Osservatori sul mercato del lavoro e il precariato, e delle politiche formative e d'aggiornamento possono trovare attuazione anche a livello locale, tramite leggi regionali e provvedimenti amministrativi ad hoc, come sono già stati proposti in varie altre realtà. Va quindi ripresa la mozione per la tutela del lavoro giornalistico autonomo e precario presentata al Consiglio Regionale dall'Assostampa e dal Coordinamento precari e freelance del FVG nella primavera 2012, che può oggi essere rilanciata con interventi diretti da parte della nuova Amministrazione regionale.

E' infine necessario, più in generale, superare la divisione culturale troppo spesso esistente fra giornalisti contrattualizzati, precari e autonomi, per affrontare organicamente in ogni sede e tavolo di trattativa, in modo globale, unitario e solidale, le problematiche di tutta la categoria, oggi formata per il 60% da lavoratori autonomi, e solo per il 40% da lavoratori dipendenti.

Per queste ragioni le problematiche della precarietà e del lavoro autonomo devono oggi essere affrontate trasversalmente e in stretto rapporto tra tutti i comparti del sindacato e degli altri enti di categoria.
In questo senso proponiamo che tutti gli organismi di categoria, anche a livello locale, oltre al bilancio economico redigano anche un bilancio sociale, incentrato in modo particolare sui temi della precarietà, per avere costantemente in evidenza i risultati concreti delle politiche messe in atto sul settore dei collaboratori, precari e freelance.

Sottolineiamo infine la necessità che, una volta stabilite regole, normative e procedure, tutti gli organismi di categoria s'impegnino in controlli accurati e continuativi, con segnalazioni e provvedimenti contro chi non le rispetta. E ciò al fine di evitare che pur giusti principi e normative vengano poi svuotate da carenze o limitazioni nelle fase di vigilanza o di applicazione.

Evidenziamo infine che per tutto quanto fin qui indicato e richiesto è necessaria la partecipazione attiva e sinergica di tutti i colleghi, autonomi e contrattualizzati. Perché la fascia più ampia della professione è oggi quella precaria, debole, ricattabile e difficilmente organizzabile attorno a riferimenti stabili, come in una redazione. Ma perché allo stesso tempo ogni rivendicazione, cambiamento e riforma richiede anche l'impegno attivo e sinergico dei suoi destinatari. E, in questo senso, per quanto nelle nostre possibilità, ci sentiamo impegnati.


Per altre informazioni consultare il blog e la pagina Facebook del Coordinamento giornalisti precari e freelance dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia: 


o mandare una mail a: 

Nessun commento:

Posta un commento