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21 gennaio 2011

CONTRO AL CHIUSURA EDIZIONE GORIZIA MESSAGGERO VENETO, TUTELA DEI COLLABORATORI

Inoltriamo per conoscenza a tutti i colleghi precari e freelance il comunicato stampa diramato stamattina dall'Assostampa Friuli Venezia Giulia contro la chiusura dell'edizione goriziana del Messaggero Veneto, e a tutela dei suoi collaboratori precari.

Raccomandiamo vivamente quanti intendessero tutelarsi per via legale di farlo in raccordo con l'Assostampa. Ricordiamo anche la scadenza del 23 gennaio p.v. per l'invio delle raccomandate di contestazione per i contratti a termine o da precari, come dalla recente legge sul c.d. "collegato lavoro" (v. info su http://www.fnsi.it/ e sulle nostre precedenti circolari)

L'Assostampa, i suoi fiduciari provinciali e il Coordinamento precari e freelance sono a disposizione per eventuali chiarimenti o necessità

Maurizio Bekar
vicesegretario Assostampa FVG

(segue testo del comunicato odierno dell'Assostampa FVG)

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Federazione Nazionale della Stampa Italia
Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia

L'Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani, ribadisce la propria ferma contrarietà alla chiusura dell'edizione goriziana del Messaggero Veneto e si unisce all'appello (vedi agenzie allegate) rivolto dalla politica isontina e regionale all'Editoriale Fvg, Gruppo Espresso Repubblica, perchè tale decisione venga rivista.

Il piano di risparmi avviato dall'azienda in concomitanza con l'imminente passaggio al tabloid del Messaggero Veneto di Udine e del Piccolo di Trieste, e dell'unificazione della fase di stampa nel nuovo stabilimento di Gorizia, non può finire per penalizzare proprio la comunità isontina.

Inoltre, il prospettato taglio di sei redattori per ognuno dei due quotidiani non sembra al sindacato il modo migliore per un rilancio delle due testate, entrambe leader nelle rispettive aree di diffusione. Ancora una volta si investe solo sulle macchine, si indeboliscono le redazioni, pensando forse che il cambio di formato, grafica e sistema editoriale sia da solo sufficiente a rafforzare i due giornali.

L’edizione di Gorizia è per il Messaggero Veneto presenza qualificante, una voce importante che da oltre cinquant’anni contribuisce al pluralismo dell'informazione in un'area particolare della regione.

L'appello del sindacato è volto anche a tutelare i tanti collaboratori goriziani e isontini della testata, vero anello debole della catena, che dopo anni di sacrifici rimarrebbero senza lavoro.

Segnaliamo fra l'altro all'editore che, se anche solo una parte dei collaboratori storici del giornale (persone che arrivavano a scrivere anche 1500/2000 articoli all'anno...) fosse costretta a tutelarsi in altra sede, e in quella sede vedesse riconosciute le proprie ragioni, il piano di risparmi fin qui architettato verrebbe di fatto annullato. Il buon senso dovrebbe dunque portare tutti a valutare meglio la complessa questione.

EDITORIA: SERRACCHIANI, RESTI MESSAGGERO VENETO A GORIZIA LETTERA EUROPARLAMENTARE A DE BENEDETTI
(ANSA) - TRIESTE, 19 GEN

Per l'europarlamentare del Pd Debora Serracchiani la soppressione dell'edizione di Gorizia del Messaggero Veneto «significherebbe la scomparsa di un'altra voce dall'offerta giornalistica nel Friuli Venezia Giulia, che non può permettersi di vedere ristretto il pluralismo dell'informazione».
Lo scrive in una lettera inviata al presidente del Gruppo editoriale L'Espresso SpA, Carlo De Benedetti, «raccogliendo e interpretando - sottolinea - le pressanti istanze che giungono dal territorio della regione, e particolarmente dalla provincia di Gorizia». Dopo aver ricordato che «le istituzioni locali si sono mobilitate con ordini del giorno approvati all'unanimità dal Consiglio provinciale e comunale, e attraverso una lettera all'a.d. e alla direzione, sottoscritta dal presidente della Provincia e da tutti i sindaci dell'Isontino», Serracchiani sottolinea che «l'edizione di Gorizia del Messaggero Veneto rappresenta una preziosa e storica risorsa per la comunità isontina, distinguendosi da sempre per attendibilità, autorevolezza e completezza dell'informazione». L'ipotesi di mantenere un 'presidio’ a Gorizia con tre giornalisti, secondo Serracchiani «rappresenterebbe solo l'anticamera della chiusura definitiva e completa del giornale a Gorizia nel momento in cui l'inevitabile crollo delle vendite non ne giustificherebbe più l'esistenza».

GIORNALI: PICCOLO E MESSAGGERO VENETO, PDL FVG CONVOCA TAVOLO = (AGI) - Trieste, 17 gen.

«La possibilità che vengano chiuse e ridimensionate le redazioni a Gorizia de Il Piccolo di Trieste e del Messaggero Veneto di Udine rappresenta un grave impoverimento dell'informazione ai cittadini di tutta l'area isontina, e non soltanto del capoluogo. Per scongiurare questo scenario serve l'impegno effettivo e concreto di tutti e non roboanti interrogazioni alla Giunta». Ad affermarlo è il consigliere regionale del Pdl Gaetano Valenti, che ha invitato colleghi e soggetti interessati a un apposito incontro. «Alla luce dell'allarme lanciato dalla Federazione nazionale della stampa, dal presidente della Provincia di Gorizia e dai sindaci del territorio - annota Valenti - ho ritenuto opportuno individuare dei percorsi condivisi per trovare una soluzione alla questione. Oltre a un impoverimento inopportuno, questi tagli si rifletteranno anche sui livelli occupazionali delle testate, che rischiano di subire riduzioni di giornalisti. Per questo ho proposto una riunione giovedì prossimo (20 gennaio) nella sede della Regione a Gorizia, che sta ottenendo un'ottima adesione». «Credo sia importante fare fronte comune per evitare che vengano meno queste voci storiche dell'Isontino. Meno informazione, infatti - conclude il consigliere - significa meno democrazia».

31 agosto 2009

PARLAMENTARI RISPONDONO AD APPELLO SU PRECARIATO GIORNALISTICO

Associazione della Stampa del Friuli Venezia Giulia


COMUNICATO STAMPA


L'europarlamentare Debora Serracchiani e i parlamentari Ettore Rosato e Ferruccio Saro hanno risposto alla lettera/appello che l'Assostampa Fvg e il Coordinamento Giornalisti Precari Fvg hanno inviato nelle settimane scorse a esponenti del mondo istituzionale e sindacale del Friuli Venezia Giulia sul tema sempre più scottante del precariato giornalistico, vero anello debole della catena in questo momento di crisi del settore dell'editoria.

"La tempesta, grave e dolorosa, che sta scuotendo il mondo dell'informazione in questi giorni - scrive Debora Serracchiani (Pd) - sembra giungere quasi a proposito per rendere meno percepibile la situazione di quanti con il loro lavoro, troppo spesso poco visibile e poco pagato, rendono possibile la circolazione delle notizie e quindi la libera formazione delle opinioni. Penso non solo ai moltissimi giornalisti che, in una forma o nell'altra, sono a rischio di perdere il loro posto di lavoro, ma anche a coloro, e sono ancor di più, i quali hanno lavorato o lavorano precariamente o con contratti di collaborazione: sono il silenzioso esercito dell'informazione che assicura a tutti noi un pluralismo di voci sempre più a rischio. Pesa ancora la memoria recente del declassamento dell'Italia a Paese, unico in Europa, in cui la libertà di stampa è parziale. Perciò, proprio mentre l'attenzione dei mezzi di informazione si appunta sulle sofferenze e sulle rivendicazioni dei lavoratori del settore pubblico e privato colpiti dagli effetti della crisi economica, credo sia doveroso restituire loro quell'attenzione. Ringrazio il presidente Muscatello che ha avuto l'iniziativa di coinvolgere la politica richiamandola così al suo dovere di dare voce a tutti, e mi metto da subito a disposizione di ogni iniziativa che le rappresentanze dei giornalisti vorranno intraprendere a difesa dei posti di lavoro e di eque retribuzioni".

Ettore Rosato (Pd): "Su un tessuto del sistema informativo che in Italia già si presenta piuttosto debole e a rischio di interferenze i contraccolpi della crisi economica possono avere degli effetti estremamente gravi. I pesanti tagli di giornalisti cui sta andando incontro l'editoria, e che sembrano annunciarsi pericolosamente anche per le agenzie di stampa, non rappresentano solo un problema occupazionale ma toccano il cuore degli equilibri nel bilanciamento dei poteri nel nostro Paese. Sotto gli occhi di tutti, si sta verificando una progressiva riduzione dei margini del diritto dei cittadini a essere informati, mentre al tempo stesso la stampa viene privata dei mezzi per adempiere al suo dovere di informare. Le prime vittime sono i giornalisti collaboratori che, già tradizionalmente sottoposti a vincoli contrattuali non corrispondenti alla professionalità espressa, ora si vedono ulteriormente colpiti, in modo unilaterale e inappellabile. Chiunque abbia a cuore la libertà e la democrazia deve interrogarsi sull'inevitabile inaridimento del flusso delle notizie che deriverà dai tagli occupazionali e dallo strangolamento delle collaborazioni. Convinto che il dramma degli esuberi e del precariato dei giornalisti non debba avere colore di partito, voglio assicurare una piena e solidale vicinanza alle gravi preoccupazioni espresse dall'Assostampa Fvg".

Scrive invece il senatore del Pdl Ferruccio Saro : "Fermare la corsa al ribasso dei prezzi praticati per i servizi dei giornalisti collaboratori delle testate; invertire la tendenza in atto che squalifica, economicamente e moralmente, l'operato della forza-lavoro indispensabile per qualsiasi organo d'informazione; valorizzare e tutelare effettivamente le prestazioni rese dai precari e dai free-lance. Sono inaccettabili i prezzi praticati per un servizio e un "pezzo" giornalistici, tariffe al di sotto di qualsiasi buon senso che demotivano la categoria, impoveriscono l'informazione e non consentono spesso di far emergere la verità delle notizie. Mi faccio carico di studiare tutte le strade possibili per dare dignità al lavoro dei tanti collaboratori e precari, sia raggiungendo, con l?intervento sindacale, l'accordo per tariffe accettabili e non più ridicole, sia sostenendo le iniziative per tutelare, legalmente, i precari e i free lance privi dell'appoggio legale, in caso di denunce per diffamazione. E' necessario pensare a una legge, nazionale ma anche regionale, attraverso cui raggiungere l'obiettivo di aumentare, per dettato normativo, le retribuzioni, assicurare maggiori diritti e tutelare, economicamente e legalmente, l'esercito dei collaboratori e dei precari che non sono in grado di far fronte alle spese vive del loro lavoro, pagato in maniera ridicola, e di certo non possono essere motivati a continuare un lavoro che non "rende", è in perdita, e per di più è rischioso se viene svolto con coscienza e responsabilità. In un periodo in cui si parla sempre di qualità dell'informazione, suona come un controsenso abbassare in maniera arbitraria i compensi, tagliare le risorse per i collaboratori e ridurre le chiamate dei collaboratori esterni su cui, di fatto, stanno ricadendo le conseguenze dei tagli. Sono convinto che dal Friuli Venezia Giulia, terra sempre attenta ai diritti, alla verità, e alla coerenza delle azioni, debba partire l'azione per ricostruire il tessuto fondante di un'informazione davvero di qualità che non può prescindere dalla salvaguardia della risorsa costituita dai collaboratori e dai tanti, troppi, precari che vivono con angoscia le chiamate a termine. Credo che far finta di non vedere il baratro, adottando la strategia del silenzio, equivalga a sferrare un attacco contro l'informazione; credo altresì che tappare la bocca a quanti denunciano questa situazione richieda una seria controinformazione che faccia emergere la verità sullo stato delle cose".