28 febbraio 2018

STOP AI GIORNALISTI AUTONOMI SENZA DIRITTI E SOTTOPAGATI



APPELLO AI CANDIDATI AL PARLAMENTO

“Stop ai giornalisti autonomi senza diritti e sottopagati”: è l’appello rivolto dalla Commissione Nazionale Lavoro Autonomo della Fnsi - il sindacato unitario dei giornalisti – alle forze politiche e ai candidati alle elezioni del 4 marzo. La Commissione chiede un impegno verso la parte più debole ed esposta della categoria: quella dei collaboratori esterni, senza le tutele di un contratto collettivo da dipendenti, e quasi sempre sottopagati. All’appello aderisce anche l’Assostampa Fvg.

Oggi in Italia i giornalisti collaboratori esterni, pagati a pezzo, sono il 65% della categoria. Sempre più, denuncia la Commissione lavoro autonomo della Fnsi, «la dorsale dell'informazione italiana è composta da professionisti non contrattualizzati, precari, autonomi e freelance che quotidianamente informano i cittadini dai consigli comunali, dalle aule dei tribunali, dalle periferie e dal Parlamento». Giornalisti, ma pagati con compensi quasi sempre ridicoli, decisi unilateralmente - continua il documento - dal datore di lavoro.

Otto giornalisti autonomi su dieci - ricorda l’appello - dichiarano redditi inferiori ai 10.000 euro l'anno, mentre lo stipendio medio dei dipendenti è 5,4 volte superiore. E mentre il sistema di welfare e diritti del contratto collettivo dei dipendenti è applicato a una parte sempre più ristretta della professione.

L’appello della Commissione Nazionale Lavoro Autonomo della Fnsi è che candidati e forze politiche si impegnino nel prossimo Parlamento per riequilibrare il mercato del lavoro dell’informazione.

Tra le iniziative richieste: l'emanazione del decreto con i parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi da parte del ministero della Giustizia; la piena attuazione della legge sull'equo compenso ai giornalisti lavoratori autonomi; il sostegno all'informazione digitale di qualità; il contrasto alla diffusione delle fake news e dei discorsi di odio. 

Il testo dell’appello è consultabile e scaricabile dal sito della Fnsi, al link:
http://www.fnsi.it/stop-ai-giornalisti-autonomi-senza-diritti-e-sottopagati-appello-della-clan-fnsi-ai-candidati-alle-elezioni 

L’appello è sottoscrivibile da candidati e forze politiche del Friuli Venezia Giulia ai contatti
precari.freelance@assostampafvg.it - info@assostampafvg.it 



IL TESTO DELL'APPELLO:




ELEZIONI POLITICHE DEL 4 MARZO 2018
APPELLO AI CANDIDATI E ALLE FORZE POLITICHE

Per l’attuazione dell’Articolo 21 della Costituzione
STOP AI GIORNALISTI AUTONOMI SENZA DIRITTI E SOTTOPAGATI

La Commissione Nazionale Lavoro Autonomo della Fnsi, il sindacato dei giornalisti italiani, a nome dei colleghi senza contratto, precari e sottopagati, rivolge questo appello a tutti i candidati e forze politiche in lizza per le elezioni politiche del 4 marzo 2018.

La sentenza della Corte Costituzionale n. 420/1994 ha sancito con chiarezza il legame tra l’Art. 21 della Costituzione e il diritto dei cittadini ad una informazione libera, pluralista e imparziale: tutti hanno diritto ad essere informati.

Ma oggi in Italia i giornalisti collaboratori esterni, pagati “a pezzo”, sono il 65% della categoria. Sempre più la dorsale dell'informazione italiana è composta da professionisti non
contrattualizzati, precari, autonomi e freelance che quotidianamente informano i cittadini dai consigli comunali, dalle aule dei tribunali, dalle periferie e dal Parlamento. Giornalisti con la schiena dritta, ma pagati “a pezzo” con compensi quasi sempre ridicoli, imposti da editori-committenti forti, fortissimi; tanto che la possibilità di una “trattativa tra le parti” è del tutto assente: i compensi, spesso avvilenti o inaccettabili, vengono decisi unilateralmente dal datore di lavoro.

IL VOTO: “CONOSCERE, PER DELIBERARE”

Alla base di un voto consapevole ci dev’essere la conoscenza dei problemi e delle proposte, in un'ottica plurale e democratica. Un'informazione libera e indipendente è chiamata a questo, per dare attuazione a quell’idea di Democrazia Costituzionale disegnata dai padri Costituenti. Come disse Luigi Einaudi, il concetto di “conoscere per deliberare” è la base della partecipazione democratica nelle scelte del Paese.

Ma solo giornalisti nelle condizioni di poter contrattare le proprie condizioni di lavoro, ed indipendenti dal punto di vista economico, possono garantire un'informazione accurata, autorevole e senza condizionamenti. Viceversa dei giornalisti sottopagati, sfruttati e ricattabili non possono garantire una cronaca davvero indipendente, né quel diritto di critica vitale per una società civile.

Mutazioni profonde hanno sconvolto il sistema dell'informazione, trasformando sempre più il giornalismo da lavoro dipendente a libera professione.

Lo spostamento verso il lavoro autonomo e precario ha avuto effetti devastanti sui redditi: lo stipendio medio dei giornalisti dipendenti è infatti 5,4 volte superiore a quello degli autonomi
(60.736 euro lordi annui contro 11.241 lordi). 8 autonomi su dieci (l'82,7%) dichiarano redditi inferiori ai 10.000 euro l'anno, mentre il sistema di welfare e diritti, derivante dal contratto
collettivo nazionale Fnsi-Fieg è applicato ad una parte sempre più ristretta della professione: così alla discriminazione reddituale si somma la depauperazione dei diritti e del welfare professionale.

Per tutte queste ragioni, la Commissione Nazionale Lavoro Autonomo FNSI chiede ai candidati e ai gruppi politici che si presentano alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 di impegnarsi su questi temi, per equilibrare il mercato del lavoro del comparto Informazione: 

  • Prioritariamente, il Ministero vigilante dell’Ordine professionale, Dicastero della Giustizia, emani il decreto con i parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti (Legge n. 27 del 24 marzo 2012). Tale decreto permetterebbe inoltre di applicare anche ai giornalisti autonomi il diritto all’equo compenso nei confronti delle Aziende e della Pubblica Amministrazione (cd. “Committenti forti”) ai sensi della legge 172/2017. Questa finora non è applicabile ai giornalisti, mancando i parametri ministeriali di liquidazione dei compensi a cui la legge fa riferimento, e non essendo applicabili per analogia quelli di altre professioni vigilate.
  • Dare conseguentemente attuazione alla legge 233/2012 sull'equo compenso dei giornalisti non dipendenti nelle aziende editoriali, avendo come parametri di riferimento le retribuzioni dei dipendenti (Contratto nazionale di lavoro giornalistico). Tra i compiti, finora inattuati, della Commissione plurilaterale Equo Compenso, ci sono anche quelli di garantire la tracciabilità del lavoro autonomo e di sanzionare eventuali abusi o elusioni, legando le provvidenze pubbliche all'editoria - dirette o indirette - alla qualità del lavoro. Che non deve essere più sottopagato, senza diritti né tutele, come purtroppo avviene oggi.
  • Prevedere strumenti normativi per il monitoraggio del mondo del lavoro dell’Informazione, e interventi che agevolino la stabilizzazione dei giornalisti oggi solo formalmente lavoratori autonomi. Norme che garantiscano pari diritti e adeguate tutele ai lavoratori autonomi: a parità di lavoro devono corrispondere parità di diritti e di salario.
  • Sostenere l’informazione digitale di qualità e il lavoro autorevole e riconoscibile dei giornalisti, su internet e sui social network, per contrastare la diffusione di fake news e la pratica dell’ “hate speech”.

Il testo dell’appello è scaricabile dal sito della Fnsi, al link:
http://www.fnsi.it/stop-ai-giornalisti-autonomi-senza-diritti-e-sottopagati-appello-della-clan-fnsi-ai-candidati-alle-elezioni 

L’appello è sottoscrivibile da candidati e forze politiche del Friuli Venezia Giulia ai contatti:
precari.freelance@assostampafvg.it - info@assostampafvg.it 


Nessun commento:

Posta un commento