21 maggio 2021

VENERDI' 28 MAGGIO (ore 20.30) TELE-RIUNIONE GIORNALISTI AUTONOMI FVG

Coordinamento giornalisti precari e freelance
e Commissione regionale lavoro autonomo del FVG

GIORNALISTI AUTONOMI, FREELANCE E PRECARI:
TELE-RIUNIONE VENERDI’ 28 MAGGIO (ore 20.30-22.30)


Il Coordinamento giornalisti precari e freelance e la Commissione regionale lavoro autonomo del Friuli Venezia Giulia indicono una riunione in teleconferenza per venerdì 28 maggio, dalle ore 20.30 alle 22.00-22.30.

Al centro dell’incontro, convocato dopo la manifestazione del 20 maggio a Roma sulle emergenze del lavoro giornalistico in Italia, le proposte della Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi (qui il documento) e le iniziative sui giornalisti non-dipendenti promosse dal Coordinamento precari e freelance e dalla Commissione regionale lavoro autonomo dell'Assostampa FVG. 

Più in particolare, tra i temi che verranno affrontati: l’urgente attuazione delle leggi sull’equo compenso, i ristori Covid, sostegni economici, diritti e tutele per i giornalisti non dipendenti, i risultati dell’indagine-questionario sul lavoro autonomo nel FVG (ora in corso anche a livello nazionale), e la preparazione di una prossima assemblea regionale.

La riunione è aperta a tutti i giornalisti lavoratori autonomi, sottoccupati e disoccupati del Friuli Venezia Giulia, anche non iscritti al sindacato, interessati a livello informativo o a un coinvolgimento nelle attività del Coordinamento e della Commissione regionale. 

Per partecipare all’incontro (che, per tutelare la privacy, non si svolge in forma pubblica) gli interessati devono inviare una richiesta a precari.freelance@assostampafvg.it, e riceveranno un link connettersi alla teleconferenza. Per intervenire non sono necessarie app o programmi da scaricare: si usa solo il browser, anche da tablet o smartphone. 

La riunione è stata convocata la sera, per favorire la partecipazione fuori dagli orari di lavoro.

Data l’importanza dell’incontro, tutti sono invitati a sensibilizzare i colleghi/e ritrenuti interessati/e, sollecitandoli ad inviare una richiesta di partecipazione. 

Per ogni necessità, contattateci: precari.freelance@assostampafvg.it


(Qui il documento con le proposte della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi)

Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia
Commissione regionale lavoro autonomo dell’Assostampa FVG

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19 maggio 2021

ESONERO CONTRIBUTIVO 2021 PER I LAVORATORI AUTONOMI



ESONERO CONTRIBUTIVO PER I LAVORATORI AUTONOMI:
FIRMATO IL DECRETO INTERMINISTERIALE
Le anticipazioni sulle modalità d'attuazione

Anche i giornalisti liberi professionisti iscritti alla Gestione separata Inpgi potranno accedere alla misura dell’esonero contributivo per il 2021, istituita con la legge di Bilancio 2021 e potenziata nel Decreto Sostegni.

In attesa di più dettagliate indicazioni da parte dell'Inpgi, requisiti, scadenze, limiti e informazioni sul provvedimento sono disponibili nell'aggiornamento delle Faq della Fnsi >> scaricabile a questo link <<

Più in dettaglio (v. punto 6 delle Faq), per il 2021 è riconosciuto l’esonero parziale dal versamento dei contributi previdenziali per i liberi professionisti iscritti agli Ordini professionali in relazione all’emergenza Covid-19.

L’esonero è concesso nel limite massimo individuale di 3.000 euro su base annua, riparametrato e applicato su base mensile, per gli autonomi e i professionisti che, a causa dell'emergenza Covid-19, hanno cessato, ridotto o sospeso l’attività. 
L’esonero è subordinato alla preventiva autorizzazione della Commissione europea . E, in caso di superamento del limite di spesa totale prevista, scatterà la rimodulazione "in misura proporzionale alla platea dei beneficiari".

Dall’esonero contributivo sono esclusi i premi e i contributi dovuti per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

L'esonero riguarderà i contributi previdenziali di competenza dell'anno 2021 e in scadenza entro il 31 dicembre 2021, esclusi i contributi integrativi.

Le domande andranno presentate entro il 31 ottobre 2021 all’INPGI, e i giornalisti (oltre al possesso di tutti i requisiti di legge e all'assenza delle situazioni di incompatibilità) in sede di richiesta dovranno dichiarare di essere in regola con il versamento della contribuzione previdenziale obbligatoria.

Per l’accesso al beneficio, i giornalisti iscritti alla Gestione separata INPGI dovranno dimostrare:
- un calo del fatturato nell'anno 2020 non inferiore al 33% rispetto a quelli dell'anno 2019;
- un reddito complessivo di lavoro o derivante dall'attività che comporta l'iscrizione alla gestione non superiore a 50.000 euro nel periodo d'imposta 2019;
mentre per coloro che hanno avviato l'attività nel 2020 tali requisiti non trovano applicazione.

Inoltre, i giornalisti, per tutto il periodo oggetto di esonero:
- non devono essere titolari di contratto di lavoro subordinato;
- non devono essere titolari di pensione diretta, diversa dall'assegno ordinario di invalidità di cui all'articolo 1 della legge n. 222 del 1984 o da qualsiasi altro emolumento corrisposto dagli enti di previdenza obbligatoria ad integrazione del reddito a titolo di invalidità, avente natura previdenziale, che risponda alle medesime finalità di cui al citato assegno comunque esso sia denominato.

Per i lavoratori autonomi e collaboratori in quiescenza l'esonero è riconosciuto limitatamente ai periodi in cui siano stati titolari di incarichi di lavoro autonomo o di collaborazione coordinata e continuativa, conferiti nel 2020.

L’esonero può essere richiesto a un solo ente previdenziale e per una sola forma di previdenza obbligatoria.

Ulteriori informazioni giungeranno, non appena disponibili, dall’Inpgi.

(Fonte: sito web Fnsi)

Vedi anche il nostro blog: 

17 maggio 2021

ODG LOMBARDIA: PAGARE I GIORNALISTI E NON IN BASE AI CLICK

ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA LOMBARDIA: 

"IL LAVORO NON SI PAGA IN BASE AI CLICK"


BLASTING NEWS RIVEDE LE POLICY E PRESENTA PROGRAMMA PER GIORNALISTI:

“MINIMO GARANTITO DI 50 EURO PER ARTICOLI ESCLUSIVI”


La professione giornalistica non è un contest in cui vince chi ha più like e neppure una riffa regolata da un algoritmo oscuro, ma è invece un’attività normata dalla legge che risponde solo ai valori della Costituzione e alla deontologia professionale e che deve essere remunerata secondo tali criteri. Con questa motivazione il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Alessandro Galimberti, ha invitato i giornalisti responsabili del sito/piattaforma Blasting News a modificare le condizioni contrattuali e i metodi di pagamento dei contributi giornalistici pubblicati dalla testata, registrata al Tribunale di Milano e con sede legale a Lugano (CH).

Secondo Galimberti è inammissibile che la remunerazione degli articoli accettati e quindi pubblicati da Blasting News sia legata esclusivamente al (presunto) successo raccolto tra i lettori e misurato, tra l’altro, da un algoritmo interno riservato. “La prestazione professionale del giornalista – ha spiegato Galimberti ai titolari della piattaforma – è da considerare una prestazione di mezzi e non di risultato, esattamente come quella di un medico o di un avvocato che vengono pagati a prescindere dalla durata della prognosi o dalla lunghezza della condanna inflitta dal giudice. E, come quelle prestazioni, la remunerazione del giornalista deve essere prestabilita, concordata preventivamente e legata all’accettazione del pezzo da parte dell’editore, momento nel quale appunto viene già attribuita una valenza economica dell’articolo”.
Questo comunque non esclude, secondo il presidente dell’Odg lombardo, la possibilità di riconoscere un eventuale premio di risultato, “ma solo come parte accessoria, eventuale e complementare della remunerazione di base concordata preventivamente. Un compenso legato ai soli “click” è invece contrario ai principi dell’ordinamento giuridico, a quelli della deontologia professionale e anche della dignità del lavoro e, prima ancora, della dignità umana”.

“Il modello di Blasting News è legato agli introiti generati dalla pubblicità (molto bassi soprattutto perché la maggior parte rimangono nelle mani dei colossi tech) – recita una nota di Blasting News – e ha permesso in questi otto anni di condividere con centinaia di autori il denaro generato da questo sistema. Il nostro algoritmo è trasparente e valuta il traffico non in base ai click o ai like ma in base alle letture effettive degli articoli. Dopo aver discusso con il presidente dell’Odg lombardo, Alessandro Galimberti, abbiamo deciso di creare Blasting News 4 Journalism (BN4J) un nuovo programma aperto a tutti i giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti all’ODG che prevede un pagamento minimo garantito per articoli esclusivi, selezionati e approvati dalla redazione di Blasting News Italia. Gli articoli devono essere presentati attraverso un pitch dettagliato: se accettati verranno pagati un minimo garantito di 50 euro, molto di più degli standard di un mercato in cui alcuni grandi media pagano poco più di 5 euro ad articolo e attorno alle 50 euro una giornata intera di lavoro. BN4J è un programma limitato a uno specifico tipo di contenuti esclusivi di alta qualità (per esempio inchieste e approfondimenti) che si aggiunge al nostro modello tradizionale legato al traffico che rimane e rimarrà il modello principale della piattaforma. Tutti i dettagli di BN4J saranno pubblicati nei prossimi giorni sul sito di Blasting News”.


13 maggio 2021

AUTONOMI, EQUO COMPENSO, PRECARIETÀ: documento Clan Fnsi (maggio 2021)

LE EMERGENZE CONTRO LA PRECARIETÀ
E A TUTELA DEL LAVORO AUTONOMO GIORNALISTICO

MEMORIA DELLA
COMMISSIONE NAZIONALE LAVORO AUTONOMO
DELLA FNSI

(Roma, 5-6 maggio 2021)

Pubblichiamo di seguito il testo integrale del documento della Clan-Fnsi approvato il 5-6 maggio 2021


La Commissione nazionale lavoro autonomo della FNSI, facendo seguito ad analoghi suoi documenti e prese di posizione, rinnova la propria viva preoccupazione per la deriva dei diritti e del mercato del lavoro nel comparto dell’informazione. E si appella al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Sottosegretario all’Editoria, ai Ministri della Giustizia e del Lavoro e politiche sociali, affinché intervengano con urgenza sulle evidenti storture esistenti nel settore. Storture che ledono il diritto dei cittadini ad un’informazione libera, garantita da giornalisti pienamente indipendenti dal ricatto della precarietà e dalla spasmodica necessità di un lavoro dignitosamente retribuito.


CONTRIBUTI COVID 19

I provvedimenti di sostegno e ristoro in seguito all’emergenza Covid-19 non hanno affatto tenuto conto della specialità della professione giornalistica per quanto riguarda il lavoro autonomo. Prescindendo dall’esiguità dei ristori erogati nel 2020 dal Governo Conte, gran parte del lavoro giornalistico non subordinato viene prestato in regime di cococo ed è rimasto escluso dai contributi corrisposti dal Governo Draghi attraverso il Decreto Sostegni unicamente alle partite IVA. Non è stato previsto, per i giornalisti, l’inserimento tra le altre categorie di lavoratori autonomi senza partita IVA che godono di un contributo.

Chiediamo pertanto al Sottosegretario per l’Editoria di rappresentare nei confronti del Governo la richiesta per l’erogazione di nuovi ristori a fondo perduto a sostegno dei giornalisti non dipendenti, come già corrisposti la scorsa primavera-estate con il “Fondo per il reddito di ultima istanza”, e non limitati ai soli titolari di Partita Iva.

Va anche tenuto conto che il blocco o riduzione di alcune attività produttive per il Covid-19 hanno causato la perdita, o almeno una forte riduzione, delle possibilità di lavoro per i giornalisti lavoratori autonomi nei settori dello spettacolo, cultura, sport, turismo e food, oltre a una riduzione generale delle possibilità di collaborazione, accompagnate spesso da significative riduzioni dei compensi, stabilite unilateralmente dagli editori nella logica dell’emergenza Covid e dei continui tagli ai costi del lavoro senza che queste scelte passino dal confronto con il sindacato o gli stessi lavoratori autonomi.

Si fa anche presente che molti giornalisti autonomi vedranno solo nel 2021 gli effetti più vasti della crisi, in quanto molte associazioni e aziende private hanno deciso lo scorso dicembre, in sede di bilanci consuntivi, i tagli alle spese per le collaborazioni giornalistiche. Pertanto riteniamo opportuno ampliare il riferimento temporale per i calcolo dei cali di fatturato.


SOSTEGNI AL REDDITO

Di fronte alle protratte sofferenze del mercato del lavoro giornalistico, ora inasprite anche dal Covid, sono necessarie politiche continuative di sostegno al reddito dei giornalisti non dipendenti, spesso caratterizzati da discontinuità lavorativa e cali di reddito. 

Si ritiene quindi necessario rivedere ed estendere anche ai lavoratori autonomi degli Ordini professionali norme come la recente legge sull’ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa), varata con la legge di bilancio 2021, ma per ora prevista solo per le Partite Iva della Gestione Separata Inps. 

L’ISCRO è un giusto passo verso un welfare per gli autonomi, ma deve riguardare tutte le categorie, senza esclusioni, estendendone l’accessibilità e portata, anche tenendo conto delle diverse specificità lavorative esistenti tra i differenti Ordini professionali.

Sul complesso di questa situazione sono necessari degli interventi mirati del Governo e delle Istituzioni, anche locali.


L’OCCUPAZIONE PRECARIA

Il livello occupazionale nel settore giornalistico sta diminuendo solo formalmente: la “buona occupazione” viene infatti distrutta in favore di un’occupazione precaria, senza diritti né tutele (cococo e partite Iva spesso monocommittente). Un sistema informativo basato sempre più su dei “braccianti dell’informazione” non va lontano.

Gli editori puntano da un lato a un basso numero di occupati regolari e con contratti depotenziati, e dall’altro a disporre di una vasta forza lavoro di giornalisti lavoratori autonomi da pagare una frazione dei subordinati. 

Occorre mettere al primo posto norme che contrastino il precariato, lo sfruttamento dei cococo e delle false partite Iva che mascherano del lavoro dipendente non riconosciuto come tale e che sottraggono milioni di euro di contributi all’Istituto di previdenza: a dirlo sono i dati delle ispezioni Inpgi soprattutto rispetto a finti cococo che rappresentano lavoratori e lavoratrici impiegati 8, 10, 12 ore al giorno senza diritti né tutele.


OCCUPAZIONE REGOLARE E CONTRASTO ALLA PRECARIETÀ

Chiediamo quindi che tutti gli aiuti pubblici agli editori siano vincolati all’occupazione regolare. Ogni sostegno, diretto o indiretto, dev’essere condizionato alla tenuta dell’occupazione e al contrasto del precariato: non si devono utilizzare aiuti pubblici per distruggere l’occupazione regolare e incrementare il lavoro precario e non tutelato.

Va favorita con opportuni provvedimenti l’emersione dal “falso lavoro autonomo” di molti collaboratori, e l’inclusione nei Contratti collettivi da dipendenti di almeno i cosiddetti “collaboratori strategici” delle testate.


TUTELA DEL LAVORO AUTONOMO

Va parallelamente attuata una decisa tutela del lavoro autonomo - sia di quello per scelta, che di quello in attesa di stabilizzazioni contrattuali - tramite la doverosa attuazione delle vigenti disposizioni, inapplicate dal 2012:

COMPENSI DEGLI ISCRITTI ALL’ORDINE DEI GIORNALISTI

1) Compensi minimi dignitosi per le collaborazioni giornalistiche autonome, anche occasionali e non entro le redazioni, tramite: 

a) Immediata emanazione da parte del Ministero della Giustizia dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti ex L. 27/2012, unica categoria professionale per la quale non sono mai stati emanati, e non essendo applicabili per analogia quelli di altre professioni

b) Conseguente attuazione anche per i giornalisti del principio della legge sull’equità retributiva ex L. 172/2017

COMPENSI DEI COLLABORATORI DELLE REDAZIONI

2) equo compenso per i collaboratori delle redazioni (con coerenza tra subordinati e autonomi nelle singole testate), tramite:

c) Corretta identificazione dei parametri dell’equo compenso per i giornalisti non dipendenti ex L. 233/2012, e conseguente sua attuazione, fino ad oggi bloccata, in violazione della legge stessa e dell’art. 36 della Costituzione.


RIFORMA DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI
E DELL’ACCESSO ALLA PROFESSIONE 

Infine: come già segnalato da tempo anche dalla Clan-Fnsi, l'attività giornalistica, assieme alle sue tecnologie, i contesti sociali e di mercato, è radicalmente mutata dagli anni '70 - '80, al punto di risultare oggi inadeguati, od obsoleti, molti degli attuali strumenti concettuali, normativi e di governo della professione, legati ad altri momenti storici.

Oggi è necessaria una radicale riforma della professione, delle sue norme e istituti, per renderli rispondenti alle esigenze e ai problemi della realtà attuale. Comprese le norme di funzionamento e i compiti dell’Ordine dei giornalisti, risalenti a un impianto di un oramai lontano e non più attuale 1963.

Non basta la già attuata riforma del numero dei componenti del Consiglio nazionale e dei Consigli di disciplina: occorre anche tenere conto che nel giornalismo la maggior parte dei rapporti di lavoro e è sarà di natura autonoma, e ciò per volontà degli editori.

A nostro avviso vanno quindi riformate le norme di iscrizione all’Ordine, nella logica che “giornalista è chi esercita effettivamente la professione", adeguando una legge istitutiva di quasi 60 anni fa, oramai inadeguata alla realtà attuale dei circuiti dell’informazione e del mercato del lavoro.

In questo senso va anche affrontato il tema dei circa 50.000 su 110.000 iscritti all’Ordine che non hanno alcuna posizione contributiva Inpgi: dei “fantasmi”, che o sono giornalisti inquadrati con altri contratti e presso altre Casse, a danno dell’Inpgi, o che apparentemente non hanno mai esercitato la professione, e quindi non si capisce a quale titolo risultino ancora iscritti all’Ordine.

Ma, al fine di giungere a una riforma ragionata e di ampio respiro, questa andrà elaborata ed attuata in sinergia con gli organismi di rappresentanza dei giornalisti, per quanto di rispettiva competenza, confrontandosi su problemi, esperienze e proposte già disponibili, e non con provvedimenti calati dall’alto senza alcun coinvolgimento di merito della professione.

Questi i temi che come Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi ci sentiamo di avanzare con forza, rendendoci disponibili, per quanto di nostra competenza, alla più ampia collaborazione.

Fonte: sito web Fnsi (sezione Lavoro autonomo) - Qui il documento scaricabile 

Qui >> tutte le informazioni << sulla
Tele-assemblea regionale dei
giornalisti lavoratori autonomi

del Friuli Venezia Giulia
>> On line il 24 giugno 2021 <<
ore 20.30-22.30 ca. 

02 maggio 2021

EQUO COMPENSO, CONTRATTI e DIGNITA’ PER I FREELANCE (basta attuare le leggi) !


VOGLIAMO L'EQUO COMPENSO
(e il rispetto delle leggi)
PER I GIORNALISTI FREELANCE

Roma, Piazza Montecitorio, 22 novembre 2017
MANIFESTAZIONE SUL GIORNALISMO PRECARIZZATO

Sono cose che chiediamo da anni: alcune precisazioni...

Dal 2012 i giornalisti attendono l'attuazione della legge 233/2012 sull'equo compenso, varata per i collaboratori non dipendenti delle testate giornalistiche. Ma è un diritto da allora sempre ignorato, osteggiato in vari modi, e fino ad oggi inattuato...
E la Commissione plurilaterale per l'attuazione dell'equo compenso (formata da rappresentanti del Governo, dei giornalisti e degli editori) continua a non venir convocata, malgrado le ripetute rassicurazioni (a vuoto) del Sottosegretario all'Editoria che la presiede...

Dal 2012 i freelance attendono anche un decreto del Ministro della Giustizia, che stabilisca i parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti non dipendenti. Parametri emanati (ai sensi della legge 27/2012) per tutti gli altri Ordini professionali. Ma non per i giornalisti, e non essendo a noi applicabili per analogia quelli di altre professioni. Così, a oggi, un giudice non dispone di parametri certi per individuare i compensi dovuti in una causa a un giornalista non dipendente.

E infine c'è la legge 172 del 2017, che stabilisce il diritto all'equo compenso per tutti i professionisti lavoratori autonomi nei rapporti di lavoro con banche, assicurazioni, grandi imprese e Pubblica Amministrazione. E, per quantificare quell’equo compenso, la legge rimanda ai decreti del Ministro della Giustizia, previsti dalla citata legge 27 del 2012.
Ma la mancata emanazione di quei parametri per i giornalisti impedisce solo a noi giornalisti l'applicazione certa dell’equo compenso, che invece ora è un diritto (ai sensi della legge 172/2012) per tutti gli altri professionisti lavoratori autonomi.

A oggi i giornalisti lavoratori autonomi sono l’unica categoria professionale ingiustamente penalizzata tre volte, per i diritti loro negati, anche se previsti da ben tre leggi sull'equo compenso!

Rivendichiamo quindi sempre, in ogni occasione e con forza:

- DIRITTO ALL'EQUO COMPENSO
- DIRITTO ad EQUI CONTRATTI
- RISPETTO della DIGNITA' DEI NON-DIPENDENTI

DI PRECARIETA' (e di non-rispetto delle leggi) NON SI CAMPA !


[Puoi mandarci le tue testimonianze o riflessioni a: precari.freelance@assostampafvg.it 
I testi selezionati verranno pubblicati in forma anonima]