24 maggio 2010

COMMENTO ALLE ELEZIONI DELL'ORDINE DEL FVG (di Bekar, Dolhar, Martegani)

Cari colleghi,

come avrete saputo nessuno dei tre candidati da noi proposti per le elezioni dell’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia (Luciano Ceschia per i professionisti, Patrizia Artico ed Elena Clescovich per i pubblicisti) è stato eletto: il risultato ottenuto, solo una ventina di voti per ogni candidato su un totale di 191 votanti fra i pubblicisti e 143 per i professionisti, contro le più di settanta preferenze ottenute dall’ultimo degli eletti, non lascia molto spazio alle interpretazioni.

Ci sentiamo però in dovere di fare almeno qualche riflessione. La prima riguarda lo spirito con cui avevamo deciso di proporre tre nomi per il Consiglio regionale dell’Ordine: non c’era alcuna intenzione di andare allo scontro con il Consiglio uscente e appena riconfermato (a cui facciamo i migliori auguri per il prossimo mandato e offriamo fin d’ora tutta la collaborazione possibile in una fase molto delicata per il futuro dell’Ordine), ma solo la convinzione che fosse necessario avere qualche punto di riferimento all’interno dell’Ordine per i precari e i freelance.

La presentazione di candidati da parte delle organizzazioni dei precari, e del sindacato dei giornalisti fra l’altro è avvenuta anche in molte altre regioni (nella maggioranza dei casi con esiti positivi), a riprova che si trattava di un’esigenza avvertita un po’ in tutto il paese.

Una convinzione che però, evidentemente, non è condivisa dalla stragrande maggioranza dei precari e dei freelance del Friuli Venezia Giulia, che hanno disertato le urne e comunque hanno deciso di non appoggiare le candidature del Coordinamento. I numeri parlano chiaro: gli aventi diritto al voto sono 1790 fra i pubblicisti e 556 fra i professionisti, e, visto il numero dei votanti, ha votato poco meno del 26 per cento dei professionisti, e addirittura solo il 10,7 per cento dei pubblicisti.

Non si tratta di una situazione nuova, ma sinceramente la proporzione del risultato ci ha colto di sorpresa: in un anno di lavoro e incontri con i colleghi sul territorio uno dei primi dei problemi sollevati, forse il primo, è sempre stato quello della distanza delle organizzazioni della categoria dalle esigenze dei precari e dei freelance. L’idea di proporre i candidati era nata proprio da questa considerazione

Prendiamo atto del risultato, ricordando però che, se non si colgono le opportunità di decidere e di scegliere che un sistema, sia pur imperfetto, ci offre poi è necessario accettare le decisioni degli altri, ma soprattutto doveroso evitare di lamentarsi se il Sindacato o l’Ordine non sono vicini o non comprendono le nostre esigenze. Perfino la contrarietà alla stessa esistenza di un ordine professionale (opinione diffusa fra i colleghi), a nostro modo di vedere non è una giustificazione per l’astensione: finché l’Ordine c’è, e regolamenta la nostra professione, è un dovere, più che un diritto, esprimere la nostra opinione.

Noi continueremo a lavorare per cercare di trovare se non una via d’uscita, perlomeno un miglioramento delle condizioni di lavoro dei freelance, ma non vi nascondiamo che l’amarezza per il risultato, e soprattutto per la mancata partecipazione dei freelance al voto c’è e ci accompagnerà a lungo.

L’ultimo pensiero va Luciano Ceschia, Patrizia Artico ed Elena Clescovich, tre colleghi che, all’interno e all’esterno del Coordinamento, hanno voluto impegnarsi in prima persona per migliorare la situazione dei precari e dei freelance in Friuli Venezia Giulia, e ai quali vanno tutti i nostri ringraziamenti, la nostra stima e il nostro affetto.

Un abbraccio

Maurizio Bekar, Poljanka Dolhar, Alessandro Martegani
(del Coordinamento giornalisti precari e freelance del FVG)

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