03 marzo 2012

QUALCHE CONSIDERAZIONE SULLE ELEZIONI INPGI APPENA CONCLUSE... (di Alessandro Martegani)


Ho atteso, volutamente, la fine del voto per proporre qualche breve considerazione, non tanto sul risultato della consultazione, che peraltro nemmeno conosco al momento, ma sui modi e i toni che hanno contraddistinto i giorni precedenti al voto e quelli della votazione.

Pur consapevole dell’importanza del voto, e delle legittime aspettative dei candidati, sono rimasto sinceramente sconcertato dalla durezza e, in alcuni casi, dal livore che hanno contraddistinto le 
polemiche apparse un po’ su tutti i mezzi di comunicazione della categoria.






Non faccio parte di alcuna corrente nel sindacato, e, fortunatamente visto lo spettacolo degli ultimi giorni, non sono stato né direttamente né indirettamente coinvolto nella consultazione: proprio per questo, a voto concluso, ritengo di poter e dover esprimere un giudizio su quanto letto e sentito negli ultimi giorni.


- so perfettamente che, al contrario delle elezioni politiche, non c’è alcun obbligo di silenzio elettorale per questo tipo di consultazioni, ciò nondimeno ho trovato assolutamente sconvenienti, per non dire scorretti, i continui appelli a urne aperte di candidati e di gruppi organizzati in occasione delle elezioni. La campagna elettorale per l’Inpgi era iniziata da settimane, e c’era tutto il tempo per formarsi un’opinione: inviare liste di candidati e caldi inviti al voto per i propri nomi a consultazione in corso, é inelegante, fa pensare, a torto o a ragione, che i candidati e/o i gruppi che li sostengono siano disposti a tutto pur di raggiungere l’obiettivo, non sembra aver dato molti risultati sul piano dell’affluenza, e soprattutto fa passare in secondo piano i contenuti.

- a questo riguardo, nonostante qualche raro e meritevole tentativo di portare la campagna elettorale sui programmi (oggettivamente non di grande appeal, ma non per questo meno importanti per il futuro di tutti i colleghi), mi sembra che, ancora una volta, siano prevalse le logiche di corrente, di territorio, e di gruppo.


- questa tendenza é stata evidente soprattutto negli ultimi giorni, quando la tensione è aumentata, e i toni della polemica sui social network hanno oltrepassato i limiti della corretta dialettica, esponendo, ancora un volta, la categoria a una pessima figura.


- chiudo con una nota di rammarico, per la mancata presentazione di candidati che rappresentassero, unitariamente, tutti i movimenti di precari e freelance che in questi anni sono nati nel paese. Non ho
intenzione di dare giudizi sulle dinamiche che hanno portato alla presentazione delle candidature, che in parte mi sfuggono non facendo parte di organismi nazionali rilevanti, ma credo di poter dire che, comunque la si guardi, si è persa una grande occasione per dare un segnale di unità dei freelance, e di far pesare la voce di tutti i movimenti del paese all’interno dell’istituto.


Grazie per l’attenzione

Un abbraccio a tutti

Alessandro Martegani

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