25 aprile 2016

I SERVIZI PER GLI ISCRITTI DI ASSOSTAMPA FVG



COMMERCIALISTA, 
CONSULENZE FISCALI E LEGALI



 
Ricordiamo che il Coordinamento giornalisti precari e freelance Fvg e l'Assostampa Fvg hanno una convenzione regionale con due studi professionali per consulenze fiscali e servizi di commercialista, tenuta contabilità e dichiarazioni dei redditi. 

La convenzione copre tutte le tipologie ed esigenze del lavoro giornalistico (dipendente, autonomo, cococo, p. Iva, etc.) e prevede una consulenza iniziale gratuita e quindi la fornitura del servizio a condizioni agevolate, di particolare interesse per freelance, collaboratori e lavoratori autonomi.


Gli studi convenzionati sono:

-   a Trieste la Servizi Ti.po. (rag. Rodolfo Pobega), Via Fabio Severo 36, tel. 040.568559
-   a Udine lo Studio Angeli - 
S.A.Fi
 (dott. Stefano Angeli e dott.ssa Nadia Venchiarutti), Viale XXIII Marzo 1848, tel. 0432.511724
Entrambi gli studi operano anche via internet, e sono quindi in grado di erogare i propri servizi in tutta la regione. 

La convenzione è riservata ai soli iscritti Assostampa Fvg in regola con le quote. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici Assostampa.

Si ricorda inoltre che per gli iscritti Assostampa Fvg è anche disponibile un servizio di consulenza e assistenza legale con degli avvocati di fiducia (a Trieste e a Udine) specializzati in diritto del lavoro nel campo giornalistico. L'accordo prevede un colloquio d'orientamento e per il parere legale a titolo gratuito, e quindi l'eventuale azione legale a condizioni agevolate. Per ulteriori informazioni, e per fissare un appuntamento con i legali, contattare gli uffici Assostampa Fvg.

09 aprile 2016

PER UN NUOVO CONTRATTO DEI GIORNALISTI



IL DIBATTITO E LE PROPOSTE 


dall’incontro nazionale sul Contratto
promosso da Stampa Romana



Riceviamo e pubblichiamo il documento elaborato dal tavolo di discussione su “Innovazione contrattuale, allargamento dell’occupazione, retribuzioni, diritti sindacali”, realizzato nell’ambito dell’incontro nazionale sul rinnovo del Contratto collettivo di lavoro, promosso dall’Associazione Stampa Romana.


L’incontro si è svolto mercoledì 9 marzo 2016, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio. Alla parte plenaria dei lavori sono intervenuti il Segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, il Presidente Fnsi, Giuseppe Giulietti, e colleghi di varie regioni. Coordinatori del tavolo erano Paolo Barbieri (Vicesegretario dell’Associazione Stampa Romana), con Claudio Silvestri (Segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania).


DOCUMENTO DEL TAVOLO:

INNOVAZIONE CONTRATTUALE, ALLARGAMENTO DELL´OCCUPAZIONE,
RETRIBUZIONI, DIRITTI SINDACALI



Il dibattito si è svolto su due direttrici principali di ragionamento. Da un lato la diffusa consapevolezza che il contratto nazionale Fieg-Fnsi è obsoleto e tiene fuori sempre più colleghi, che siano impiegati nelle testate tradizionali, in quelle digitali, nelle redazioni, negli uffici stampa pubblici e privati o nella comunicazione via social network. Dall’altro la preoccupazione che nella lunga crisi che stiamo vivendo in tutti i settori dell’informazione professionale - e di fronte alle grandi trasformazioni dell’era digitale - una spinta all’innovazione contrattuale venga colta dalla controparte solo come occasione per travolgere definitivamente il salario e i diritti contrattuali dei giornalisti: non si può allargare la base occupazionale tagliando diritti e retribuzioni in cambio di vaghe promesse.

Questo significa che qualunque trattativa non può cominciare da zero ma deve partire dalla necessità di difendere il contratto e i suoi istituti e verificare le strade per una sua applicazione effettiva: alle migliaia di parasubordinati, buona parte dei quali sono redattori effettivi non regolarmente contrattualizzati; ai precari del semisommerso mondo del web; alle nuove figure professionali che già sono a libro paga degli editori ma troppo spesso vengono sottratte dalle aziende alla catena di comando redazionale (e alle garanzie deontologiche e contrattuali dei giornalisti) e confinate nel limbo del marketing o della “comunicazione”. Non ipotetici nuovi posti di lavoro, non illusorie scorciatoie con sconti contributivi che, come dimostra la storia recente, producono effetti sempre marginali rispetto alla vastità e alla profondità della crisi: ma più regole per il lavoro che c’è. Nel corso della discussione c’è chi ha ipotizzato dei contratti di comparto, per rendere lo strumento più aderente alla realtà frammentata della professione. Ma per andare verso un allargamento della base occupazionale e contributiva regolare è emersa la necessità di una definizione contrattuale più chiara del lavoro dei giornalisti che ricomprenda anche le mansioni “nuove” emerse negli ultimi anni: un vero e proprio progetto del nuovo lavoro redazionale adeguato ai cambiamenti dell’era digitale, non per assumere la filosofia degli editori fondata sulla cancellazione dei diritti e della professionalità ma per sfidarli sul terreno della capacità di leggere la realtà e immaginare un futuro dell’informazione che sia capace di sviluppare un mercato.

Largamente condiviso è stato l’allarme per la insufficiente attività dei controlli ispettivi dell’Inpgi, nei service, nelle redazioni, negli uffici stampa: le ispezioni possono rappresentare un rischio per alcune situazioni fragili ma un mercato senza controlli favorisce l’evasione contrattuale e contributiva e in generale una concorrenza sleale nei confronti delle aziende in regola, che indebolisce quindi la contrattazione collettiva. E alimenta una corsa al ribasso anche nella qualità e nella credibilità dell’informazione che si produce. Quanto ai controlli, una delle riflessioni fatte dai colleghi che hanno preso parte al gruppo di lavoro è che servirebbero norme per attribuire al sindacato (dai cdr alle organizzazioni territoriali) poteri di controllo più efficaci sul rispetto delle regole e delle leggi.

Ugualmente corale è stata la preoccupazione per l’eccessivo utilizzo del lavoro straordinario e festivo, che, in una fase di contrazione come quella che viviamo, da un lato danneggia l’occupazione, dall’altro in alcuni casi rappresenta l’occasione per ulteriori abusi: è stato fatto l’esempio di importanti testate on line che arrivano a forfettizzare il lavoro domenicale – di tutte le domeniche – con la semplice erogazione di 300 euro l’anno.

Sono state avanzate – come ipotesi di lavoro – diverse proposte come la rimodulazione degli scatti (non per fare un nuovo sconto agli editori, ma per renderli più frequenti o costosi nella parte iniziale e centrale dell’anzianità di servizio, meno frequenti e onerosi verso la fine, in modo da ridurre la tendenza all’espulsione/rottamazione dei colleghi più esperti o anziani) o la definizione di nuove mansioni, come il redattore web, che potrebbero andare nella direzione di un aggiornamento del contratto adeguato ai tempi. Ma anche l´inserimento di nuovi diritti, legati all´era digitale, come quello ad “essere disconnessi”: il rischio per la salute e il rendimento dei lavoratori è quello di non riuscire a staccare mai, ed è necessario un elemento di salvaguardia. Tra i pochi elementi positivi della riforma del lavoro, c´è quello delle ferie solidali (articolo 24 decreto 151/2015) che possono essere inserite nell’articolato con una spinta migliorativa e più ampia.


Infine, nel quadro dell’esigenza di una trattativa “triangolare”, è fondamentale spingere sulla proposta di prevedere una tassazione (anche una tassa di scopo) per piattaforme come Facebook e Google, che possa contribuire al finanziamento dei fondi per l’editoria. In conclusione, per un reale allargamento del popolo del contratto si deve cercare con maggiore convinzione una sponda politica, e costruire una vera e propria vertenza a difesa dell’informazione. Se non si costruisce una battaglia politica credibile, gli editori torneranno ad aggredire il contratto, una volta ottenuto ciò che cercano dalla riforma dell’editoria e dal rifinanziamento del sistema dell’editoria e del welfare dei giornalisti.

Per quanto riguarda lo scenario del confronto contrattuale, andrebbe meglio compreso a cosa realmente puntano gli editori, se vogliono o non vogliono rinnovare il contratto. Il gruppo di lavoro ha preso atto dell’annuncio fatto dal segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, sul rinvio degli effetti della disdetta e sul rallentamento della trattativa contrattuale in attesa dell’esito della riforma dell’editoria. Ma resta l’interrogativo sulla reale volontà politica della Fieg.




VISUALIZZA ON LINE E SCARICA IL DOCUMENTO: 
https://drive.google.com/file/d/0Bxht6pf8Og0eTVJHcmJZdnhrZVE/view?usp=sharing


Dall’incontro sono scaturiti anche due altri documenti, dai tavoli tematici su:
“Lavoro autonomo” (coordinato da Maurizio Bekar, coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo FNSI, con Alessandro Mantovani, consigliere nazionale Fnsi): 
https://www.facebook.com/notes/giornalisti-freelance-httpfreelance20ningcom/proposte-per-il-lavoro-autonomo-dallincontro-nazionale-sul-contratto-promosso-da/10154038013934904

e su:

“Sistema dell’informazione, legge sull’editoria, condizioni di lavoro giornalistico” (coordinato da Stefano Tallia, Segretario dell’Associazione Stampa subalpina, con Giovanna Gueci di Stampa Romana): 
https://www.facebook.com/notes/giornalisti-freelance-httpfreelance20ningcom/proposte-per-il-sistema-dellinformazione-dallincontro-nazionale-sul-contratto-pr/10154079434994904

07 aprile 2016

LA PERDITA DEL COLLEGA FABIO AMODEO



FABIO AMODEO CI HA LASCIATI




Un ricordo da parte 
del Coordinamento precari e freelance



Il collega Fabio Amodeo è scomparso mercoledì mattina, dopo una lunga malattia. Nato a Trieste nel 1945, è stato giornalista fin dal 1968, e professionista dal 1973.

Tra i suoi molteplici incarichi è stato caporedattore dei quotidiani il Piccolo e Alto Adige, responsabile tecnico del mensile Photo Italia,condirettore del quotidiano TriesteOggi (1993-94); direttore del quotidiano La Cronaca del Nord Est (1995), responsabile della redazione della casa editrice Lint, direttore del mensile View on Photography, e docente all'Università IULM di Milano e all'Università di Trieste. Ha avuto la responsabilità della sezione fotografia del mensile Arte e curato diverse pubblicazioni con Mondadori, Feltrinelli, Lint, MGS Press, Motta Editore, Alinari, Editoriale Friuli Venezia Giulia, Libreria Editrice Goriziana.

Grande esperto di fotografia, ci piace ricordarlo in una cordiale collaborazione che ha avuto con il Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia: nel dicembre del 2014 fu attento e sensibile relatore alla conferenza: "Il fotogiornalismo: dal reportage ai selfie - Il passato e il futuro di narrazioni costruite per immagini”, da noi promossa assieme al Circolo della Stampa di Udine.

L'incontro risultò di tale interesse (ci mancò addirittura il tempo per concludere la scaletta) che lo riproponemmo per i corsi di aggiornamento professionale dell'Ordine dei giornalisti. La conferenza fu infine riorganizzata il febbraio scorso all'Aula Magna dell'Università di Udine. Avremmo voluto riproporla anche a Trieste, ma Fabio (che da tempo abitava in Friuli) rispose che si sentiva troppo affaticato per potersi assumere l'impegno anche a Trieste. 

Poco tempo dopo se n'è andato.

Lo ricordiamo con un abbraccio. E con molta stima e affetto.

02 aprile 2016

VERSO UNA RIFORMA DELL'EDITORIA




ANALISI E PROPOSTE
PER IL SISTEMA DELL’INFORMAZIONE




dall’incontro nazionale sul Contratto
promosso da Stampa Romana


Riceviamo e pubblichiamo il documento elaborato dal tavolo di discussione su “Sistema dell’informazione, legge sull’editoria, condizioni di lavoro giornalistico”, realizzato nell’ambito dell’incontro nazionale sul rinnovo del Contratto collettivo, promosso dall’Associazione Stampa Romana.
L’incontro si è svolto mercoledì 9 marzo 2016, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio. Alla parte plenaria dei lavori sono intervenuti il Segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, il Presidente Fnsi, Giuseppe Giulietti, e colleghi di varie regioni. Coordinatori del tavolo erano Stefano Tallia (Segretario dell’Associazione Stampa subalpina), con Giovanna Gueci (Stampa Romana).





DOCUMENTO TAVOLO 
SISTEMA INFORMAZIONE, LEGGE SULL’EDITORIA, CONDIZIONI DI LAVORO GIORNALISTICO


La legge sull’editoria in discussione – giunta il 9 marzo 2016, in Senato – rappresenta un sicuro passo avanti rispetto alla situazione attuale, ma – anche per la scelta di affidare buona parte della materia alla delega governativa – lascia aperti molti interrogativi.

1) Non viene trattato – come invece dovrebbe – il tema delle concentrazioni editoriali. La legge pone infatti limiti troppo vaghi rispetto al rischio che la crisi possa ridurre il pluralismo e la ricchezza informativa del Paese, penalizzando proprio i principi ispiratori della legge stessa.

2) Riguardo al Fondo Unico per l’Editoria, non viene definito l’ammontare, né sono precisati i criteri di erogazione dei fondi, sia per quanto riguarda i destinatari, che i requisiti di accesso. In particolare, è quanto mai opportuno evitare le storture del meccanismo dei finanziamenti caratterizzanti la normativa precedente. E’ inoltre necessario che i beneficiari dei contributi pubblici applichino i contratti di riferimento di ciascuna categoria, nel rispetto degli obblighi di natura retributiva, previdenziale e fiscale.

3) Riguardo alla questione degli ammortizzatori sociali (l. 416/81) è necessario che l’utilizzo degli stessi sia vincolato ad una verifica dei bilanci – che certifichino lo stato di reale difficoltà. Allo stesso modo, è necessario che l’utilizzo degli ammortizzatori stessi sia legato a piani di rilancio, verificati periodicamente. In assenza, le risorse dovranno essere riservate esclusivamente alla protezione sociale dei lavoratori, evitando di trasformare questi strumenti in un canale di sostegno occulto alle imprese.

4) Deve essere rivista la norma che fissa il tetto massimo del rimborso al 50% e che, con la nuova legge in discussione al Senato, non fa più riferimento ai costi, ma a ricavi e proventi. Tale meccanismo rischia di essere premiante per i gruppi più forti favorendo le concentrazioni.

5) Per quel che riguarda l’Ordine dei Giornalisti, la riduzione del numero dei componenti del Consiglio Nazionale e il ritorno della proporzione di uno a due nella rappresentanza tra professionisti e pubblicisti, rappresentano punti irrinunciabili. Tuttavia è necessario che l’Ordine rappresenti una fotografia fedele della professione e da questo punto di vista la presenza di una posizione Inpgi per tutti i suoi iscritti è un passaggio inevitabile. La riforma del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti non può comunque prescindere da un aggiornamento organico della legge professionale n. 69/1963, nel rispetto dell’autonomia dell’Ordine in quanto organo di tutela, autogoverno ed autodisciplina dei giornalisti italiani.

6) E’ quanto mai opportuno che la legge dedichi attenzione alle novità introdotte nel mondo del lavoro dalla transizione del mondo dell’informazione al digitale.


VISUALIZZA ON LINE E SCARICA IL DOCUMENTO: 
https://drive.google.com/file/d/0Bxht6pf8Og0eeFJRbHhNTnBlQ2M/view?usp=sharing


Dall’incontro sono scaturiti anche due altri documenti, dai tavoli tematici su:

“Lavoro autonomo”
 (coordinato da Maurizio Bekar, coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo FNSI, con Alessandro Mantovani, consigliere nazionale Fnsi): 
https://www.facebook.com/notes/giornalisti-freelance-httpfreelance20ningcom/proposte-per-il-lavoro-autonomo-dallincontro-nazionale-sul-contratto-promosso-da/10154038013934904 

e su: 

“Innovazione contrattuale, allargamento dell'occupazione, retribuzioni, diritti sindacali” (coordinato da Paolo Barbieri, Vicesegretario di Stampa Romana, con Claudio Silvestri, Segretario del Sindacato unitario giornalisti campani).