30 marzo 2021

ESSERE PRECARI STANCA: SPESE, EQUO COMPENSO E DIGNITÀ (testimonianze)

Continuiamo a pubblicare, in forma anonima, alcune testimonianze raccolte tramite il “Questionario sui giornalisti non dipendenti nel Friuli Venezia Giulia", lanciato dal Coordinamento precari e freelance e dalla Commissione lavoro autonomo dell'Assostampa FVG. Il tema, questa volta, è l'equo compenso e la dignità del lavoro...

(Inviate le vostre testimonianze a: precari.freelance@assostampafvg.it)



SPESE, EQUO COMPENSO E DIGNITÀ
(testimonianze)


- Le regole devono essere calate dall'alto, altrimenti gli editori risparmiano su tutto. Io lavoro per neanche 100 euro al mese, e per fare articoli complessi. E se protestassi non scriverei più. E ora 100 euro per l'iscrizione all'Ordine per chi percepisce 100 euro al mese sono troppi!


- Lavoro da quasi vent’anni per una testata e le condizioni sono rimaste le stesse da allora, ad eccezione dell'applicazione dell'equo compenso, risalente ormai a diversi anni fa. Non sono mai arrivati rimborsi spese né si è parlato di altri compensi…


- Bisogna fare in modo che gli editori paghino sempre le prestazioni, allo scopo di non dover mai lavorare gratis per mantenere il posto, a favore di qualcun altro e in attesa di tempi migliori (sic!)


- Non vengono riconosciuti rimborsi spese. E così si è costretti ad abbonarsi al giornale o a leggerlo a proprie spese, perchè è difficile non farlo lavorando ogni giorno.


- Serve una paga decente ai giornalisti non contrattualizzati. Ho ricevuto recentemente una proposta di collaborazione dalla testata con cui collaboravo. Sarei felice di ricominciare a scrivere... ma i pezzi vengono pagati talmente poco, che non mi è possibile dedicare parecchie ore della mia giornata agli articoli, ottenendo a fine mese una “paga” irrisoria. 

Ci dovrebbe essere un pagamento minimo ad articolo rispettoso del lavoro: deciso insieme al sindacato e da rispettare. Non serve a nulla parlare e parlare... se alla fine le testate possono permettersi di far collaborare chi giornalista non è, e se c’è chi continua ad accettare di scrivere in cambio di poco o addirittura niente. 

Le testate dovrebbero utilizzare SOLO giornalisti iscritti all’Ordine, altrimenti a mio parere l’Ordine non ha molto senso di esistere... e nulla di ciò che facciamo come giornalisti ha senso. 

E la cifra pagata a pezzo, dovrebbe essere fissata: non cifre impossibili (mi rendo ben conto della situazione del mercato), ma nemmeno cifre ridicole!


- Visto che il numero dei freelance aumenta e questo fenomeno continuerà nei prossimi anni, si pensi a rendere dignitoso e più tutelato il lavoro autonomo con misure concrete, invece di tutelare solo i contrattualizzati. Come freelance non mi sento affatto tutelato dal sindacato.


- Ci vuole una retribuzione consona al lavoro e serve dare un minimo di priorità a chi collabora da tanti anni. Meritocrazia e anzianità non sono considerate per nulla.


[Puoi mandarci la tua testimonianza a: precari.freelance@assostampafvg.it 
I testi selezionati verranno pubblicati in forma anonima]

28 marzo 2021

GIORNALISTI AUTONOMI: SOSTEGNI ECONOMICI COVID (dal 30 marzo al 28 maggio 2021)


 

Il Decreto Legge 70/2021 (Decreto sostegni) per l’emergenza Covid prevede dei sostegni economici per i lavoratori autonomi, tra i quali i giornalisti. Alcuni sono già operativi, mentre altri richiedono prima l’emanazione di decreti attuativi.

Tra i provvedimenti già operativi, ai sensi dell’art. 1 del Decreto (domande dal 30 marzo) figura un contributo a fondo perduto per i titolari di partita IVA, compresi i giornalisti, dall’importo minimo di € 1.000, erogati tramite l’Agenzia delle Entrate (e non tramite l’Inpgi).

Tra i provvedimenti prospettati per i professionisti (con o senza P.IVA), e già finanziati (ex art 3 e 13 del Decreto), figurano invece degli sgravi contributivi e il rifinanziamento del “Fondo per il reddito di ultima istanza” per le perdite economiche subite (tramite il quale l’Inpgi2 erogò nel 2020 tre bonus ai giornalisti autonomi aventi diritto). Per tali tipi di interventi vanno però prima attesi i decreti attuativi, in seguito ai quali verranno forniti chiarimenti sulle loro modalità, con le indicazioni per potervi accedere.


CONTRIBUTO A SOSTEGNO ALLE PARTITE IVA
(richieste dal 30 marzo al 28 maggio)

Un contributo a fondo perduto può essere richiesto dai giornalisti titolari di una partita IVA, attiva al 23 marzo 2021, residenti o stabiliti in Italia. Ad erogarlo non sarà l’Inpgi, ma direttamente l’Agenzia delle entrate. La domanda va presentata dal 30 marzo ed entro il 28 maggio 2021.

La domanda va inoltrata tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate ovvero mediante il servizio web nell’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” (https://ivaservizi.agenziaentrate.gov.it/portale/) del sito web dell’Agenzia delle Entrate.

Per accedere all’area personale del sito occorre essere essere già in possesso delle credenziali. oppure essere dotati di SPID, o della Carta Nazionale Servizi o  di Carta Identità Elettronica.

INDICAZIONI SINTETICHE:
REQUISITI PER IL CONTRIBUTO

- Dovrà essere dimostrato, nel confronto tra 2019 e 2020, un calo almeno del 30% sul fatturato medio mensile

- Per ricavi e compensi entro i 100.000 euro annui, verrà ristorato il 60% della perdita media mensile

- Per i soggetti che hanno attivato la partita IVA dal 1° gennaio 2019, il beneficio spetta anche in assenza del requisito del calo di fatturato.

- In presenza dei requisiti, il contributo effettivamente erogato non sarà mai inferiore ai 1.000 euro (per le persone fisiche) o di 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.

- Il contributo minimo verrà assicurato anche a chi ha aperto partita Iva tra l’1 gennaio 2020 e il 23 marzo 2021.


INDICAZIONI PIU’ DETTAGLIATE SU:

Vademecum Fnsi sul Decreto Sostegni (v. punto 4):
www.fnsi.it/upload/9b/9bf31c7ff062936a96d3c8bd1f8f2ff3/844154fd2b143954565c65da1641cc65.pdf

Vademecum dell’Agenzia delle entrate sul Decreto:
www.fiscooggi.it/guideagenzia/contributo-fondo-perduto-del-decreto-sostegni-guida-ottenerlo-rapidamente-e-senza

Istruzioni on line dell’Agenzia delle Entrate:
www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/-/provvedimento-del-23-marzo-2021

22 marzo 2021

ESSERE PRECARI STANCA: "DE PROFUNDIS" (testimonianza di una giornalista precaria)

Pubblichiamo, in forma anonima, una testimonianza raccolta grazie al “Questionario sui giornalisti non dipendenti nel Friuli Venezia Giulia", lanciato dal Coordinamento precari e freelance e dalla Commissione lavoro autonomo dell'Assostampa FVG. Il tema è, nuovamente, la condizione di crescente (ed eterna) precarietà. Il titolo è stato suggerito dalla collega. 

(Inviate le vostre testimonianze a: precari.freelance@assostampafvg.it)


"DE PROFUNDIS"


Essere precari stanca.

Diciamolo. Uno, superati abbondantemente i cinquanta, vorrebbe raccogliere quello che ha seminato. Nel nostro Paese, purtroppo, non solo non c’è la possibilità di migliorare la propria situazione, il che sarebbe auspicabile, ma non riesce neanche a mantenere quel poco che ha ottenuto in tanti anni di lavoro e inizia a scivolare trattenendo tra le unghie ben poco. 

Precaria dai tempi dell’università, prima perché non hai esperienza, poi perché ne hai troppa. Da grande volevo fare la giornalista. Così non è stato. Dopo aver iniziato a lavorare in una redazione, terminato quel periodo, sono iniziate le collaborazioni esterne. Alcune gratis. Alcune pagate, ma dove eri pagata, eri anche l’ultima ruota del carro per cui, che fatica, far passare qualche proposta! Ho comunque affiancato alla scrittura anche altri lavori, privilegiando il cosiddetto campo culturale, già sfregiato di suo, figuriamoci oggi in tempi di pandemia,

Ci sono stati anni in cui coesistevano più collaborazioni e non era male. Ma è durato poco. Oggi ne ho una sola e risicata. Le scelte che allora ho fatto mi sembravano però piene di potenzialità. Mi devo ricredere. Posso dire di essere finita in un cul-de-sac. 

Scrivere? Non so quanto ancora potrò permettermelo, perché si è arrivati al paradosso di pagare per scrivere. Il punto è che ormai scrivo poco o niente, nonostante le proposte che vengono per la maggior parte respinte al mittente. Il mio entusiasmo si sta spegnendo. Mi sembra di rimbalzare su un muro di gomma.

Certo! Non è stato il medico a ordinarmi di scrivere, ma è anche vero che gettare via trent’anni di collaborazioni, come niente fosse, non è così facile con la consapevolezza amara di aver sbagliato tutto.


[Puoi mandarci la tua testimonianza a: precari.freelance@assostampafvg.it I testi saranno pubblicati in forma anonima]

21 marzo 2021

“QUESTIONARIO PRECARIO” FVG - I PRIMI RISULTATI: POSITIVI MA SCONSOLANTI...

 



Si è conclusa la raccolta dati del “questionario precario”, sui giornalisti lavoratori autonomi nel Friuli Venezia Giulia. I primi risultati sono positivi (sul piano statistico), ma sconsolanti e preoccupanti per quanto ne è emerso: condizioni di drammatica sottoretribuzione, ben peggiori del passato, e spesso anche di disoccupazione. Poche le posizioni meglio retribuite; ma incerte, o gravose, o insufficienti per garantire una prospettiva di vita stabile. O il volontariato. A volte per scelta, ma anche perché non pare esserci alternativa per introdursi in una professione che offre sempre meno occasioni di lavoro “serio” e dignitosamente retribuito.

Il questionario, anonimo, era stato promosso dal Coordinamento giornalisti precari e freelance e dalla Commissione regionale lavoro autonomo dell’Assostampa FVG, per ricavarne uno spaccato delle attuali condizioni del lavoro giornalistico non dipendente nel Friuli Venezia Giulia. Ed era rivolto agli autonomi di tutti i settori (carta stampata, radio-tv, web, fotografi, uffici stampa, social…), a prescindere dal reddito e inquadramento contrattuale (se esistente).

Il questionario è stato diffuso attraverso i canali social, mailing list, con il supporto di colleghi contrattualizzati e della mailing list dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia.
 
Agli inizi abbiamo notato una certa diffidenza a comunicare dati sulla propria attività. Ma verso la fine c’è stato uno sblocco ed abbiamo raccolto 44 questionari, anche integrati da commenti e note.

Le risposte pervenute non sono tante, ma qualitativamente significative. Sono emerse infatti condizioni molto variegate, passando dal semi-disoccupato al disoccupato (ma prima impegnati da autonomi, almeno part time), ai freelance di "buon reddito" (20-30.000, o più euro annui), o da chi fa volontariato ma vorrebbe poterci lavorare retribuito, a chi si considera pagato decentemente ma con poco lavoro.

Ora bisognerà analizzare i questionari ed elaborarne una sintesi finale, con delle proposte. A partire da quelle per l’attuazione dell’equo compenso, che è risultata l’emergenza più sentita e diffusa.

Ma ci sono stati anche altri risvolti importanti: infatti l’aver proposto l'invio dei questionari per mail ci ha permesso di mantenere dei contatti diretti (e riservati) con chi ci aveva risposto. E questo sia per dei chiarimenti o risposte tecniche, sia per proporre di ampliare le note od osservazioni inviate in brevi testimonianze o riflessioni personale, da pubblicare anonime.

E' nata così la campagna di sensibilizzazione su social e newsletter intitolata "Essere precari stanca!", che attinge alle riflessioni e risposte pervenute. Abbiamo infatti raccolto una discreta quantità di materiale e spunti, che pubblicheremo man mano in una campagna informativa e di denuncia, anche nazionale, sulle condizioni del lavoro giornalistico autonomo e precario.

Una prima conseguenza del questionario quindi s’è già avviata. Ma ne seguiranno altre. La prima delle quali una campagna per l’attuazione e il rispetto dell’equo compenso per chi, per scelta o costrizione, svolge lavoro giornalistico autonomo. Oltre alla denuncia delle false posizioni di lavoro autonomo che dissimulano invece posizioni di lavoro dipendente, da regolarizzare e assumere…

A presto, quindi!


P.s. Se qualcuno volesse ancora dare il proprio contributo rispondendo al questionario, lo può scaricare qui, in Word e in Pdf. E può inviarcelo compilato nei prossimi giorni alla mail: precari.freelance@assostampafvg.it, anche tramite l’anonymizer on line www.filemail.com, che permette di spedirlo da un indirizzo non riconoscibile.

Nello stesso modo potete anche spedirci eventuali testimonianze, riflessioni o proposte, che potranno poi venire da noi divulgate in forma anonima e non riconoscibile. 

Vi attendiamo !

Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia
Commissione regionale lavoro autonomo dell’Assostampa FVG


(Qui il questionario in Word e in Pdf)

14 marzo 2021

COVID: AUTOCERTIFICAZIONI PER SPOSTAMENTI DEI GIORNALISTI (dipendenti e autonomi)


COVID-19: LE AUTOCERTIFICAZIONI
PER GLI SPOSTAMENTI PER LAVORO
DEI GIORNALISTI



Con il nuovo decreto anti-Covid tornano le “zone rosse” (o, eventualmente, arancio), con le limitazioni agli spostamenti (consentiti però per "comprovati motivi di lavoro, necessità e salute"). 

Per tali spostamenti va compilato l’apposito modulo di autodichiarazione, da esibire per evitare la multa prevista per chi si sposta per motivi non consentiti. Per il dettaglio delle norme, ed eventuali aggiornamenti, si rimanda ai canali d’informazione ufficiali.

Fin dallo scorso anno l'Fnsi ha predisposto un modulo di autocertificazione per le attività professionali dei giornalisti, dipendenti e autonomi, che hanno necessità di spostarsi dal domicilio. Il documento, compilato e firmato, va esibito assieme alla tessera professionale in caso di controlli da parte delle forze dell'ordine, e va utilizzato solo nel caso di spostamenti per ragioni professionali giornalistiche.

Invece il modulo standard per i cittadini, per spostamenti per ragioni di necessità, è rilasciato dal Ministero dell'Interno, ed è comunque in possesso degli operatori di polizia e può essere compilato anche al momento del controllo. 

Rendiamo qui scaricabili i vari moduli di autocertificazione (standard per i cittadini e modificati per i giornalisti autonomi e dipendenti), con la raccomandazione di accertarsi di avere con sé sempre l'ultima versione eventualmente aggiornata.

13 marzo 2021

ULTIME ORE DEL "QUESTIONARIO PRECARIO" FVG: FINO AL 14 MARZO

ULTIME ORE DEL
"QUESTIONARIO PRECARIO"
del Friuli Venezia Giulia:
FINO A DOMENICA 14 MARZO !

Aperto anche ai non iscritti al sindacato

ANCHE CON INVIO TOTALMENTE ANONIMO

In allegato il questionario:
compilalo e spediscilo a
(o tramite l'anonymizer www.filemail.com)


Domenica 14 marzo scadono i termini per rispondere al “questionario precario”, promosso dal Coordinamento giornalisti precari e freelance e dalla Commissione regionale lavoro autonomo dell’Assostampa FVG.

Il questionario, anonimo, punta a ricavare uno spaccato aggiornato del lavoro giornalistico non dipendente nel Friuli Venezia Giulia. E' rivolto a tutti i colleghi e colleghe non dipendenti (anche non iscritt* al sindacato), di tutti i settori (carta stampata, radio-tv, web, fotografi, cineoperatori, uffici stampa, social…), a prescindere dal loro reddito e inquadramento contrattuale (se esistente).

Si rivolge anche a chi è collaboratore saltuario, sottoccupato o disoccupato, o impiegato in altra attività. Sono quindi importanti anche le posizioni di chi non trova più collaborazioni giornalistiche, o solo per redditi marginali, o a titolo volontario (per scelta o costrizione).

Il questionario è anonimo. I dati serviranno solo per indagine statistica, e per meglio elaborare iniziative di tutela dei non dipendenti (a iniziare dall’attuazione dell’equo compenso).

I questionari possono venir inviati alla nostra mail precari.freelance@assostampafvg.it, con garanzia di riservatezza. O, su carta e in busta anonima, a: Commissione regionale lavoro autonomo, c/o Assostampa FVG, Corso Italia 13, 34122 Trieste.

O, per garantire l'assoluto anonimato di chi lo invia, si può usare l'anonymizer on line www.filemail.com Basta scrivere come destinatario precari.freelance@assostampafvg.it, allegare il file con il questionario compilato, e come mittente scrivere un indirizzo di fantasia, ma con la sintassi corretta di un indirizzo email (p.es. pippo@aliasmail.net o alias@fantomas.net). 

Rispondi al questionario (scaricabile qui in Word e in Pdf) entro il 14 marzo. Grazie !

Altre informazioni: https://freelancefvg.blogspot.com/2021/03/questionario-precario-fino-al-14-marzo.html 


Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia

Commissione regionale lavoro autonomo dell’Assostampa FVG

11 marzo 2021

ESSERE PRECARI STANCA: E I FOTOREPORTER ? (una testimonianza...)

Oggi pubblichiamo, come sempre in forma anonima, una testimonianza raccolta grazie al “Questionario sui giornalisti non dipendenti nel Friuli Venezia Giulia", lanciato dal Coordinamento precari e freelance e dalla Commissione lavoro autonomo dell'Assostampa FVG. Il tema è il lavoro del fotoreporter...

(Inviate le vostre testimonianze a: precari.freelance@assostampafvg.it)


FOTOREPORTER:
GIORNALISTI PRECARI DA SEMPRE


Oggi, a 53 anni, con trentatré di partita iva, rifarei comunque tutto lo stesso… 

Perché la fotografia ti nasce dentro, fin da bambino e non ti molla più… 

O meglio, l’abbandonerei nel momento esatto in cui mi accorgerei che non mi appassiona più, che non mi permetta ogni giorno di scoprire qualcosa di nuovo…

Fin dal principio ho pensato che il mio fotografare era quanto più vicino possibile al mondo del giornalismo: quando, con una immagine, si riesce a raccontare più di mille parole l’entusiasmo va alle stelle. 

Fin dal principio ho scelto la strada dell’iscrizione all’Ordine. In quegli anni esisteva la categoria dei fotocinereporter (già allora si voleva porre una netta distinzione fra la figura del fotografo e quella del giornalista). Oggi, in realtà, non è cambiato molto: quanti ancora quotidianamente all’interno della categoria mi vengono a dire “sì, vabbè, ma tu sei fotografo…”, come se quella lontana distinzione non sia mai scomparsa… 

Non voglio dire che l’errore non sia stato anche e soprattutto dei fotoreporter, che non son riusciti a far comprendere in tutti questi anni il valore del loro lavoro… Certo è che tanti si sono sempre approfittati di noi, in lungo ed in largo…

Noi fotografi, quindi, ci ritroviamo tutti i giorni a combattere con una categoria che ti considera poco o nulla e con dei committenti che vogliono compensare la tua innata passione, divenuta poi una vera e propria professione (con la quale ci paghi tutte le spese della vita onesta, i mutui, le bollette, le attrezzature e quant’altro), con i soliti quattro spiccioli… 

Ve le ricordate le vecchie tariffe dell’Ordine, quelle di qualche decennio fa? Già allora quando ti confrontavi con il mercato dei quotidiani o dei settimanali la realtà era così lontana da quelle cifre… Triste è pensare che, ancora oggi, tutto sia così, se non peggio! 

Oggi si dà una compatta al corrispondente, quando non usa il proprio cellulare: “tanto per fare due foto, un video, cosa vuoi che sia”? Ancora oggi, quando si impagina un testo nel menabò, la fotografia deve riempire quel determinato spazio intorno alle parole, poco importa se la fotografia ha la sua inquadratura, l’orientamento, i suoi pesi, i suoi contenuti, etici ed estetici… 

E’ vero, non ho saputo fare altro nella vita (e magari qualche occasione c’è stata): ma la fotografia, quella vera che insegui tutta la vita, ce l’hai dentro, non si scappa. 

Continuiamo a lasciare che tutti se ne approfittino? 


IL QUESTIONARIO SUI GIORNALISTI AUTONOMI
NEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(anonimo, scadenza: 14 marzo 2021)

E' ancora possibile rispondere al questionario anonimo sui giornalistici autonomi (o precari, sottoccupati, disoccupati) nel Friuli Venezia Giulia.

>> QUI LA PRESENTAZIONE E IL QUESTIONARIO <<

(anche scaricabile qui in Word o in Pdf)

E' da spedire entro il 14 marzo a precari.freelance@assostampafvg.it o, in forma totalmente anonima, per posta o tramite il servizio di anonymizer on line www.filemail.com Mandaci il tuo contributo, grazie!

09 marzo 2021

ESSERE PRECARI STANCA: SOTTOPAGATI NON SI CAMPA (o si fa volontariato...)

Pubblichiamo di seguito, in forma anonima, alcune altre testimonianze raccolte attraverso il “Questionario sui giornalisti non dipendenti nel Friuli Venezia Giulia", lanciato dal Coordinamento precari e freelance e dalla Commissione lavoro autonomo dell'Assostampa FVG.

Ne seguiranno altre (inviatele a: precari.freelance@assostampafvg.it)




"Ho 47 anni, e sono iscritta all'albo professionale da più di 10 anni con la qualifica di pubblicista. Dopo i primi articoli, lo stage in un'emittente televisiva e qualche esperienza radiofonica appena ventenne, ho iniziato a fare sul serio dopo i trenta: settimanali, ancora radio e qualche quotidiano sia cartaceo che sul web. Purtroppo però il mestiere di giornalista non è mai diventato un 'lavoro vero' con cui pagare bollette ed affitti. Un conto è parlare dell'impegno e della passione, un altro conto, invece, del riconoscimento economico. Resto una collaboratrice e la certezza di una paga fissa non c'è. E' brutto vedere un mestiere importante ridotto così; questo lo affermo anche guardandolo dal di fuori".


“Per ora il mio “lavoro” di giornalista si limita a un’attività di volontariato che svolgo volentieri senza retribuzione. Mi piacerebbe però che ci fossero maggiori possibilità di lavoro retribuito in questo campo, soprattutto per i freelance, in quanto, nonostante la mia esperienza non sia molto estesa, purtroppo non ho avuto modo di vedere molte occasioni lavorative serie”.


“Sono un pubblicista che, dopo aver ottenuto l'iscrizione, ha trovato altra occupazione ma mantiene l'iscrizione all'ordine.
Tuttavia, trattandosi ormai di un hobby, credo che la quota annuale d'iscrizione all'ordine e la formazione continua siano impegni di denaro e tempo davvero troppo esosi per chi, come me, mantiene la tessera nell'eventualità di (dover) trovare un'altra occupazione in futuro, diversa dall'attuale, magari nel campo giornalistico.
Dovrebbe esistere una forma di mantenimento dell'iscrizione "non attiva", almeno per i pubblicisti, che non comporti una dose di impegno economico e formativo così pressante.”


“Ormai esiste solo la rassegnazione. E l’indifferenza altrui (compresa la categoria, tra i colleghi più fortunati (assunti, pensionati, molti dei quali lavorano ancora nonostante la lauta pensione e non certo pagati al pezzo…)”



IL QUESTIONARIO SUI GIORNALISTI AUTONOMI
NEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(anonimo, scadenza: 14 marzo 2021)

E' ancora possibile rispondere al questionario anonimo sui giornalistici autonomi (o precari, sottoccupati, disoccupati) nel Friuli Venezia Giulia.

>> QUI LA PRESENTAZIONE E IL QUESTIONARIO <<

(anche scaricabile qui in Word o in Pdf)

E' da spedire entro il 14 marzo a precari.freelance@assostampafvg.it o, in forma totalmente anonima, per posta o tramite il servizio di anonymizer on line www.filemail.com Mandaci il tuo contributo, grazie!



08 marzo 2021

"QUESTIONARIO PRECARIO" FINO AL 14 MARZO. E ALCUNI CHIARIMENTI...

"QUESTIONARIO PRECARIO"
FINO AL 14 MARZO !

Aperto anche ai non iscritti al sindacato
ORA ANCHE CON INVIO ANONIMO !

In allegato il questionario
Compilalo e spediscilo a:
(anche tramite l'anonymizer www.filemail.com)


Siamo agli ultimi giorni per rispondere al “questionario precario”, i cui termini scadono il 14 marzo. E, oltre a sollecitare le ultime risposte, ci paiono opportuni alcuni chiarimenti, anche per fugare dubbi ed equivoci.

Innanzitutto il questionario, promosso dal Coordinamento giornalisti precari e freelance e dalla Commissione regionale lavoro autonomo dell’Assostampa FVG, punta a ricavare uno spaccato aggiornato della condizione del lavoro giornalistico non dipendente nel Friuli Venezia Giulia, nelle sue più svariate declinazioni.

Pertanto è rivolto a tutte le colleghe e colleghi non dipendenti (anche non iscritt* al sindacato), di tutti i settori d’attività (carta stampata, radio-tv, web, fotografi, cineoperatori, uffici stampa, social…), a prescindere dal loro reddito e inquadramento contrattuale (se esistente).

Si rivolge quindi sia alle P.IVA, ai co.co.co, ai collaboratori saltuari o in cessione diritto d’autore, sia a chi svolge lavoro giornalistico non inquadrato come tale (impiegato, collaboratore organizzativo, addetto al web...).

Si rivolge anche a chi è collaboratore saltuario, sottoccupato o disoccupato, o impiegato in altra attività. Sono quindi importanti anche le posizioni di chi non trova più collaborazioni giornalistiche, o solo per redditi marginali, o a titolo volontario o semi-gratuito (per scelta o per costrizione).

Per tutelare la privacy il questionario è anonimo. I dati serviranno solo per indagine statistica, e per meglio elaborare proposte ed iniziative di tutela dei non dipendenti (a iniziare dall’attuazione dell’equo compenso).

Per la consegna dei questionari abbiamo proposto l’invio alla nostra mail precari.freelance@assostampafvg.it, con garanzia di riservatezza. In alternativa abbiamo proposto l’invio del questionario su carta, in busta anonima, presso gli uffici Assostampa di Trieste.

Avendo però riscontrato delle riserve all’invio del questionario per mail (anche se è sempre possibile usare una mail non identificabile), per garantire l'assoluto anonimato di chi risponde ora è anche disponibile il servizio di anonymizer on line www.filemail.com, che permette di inviarlo da un indirizzo non riconoscibile.

Sottolineiamo comunque che l’invio per mail ci ha permesso un minimo di contatto diretto con i colleghi, sia per eventuali chiarimenti che per delle proposte. Ad esempio in più casi abbiamo ricevuto delle note o testimonianze interessanti. E l’indirizzo mail ci ha permesso un contatto diretto, anche con la proposta di sviluppare dei contributi più ampi, che ora in parte stiamo pubblicando, sempre in forma rigorosamente anonima. Valutate quindi anche questa possibilità !

Questo è tutto.

Per tutte queste ragioni ti preghiamo di rispondere in forma anonima al questionario (scaricabile qui in Word o in Pdf),  e di rispedircelo entro il 14 marzo a: precari.freelance@assostampafvg.it o in busta chiusa a: Commissione regionale lavoro autonomo, c/o Assostampa FVG, Corso Italia 13, 34122 Trieste.

O, per garantire l'assoluto anonimato di chi lo invia, si può usare anche il servizio di anonymizer on line www.filemail.com Basta scrivere come destinatario precari.freelance@assostampafvg.it, allegare il file con il questionario, e come mittente scrivere un indirizzo di fantasia, ma con la sintassi di un indirizzo email (p.es. pippo@aliasmail.net o alias@fantomas.net) e inviarci il tutto !

Contiamo sulla tua collaborazione (entro il 14 marzo). Grazie !


>> Qui il questionario
 in Word e in Pdf <<


Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia

Commissione regionale lavoro autonomo dell’Assostampa FVG

05 marzo 2021

ESSERE PRECARI STANCA: PENSIONATI IN REDAZIONE (riflessione)

Testimonianze e riflessioni
sulla precarietà nel giornalismo

Proseguiamo nella pubblicazione di testimonianze e riflessioni sulle condizioni dei giornalisti lavoratori autonomi, lanciata col titolo "Essere precari stanca".

L'iniziativa ha preso spunto dal questionario sul "giornalismo precario", lanciato dal Coordinamento precari e freelance e dalla Commissione lavoro autonomo dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia, in seguito al quale abbiamo ricevuto dei commenti, riflessioni e proposte, che ci è parso utile riprendere e divulgare.

I contributi vengono qui pubblicati in forma anonima per tutelare la privacy, con l'auspicio di stimolare una riflessione collettiva e delle iniziative comuni.

Ci potete inviare i vostri contributi a: precari.freelance@assostampafvg.it 

La riflessione di oggi è dedicata al problema dei giornalisti pensionati in redazione. O comunque a quei colleghi che, anche dopo il pensionamento, continuano a lavorare nel consueto circuito produttivo redazionale, sottraendo così occasioni e posti di lavoro a colleghi più giovani. Quasi sempre collaboratori esterni, precari e sottopagati...


PENSIONATI IN REDAZIONE

La pensione, in media, è il momento più atteso della vita di ogni lavoratore. Dopo anni di onorato servizio finalmente ci si può dedicare alle passioni sopite, quelle che negli anni sono rimaste nel cassetto a causa dei troppi impegni di lavoro, o alla famiglia o ai viaggi o al volontariato o, ancora, per i più fortunati, all’accudimento dei nipoti: niente di più bello e naturale. Ma per una buona parte di giornalisti sembra non funzionare così. Dopo lunghi anni di redazione - con un contratto giornalistico a tempo indeterminato, uno stipendio niente male, con la prospettiva di una vita da pensionato tutt’altro che economicamente limitata e con soddisfazioni professionali ampiamente vissute - l’ultimo giorno di lavoro, in cui tradizionalmente si festeggia il traguardo raggiunto brindando con i colleghi, diventa il giorno dell’uscita dalle porte dorate della redazione… utile a sancire il rientro nella medesima redazione, giusto il giorno dopo, da una finestra (mica tanto secondaria), altrettanto dorata (se non economicamente, senz’altro in termini di “posizione”) per continuare a fare ciò che si faceva prima.

Intanto, fuori da quelle porte e da quelle finestre dorate c’è una generazione intera - anzi, forse due o tre – di giornalisti giovani o non più giovanissimi che, per poter accedere alla professione o poter continuare a restare nella professione mantenendo un livello di vita almeno dignitoso, si arrabattano con piccole collaborazioni, quasi mai contrattualizzate (o comunque con contratti “atipici”), con compensi da fame e assolutamente non adeguati al lavoro svolto, con compensi che pagano solo le battute del risultato finale e non tengono conto delle ore di lavoro (perché, le ore di lavoro di un redattore contano forse più di quelle di un collaboratore?), con contribuzioni da versare che non garantiranno mai una pensione e con un essere “freelance” che fa più rima con “precario e sfruttato” che con “che figo”.

Eppure la rete, sì, Internet, quella che a tutti piace frequentare, offre spazi sconfinati per aprire blog personali, per creare canali YouTube, per aprire profili social e poter sfogare liberamente il proprio desiderio di continuare a scrivere, ad intervistare, a comunicare, ad argomentare. Tutte cose possibili, accessibili, fruibili da tutti e, oltretutto, gratuite. Ma una certa parte dei giornalisti pensionati preferisce continuare ad occupare quei posti che, si spera vivamente su retribuzione adeguata, potrebbero invece essere lasciati ai più giovani, a coloro che hanno bisogno di farsi le ossa e di crescere professionalmente. E che non hanno uno stipendio sicuro sul quale poter contare per sé e per la propria famiglia. 

Non si può dimenticare, d’altra parte, il grande valore, in termini di patrimonio di esperienza e professionalità, di cui tanti (non tutti) giornalisti della “vecchia scuola” sono custodi e portatori. Un patrimonio che i più giovani non possono nemmeno immaginare, frutto di anni di gavetta, di “scarpe consumate”, di “giri di nera” e di inchieste fatte sul campo. Un patrimonio che i giovani farebbero bene a riconoscere e a rispettare: un pizzico di umiltà all’inizio del cammino nella professione non guasterebbe a nessuno (in realtà, nemmeno a professione inoltrata). Un patrimonio che non va assolutamente cestinato, ma forse andrebbe gestito in modalità diverse, ancora tutte da inventare. 

Sorgono, quindi, delle domande. Ci si chiede il perché dell’incapacità di alcuni colleghi senior a riconoscere che si è dato e si è ricevuto a sufficienza e che si può cedere il posto ad altri. Ci si chiede perché, di fronte alle richieste degli editori, non si è capaci di dire: “No, grazie. Io mi faccio da parte. Sarebbe più opportuno dare spazio ai colleghi più giovani”. Ma ci si chiede anche il perché – e la cosa, se possibile, risulta ancora più grave – i giornali, gli editori, si ostinano a chiedere ai giornalisti pensionati di continuare a seguire rubriche o servizi, sia cartacei sia online, nell’ordinario ciclo produttivo del giornale occupando spazi che potrebbero essere affidati ad altri colleghi, altrettanto bravi e capaci. Si potrebbe pensare, per esempio, ad interventi una tantum quando la stretta attualità necessita di voci autorevoli e di penne “navigate”. Ma, appunto, una tantum.

A volte viene da pensare che nel nostro Paese sia cresciuta una generazione di giornalisti contrattualizzati, ora pensionati, un po’ “ingordi” e, forse, “mai sazi”. Viene da dire che sarebbe ora di vedere come questo meccanismo – sommato alla crisi profondissima dell’editoria in generale – si stia trasformando, neanche troppo lentamente, in una vera e propria piaga sociale. Perché non valorizzare altrimenti i colleghi più anziani e trovare formule per affiancarli ai giovani più promettenti in modo da favorire un “passaggio di consegne” generazionale? Perché non pensare a delle forme di volontariato, per chi già gode di una pensione, prevedendo di offrire la propria competenza alle realtà del Terzo Settore, per esempio, che tanto hanno bisogno di raccontarsi adeguatamente per farsi conoscere ed rendersi visibili ai cittadini? 

Il lavoro deve essere di tutti e per tutti, non solo per alcuni. E la pensione, che per tantissimi non arriverà mai, potrebbe anche essere tempo di riposo, di gratitudine per quanto fatto, di generosa e gratuita trasmissione del patrimonio culturale e di urgente coltivazione del dialogo intergenerazionale che tanto può offrire a tutti. C’è bisogno di prendere consapevolezza di tutto questo e capire che le scelte di ciascun collega hanno conseguenze su tutti gli altri. E soprattutto sui colleghi più deboli e meno tutelati. Riusciremo mai a venirne a capo? La speranza è sempre l’ultima a morire. Ma a volte, certi meccanismi, la costringono, per lo meno, in terapia intensiva.

(Testo della riflessione ricevuta, pubblicata in forma anonima)


IL QUESTIONARIO SUI GIORNALISTI AUTONOMI
NEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(anonimo, scadenza: 14 marzo 2021)

E' ancora possibile rispondere al questionario anonimo sui giornalistici autonomi (o precari, sottoccupati, disoccupati) nel Friuli Venezia Giulia.

>> QUI LA PRESENTAZIONE E IL QUESTIONARIO <<

E' da spedire entro il 14 marzo a precari.freelance@assostampafvg.it o, in forma totalmente anonima, per posta o tramite il servizio di anonymizer on line www.filemail.com Mandaci il tuo contributo, grazie!


01 marzo 2021

ESSERE PRECARI STANCA: UNA PRECARIETA' ETERNA (testimonianza)

Testimonianze e riflessioni
sulla precarietà nel giornalismo


Avevamo qui pubblicizzato un documento della Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi e un nostro questionario sulle condizioni di lavoro dei giornalisti autonomi. E, per immagine, avevamo scelto questa iconica "Essere precari stanca"; è di una decina di anni fa ma - non a caso - sempre attuale.

Sul tema abbiamo poi ricevuto una mail da una collega che, un po' come sfogo e un po' come testimonianza, ci ha voluto raccontare la sua condizione di giornalista 56enne, eternamente precaria.

Ci è sembrato un testo utile da rilanciare, per testimoniare le condizioni di lavoro precario nel giornalismo. E per smentire la favola che spesso sentiamo ripetere, secondo cui "il precariato è un problema che affligge i giovani"; quando invece può protrarsi, anche drammaticamente, per tutta la vita.

Perciò, con il consenso della collega, lo pubblichiamo di seguito in forma anonima. Con l'intenzione di pubblicare altre testimonianze e riflessioni sul lavoro autonomo e la precarietà nel giornalismo.

Ci potete inviare i vostri contributi (da pubblicare sempre in forma anonima, per tutelare la privacy) a: precari.freelance@assostampafvg.it Grazie


UNA PRECARIETA' ETERNA

Ciao, 

ho trovato questo slogan in rete, lo slogan "essere precari stanca", e mi ci sono rivista. 

Sono precaria da una vita. Ho 56 anni e faccio questo mestiere da sempre. Ho cominciato nel giornale della mia città, quando ancora studiavo all'Università per costruirmi un futuro. Il giornalismo mi sembrava un fantastico hobby, ma non un lavoro. E non avevo sbagliato.

In oltre 30 anni, infatti, ho avuto diversi contratti a termine, ma non sono riuscita a costruirmi un avvenire, non sono mai stata assunta a tempo indeterminato. Eppure in passato ho guadagnato uno stipendio che mi ha permesso di vivere e di mantenermi e così non ho mai avuto la possibilità per cercarmi altro da fare. Anzi, in realtà molto tempo fa ci avevo anche provato, ma non sono stata assunta perché non avevo esperienza come segretaria. 

Così oggi sono una collaboratrice che guadagna meno di 1000 euro al mese. Ufficialmente sono una free lance, ma ho una sola collaborazione. Peccato che siano stati tagliati i compensi e sia molto difficile barcamenarsi. 

"Lavori, che cosa pretendi più?" mi dirà qualcuno. E' vero, ma siamo sicuri che questo sia un lavoro e non un passatempo costoso? Con quello che guadagno non riesco a mantenermi oggi e domani, quando non sarò più in grado di scrivere, sarà anche peggio. 

A questo punto della mia vita ho perso l'entusiasmo e davanti agli occhi ho un enorme punto interrogativo. Tra l'altro, se a 25 anni non sono stata assunta come segretaria perché non avevo esperienza, come posso sperare che qualcuno decida ora di darmi un'opportunità? 

Dovendo vivere da sola non so se riuscirò a pagare i contributi, oltre all'affitto, alle utenze e all'assicurazione per la mia auto. 

Perché è vero, non sono stata oculata e non mi sono fatta un'assicurazione privata, quindi sono destinata a soccombere.


QUESTIONARIO SUI GIORNALISTI AUTONOMI
NEL FRIULI VENEZIA GIULIA
(anonimo, scadenza: 14 marzo 2021)

Ricordiamo che è possibile rispondere al questionario anonimo sui giornalistici autonomi (o precari, sottoccupati o disoccupati) nel Friuli Venezia Giulia.

>> QUI LA PRESENTAZIONE E IL QUESTIONARIO <<

E' da spedire entro il 14 marzo a precari.freelance@assostampafvg.it o, in forma totalmente anonima, per posta o tramite il servizio di anonymizer on line www.filemail.com Mandaci il tuo contributo, grazie!