06 gennaio 2012

PUBBLICISTI ABROGATI? NIENTE PANICO, E QUALCHE CONSIGLIO… (di Maurizio Bekar)

Car* collegh*,

in questi giorni siamo sommersi da richieste di chiarimenti e consigli riguardo l'ipotizzata abolizione per legge della figura del pubblicista, con la paventata impossibilità, a partire dal 13 agosto 2012, di continuare (o iniziare) la professione giornalistica come pubblicisti. E altre preoccupazioni stanno sorgendo rispetto all'annunciato obbligo di aprirsi una (peraltro costosissima) assicurazione personale per i rischi professionali.

Inoltre su internet e Facebook girano a riguardo varie note allarmate, arricchite da commenti e suggerimenti pratici, spesso però basati più su impressioni o interpretazioni personali delle norme finora esistenti, che su riferimenti oggettivi ed indiscutibili.

Invitiamo quindi innanzitutto gli colleghi interessati alla calma, non essendoci ancora nulla di certo né di definitivo in termini di legge, se non delle indicazioni di massima, che però ora necessitano di  vari chiarimenti tramite i decreti attuativi, che devono appena venir elaborati.
Va inoltre chiarito che in nessuna parte della "manovra Monti" viene prescritta letteralmente l'abolizione della figura del pubblicista, ma vi è solo un richiamo all'art. 33 comma 5 della Costituzione, il quale stabilisce l'obbligatorietà del superamento di un esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio professionale.

Da questo richiamo, per interpretazione "estensiva", è stato sostenuto che i pubblicisti, che finora non hanno dovuto sostenere alcun esame di Stato, sono destinati alla cancellazione, a meno che non passino all'elenco dei professionisti, superando il relativo esame.

Peraltro altri commentatori fanno osservare che la legge istitutiva dell'Ordine, che istituisce la figura del pubblicista senza la necessità di superare un esame di Stato, è mai stata contestata come in contrasto con il preesistente art. 33 la Costituzione, e che comunque al limite basterebbe istituire un esame anche per i pubblicisti, e non abolirne la figura professionale. 

La situazione attuale dei giornalisti è inoltre resa particolarmente complicata per il fatto che le nuove norme sulla riforma delle professioni sono rivolte indifferentemente a tutti gli Ordini professionali. Ma quello dei giornalisti ha delle sue specificità e diversità rispetto agli altri (in primis l'esistenza delle diverse figure del professionista e del pubblicista, ma anche il fatto che il giornalista solitamente "stacca fattura" non a un cliente "parte debole" da tutelare rispetto al professionista, ma a una casa editrice, cioè a un datore di lavoro "parte forte" da cui casomai doversi difendere ed essere tutelati....).

Tutto ciò rende alcuni aspetti della recente riforma delle professioni oggettivamente di difficile applicazione sic et simpliciter a tutti i giornalisti, se non al costo di sconvolgere l'intera categoria e lo stesso sistema dell'informazione (basti pensare che in Italia su circa 100.000 iscritti all'Ordine dei giornalisti, i pubblicisti sono oltre 70.000)

Va inoltre sottolineato che l'Ordine dei Giornalisti avanzerà delle sue proposte al Governo, con il quale ha già in corso dei colloqui, e che il Consiglio nazionale dell'Ordine, convocato per il 18-20 gennaio, affronterà questo tema specifico.

Pertanto, data la situazione ora oggettivamente incerta e tecnicamente complessa, prima che un iter di proposte dell'Ordine e di decreti attuativi si sia concluso, si è solo nel campo delle ipotesi e delle congetture, ma nulla di più.

Va infine ricordato che nei provvedimenti di legge si prevedono solitamente delle norme transitorie, proprio per affrontare le situazioni già in essere ed i diritti eventualmente già legittimamente acquisiti, che una nuova norma potrebbe mettere in discussione con un suo incostituzionale effetto retroattivo.

Quindi l'intera problematica è ancora aperta, e tutt'altro che definita.


Il consiglio pratico è quindi per ora di procedere come sempre con le proprie attività: se si è già pubblicisti rinnovando da subito l'iscrizione all'Ordine (ma anche al sindacato, ovvio) oppure procedendo nell'iter per l'iscrizione come pubblicista, o quello per il passaggio all'elenco dei professionisti, se già avviati (anche eventualmente tramite il "praticantato freelance", o quello del "riconoscimento d'ufficio", ove possibile). E poi attendere gli eventi e la novità, che nell'arco dei prossimi mesi chiariranno definitivamente lo scenario

Nell'attesa è quindi meglio "capitalizzare" la propria posizione, riconfermando l'iscrizione e/o raggiungendo il titolo a cui si può avere diritto (pubblicista o professionista), piuttosto che "sfilarsi" non iscrivendosi in attesa di chiarimenti, o rinunciando a quei riconoscimenti di ruolo ai quali eventualmente già ora si avrebbe diritto.

A supporto di tutto quanto sopra riportiamo il link a un recente articolo su Repubblica, con brevi interviste ai presidenti di Ordine e Sindacato, Iacopino e Natale:


Ordini, la riforma preoccupa i giornalisti. Odg e Fnsi: "Evitare inutili allarmismi"
>> http://www.repubblica.it/politica/2011/12/31/news/riforma_ordini_professionali-27420576/?mid=56907

Per un'analisi tecnica più dettagliata, rimandiamo invece al comunicato ufficiale del 30 dicembre del Presidente nazionale dell'Ordine, Iacopino:
>> http://precariato.odg.it/pubblicisti-e-riforma-ordine-il-presidente-iacopino-basta-allarmismi

Ricordo inoltre che sulla nostra pagina Facebook (visibile anche ai non iscritti al social network) sono visibili vari articoli e link su questi e altri argomenti ed attività d'interesse per i freelance:
>> http://www.facebook.com/giornalistifreelancefvg

Cordiali saluti e molti auguri a tutt*

Maurizio Bekar
vicesegretario Assostampa FVG
Coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi

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