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29 maggio 2022

EQUO COMPENSO E PRECARIATO, CLAN FNSI: «IL GOVERNO INTERVENGA»

Giulietti: «Serve una grande mobilitazione»

Dall'allarme per i colleghi impegnati in Ucraina, «spesso precari, freelance, senza contratto né assicurazione», all'esigenza di mobilitarsi «contro le storture del sistema informazione, che si regge sempre di più su lavoro povero e senza diritti»: l'appello alle istituzioni è a prendere «adeguate contromisure»
Nelle parole del presidente Fnsi anche il ricordo di Walter Tobagi


«Ci troviamo nella paradossale situazione in cui la politica e le direzioni dei giornali lodano croniste e cronisti impegnati in Ucraina ignorando, o facendo finta di ignorare, che si tratta spesso di colleghi precari, freelance, senza contratto né assicurazione e senza un equo compenso che sia esigibile. Nei momenti di crisi più devastanti, durante la pandemia prima e nel conflitto in Ucraina adesso, l'importanza e la necessità della presenza dei giornalisti in prima linea è chiara a tutti. Il fatto che questi giornalisti siano spesso privi di tutele è una questione che dovrebbe riguardare anche il governo, al quale chiediamo di occuparsi di una tutela pubblica per i cronisti precari impegnati al fronte, a partire da un'assicurazione che li copra in caso di danni a loro stessi o agli equipaggiamenti. La consapevolezza del livello abnorme di precarietà di cui è vittima l'informazione italiana è il primo passo per prendere adeguate contromisure, a partire da equo compenso e tutele per i freelance».

È un allarme che parte dal fronte ucraino e arriva nelle redazioni locali quello espresso dalla Commissione lavoro autonomo della Fnsi, riunita a Roma. Dalla Clan Fnsi emerge anche «l'esigenza di una mobilitazione nazionale contro l'insieme delle storture del sistema informazione, che si regge sempre di più su lavoro povero e senza diritti. Così – evidenzia la Commissione – ad essere precari sono i principi di libertà di stampa garantiti dalla Costituzione. Un problema che riguarda tutti i cittadini, la qualità della democrazia, la lotta alle fake news e il livello del dibattito pubblico del nostro Paese».

Allarme condiviso dal presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, presente ai lavori. «A questo punto, non è più rinviabile una grande manifestazione contro la precarizzazione dell'articolo 21, contro la precarietà e le querele bavaglio, temi che si legano nel rendere ricattabili i giornalisti. Una mobilitazione – la proposta – che coinvolga tutte le istituzioni della categoria».

Giulietti ricorda poi Walter Tobagi, giornalista del Corriere della Sera e presidente dell'Associazione Lombarda dei Giornalisti, ucciso a Milano, il 28 maggio 1980, a 33 anni, dai terroristi appartenenti alla Brigata XXVIII marzo. «Andiamo a rileggerci – l'esortazione – i passaggi che nel suo ultimi discorso, la sera prima di essere ucciso, dedicato ai temi della libertà, della precarietà, dei bavagli alla stampa e del rapporto fra giornalisti e magistratura: scopriremo quanto sono attuali, ancora oggi, le sue parole».

Al centro della riunione della Clan-Fnsi, convocata dal presidente Mattia Motta e dal coordinatore Maurizio Bekar, la sempre più grave situazione in cui versano l'attività indipendente dei giornalisti e il diritto dei cittadini ad essere informati. I dati diffusi dal Parlamento Ue vedono l'Italia al 21° posto su 27 Stati membri, secondo gli indici di Reporter senza frontiere. La stessa fonte indica come l'Italia sia ora al 58° posto su 180 della classifica mondiale. Aumentano le querele bavaglio e i cronisti minacciati.

Fra le criticità esaminate anche lo switch-off delle frequenze del digitale terrestre, «che ha portato alla chiusura di numerose emittenti locali», rileva la Clan. Intanto il tavolo sull'Equo compenso per i giornalisti «è fermo per le chiusure degli editori – incalzano i rappresentanti dei lavoratori autonomi – mentre al Senato prosegue l'esame della legge Meloni sullo stesso tema che riporta d'attualità la necessità delle "tariffe" mai emanate per i giornalisti dal ministero di Giustizia». La Commissione esprime inoltre l'urgenza di ottenere che il Dipartimento per l'Editoria «applichi finalmente le sanzioni della legge 233/2012 contro la precarietà del lavoro giornalistico nelle redazioni sospendendo l'erogazione dei benefici pubblici agli editori che non applicano l'equo compenso, inteso come retribuzione coerente tra assunti e autonomi che svolgono lo stesso lavoro».

Sul fronte Ordine dei giornalisti e percorso di riforma, la Clan-Fnsi valuta «la necessità di unificare i due attuali elenchi dei professionisti e dei pubblicisti in un albo unico dei giornalisti e di definire con chiarezza e senza sovrapposizioni le competenze digitali dei diversi profili professionali di giornalisti e comunicatori».

E ancora il tema della mobilitazione nazionale, «con una manifestazione a Roma sui temi della precarizzazione di vita, lavoro e dell'articolo 21 della Costituzione. Un appuntamento aperto a tutte e tutti per ribadire che l'inclusione contrattuale dei finti autonomi e delle tutele reali per i freelance sono una strada obbligata per il rilancio di un settore che deve capire che prospettiva industriale vuole darsi: l'editoria italiana vuole essere fagocitata dai colossi digitali puntando solo su precarizzazione e riduzione del costo del lavoro, o ha il coraggio di imbastire un piano industriale dell'asset informazione, a partire dalla qualità dei contenuti e dalla lotta al lavoro povero?», chiede la Clan Fnsi, che esprime, infine, «vicinanza ai colleghi del Secolo XIX in stato di agitazione anche per gli esigui pagamenti dei collaboratori» e «solidarietà ai colleghi di Report-Rai3, vittime di perquisizioni che rischiano di rivelare le fonti: una norma a tutela delle fonti giornalistiche – conclude – è quanto mai urgente».

(Fonte: Fnsi)


Coordinamento giornalisti precari e freelance
e Commissione regionale lavoro autonomo
dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia

Restiamo in contatto:


Vedi anche il nostro blog:

23 febbraio 2019

28° CONGRESSO FNSI: GLI IMPEGNI DELLA MOZIONE SUL LAVORO AUTONOMO





Pubblichiamo di seguito la mozione sul lavoro autonomo approvata a larghissima maggioranza al 28° Congresso Fnsi, che rappresenta il documento-guida per l'impegno del sindacato nei prossimi 4 anni. 
Figlia delle elaborazioni e proposte sviluppate nel tempo dalla Clan (Commissione nazionale lavoro autonomo), vede come primi firmatari alcuni esponenti della Clan, assieme al Segretario Fnsi Lorusso, al Presidente Giulietti, vari freelance, contrattualizzati, membri uscenti della Giunta Fnsi e segretari-presidenti regionali di Assostampa. Tra di essi il sostegno e voto dell'intera delegazione del Friuli Venezia Giulia.
E ora, a tutti, buon lavoro...


MOZIONE SUL LAVORO AUTONOMO APPROVATA AL 28° CONGRESSO FNSI 

Il XXVIII Congresso della Fnsi, riunito a Levico Terme dal 12 al 14 febbraio 2019 

AFFERMA 
la centralità delle problematiche del lavoro autonomo, atipico e non dipendente (quasi sempre sottopagato, senza diritti, né forza di contrattazione individuale), perché rappresenta oramai la maggioranza assoluta della categoria in attività. Questione ben evidenziata nella relazione del Segretario Generale.
IN QUESTO SENSO SI RICHIAMANO 
le mozioni sul lavoro autonomo, approvate a sostanziale unanimità al XXVI e XXVII Congresso della Fnsi, alle cui analisi e contenuti, approfonditi nel tempo anche nella Commissione Nazionale Lavoro Autonomo, va data piena attuazione.
EVIDENZIA INOLTRE CHE
la professione e il mercato del lavoro giornalistico sono radicalmente mutati negli ultimi decenni, tanto da risultare necessaria una radicale riforma della professione, delle sue norme e istituti, per renderli più rispondenti alle esigenze della realtà attuale.
Evidenzia la necessità di una radicale riforma delle leggi sull’Ordine del giornalisti, risalenti a un impianto di un oramai lontano 1963, e la necessità che l’accesso alla professione e la sua rappresentanza,a parte la realtà dei giornalisti pensionati, siano basate su chi la esercita effettivamente, anche se in forma non continuativa.

IL XXVIII CONGRESSO 
INDICA INOLTRE COME PROBLEMATICHE URGENTI E PRIORITARIE
DA AFFRONTARE PER IL LAVORO AUTONOMO E NON DIPENDENTE


- Contratti e retribuzioni: emersione dal “falso lavoro autonomo” per portare a compimento il percorso d’inclusione nel Ccnlg; emanazione da parte del Ministero della Giustizia dei parametri per la liquidazione giudiziale dei compensi (ex L. 27/2012) e conseguente attuazione del principio e delle leggi sull’equo compenso (L. 172/2017 e 233/2012) e dell’art. 36 della Costituzione, per un’equa retribuzione e la pari dignità fra tutti i giornalisti

- Nuove politiche di welfare, assistenza, consulenza (legale, fiscale, imprenditoriale, formazione, aggiornamento) “a misura di autonomi”, da garantire a tutti i livelli

- Favorire e sostenere la vertenzialità di autonomi e freelance
, mirando anche a una loro maggior aggregazione e coordinamento sindacale

- Riforma e potenziamento del ruolo e delle rappresentanze del lavoro autonomo nella Fnsi(Commissione e Assemblea nazionale e Commissioni regionali), al fine di favorirne un ruolo sindacale più attivo ed incisivo. Ciò anche tenendo conto delle proposte di riforma del Regolamento Fnsi già formulate dalla Clan

- Impegno alla formazione di nuovi quadri rivolta ai lavoratori autonomi, a partire dalle loro rappresentanze sindacali, anche territoriali

(Approvata con 262 voti favorevoli, 19 contrari, 0 astenuti)

Firmatari: Mattia Motta, Maurizio Bekar, Nicola Chiarini, Raffaele Lorusso, Giuseppe Giulietti, Alessandra Costante, Daniela Scano, Monica Soldano, Rocco Cerone, Ezio Cerasi, Monica Andolfatto, Claudio Silvestri, Valentina Carosini, Massimiliano Salvo, Lorenzo Basso, Peter Malfertheiner, Lazzaro Pappagallo, Erica Culiat, Antonio Fiasconaro, Lorenzo Mansutti, Alessandro Laureti, Mauro Nucci, Giuglia Lavagnoli, Cinzia Isola, Paola Cireddu, Sandro Bennucci, Saimon Piroddi, Daniele Mammoliti, Luca Gentile, Roberto Ginex, Gian Mario Sias, Leonardo Testai, Michela Canova, Alessandro Martegani, Bruno Vecchi, Floriana Bulfon, Roberto Rinaldi, Elisa Malacalza, Giuseppe Ceccato, Massimiliano Saggese, Marco Bobbio, Cristina Insalaco, Marco Baruffi, Daniele Urso, Stefano Tallia, Fabrizio Piccinini, Fabiana Martini, Dora Carapellese, Matteo Naccari, Celestino Tabasso, Carlo Muscatello, Benoit Girod, Marina Amaduzzi e altre firme non decifrabili [salvo errori od omissioni]

(N.d.r: 
freelance, contrattualizzati, membri uscenti della Giunta esecutiva Fnsi e segretari-presidenti regionali di Assostampa)

Al link il video (6') dell'intervento congressuale sulla Clan e sulla mozione sul lavoro autonomo, a cura del Coordinatore della Clan e delegato del Friuli Venezia Giulia, Maurizio Bekar: https://youtu.be/zn0lobfo5wA

19 febbraio 2019

28° CONGRESSO FNSI, LA MOZIONE GENERALE APPROVATA




SONO INCLUSI RIFERIMENTI
AL LAVORO AUTONOMO E PRECARIO
ALL'EQUO COMPENSO
E ALLA CLAN - FNSI 



Democrazia, libertà, autonomia e lavoro
Con Raffaele Lorusso e Beppe Giulietti,
candidati alla segreteria generale e alla presidenza della Fnsi

Noi, delegate e delegati al XXVIII Congresso della Stampa Italiana, ci riconosciamo nei principi della Carta Costituzionale e nei contenuti del Testo Unico dei doveri del Giornalista; impegniamo il futuro gruppo dirigente della FNSI a riaffermare, dentro e fuori le redazioni, quei principi e valori da tutti noi liberamente sottoscritti.

Il sindacato dei giornalisti si riconosce nei valori essenziali dell’articolo 21 della Costituzione: la libertà di informare di ogni cronista e il diritto di essere informata che appartiene ad ogni persona.

Per noi è inscindibile il nesso tra la difesa delle libertà e la tutela dell’autonomia e delle garanzie della professione, e del diritto di cronaca anche contro le ingerenze della magistratura. Di qui il nostro impegno affinché la Federazione sia sempre comunque dalla parte dei cronisti minacciati da mafia, malaffare e corruzione e contrasti, nel mondo e in Italia, i bavagli di qualsiasi natura e colore, compresi quelli derivanti dagli interessi politici e economici. Vogliamo valorizzare il lavoro delle giornaliste, in particolare contro le discriminazioni professionali. Vogliamo il riconoscimento di diritti e di un reddito adeguato, ai sensi dell’art. 36 della Costituzione, per i lavoratori autonomi.

È necessario che si pretenda e si ottenga il rispetto dei principi fondamentali, anche a cominciare dal contrasto del linguaggio dell’odio, della discriminazione e della violenza. Per questo riteniamo che si debba garantire la scorta mediatica a tutti i colleghi minacciati e alle comunità oscurate.

Riteniamo che il XXVIII Congresso, per difendere il futuro di una professione sotto attacco, debba porre al centro dell'azione politica della FNSI alcuni elementi per i quali la categoria è pronta a qualsiasi forma di mobilitazione:

1) Riaprire il confronto con il legislatore per una nuova normativa sulle risorse del sistema informativo nel suo insieme, non per settori (editoria, emittenza locale, emittenza nazionale, web e telecomunicazioni), ponendo il discrimine dell'informazione professionale quale distinzione dal settore delle comunicazioni in senso lato e dedicando più risorse allo sviluppo, all’inclusione dei lavoratori precari, all’occupazione e alla tutela dei diritti e del reddito dei lavoratori autonomi.

2) 
Chiedere che il legislatore stabilisca tetti alle concentrazioni proprietarie e di fatturato, anche qui superando le vecchie categorie mediatiche, e ridefinisca l'intervento pubblico di sostegno al pluralismo, in nome dell'articolo 21, risolvendo anche una volta per tutte il problema delle false cooperative editoriali. Non si può più pensare di stanziare milioni per i prepensionamenti e gli ammortizzatori sociali, facendo conto sulla solidarietà economica di categoria attraverso l’Inpgi, e di ignorare la distruzione del lavoro subordinato sostituito da lavoro atipico, parasubordinato e irregolare e la destrutturazione del Cnlg.

3) Ottenere provvedimenti non più dilazionabili, a partire dalla definizione della governance del servizio pubblico. Urgente e non più rinviabile è liberare la Rai Servizio Pubblico dal controllo dei partiti e dei governi, riformando i criteri di nomina e assicurando fonti certe e di lunga durata adeguate ad attuare il Contratto di Servizio.
E’ necessario inoltre ottenere la cancellazione delle infinite tipologie contrattuali che dal pacchetto Treu al Jobs Act hanno reso il mondo del lavoro sempre più precario, anche per i giornalisti.

4) Arrivare attraverso l'azione coordinata degli Enti di categoria, a una nuova definizione di Giornalismo e di giornalista, che abbia valore di legge e che contempli la via universitaria quale canale prioritario di accesso alla professione.

5) Riprendere il confronto con la Fieg per un rinnovo contrattuale davvero al passo coi tempi e non più ostaggio di una crisi ancora molto lontana dall’essere superata. Un contratto che ponga al centro la lotta alle diseguaglianze e l'inclusione sociale: temi che la Fnsi ha sempre portato al tavolo e sui quali la FIEG si è sottratta e non ha mai voluto aprire una seria trattativa. Le trasformazioni del panorama editoriale devono essere comprese nelle politiche contrattuali e ampliate. Spetta a noi definire una proposta capace di includere le nuove figure professionali all’interno delle garanzie contrattuali e della difesa del reddito.
Dopo il contratto con Aeranti Corallo e quello con Uspi, il percorso va approfondito a partire da tutte le declinazioni del digitale in tutti i settori, per le quali vanno pensate apposite figure e regole contrattuali. Va anche definito un nuovo contratto tipo che sia alla base del vero lavoro autonomo.

6) Superare lo stallo sull'equo compenso, riunificando il percorso della legge di settore con quella generale per le professioni e la norma sui compensi delle pubbliche amministrazioni. I pronunciamenti del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato vanno a sostegno della proposta originaria della Commissione Nazionale Lavoro Autonomo della FNSI sul compenso a giornata.

7) Negli ultimi anni la legge 150 ha dimostrato tutti i suoi limiti, in un’applicazione ragionieristica da parte dello Stato e a danno dei giornalisti. La norma non è più adatta a rappresentare il mondo del giornalismo nella Pa. Dobbiamo pensare ad una nuova normativa che riconosca le particolarità del lavoro giornalistico nella Pubblica amministrazione e che, contemporaneamente, costituisca una solida base economica e giuridica per i colleghi tenendo fermo il valore del CNLG FNSI FIEG come approdo di trattative che non potranno essere smontate unilateralmente dalle amministrazioni firmatarie. Ma nel frattempo, per assicurare dignità ed equità del lavoro giornalistico ai colleghi già assunti, è necessario dare corso alle attuali previsioni della 150 e proseguire il confronto con Aran per la costruzione di un profilo professionale che risponda davvero alle esigenze del giornalismo della Pa.

8) Promuovere un ampio progetto di formazione sindacale per tutta la categoria, ribadendo con forza il ruolo di un sindacato di servizio, che torni a valorizzare i diritti e la condivisione di strumenti e competenze per fare fronte ad Aziende miopi.

9) Avviare una profonda riflessione politica sui valori costituzionali che ispirano l'attività dei giornalisti e dei loro Enti sul terreno ideale e valoriale del nuovo secolo. Un grande momento di confronto pubblico sul futuro rapporto tra democrazia e informazione. Il governo e il mondo politico devono essere chiamati ad esprimere una responsabilità precisa sulla deriva in atto, la categoria a riaffermare il suo ruolo.

10) Difendere l’autonomia, la governance e il livello dei servizi del nostro welfare di categoria (Inpgi, Casagit e Fondo Complementare).

Con questi principi e con questi obiettivi noi proponiamo al Congresso di rieleggere Raffaele Lorusso alla Segreteria Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, e proponiamo al Consiglio Nazionale che verrà eletto da questo Congresso di rieleggere Giuseppe Giulietti alla Presidenza.

(Mozione approvata con 230 sì, 45 no, 10 astenuti)


Raffaele Lorusso è poi stato rieletto Segretario generale Fnsi con 243 preferenze su 308 votanti
Giuseppe Giulietti è stato poi rieletto Presidente della Fnsi con 91 preferenze su 110 votanti

26 marzo 2017

RIFORMA EDITORIA OK, ORA LOTTA AL PRECARIATO SENZA DIRITTI


I DECRETI ATTUATIVI DELLA RIFORMA DELL’EDITORIA
 RIPORTANO IL LAVORO AL CENTRO DEL DIBATTITO 

Da sinistra Raffaele Lorusso e Beppe Giulietti

“I decreti attuativi della legge di riforma dell’editoria relativi ai contributi alle testate edite da cooperative giornalistiche e alle emittenti radiotelevisive locali rappresentano un altro passo verso la regolamentazione generale del settore”. Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi.

Secondo i vertici della Fnsi, “appare rilevante la centralità riconosciuta al lavoro giornalistico e l’obbligo per tutte le imprese editoriali che aspirano al riconoscimento di contributi pubblici di rispettare gli obblighi derivanti dai contratti collettivi nazionali di settore, a cominciare da quello di pagare regolarmente le retribuzioni, così come auspicato dal sindacato dei giornalisti”.

”La messa a punto di norme certe e rigorose per definire l’accesso ai contributi e la relativa liquidazione va nella direzione del rafforzamento del pluralismo dell’informazione, soprattutto in ambito locale. Il passo successivo – aggiungono – dovrà essere l’approvazione di un complesso di norme di contrasto al precariato giornalistico e al lavoro senza diritti e senza tutele che, soprattutto in realtà che beneficiano degli aiuti statali, vanno perseguiti e sanzionati anche con la revoca dei contributi”.


(Da: PrimaOnline)

09 aprile 2016

PER UN NUOVO CONTRATTO DEI GIORNALISTI



IL DIBATTITO E LE PROPOSTE 


dall’incontro nazionale sul Contratto
promosso da Stampa Romana



Riceviamo e pubblichiamo il documento elaborato dal tavolo di discussione su “Innovazione contrattuale, allargamento dell’occupazione, retribuzioni, diritti sindacali”, realizzato nell’ambito dell’incontro nazionale sul rinnovo del Contratto collettivo di lavoro, promosso dall’Associazione Stampa Romana.


L’incontro si è svolto mercoledì 9 marzo 2016, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio. Alla parte plenaria dei lavori sono intervenuti il Segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, il Presidente Fnsi, Giuseppe Giulietti, e colleghi di varie regioni. Coordinatori del tavolo erano Paolo Barbieri (Vicesegretario dell’Associazione Stampa Romana), con Claudio Silvestri (Segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania).


DOCUMENTO DEL TAVOLO:

INNOVAZIONE CONTRATTUALE, ALLARGAMENTO DELL´OCCUPAZIONE,
RETRIBUZIONI, DIRITTI SINDACALI



Il dibattito si è svolto su due direttrici principali di ragionamento. Da un lato la diffusa consapevolezza che il contratto nazionale Fieg-Fnsi è obsoleto e tiene fuori sempre più colleghi, che siano impiegati nelle testate tradizionali, in quelle digitali, nelle redazioni, negli uffici stampa pubblici e privati o nella comunicazione via social network. Dall’altro la preoccupazione che nella lunga crisi che stiamo vivendo in tutti i settori dell’informazione professionale - e di fronte alle grandi trasformazioni dell’era digitale - una spinta all’innovazione contrattuale venga colta dalla controparte solo come occasione per travolgere definitivamente il salario e i diritti contrattuali dei giornalisti: non si può allargare la base occupazionale tagliando diritti e retribuzioni in cambio di vaghe promesse.

Questo significa che qualunque trattativa non può cominciare da zero ma deve partire dalla necessità di difendere il contratto e i suoi istituti e verificare le strade per una sua applicazione effettiva: alle migliaia di parasubordinati, buona parte dei quali sono redattori effettivi non regolarmente contrattualizzati; ai precari del semisommerso mondo del web; alle nuove figure professionali che già sono a libro paga degli editori ma troppo spesso vengono sottratte dalle aziende alla catena di comando redazionale (e alle garanzie deontologiche e contrattuali dei giornalisti) e confinate nel limbo del marketing o della “comunicazione”. Non ipotetici nuovi posti di lavoro, non illusorie scorciatoie con sconti contributivi che, come dimostra la storia recente, producono effetti sempre marginali rispetto alla vastità e alla profondità della crisi: ma più regole per il lavoro che c’è. Nel corso della discussione c’è chi ha ipotizzato dei contratti di comparto, per rendere lo strumento più aderente alla realtà frammentata della professione. Ma per andare verso un allargamento della base occupazionale e contributiva regolare è emersa la necessità di una definizione contrattuale più chiara del lavoro dei giornalisti che ricomprenda anche le mansioni “nuove” emerse negli ultimi anni: un vero e proprio progetto del nuovo lavoro redazionale adeguato ai cambiamenti dell’era digitale, non per assumere la filosofia degli editori fondata sulla cancellazione dei diritti e della professionalità ma per sfidarli sul terreno della capacità di leggere la realtà e immaginare un futuro dell’informazione che sia capace di sviluppare un mercato.

Largamente condiviso è stato l’allarme per la insufficiente attività dei controlli ispettivi dell’Inpgi, nei service, nelle redazioni, negli uffici stampa: le ispezioni possono rappresentare un rischio per alcune situazioni fragili ma un mercato senza controlli favorisce l’evasione contrattuale e contributiva e in generale una concorrenza sleale nei confronti delle aziende in regola, che indebolisce quindi la contrattazione collettiva. E alimenta una corsa al ribasso anche nella qualità e nella credibilità dell’informazione che si produce. Quanto ai controlli, una delle riflessioni fatte dai colleghi che hanno preso parte al gruppo di lavoro è che servirebbero norme per attribuire al sindacato (dai cdr alle organizzazioni territoriali) poteri di controllo più efficaci sul rispetto delle regole e delle leggi.

Ugualmente corale è stata la preoccupazione per l’eccessivo utilizzo del lavoro straordinario e festivo, che, in una fase di contrazione come quella che viviamo, da un lato danneggia l’occupazione, dall’altro in alcuni casi rappresenta l’occasione per ulteriori abusi: è stato fatto l’esempio di importanti testate on line che arrivano a forfettizzare il lavoro domenicale – di tutte le domeniche – con la semplice erogazione di 300 euro l’anno.

Sono state avanzate – come ipotesi di lavoro – diverse proposte come la rimodulazione degli scatti (non per fare un nuovo sconto agli editori, ma per renderli più frequenti o costosi nella parte iniziale e centrale dell’anzianità di servizio, meno frequenti e onerosi verso la fine, in modo da ridurre la tendenza all’espulsione/rottamazione dei colleghi più esperti o anziani) o la definizione di nuove mansioni, come il redattore web, che potrebbero andare nella direzione di un aggiornamento del contratto adeguato ai tempi. Ma anche l´inserimento di nuovi diritti, legati all´era digitale, come quello ad “essere disconnessi”: il rischio per la salute e il rendimento dei lavoratori è quello di non riuscire a staccare mai, ed è necessario un elemento di salvaguardia. Tra i pochi elementi positivi della riforma del lavoro, c´è quello delle ferie solidali (articolo 24 decreto 151/2015) che possono essere inserite nell’articolato con una spinta migliorativa e più ampia.


Infine, nel quadro dell’esigenza di una trattativa “triangolare”, è fondamentale spingere sulla proposta di prevedere una tassazione (anche una tassa di scopo) per piattaforme come Facebook e Google, che possa contribuire al finanziamento dei fondi per l’editoria. In conclusione, per un reale allargamento del popolo del contratto si deve cercare con maggiore convinzione una sponda politica, e costruire una vera e propria vertenza a difesa dell’informazione. Se non si costruisce una battaglia politica credibile, gli editori torneranno ad aggredire il contratto, una volta ottenuto ciò che cercano dalla riforma dell’editoria e dal rifinanziamento del sistema dell’editoria e del welfare dei giornalisti.

Per quanto riguarda lo scenario del confronto contrattuale, andrebbe meglio compreso a cosa realmente puntano gli editori, se vogliono o non vogliono rinnovare il contratto. Il gruppo di lavoro ha preso atto dell’annuncio fatto dal segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, sul rinvio degli effetti della disdetta e sul rallentamento della trattativa contrattuale in attesa dell’esito della riforma dell’editoria. Ma resta l’interrogativo sulla reale volontà politica della Fieg.




VISUALIZZA ON LINE E SCARICA IL DOCUMENTO: 
https://drive.google.com/file/d/0Bxht6pf8Og0eTVJHcmJZdnhrZVE/view?usp=sharing


Dall’incontro sono scaturiti anche due altri documenti, dai tavoli tematici su:
“Lavoro autonomo” (coordinato da Maurizio Bekar, coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo FNSI, con Alessandro Mantovani, consigliere nazionale Fnsi): 
https://www.facebook.com/notes/giornalisti-freelance-httpfreelance20ningcom/proposte-per-il-lavoro-autonomo-dallincontro-nazionale-sul-contratto-promosso-da/10154038013934904

e su:

“Sistema dell’informazione, legge sull’editoria, condizioni di lavoro giornalistico” (coordinato da Stefano Tallia, Segretario dell’Associazione Stampa subalpina, con Giovanna Gueci di Stampa Romana): 
https://www.facebook.com/notes/giornalisti-freelance-httpfreelance20ningcom/proposte-per-il-sistema-dellinformazione-dallincontro-nazionale-sul-contratto-pr/10154079434994904

26 marzo 2016

DA ROMA PROPOSTE PER IL LAVORO AUTONOMO





Riceviamo e pubblichiamo il documento elaborato dal tavolo sul lavoro autonomo, realizzato nell’ambito dell’incontro nazionale sul rinnovo del Contratto di lavoro giornalistico promosso dall’Associazione Stampa Romana. L’incontro si è svolto il 9 marzo nella Sala della Protomoteca del Campidoglio.

Alla parte plenaria dei lavori sono intervenuti il Segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, il Presidente Giuseppe Giulietti, membri di Giunta e colleghi di varie regioni.

Il tavolo sul lavoro autonomo è stato coordinato da Maurizio Bekar, Coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo FNSI, e Alessandro Mantovani, Consigliere nazionale Fnsi.


  

INCONTRO SUL CCNLG
DOCUMENTO TAVOLO LAVORO AUTONOMO


Coordinato da Maurizio Bekar e Alessandro Mantovani



Il lavoro giornalistico autonomo, privo di adeguate tutele, supera oramai il 64% degli attivi, e necessita di interventi urgenti su più piani: contrattuale, normativo e d'interlocuzione con istituzioni e altri soggetti impegnati sul tema.

Il gruppo di lavoro costituito nell'ambito dell'incontro del 9 marzo 2016 sul rinnovo del Contratto nazionale di lavoro giornalistico, organizzato dall'Associazione Stampa Romana con la partecipazione di Associazioni di Stampa e colleghi di numerose regioni, si richiama alla mozione sul lavoro autonomo approvata dal 27° Congresso Fnsi di Chianciano, che indica linee guida e obiettivi ai quali va data piena attuazione. Senza un avanzamento in termini di garanzie normative ed equo compenso per il lavoro autonomo è a rischio l'informazione

Più in specifico:

- Larga parte dell'attuale lavoro autonomo e parasubordinato corrisponde in realtà a profili da dipendente. Bisogna quindi puntare a contrattualizzare da dipendenti quanti ne hanno titolo, sulla base delle loro posizioni di fatto e dei diritti maturati, affermando il principio che nessuno può lavorare stabilmente per il medesimo committente figurando come autonomo.

- È necessario allargare l'area - anche contributiva - della professione, includendo nel contratto, o comunque entro tutele collettive, anche profili di rado riconosciuti come giornalistici (p.es. videomaker, social media editor, data journalist, fact checker, etc). E gli addetti stampa pubblici e privati vanno sempre ricondotti entro norme e contribuzioni giornalistiche.

- È perciò necessario potenziare i servizi ispettivi Inpgi (e non solo mandando ispettori in redazione, dato che la maggioranza dei finti autonomi, anche grazie alle nuove tecnologie, lavora all'esterno anche se con modalità da dipendente), e garantire ai colleghi il supporto legale ed economico delle Assostampa e della Fnsi.

- Vanno inoltre respinti i tentativi di smantellare quelle parti del Ccnlg (art. 1, 2, 12) che permettono oggi il riconoscimento di posizioni di lavoro dipendente, ove inquadrate fintamente come autonome

- Vanno garantite tutele collettive, in pari dignità con i subordinati, ai non titolari di contratti di lavoro dipendente. Tra queste:

A) Va applicata la legge sull'equo compenso, a tutti i non dipendenti, in coerenza con l'art. 36

B) Le tabelle economiche dell'Accordo sul lavoro autonomo del 2014 non rispondono ai principi di equità retributiva approvati dal Congresso Fnsi del 2015, e vanno quindi abrogate o adeguate agli stessi, in ogni caso escludendo la definizione di un numero minimo di articoli corrispondente a un reddito annuale.

C) Come proposto dalla Clan-Fnsi, è necessario agire sul Cnog e il Ministero della Giustizia per l'emanazione dei tariffari per la liquidazione giudiziale dei compensi giornalistici (in riferimento alla Legge n. 27/2012 e al Decreto ministeriale n. 140/2012), che diverrebbero così anche paramenti di riferimento retributivo per i non dipendenti.

D) Va adottato uno Statuto dei diritti del lavoro autonomo giornalistico, come punto di riferimento vincolante del settore. Sul punto si registra una proposta di testo elaborata da Stampa Romana. Sul tema è auspicabile che si estenda il dibattito in tutte le sedi.

- Come deliberato al 26° Congresso Fnsi, bisogna “favorire un confronto e un coordinamento con istituzioni, associazioni e forze sociali che, in Italia e in Europa, si adoperano per il miglioramento delle condizioni contrattuali, legislative e di welfare a tutela di precari e lavoratori autonomi, anche di altre categorie professionali intellettuali”, anche approfondendo ed estendendo rapporti già esistenti, come con la Coalizione 27 febbraio e organismi consimili.

- Il prossimo rinnovo contrattuale deve puntare a inserire norme di trasparenza che consentano le pari opportunità tra lavoratori, anche attraverso procedure di selezione dei giornalisti da assumere aperte ai collaboratori.

- Il Sindacato deve puntare anche a nuove forme di occupazione per tutti i colleghi, sollecitando finanziamenti per start up, nuove iniziative editoriali, cooperativistiche, associative, e che spingano all'aggregazione del mondo - ora disperso - dei giornalisti non dipendenti.

Infine, data la complessità dei temi e la pluralità di esperienze nel settore, è necessario istituire un tavolo di confronto permanente su tali problematiche, aperto a tutte le realtà interessate.