25 gennaio 2014

ODG, DEGANO: "UNA FORMAZIONE, SE POSSIBILE, A COSTO ZERO"

La prima occasione per ottenere i crediti?

"Un corso gratis e on-line sulla deontologia"

Si è tenuta nei giorni scorsi, a Roma, la Consulta dei Presidenti degli Ordini regionali per affrontare, insieme ai vertici nazionali e al Comitato Tecnico Scientifico appositamente costituito, il problema dell’organizzazione della Formazione Professionale Continua. E’ stato innanzitutto ricordato che non si tratta di un’iniziativa autonoma dell’Ordine ma di un preciso dettame legislativo. E’ quindi la legge ad imporcelo e siamo anzi l’ultimo fra gli ordini professionali per i quali è prevista la formazione permanente. Compito dell’Ordine, al quale la norma e il relativo regolamento hanno affidato la gestione, è soprattutto quello di trasformare un obbligo di legge in un’opportunità per tutti i colleghi, organizzando dei corsi, seminari, momenti formativi che siano effettivamente utili ai colleghi, sia professionisti che pubblicisti. La formazione riguarda infatti tutti i giornalisti in attività iscritti all’Ordine da più di tre anni. Il termine “in attività” consente quindi ai giornalisti pensionati, che non abbiano più alcun tipo di collaborazione giornalistica, di chiedere ed ottenere l’esenzione dall’aggiornamento.
Il periodo di formazione sarà triennale. La verifica dell’assolvimento o meno dell’obbligo di aggiornamento avverrà solo alla fine del triennio e quindi, in questa fase di applicazione, a fine 2016. Tutti i giornalisti in attività dovranno acquisire, ogni tre anni, 60 crediti formativi, di cui almeno 15 all’anno. Dei 60 complessivi, inoltre, almeno 15 dovranno provenire da attività formative riguardanti la deontologia professionale. Ogni ora di formazione darà diritto a due crediti. Se l’incontro formativo riguarderà la deontologia professionale, verranno riconosciuti due crediti aggiuntivi. Per fare un esempio, se un collega parteciperà ad un seminario di due ore dedicato ad un tema relativo alla deontologia avrà diritto ad un totale di 6 crediti. Infine, vi è la possibilità di effettuare la  formazione a distanza, con la quale si potrà acquisire un massimo di 15 crediti nel triennio.
La partenza della formazione, in questo primo anno di rodaggio, avverrà gradualmente. Entro febbraio gli Ordini regionali dovranno inviare all’ordine nazionale, per l’approvazione, il programma di formazione trimestrale o semestrale che, in questa prima fase, potrà quindi iniziare non prima di aprile. Solo il 16 febbraio però sapremo quale sarà il riparto dei fondi nazionali ai singoli Ordini e quindi quali saranno le risorse sulle quali potremo contare. Elemento non certo secondario in quanto il nostro obiettivo è quello di offrire ai colleghi una formazione, se possibile, a costo zero, non solo per quanto riguarda le iniziative dedicate alla deontologia.
A tal fine, stiamo lavorando per definire delle convenzioni con le Università della regione, Trieste, Udine e la Sissa per uno scambio professionale di competenze e docenze, senza peraltro precluderci la collaborazione con altri enti formativi che dovranno comunque essere accreditati presso l’Ordine nazionale e quindi il ministero.
In ogni caso la prima occasione per acquisire dei crediti sarà attraverso un corso on-line sulla deontologia professionale che sarà messo gratuitamente a disposizione dall’Ordine nazionale. Chi vi aderirà avrà diritto, superando la prova finale, a 10 crediti.
Stiamo quindi iniziando un percorso complesso e impegnativo che la legge attribuisce, in primis, all’Ordine ma che avrà bisogno della collaborazione di tutte le categorie dei giornalisti, a cominciare all’Assostampa e dai vari gruppi di specializzazione, e, naturalmente, di tutti i colleghi che terremo comunque costantemente aggiornati sulle varie iniziative.
Cristiano Degano, presidente Ordine giornalisti Fvg

 Conseguimento di crediti 
Tipologia FPC
Crediti CFP
Frequenza corsi anche per via telematica organizzati o accreditati dal CNOG
2 crediti l'ora per un massimo di 8 crediti per evento.
+ 2 crediti per eventi inerenti la deontologia
Frequenza corsi di formazione aziendale accreditati dal CNOG
2 crediti l'ora per un massimo di 7 crediti per evento
per un massimo di 20 nel triennio
Frequenza, anche all’estero, corsi di perfezionamento o Master accreditati dal CNOG presso Università, istituzioni o enti legalmente riconosciuti
10 crediti per corsi di oltre 50 ore come da attestato di frequenza, 8 per corsi compresi tra 30 e 50 ore, 6 per corsi compresi tra 15 e 30 ore
+ 2 crediti per corsi tenuti in lingua straniera
per un massimo di 30 crediti nel triennio
Frequenza  di corsi di formazione a distanza
(e-learning) organizzati o accreditati dal CNOG
2 crediti l'ora per un massimo di 8 per evento
per un massimo di 15 crediti nel triennio
Frequenza di corsi di aggiornamento sull'utilizzo professionale delle tecnologie multimediali di almeno 15 ore accreditati dal CNOG
5 crediti previa presentazione di attestato di frequenza 

Partecipazione a convegni, seminari, tavole rotonde, workshop, anche in videoconferenza accreditati dal CNOG
2 crediti per evento, 4 se inerenti la deontologia professionale
per un massimo di 20 crediti nel triennio
Direzione scientifica di corsi o eventi, relatore o moderatore in convegni accreditati dal CNOG
4 crediti ad evento
per un massimo di 10 crediti nel triennio
Corsi di perfezionamento linguistico di almeno 30 ore accreditati dal CNOG

5 crediti previa presentazione di attestato di frequenza
per un massimo di 10 crediti nel triennio
Pubblicazione di libri e saggi a carattere tecnico-professionale
4 crediti per pubblicazione di parti o capitoli
7 crediti per pubblicazione di ciascun libro
per un massimo di 10 crediti nel triennio
Insegnamento in materie inerenti la professione giornalistica in corsi o Master di livello accademico aventi durata di almeno 50 ore
10 crediti
+ 5 crediti per materie inerenti la deontologia
per un massimo di 20 nel triennio
Insegnamento occasionale in corsi o Master
accreditati dall’Ordine
2 crediti per moduli fino a 8 ore
5 crediti per moduli di almeno 15 ore
+ 2 crediti per materie inerenti la deontologia
per un massimo di 10 nel triennio



CLAN: "SI VUOLE SFUGGIRE ALL'EQUO COMPENSO ?"


"Non si può e non si deve permettere di sancire per legge inaccettabili diseguaglianze tra giornalisti, quando ci sono le strade per uscirne tutti assieme".
Quali membri della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi (CLAN), che ha elaborato la proposta dei criteri d'individuazione dell'equo compenso ai sensi della Legge 233/2012, e poi formalizzata dalla Fnsi stessa al tavolo ministeriale plurilaterale per l'attuazione della legge, e quali membri attivi nelle nostre rispettive realtà regionali, non possiamo non esprimere vivissima preoccupazione e, allo stato attuale, l'assoluta non condivisione di ciò che si sta prospettando nella Commissione Equo compenso riguardo i criteri d'attuazione della legge 233.
Innanzitutto apprendiamo che la proposta avanzata dal Presidente della Commissione equo compenso ne esclude l'applicazione ai lavoratori autonomi, e ciò sulla base di un'interpretazione del Codice Civile. Ne esclude inoltre l'applicazione ai tanti rapporti di lavoro autonomo che dissimulano rapporti di lavoro subordinato, e la considera applicabile ai soli parasubordinati.
Senza entrare troppo nel merito tecnico del tema, non possiamo non rilevare che l'eventuale approvazione di una delibera così strutturata sarebbe uno stravolgimento sostanziale della lettera e dello spirito della legge 233, di cui verrebbe drasticamente ridotta la portata e l'applicabilità. E ciò sulla base di un'interpretazione univoca delle disposizioni del Codice Civile sul lavoro autonomo intellettuale. In realtà nel Codice non esiste alcun esplicito riscontro testuale di quanto assunto a base giuridica della delibera. Anzi l’art. 2233 fa esplicito riferimento al fatto che “In ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera e al decoro della professione”. Il che appare perfettamente in linea con l’art. 36 della Costituzione, cui la legge dell’equo compenso si ispira. Si tratta pertanto di un’interpretazione discutibile, che può e dev'essere contrastata da altri pareri giuridici. Non possiamo poi non rilevare che l'eventuale esclusione dell'applicazione dell'equo compenso ai lavoratori autonomi, per i quali varrebbe quindi la libera contrattazione (sebbene mitigata da un finora imprecisato riferimento “anche nell'ambito di linee guida opportunamente individuate dall'ordinamento professionale”), si tradurrebbe in oggettiva spinta per gli editori a disdettare i contratti co.co.co. esistenti, imponendo come precondizione per poter collaborare l'apertura di una Partita Iva, e ciò al solo fine di sfuggire alle maglie dell'Equo compenso minimo vincolante.
Anche l'affermazione che ai tanti “finti” autonomi, che in realtà svolgono incarichi da subordinati, non può essere applicato l'equo compenso, in quanto dovrebbero essere inquadrati da dipendenti, nella sua attuale stesura si traduce in una doppia penalizzazione. Infatti non si può venir assunti per disposizione di legge, ma per accordo tra le parti o per sentenza di un giudice del lavoro. Così l'attuale dispositivo, mentre non può garantire l'assunzione, esclude il diritto almeno alla retribuzione ai sensi dell'equo compenso, nell'attesa di un'assunzione o di una causa.
Non possiamo inoltre non sottolineare come la Commissione Lavoro Autonomo della Fnsi abbia elaborato, dopo lunghe discussioni e verifiche tecniche, una proposta d'individuazione dell'equo compenso che si basa sulla libera contrattazione tra le parti del tempo di lavoro necessario, ancorandone la retribuzione minima ai contratti collettivi di categoria, e ai rispettivi livelli d'inquadramento. In tal modo la retribuzione sarebbe individuata in termini chiari, graduata a seconda delle realtà ed esigenze produttive, aggirando l'ostacolo dell'individuazione di tariffari, da una parte sempre discutibili e dall'altra contestabili in quanto in contrasto con le normative europee. Infine, a tutela del collaboratore, in caso di disaccordo tra le parti (giornalista e datore), o per scelta consensuale, si farebbe riferimento al tariffario Odg 2007, maggiorato dell'inflazione, che ancora oggi ha valore come punto di riferimento di congruità retributiva nelle cause di lavoro.
Riteniamo quindi che la proposta elaborata della Clan-Fnsi sia una soluzione equilibrata, in aderenza alla legge 233 e tecnicamente inattaccabile ai sensi delle norme sulle liberalizzazioni. Invitiamo a non abbandonare tale riferimento, che oltretutto riteniamo garantirebbe da una parte una giusta retribuzione e dall'altra una corretta flessibilità e sostenibilità economica delle collaborazioni esterne.
Non possiamo infine non sottolineare che un eventuale affossamento nella fase applicativa dell'equo compenso, mantenendo il lavoro autonomo meno costoso e con quasi inesistenti diritti, sarebbe un potente disincentivo per gli editori alle stabilizzazione al tentativo sindacale di portare nel contratto collettivo tutele e diritti per gli autonomi, fino alle contrattualizzazioni dei tanti “finti autonomi” che ne avrebbero teoricamente diritto.
La battaglia per l'equo compenso è anche la battaglia per il nuovo contratto collettivo di lavoro, che dev'essere il baluardo unitario di tutta la categoria. Non si può e non si deve permettere di sancire per legge inaccettabili diseguaglianze tra giornalisti, quando ci sono le strade per uscirne tutti assieme.
(Maurizio Bekar e altri colleghi della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi)

02 gennaio 2014

MARTEDI' 7, ORE 11, A TRIESTE "BRINDISI PRECARIO"

Il Coordinamento dei giornalisti precari e freelance
e l'Assostampa del Friuli Venezia Giulia

vi invitano al nostro consueto



“BRINDISI PRECARIO”
E INCONTRO DI INIZIO ANNO
MARTEDI' 7 GENNAIO, ORE 11
al Circolo della Stampa di Trieste
(Corso Italia, 13)

al quale sono invitati tutti i colleghi, precari e non,
e rappresentanti degli enti di categoria

Nell'occasione, oltre agli auguri, potremo fare una chiacchierata su alcune delle nostre questioni più urgenti (attuazione della legge sull'equo compenso, applicazione della "Carta di Firenze" per la tutela dei freelance, il nuovo contratto nazionale nel quale si dovranno garantire maggiori tutele per i collaboratori, nuove iniziative regionali sulle tematiche del lavoro autonomo e precario...).

Stimiamo di terminare al massimo verso le 12.30.