13 maggio 2021

AUTONOMI, EQUO COMPENSO, PRECARIETÀ: documento Clan Fnsi (maggio 2021)

LE EMERGENZE CONTRO LA PRECARIETÀ
E A TUTELA DEL LAVORO AUTONOMO GIORNALISTICO

MEMORIA DELLA
COMMISSIONE NAZIONALE LAVORO AUTONOMO
DELLA FNSI

(Roma, 5-6 maggio 2021)

Pubblichiamo di seguito il testo integrale del documento della Clan-Fnsi approvato il 5-6 maggio 2021


La Commissione nazionale lavoro autonomo della FNSI, facendo seguito ad analoghi suoi documenti e prese di posizione, rinnova la propria viva preoccupazione per la deriva dei diritti e del mercato del lavoro nel comparto dell’informazione. E si appella al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Sottosegretario all’Editoria, ai Ministri della Giustizia e del Lavoro e politiche sociali, affinché intervengano con urgenza sulle evidenti storture esistenti nel settore. Storture che ledono il diritto dei cittadini ad un’informazione libera, garantita da giornalisti pienamente indipendenti dal ricatto della precarietà e dalla spasmodica necessità di un lavoro dignitosamente retribuito.


CONTRIBUTI COVID 19

I provvedimenti di sostegno e ristoro in seguito all’emergenza Covid-19 non hanno affatto tenuto conto della specialità della professione giornalistica per quanto riguarda il lavoro autonomo. Prescindendo dall’esiguità dei ristori erogati nel 2020 dal Governo Conte, gran parte del lavoro giornalistico non subordinato viene prestato in regime di cococo ed è rimasto escluso dai contributi corrisposti dal Governo Draghi attraverso il Decreto Sostegni unicamente alle partite IVA. Non è stato previsto, per i giornalisti, l’inserimento tra le altre categorie di lavoratori autonomi senza partita IVA che godono di un contributo.

Chiediamo pertanto al Sottosegretario per l’Editoria di rappresentare nei confronti del Governo la richiesta per l’erogazione di nuovi ristori a fondo perduto a sostegno dei giornalisti non dipendenti, come già corrisposti la scorsa primavera-estate con il “Fondo per il reddito di ultima istanza”, e non limitati ai soli titolari di Partita Iva.

Va anche tenuto conto che il blocco o riduzione di alcune attività produttive per il Covid-19 hanno causato la perdita, o almeno una forte riduzione, delle possibilità di lavoro per i giornalisti lavoratori autonomi nei settori dello spettacolo, cultura, sport, turismo e food, oltre a una riduzione generale delle possibilità di collaborazione, accompagnate spesso da significative riduzioni dei compensi, stabilite unilateralmente dagli editori nella logica dell’emergenza Covid e dei continui tagli ai costi del lavoro senza che queste scelte passino dal confronto con il sindacato o gli stessi lavoratori autonomi.

Si fa anche presente che molti giornalisti autonomi vedranno solo nel 2021 gli effetti più vasti della crisi, in quanto molte associazioni e aziende private hanno deciso lo scorso dicembre, in sede di bilanci consuntivi, i tagli alle spese per le collaborazioni giornalistiche. Pertanto riteniamo opportuno ampliare il riferimento temporale per i calcolo dei cali di fatturato.


SOSTEGNI AL REDDITO

Di fronte alle protratte sofferenze del mercato del lavoro giornalistico, ora inasprite anche dal Covid, sono necessarie politiche continuative di sostegno al reddito dei giornalisti non dipendenti, spesso caratterizzati da discontinuità lavorativa e cali di reddito. 

Si ritiene quindi necessario rivedere ed estendere anche ai lavoratori autonomi degli Ordini professionali norme come la recente legge sull’ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa), varata con la legge di bilancio 2021, ma per ora prevista solo per le Partite Iva della Gestione Separata Inps. 

L’ISCRO è un giusto passo verso un welfare per gli autonomi, ma deve riguardare tutte le categorie, senza esclusioni, estendendone l’accessibilità e portata, anche tenendo conto delle diverse specificità lavorative esistenti tra i differenti Ordini professionali.

Sul complesso di questa situazione sono necessari degli interventi mirati del Governo e delle Istituzioni, anche locali.


L’OCCUPAZIONE PRECARIA

Il livello occupazionale nel settore giornalistico sta diminuendo solo formalmente: la “buona occupazione” viene infatti distrutta in favore di un’occupazione precaria, senza diritti né tutele (cococo e partite Iva spesso monocommittente). Un sistema informativo basato sempre più su dei “braccianti dell’informazione” non va lontano.

Gli editori puntano da un lato a un basso numero di occupati regolari e con contratti depotenziati, e dall’altro a disporre di una vasta forza lavoro di giornalisti lavoratori autonomi da pagare una frazione dei subordinati. 

Occorre mettere al primo posto norme che contrastino il precariato, lo sfruttamento dei cococo e delle false partite Iva che mascherano del lavoro dipendente non riconosciuto come tale e che sottraggono milioni di euro di contributi all’Istituto di previdenza: a dirlo sono i dati delle ispezioni Inpgi soprattutto rispetto a finti cococo che rappresentano lavoratori e lavoratrici impiegati 8, 10, 12 ore al giorno senza diritti né tutele.


OCCUPAZIONE REGOLARE E CONTRASTO ALLA PRECARIETÀ

Chiediamo quindi che tutti gli aiuti pubblici agli editori siano vincolati all’occupazione regolare. Ogni sostegno, diretto o indiretto, dev’essere condizionato alla tenuta dell’occupazione e al contrasto del precariato: non si devono utilizzare aiuti pubblici per distruggere l’occupazione regolare e incrementare il lavoro precario e non tutelato.

Va favorita con opportuni provvedimenti l’emersione dal “falso lavoro autonomo” di molti collaboratori, e l’inclusione nei Contratti collettivi da dipendenti di almeno i cosiddetti “collaboratori strategici” delle testate.


TUTELA DEL LAVORO AUTONOMO

Va parallelamente attuata una decisa tutela del lavoro autonomo - sia di quello per scelta, che di quello in attesa di stabilizzazioni contrattuali - tramite la doverosa attuazione delle vigenti disposizioni, inapplicate dal 2012:

COMPENSI DEGLI ISCRITTI ALL’ORDINE DEI GIORNALISTI

1) Compensi minimi dignitosi per le collaborazioni giornalistiche autonome, anche occasionali e non entro le redazioni, tramite: 

a) Immediata emanazione da parte del Ministero della Giustizia dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi dei giornalisti ex L. 27/2012, unica categoria professionale per la quale non sono mai stati emanati, e non essendo applicabili per analogia quelli di altre professioni

b) Conseguente attuazione anche per i giornalisti del principio della legge sull’equità retributiva ex L. 172/2017

COMPENSI DEI COLLABORATORI DELLE REDAZIONI

2) equo compenso per i collaboratori delle redazioni (con coerenza tra subordinati e autonomi nelle singole testate), tramite:

c) Corretta identificazione dei parametri dell’equo compenso per i giornalisti non dipendenti ex L. 233/2012, e conseguente sua attuazione, fino ad oggi bloccata, in violazione della legge stessa e dell’art. 36 della Costituzione.


RIFORMA DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI
E DELL’ACCESSO ALLA PROFESSIONE 

Infine: come già segnalato da tempo anche dalla Clan-Fnsi, l'attività giornalistica, assieme alle sue tecnologie, i contesti sociali e di mercato, è radicalmente mutata dagli anni '70 - '80, al punto di risultare oggi inadeguati, od obsoleti, molti degli attuali strumenti concettuali, normativi e di governo della professione, legati ad altri momenti storici.

Oggi è necessaria una radicale riforma della professione, delle sue norme e istituti, per renderli rispondenti alle esigenze e ai problemi della realtà attuale. Comprese le norme di funzionamento e i compiti dell’Ordine dei giornalisti, risalenti a un impianto di un oramai lontano e non più attuale 1963.

Non basta la già attuata riforma del numero dei componenti del Consiglio nazionale e dei Consigli di disciplina: occorre anche tenere conto che nel giornalismo la maggior parte dei rapporti di lavoro e è sarà di natura autonoma, e ciò per volontà degli editori.

A nostro avviso vanno quindi riformate le norme di iscrizione all’Ordine, nella logica che “giornalista è chi esercita effettivamente la professione", adeguando una legge istitutiva di quasi 60 anni fa, oramai inadeguata alla realtà attuale dei circuiti dell’informazione e del mercato del lavoro.

In questo senso va anche affrontato il tema dei circa 50.000 su 110.000 iscritti all’Ordine che non hanno alcuna posizione contributiva Inpgi: dei “fantasmi”, che o sono giornalisti inquadrati con altri contratti e presso altre Casse, a danno dell’Inpgi, o che apparentemente non hanno mai esercitato la professione, e quindi non si capisce a quale titolo risultino ancora iscritti all’Ordine.

Ma, al fine di giungere a una riforma ragionata e di ampio respiro, questa andrà elaborata ed attuata in sinergia con gli organismi di rappresentanza dei giornalisti, per quanto di rispettiva competenza, confrontandosi su problemi, esperienze e proposte già disponibili, e non con provvedimenti calati dall’alto senza alcun coinvolgimento di merito della professione.

Questi i temi che come Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi ci sentiamo di avanzare con forza, rendendoci disponibili, per quanto di nostra competenza, alla più ampia collaborazione.

Fonte: sito web Fnsi (sezione Lavoro autonomo) - Qui il documento scaricabile 

Qui >> tutte le informazioni << sulla
Tele-assemblea regionale dei
giornalisti lavoratori autonomi

del Friuli Venezia Giulia
>> On line il 24 giugno 2021 <<
ore 20.30-22.30 ca. 

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