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18 novembre 2022

EQUO COMPENSO - Tar respinge ricorso: giornalisti autonomi ancora senza tariffe

I giornalisti autonomi restano senza tariffe minime certe
che sarebbero da ricavare per analogia da quelle di altre professioni


GRAVE SENTENZA DEL TAR DEL LAZIO
Respinto il ricorso di Assostampa Sicilia e Stampa Romana
I giornalisti autonomi restano ancora senza le tariffe minime e certe
previste dalla legge 27/2012
Che andrebbero - secondo la sentenza - ricavate da quelle
delle altre professioni
(cosa però impraticabile, date le differenti tipologie di lavoro)

Di seguito il comunicato congiunto di
Assostampa Sicilia e Stampa Romana
e in allegato la sentenza del Tar

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso sui parametri giudiziali sull’equo compenso presentato dall’Associazione Stampa Romana e da Assostampa Sicilia sulla mancata emanazione per i giornalisti dei parametri ministeriali di cui alla legge 27/2012, che sono equo compenso minimo secondo la legge 172/2017.

I giudici amministrativi del Tar Lazio non riconoscono un vuoto normativo sulla materia, poiché con il decreto 140/2012 il ministero di Giustizia ha stabilito che i compensi dei giornalisti devono essere desunti dai giudici ordinari per analogia da quelli delle altre professioni, nel caso di controversie che riguardano il diritto ad un giusto compenso da parte delle colleghe e dei colleghi freelance.

Le assostampa hanno contestato nel ricorso come sia palesemente impossibile ricavare per analogia le tariffe di un videoreporter da quelle di un commercialista, notaio o ingegnere.

Ci si chiede qual è la logica secondo cui il ministero abbia deciso, per esempio, di emanare dettagliatissime tabelle per gli avvocati e stabilire che quelle dei giornalisti debbano essere ricavate per analogia dalle loro, e non il contrario.

Le associazioni, rammaricandosi dell’esito del ricorso, invitano alla mobilitazione sindacale per aprire con i nuovi vertici di via Arenula un'interlocuzione che porti alla chiara definizione dei valori delle prestazioni dei lavoratori non dipendenti, in linea con quanto ottenuto dalle altre professioni ordinistiche. 

Essendo i “parametri ministeriali” equo compenso minimo dall’entrata in vigore della legge 172/2017, come avviene per gli altri ordini professionali debbono potere essere disponibili, consultabili e facilmente utilizzati come tali ex ante e non attraverso un’interpretazione ex post, caso per caso, analogica e non univoca, da ottenere in sede giudiziaria. Un’evidente discriminazione in atto contro la professione giornalistica.

>> Qui la sentenza del Tar <<

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Restiamo in contatto:
precari.freelance@assostampafvg.it

Vedi anche il nostro blog:
http://freelancefvg.blogspot.it

25 settembre 2017

PROFESSIONE AUTONOMI: I DIRITTI E IL GIORNALISMO

Martedì 26 settembre 2017 
tavola rotonda a Stampa Romana
(Con diretta Facebook aperta a tutti, ore 10-16.30)



Il punto sulla situazione del lavoro non dipendente dopo l'approvazione dello 'Statuto del lavoro autonomo'. Presenti, tra gli altri, il presidente e il coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, Mattia Motta e Maurizio Bekar

L’Associazione Stampa Romana organizza, martedì 26 settembre dalle 9.30 alle 16.30, una tavola rotonda tra politica, sindacati, associazioni e lavoratori autonomi per fare un punto sulla situazione del lavoro non dipendente dopo l’approvazione dello “Statuto del lavoro autonomo”. L’incontro si svolge nella sala conferenze di piazza della Torretta, 36 a Roma.

«Vogliamo così riportare l’attenzione – sostiene la segreteria di Stampa Romana – su un provvedimento che ha introdotto alcune norme a tutela dei lavoratori autonomi ed evidenziare la condizione della maggioranza dei nostri colleghi giornalisti a partita Iva e del lavoro autonomo professionale e ordinistico solo molto parzialmente interessato dalle norme contenute nel provvedimento».

L’incontro verterà intorno ad una serie di domande: Quale futuro aspetta questa forza lavoro? Cosa accade all’organizzazione del lavoro giornalistico con una produzione sempre più esternalizzata? Cosa accade all’equo compenso? Quali diritti sindacali e ordinistici possono chiedere i colleghi? Quali servizi offrono i corpi intermedi e territoriali, dalla Regione Lazio alle organizzazioni professionali? Quali servizi Stampa Romana sta offrendo ai lavoratori autonomi?

Alla tavola rotonda parteciperanno: Cesare Damiano (presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati); Maurizio Sacconi (presidente della commissione Lavoro del Senato della Repubblica); Andrea Mandelli (Forza Italia, vice presidente 5a commissione permanente Bilancio del Senato), Lucia Valente (assessore al Lavoro della Regione Lazio); Tiziana Ciprini e Claudio Cominardi (Movimento 5 Stelle); Chiara Gribaudo (Partito Democratico); Claudio Riccio (Sinistra Italiana); Francesca Pesce (Acta – Associazione dei freelance); Andrea Dili (Confprofessioni Lazio); Cosimo Matteucci (Mga – Mobilitazione generale degli avvocati); Francesco Raparelli (Clap – Camere del lavoro autonomo e precario); Chiara Faini (Smart Italia); Christian Perniciano (Cgil, Consulta del lavoro professionale); Mattia Motta (Fnsi – Federazione Nazionale della Stampa Italiana); Maurizio Bekar (Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi);  Nicola Chiarini e Massimo Marciano (Comitato amministratore Gestione previdenziale separata Inpgi), Virginia Alimenti (Consulente finanziamenti europei per Stampa Romana), Giorgio Poidomani (Consulente progetti editoriali per Stampa Romana); Gianni Giacobelli (Fisco online); Lazzaro Pappagallo (segretario Stampa Romana); Monica Soldano (segreteria Stampa Romana); Roberto Ciccarelli (segreteria Stampa Romana).


Il programma della giornata:

10.00 – Associazioni, politici e sindacati del lavoro autonomo a confronto sullo “Statuto del lavoro autonomo”. Coordina Roberto Ciccarelli.
12.00 – Le politiche della Regione Lazio sul lavoro autonomo. Incontro con l’assessora al Lavoro della Regione Lazio Lucia Valente. Coordina Monica Soldano.
12.30 – Lo statuto del lavoro autonomo e le libere professioni. Quale rapporto, quale futuro? Intervista a Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato. Coordina Roberto Ciccarelli.
13.00 – Break.
14.00 – Il futuro delle politiche per il lavoro autonomo in Italia. Incontro con i parlamentari e i politici. Coordinano Roberto Ciccarelli e Maurizio Bekar.
15.00 – I diritti dei lavoratori autonomi. Intervista a Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera. Coordina Roberto Ciccarelli.
15.30 – Il lavoro autonomo nel giornalismo italiano: le politiche degli enti di categoria. Coordina Maurizio Bekar.
16.00 – I servizi di Stampa Romana per i giornalisti lavoratori autonomi. Coordina Monica Soldano con Virginia Alimenti, Giorgio Poidomani e Gianni Giacobelli.

Diretta Facebook sulla pagina di Stampa Romana: www.facebook.com/StampaRomana/

(Fonti: Stampa Romana, Fnsi)

23 ottobre 2014

IL REFERENDUM FNSI SUL CONTRATTO E' FALLITO

Ma a Roma tra i votanti hanno stravinto i "No"



863 votanti (pari al 2,48%) su 34.751 aventi diritto: il referendum consultivo nazionale della Fnsi sul nuovo contratto è così risultato nullo, per non raggiungimento del quorum di affluenza del 50%+1. Conseguentemente, ai sensi del (peraltro molto contestato) regolamento del referendum, non sì è nemmeno proceduto allo spoglio dei voti raccolti. 

Per un raffronto: al referendum sul contratto del 2009 gli aventi diritto al voto erano 34.115, e allora si registrarono 3.329 votanti, pari al 9.8% (dati Fnsi 2009)

Da evidenziare anche che quest'anno Stampa Romana, a un suo referendum consultivo regionale organizzato parallelamente a quello nazionale (ma in questo caso senza quorum e con lo spoglio garantito), ha raccolto più votanti (1082) che l'Fnsi in tutta Italia (863 voti). Nel Lazio la percentuale dei "NO" al nuovo contratto è poi risultata essere il 92%. 
Da notare anche che i voti del Lazio sul referendum Fnsi (427) rappresentano da soli la metà di quelli raccolti in tutta Italia (863). 

Vale poi la pena ricordare che i diffusi malumori per le modalità di convocazione del referendum nazionale hanno trovato espressione in alcune prese di posizione pubbliche prima del voto. Oltre a quelle di Stampa Romana, ci sono stati anche due documenti molto critici delle Assostampa FVG e della Toscana, che avevano definito “inutile” un referendum convocato con tali modalità. 

Da ricordare infine un appello promosso a livello nazionale da alcuni freelance della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, assieme ad altri freelance (diversi dei quali del FVG) e contrattualizzati, che invitavano all'astensione dal voto al referendum nazionale, e di votare "NO" al solo referendum del Lazio (dov'era invece stato garantito lo scrutinio dei voti):

>> https://www.facebook.com/notes/giornalisti-freelance-httpfreelance20ningcom/giornalisti-no-a-questo-contratto-no-a-questo-referendum-votate-solo-nel-lazio-c/10152737160679904

Rilanciamo di seguito il comunicato diramato dall'Assostampa FVG, e il verbale della Fnsi con il numero dei voti raccolti, suddivisi per regione. 

La prossima scadenza di rinnovo contrattuale cadrà nel marzo 2016. Bisognerà riparlarne per tempo. E su basi e con metodi diversi da quelli che abbiamo visto questa volta.


  
Di seguito il comunicato dell'Assostampa Fvg:

Si è svolto a Roma il "non scrutinio" del "non referendum" sul contratto di lavoro firmato tre mesi fa, svoltosi nello scorso fine settimana in tutta Italia. Solo 863 votanti su 34.751 aventi diritto, ovvero il 2,4%, ancor meno delle percentuali già basse registrate in precedenti consultazioni di categoria. 

Nessun scrutinio, dunque, essendo rimasto lontanissimo l'impossibile quorum del 50% più uno degli aventi diritto. Un dato inequivocabile, che dimostra come i colleghi - stanchi e stufi ma non fessi - non siano più disponibili a farsi coinvolgere e perdere tempo in iniziative simili. 

Nel Friuli Venezia Giulia - un solo votante su 894 aventi diritto, ha fatto meglio solo la Calabria, con nessun votante - l'Assostampa regionale ha deciso di devolvere al Fondo Cigana, che da anni aiuta i colleghi precari nelle vertenze, i soldi risparmiati riducendo al minimo gli sprechi, allestendo - come il regolamento permetteva - un solo seggio centrale a Trieste.

Ma ecco il comunicato della Fnsi.

Si è riunita ieri, martedì 30 settembre 2014, nella sede della Fnsi, la commissione elettorale centrale per il referendum indetto dalla Federazione della stampa sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro Fieg-Fnsi 2013-2016.
Erano presenti i colleghi Giovanni Rossi (Presidente) Carlo Maria Parisi, Giovanni Rossi (Sigim) e Lucia Visca, assistiti dal direttore, Giancarlo Tartaglia.
La commissione ha constatato il mancato raggiungimento del quorum fissato nella delibera assunta dalla Giunta Esecutiva federale con la consulta delle AA.RR.SS. il 24 luglio 2014. Pertanto la commissione non ha proceduto allo scrutinio delle schede. 

Ecco nel dettaglio la partecipazione al voto:

                                       aventi diritto al voto



       votanti
Marche
    714
5

Valle d’Aosta
    148
10

Puglia
    850
5

Emilia Romagna
 2.158
27

Trentino-Alto Adige
    824
32

Sardegna
    646
9

Molise
      81
3

Toscana
1.864
9

Liguria
   923
49

Lombardia
9.384
35

Sicilia
1.234
50

Umbria
   525
12

Abruzzo
   490
15

Basilicata
   238
22

Calabria
   531
0

Lazio
7.715
427

Piemonte
1.920
98

Friuli-Venezia Giulia
   894
1

Veneto
2.119
18

Campania
1.493
36

TOTALE 
34.751 
863 








21 settembre 2010

SELEZIONI TGR RAI: INSODDISFAZIONE DEL COORDINAMENTO PRECARI FVG

SELEZIONI TGR RAI PER GIORNALISTI:


INSODDISFAZIONE DEL COORDINAMENTO PRECARI E FREELANCE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA:


UN PICCOLO PASSO IN AVANTI, MA SELEZIONE DISCRIMINATORIA E CONTRARIA ALLE NORMATIVE




Un piccolo passo in avanti, ma totalmente insufficiente, e fra l'altro anche contrario alle normative.

Il Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia conferma la propria totale insoddisfazione per i criteri della selezione di giornalisti annunciata dalla Rai dopo un accordo raggiunto con l’Usigrai lo scorso luglio.

La selezione, necessaria per coprire carenze di organico che mettono a rischio la stessa sopravvivenza di molti programmi d’informazione nelle sedi regionali della Rai, è stata riservata ai colleghi, iscritti all’elenco dei professionisti, in possesso di una laurea specialistica, di vecchio ordinamento o di un diploma di una scuola di giornalismo, e con un’età non superiore ai 36 anni al luglio scorso.

Come se non bastasse, per partecipare, è necessario essere residenti nella regione della redazione in cui si presenta la domanda, e, non essendo prevista una selezione in Lazio, sono dunque stati esclusi tutti i colleghi che risiedono in una delle aree con la maggior concentrazione di giornalisti.

Si tratta di parametri strettissimi, che hanno permesso solo a pochi candidati di completare e inviare il form on line predisposto sul sito della Rai, ed escluso molti colleghi a prescindere dalla professionalità o dalla capacità.

È necessario sottolineare che la selezione non assicura un posto di lavoro: i selezionati non avranno alcun contratto garantito, ma, dopo varie prove, saranno semplicemente inseriti una lista, da cui le redazioni potranno attingere per le sostituzioni con contratti a tempo determinato. Nonostante questo sono stati esclusi tutti i non laureati al di sopra del 36 anni !

Si tratta comunque di un passo in avanti rispetto ai precedenti parametri di selezione (30 anni e laurea con 110), e va detto che, in assenza di un accordo, si riaprirebbe la porta ad un sistema di chiamate discrezionali da parte della direzione, con logiche ancor più inique. Ma a nostro parere questa non è una giustificazione sufficiente.

Quelle previste dall’accordo sono condizioni che riteniamo assolutamente ingiustificate, incomprensibili (segnalate anche da un articolo molto critico di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera del 20 settembre), ma risultano anche contrarie a precise norme di legge.

I legali contattati dall’Associazione Stampa Romana, e anche dal Coordinamento precari e freelance del Friuli Venezia Giulia, hanno confermato che il limite dell’età è discriminatorio, e contrario alle normative europee regolarmente applicate anche in Italia. Lo stesso può dirsi per il limite legato alla residenza dei candidati.

Qui non si tratta solo di un disaccordo, manifestato in tutta Italia da moltissimi colleghi che si sono sentiti ingiustamente esclusi, ma anche di una violazione delle normative sulle selezioni di personale per le aziende pubbliche e private: quel testo pone limiti che sono illegittimi!

Tutto questo poi, accade proprio in una selezione della Rai, un’azienda a capitale pubblico, finanziata in gran parte dalle risorse dei cittadini, che dovrebbe avere una maggiore attenzione al rispetto dell’equità, e soprattutto delle normative.

Anche la richiesta della Laurea, accanto all’iscrizione all’elenco professionisti, ci lascia sinceramente perplessi: nessuno si sogna di sottovalutare l’importanza della preparazione accademica, ma non si capisce perché, se l’Ordine dei giornalisti ritiene si possa fare il giornalista professionista senza la laurea, la stessa cosa non valga per accedere ad una selezione della Rai.

Come ha evidenziato Gian Antonio Stella nel suo articolo, questo principio “consentirebbe di assumere ingegneri nucleari, veterinari, agronomi e architetti paesaggisti, ma taglierebbe fuori fuoriclasse quali Giorgio Bocca, Enzo Biagi o Oriana Fallaci (…), o un professionista coi fiocchi e libero quale Enrico Mentana.”

Viste le violazioni di legge sono naturalmente possibili ricorsi all’autorità giudiziaria da parte di chi sentisse lesi i propri diritti: l'Associazione Stampa Romana si sta già movendo in questo senso, e l’Assostampa e il Coordinamento del Friuli Venezia Giulia sono disponibili a fornire ogni informazione ed orientamento ai colleghi che decidessero di intraprendere questa strada.

A nostro avviso però, è soprattutto necessaria un’azione immediata e decisa da parte della FNSI, per evidenziare a livello nazionale i punti critici del testo, ottenere una correzione e una linea di condotta per il futuro, e per consentire ai colleghi precari e freelance di accedere alla selezione, e alla Rai di disporre di un maggior numero di professionalità.

È nostra intenzione portare la questione all’attenzione degli altri Coordinamenti di precari e freelance esistenti in Italia, e alla Commissione Nazionale sul Lavoro Autonomo dell’FNSI, per giungere ad una posizione unitaria e nazionale dei precari e dei freelance su questa vicenda.



Il Coordinamento Giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia

documento allegato:
com_selezioni_RAI_TGR_agosto2010.pdf