22 giugno 2014

EQUO COMPENSO, GIORNALISTI IN RIVOLTA

«Venti euro a pezzo è una truffa»

da "Articolo36"


Con il commento di Maurizio Bekar
coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi

di Marianna Lepore
Un accordo arrivato l'altroieri quasi all’improvviso tra Federazione nazionale della stampa italiana e Federazione italiana editori giornali: finalmente, dopo un anno e mezzo, sono stati stabiliti i minimi dell'equo compenso giornalistico, la legge promulgata a dicembre 2012 che dovrebbe, almeno nelle intenzioni, proteggere i tantissimi giornalisti non assunti, ad oggi oltre il 60% degli iscritti all'Ordine, dallo sfruttamento. Il compito di stabilire questi minimi spettava alla Commissione governativa presieduta dal sottosegretario Luca Liotti (prima di lui c'era stato, ai tempi del governo Letta, Giovanni Legnini), il presidente Fnsi Giovanni Rossi, il direttore generale Fieg Fabrizio Carotti, il presidente Inpgi Andrea Camporese e il presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino. L'unico, per la cronaca, ad aver votato contro e ad aver immediatamente reso pubblico e criticato, sulla sua pagina Facebook, il documento con tutti i dettagli dell'accordo. 
Il risultato raggiunto dopo tanta attesa va infatti in senso contrario rispetto alle aspettative: la tabella dei compensi finisce per rendere i giornalisti autonomi potenzialmente ancora più poveri. «È un decreto truffa, contro il dettato della legge e contro quanto prescrive l’articolo 36 della Costituzione» tuona ad Articolo 36 Maurizio Bekar, coordinatore della commissione lavoro autonomo Fnsi. «L’aspetto pratico della delibera è una sotto retribuzione, non solo rispetto alle aspettative, ma rispetto alla possibilità di campare con questo lavoro. Poi certo quelli sono i minimi, ma voglio vedere se un editore applicherà di più». I numeri di cui parla Bekar sono effettivamente pessimi: secondo l’accordo sottoscritto, il trattamento economico minimo per un collaboratore coordinato e continuativo che lavora per un quotidiano producendo 144 articoli l’anno (di minimo 1.800 battute, dunque non “brevi”) dovrà avere un trattamento annuo di almeno 3mila euro, pari a 250 euro al mese. Calcolando una media di 12 pezzi al mese, significa 20 euro ad articoloPeggio della peggiore delle aspettative.
E man mano che la produzione di articoli sale c’è la contraddizione di veder diminuito il corrispettivo. «Siamo all’assurdo che più lavori meno vieni pagato. E si entra poi nella logica di dire che nonostante la frequenza della collaborazione non devi per forza essere inquadrato come articolo 1 o articolo 2, quindi come dipendente, ma puoi rimanere cococo o collaboratore esterno. Sottopagato». Sì, perché superati i 144 articoli, se il collaboratore che scrive per un quotidiano ne produce tra i 145 e i 288 sempre da 1.600 battute gli potrà essere applicato un equo compenso che sia non meno del 60% del trattamento economico minimo stabilito per i primi 144 pezzi, quindi per un totale in più all’anno di 1.800 euro. 
Uno dei punti cruciali è «se si sta al di sotto dei 3mila euro l’anno e dei 144 articoli l’equo compenso non potrà essere applicato». C’è poi un altro aspetto non di poco conto a cui evidentemente Fnsi e Fieg non hanno pensato e che invece l’Ordine dei giornalisti, per voce del presidente Enzo Iacopino, ha evidenziato con un testo scritto presentato proprio durante l’incontro tra le parti: «Ci sono due punti essenziali che non ci consentono di valutare positivamente la proposta di accordo tra Fieg e Fnsi che nel testo richiama al “lavoro autonomo”: il primo è il continuo riferimento ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, in contrasto con quanto prevede la legge sull’equo compenso che al suo articolo 1 prevede che gli interessati siano “i titolari di un rapporto di lavoro non subordinato in quotidiani e periodici, anche telematici, nelle agenzie di stampa e nelle emittenti radiotelevisive”». Non solo, continua a scrivere Iacopino, «prevedere “per lo stesso committente” un numero di articoli (144 annuali) di almeno 1.600 battute per un importo di 3mila euro complessivi con una media di 250 euro mensili significa continuare a condannare alla fame migliaia di colleghi». 
Inoltre il testo, secondo Iacopino e molti altri, è in palese violazione rispetto all’articolo 36 della Costituzione che parla del diritto di ogni lavoratore ad avere una retribuzione sufficiente a garantire a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. «La ratio della legge sull’equo compenso» conferma Bekar «doveva essere che un giornalista autonomo avrebbe dovuto avere un reddito per vivere. Ma con quelle tariffe sfido chiunque a poterci riuscire». Il vero problema di fondo secondo il coordinatore della commissione lavoro autonomo della Fnsi è che la legge invece di essere stata applicata è stata interpretata. «Bisognava applicare l’articolo 1, vedere la retribuzione dei dipendenti, i parametri di retribuzione oraria, trovare degli schemi che, ammetto, non erano facili. Come Commissione lavoro autonomo Fnsi avevamo proposto di pattuire con il datore di lavoro un tempo di lavoro, quindi il calcolo diventava matematico: se lavoravi 12 mesi da autonomo per quel datore di lavoro percepivi la stessa retribuzione lorda del dipendente. Si è però voluta introdurre artificiosamente una restrizione dell’area dei collaboratori a cui applicarla, solo e unicamente per venire incontro alle esigenze degli editori. Si sono inventati il parametro dei 3mila euro, e abbiamo pure avuto “fortuna” che non l’abbiano fissato a 5mila». 
La proposta della Clan Fnsi era sul tavolo della commissione presentata ufficialmente,«ma nessuno l’ha voluta portare al voto. Mai approvata e mai respinta». Così, prosegue Bekar, «dall’applicazione della legge si è passati a una trattativa tra le parti. Da questa logica è scaturito a questo obbrobrio giuridico contro la legge. E oltre alla parte giuridica, diciamoci la verità, ma uno come cavolo può campare con quelle cifre?» chiede animandosi sempre di più. Il testo concordato da Fieg e Fnsi potrebbe portare a ricorsi giudiziali. Per tanti aspetti: primo fra tutti perché si applica solo ad alcuni tipi di contratto, e poi perché introduce delle categorie limite di pezzi al mese. Mentre l’articolo 1 della legge sull’equo compenso, come riporta anche il testo presentato dall’Ordine, identifica come destinatari tutti i «titolari di un rapporto di lavoro non subordinato». 
Questo testo poi finirà per applicarsi, come spesso capita, solo agli sfortunati, quindi a quelli che non hanno un potere contrattuale tale da poter contrattare con il direttore il valore monetario del proprio lavoro. Per questo motivo Bekar lancia una provocazione: «Se chi ha approvato quella delibera ritiene che sia un punto di avanzamento per gli autonomi, sia coerente: abbandoni il lavoro di contrattualizzato e vada a lavorare da autonomo a quelle condizioni».
(21 giugno 2014)



Il resto dell'articolo al link: 
http://www.articolo36.it/articolo/equo-compenso-accordo-tariffario-fnsi-fieg

I parametri e gli importi approvati dalla Commissione Equo Compenso il 19 giugno 2014 al link: https://docs.google.com/file/d/0B90uiT3hESTjM1Vnb3lCelhoU2M/edit?pli=1

29 maggio 2014

IL PREMIO SIMONA CIGANA 2013-2014 E' ANCHE PER IL WEB

Il concorso in ricordo 
della giornalista pordenonese

Edizione 2013-2014
Per temi legati al Friuli Venezia Giulia
su testate italiane ed estere

il concorso amplia la sua formula al web
Scadenza iscrizioni: 10 luglio 2014

In ricordo di Simona Cigana, giornalista pordenonese emergente, strappata in giovane età a un futuro già ricco di impegni sociali e professionali nel settore dell’informazione, il Circolo della Stampa di Pordenone, con il sostegno di Famiglia Cigana, Banca di Credito Cooperativo Pordenonese, Federazione delle Banche di Credito Cooperativo del Friuli Venezia Giulia, Confartigianato Pordenone e il patrocinio di Ordine dei Giornalisti, Assostampa del Friuli Venezia Giulia, Unione Stampa Sportiva del Friuli Venezia Giulia ha indetto la 5a edizione del Concorso giornalistico nazionale annuale-multimediale-multilingue “Premio Simona Cigana”.
Finalità dell’iniziativa è incentivare la corretta informazione giornalistica e l’impegno professionale dei giornalisti italiani, soprattutto delle giovani generazioni.

I lavori ammessi al concorso dovranno trattare argomenti legati al Friuli Venezia Giulia, su testate giornalistiche italiane ed estere. Possono essere realizzati in lingua italiana o in una delle tre lingue minoritarie (friulano, sloveno, tedesco) tutelate dalla Regione a statuto speciale Friuli Venezia Giulia.
Sono ammessi esclusivamente i lavori pubblicati tra il 1° luglio 2013 e il 30 giugno 2014, su quotidiani e periodici della carta stampata, della radio, della televisione e on line regolarmente iscritti agli organismi ufficiali previsti dalla legislazione nazionale.


Il Premio si articola in 3 categorie:
Giornalismo d’Inchiesta, per i migliori articoli/servizi:
1° qualificato € 2.400,00 – 2° qualificato € 1.100,00
Giornalismo sportivo (non necessariamente d’inchiesta) per i migliori articoli/servizi:
1° qualificato € 1.200,00 – 2° qualificato € 800,00
Giornalismo economico (non necessariamente d’inchiesta) per i migliori articoli/servizi sull’Artigianato:
1° classificato € 1.000,00 – 2° classificato € 500,00
Termini di partecipazione: i lavori dovranno essere spediti entro il 10 luglio 2014 nelle modalità previste dal Regolamento del concorso, pubblicato sul sito web del Circolo della Stampa di Pordenone: www.stampa-pordenone.it

ALTRE INFORMAZIONI SUL BANDO DI CONCORSO


sul sito web del Circolo della Stampa di Pordenonewww.stampa-pordenone.it

10 maggio 2014

AUTONOMI E NUOVO CONTRATTO GIORNALISTICO: TROPPI INTERROGATIVI


di Maurizio Bekar, Maria Giovanna Faiella e Laura Viggiano
(rappresentanti dei giornalisti lavoratori autonomi in Commissione contratto Fnsi)






Solo a ridosso di una possibile firma, si sta finalmente riaprendo un dibattito pubblico sul nuovo contratto di lavoro giornalistico. Ma è contraddistinto da troppi punti interrogativi. E, quali rappresentanti dei giornalisti lavoratori autonomi eletti in Commissione Contratto della Fnsi, non possiamo non esprimere forti preoccupazioni per i rischi che corre la parte più debole, sottopagata, senza tutele, ma allo stesso tempo maggioritaria della categoria: i giornalisti non dipendenti.

- UN CONTRATTO, MA CON EQUITÀ E RISPETTO PER IL LAVORO AUTONOMO
La ricerca di Lsdi del 2013 ha evidenziato che gli autonomi sono oggi il 60% dei giornalisti attivi, il doppio di 13 anni fa. È noto che, in realtà, diversi collaboratori svolgono ruoli da dipendenti, previsti nel contratto Fieg-Fnsi (artt. 1, 2 e 12), ma non sono inquadrati come tali. Il fatto poi che gli autonomi guadagnino in media 10-11.000 euro lordi l’anno (con spese, contributi e rischi a carico) e che la metà di questi abbia un reddito inferiore ai 5.000 euro l’anno, è non solo una condizione lavorativa inaccettabile, ma oramai un elemento deflagrante per la tenuta stessa della professione e del contratto collettivo.
Oggi il contratto dovrebbe garantire quantomeno un trattamento di equità per i giornalisti non subordinati. E non solo perché esistono giuste aspettative alle quali gli editori non danno risposte. Ma perché, senza il riconoscimento a tutti di pari diritti e dignità, si contribuisce a svuotare man mano anche il ruolo del dipendente. Come sta già accadendo. Dunque, perché gli editori non dovrebbero ridurre ulteriormente gli organici delle redazioni ed esternalizzare il più possibile il lavoro, potendolo affidare ad autonomi sottopagati che costano dalle 5 alle 7 volte meno di un dipendente?
Ci sono quindi diritti negati che non possono essere più ignorati o rinviati. Per questo sono necessarie risposte chiare e forti, da includere anche nel nuovo contratto. La soluzione, beninteso, non sta nelle assunzioni a tempo indeterminato per tutti ma in un mercato del lavoro che, accanto a giornalisti dipendenti preveda professionisti - di cui spesso già le aziende si avvalgono - messi in grado di fornire le loro prestazioni professionali con maggiori garanzie economiche e diritti, anche senza la certezza del posto fisso a vita.
- UN PROBLEMA E UN CONTRATTO DI TUTTA LA CATEGORIA
È intuitivo che le spinte degli editori, di corto respiro progettuale, vanno nella direzione opposta. Ma è proprio su questi punti che si gioca la tenuta del lavoro giornalistico, così come l’abbiamo conosciuto finora. Oggi, infatti, non c’è solo la questione del crescente impoverimento dei lavoratori autonomi, ma anche quella degli attuali dipendenti che rischiano nel prossimo futuro di diventare i “nuovi autonomi”. Un contratto davvero inclusivo è quindi interesse di tutta la categoria.
Sappiamo che la sfida è difficile, anche per la drammatica congiuntura economica, ma o sul lavoro autonomo si fanno oggi dei sostanziali passi avanti in termini di diritti, tutele e retribuzioni, o non si farà altro che confermare e legittimare l’esistenza di due diversi mercati del lavoro della professione: da un lato, una cerchia di garantiti e ben pagati, che man mano si riduce, e dall’altro una crescente e maggioritaria area di sottopagati e senza diritti, principale forza lavoro del giornalismo. Che, in condizioni di precarietà, non potrà essere sempre libero, indipendente e di qualità.

- L'EQUO COMPENSO
Uno strumento fondamentale a supporto di quest’obiettivo poteva essere la corretta applicazione della legge sull'equo compenso, con retribuzioni per tutti i non subordinati direttamente correlate a quelle dei dipendenti, così come prescrive la legge 233/2012. Sarebbe stato uno strumento cogente, che avrebbe ridisegnato anche i termini della trattativa sul contratto.
Ma l’equo compenso (peraltro ancora inattuato) è invece uscito sgonfiato dalla Commissione governativa in cui, tra l’altro, gli editori avevano solo 1 voto su 7. Inoltre, manovrando abilmente e facendo capire che se si fosse spinto troppo sull’equo compenso sarebbe saltato il tavolo del contratto, gli editori sono infine riusciti a ottenere una delibera d’indirizzo fumosa, che restringe la platea dei beneficiari della legge ai soli parasubordinati e ai non meglio precisati “economicamente dipendenti” (termine che non trova definizione nella normativa italiana, e neppure nella delibera). E ora gli editori puntano a ricondurre le ipotesi di “equità” a compensi mediamente già praticati da varie testate (dai 15 ai 25 euro lordi), comunque inadeguati per poter lavorare in modo professionale e vivere di questo lavoro.
Intanto però, mutuandole dal tavolo “governativo”, le ipotesi complesse e fumose dell'equo compenso sono state trasferite nella trattativa contrattuale.

- “ACCORDO POSSIBILE”, MA QUALE?
Il 17 aprile, dopo nove mesi dall’ultima riunione, il segretario generale della Fnsi e altri membri della segreteria hanno spiegato alla Commissione contratto che un accordo per gli autonomi «probabilmente è possibile» ma solo per il lavoro non subordinato economicamente dipendente”, cioè la formula utilizzata nella delibera per l’equo compenso.
In pratica la trattativa punta ad ottenere dei trattamenti minimi garantiti «per i lavoratori autonomi economicamente dipendenti e quindi in buona sostanza per i parasubordinati»Tale impiego verrebbe normato nell’Accordo allegato al contratto sul lavoro autonomo, ma arricchito da alcuni benefit di welfare, come l’iscrizione all’Inpgi 1 (anche se con contributi ridotti e da determinare).
Ma chi sarebbe un «economicamente dipendente»? Dovrebbe essere il collaboratore che scrive almeno 9-10 articoli al mese per un quotidiano nazionale - o 15 per uno locale - e percepisce un reddito da quella stessa testata non inferiore a 3.000 euro lordi annui. Facendo due conti, le retribuzioni a pezzo, come ipotizzato per l’equo compenso, sarebbero circa 15 euro a cartella per un quotidiano locale, e 25 per uno nazionale (lordi e con spese a carico).
Fermo restando che non è chiaro come si possa sapere a priori quanto si guadagnerà in un anno con una testata, per capire se si rientra in queste casistiche, viene da chiedersi quanti autonomi ne sarebbero inclusi e quanti esclusi? Per esempio: che ne sarà di quelli che hanno più rapporti di collaborazione, nessuno dei quali totalizza però 3.000 euro annui?
Anche la quantità di articoli è poi un elemento opinabile, che non tiene in conto l'elemento qualitativo. Ovvero, se uno ha poche collaborazioni annuali con una testata, ma ben retribuite, tanto da superare i 3.000 euro annui, è o no “economicamente dipendente”?
È poi complicato comprendere perché si avalli una simile definizione, inesistente nella normativa giuridica italiana. Oltretutto temiamo che la sopravvalutazione del dato economico a discapito della quantità e qualità del lavoro possa pregiudicare la possibilità di ricorrere a un giudice del lavoro per una causa di assunzione. E ciò anche in virtù di quella che la Cassazione ha definito una “subordinazione affievolita”, per le peculiarità e l'autonomia tipiche del lavoro del giornalista. Il rischio è che, seppure in buonafede, si giunga a un contratto che si riveli poi un condono tombale di diritti altrimenti rivendicabili, e per giunta in assenza di un adeguato controvalore.

- ANACRONISTICA LA RETRIBUZIONE A CARTELLA
Nel controproducente incrocio di trattative equo compenso-contratto («Pur sapendo che l’equo compenso è una cosa e il contratto ne è un’altra, vogliamo tenerli insieme», è stato riferito in Commissione contratto) ci chiediamo anche perché ragionare di «retribuzioni a cartella a scalare». Invece ciò che dovrebbe essere valutato ed equamente retribuito (in coerenza con le retribuzioni dei dipendenti) è il tempo di lavoro impiegato.
Per un servizio multimediale, o fotografico, o di approfondimento, ma a volte pure per una breve, si possono infatti impiegare anche varie ore di lavoro, certo non riconducibili alla cifra minima a cartella. Si costringerebbe allora il collaboratore ad estenuanti trattative economiche su ogni pezzo, e ad improbabili verifiche sull'effettivo rigaggio del pubblicato.
Mentre un accordo sul tempo di lavoro da retribuire (1 giorno, 1 settimana, 1 mese...) dentro il quale ci stia tutto (brevi, notizie, approfondimenti, reportage, foto, multimedia) sarebbe trasparente, di facile applicazione e verificabilità. Ed era proprio questa la proposta della Commissione lavoro autonomo Fnsi per l’equo compenso: retribuire il tempo di lavoro concordato, calcolato in coerenza con le retribuzioni dei dipendenti (soluzione, tra l’altro, prevista nella riforma Fornero per le retribuzioni dei cocopro), maggiorato dei costi di produzione e dei rischi assunti in proprio dal giornalista non dipendente. In alternativa, la stessa proposta (https://docs.google.com/file/d/0B9MDKDFrfuzSejVvRGMtR1VHamM/edit?usp=sharingsuggerisce di fare riferimento ai compensi minimi contenuti nell’ultimo tariffario dell’Ordine dei giornalisti del 2007 (http://www.odg.it/content/tariffario-2007), adeguati all’inflazione. Ma sembra essere stata ignorata, sia per l'equo compenso che nelle trattative per il contratto. Come altre proposte sul contratto, avanzate da più Assostampa regionali.

- ANCORA COCOCO, E NON LAVORO DIPENDENTE…
Inoltre non si parla più di «riscrittura degli art. 2 e 12 del contratto», per «portare dei collaboratori nel lavoro dipendente», come sostenuto più volte. Si ragiona invece solo sulla riscrittura dell’Accordo sui cococo (peraltro già ora non rispettato dalla maggior parte degli editori persino sui tempi di pagamento).
Se poi l’art. 2 del contratto fa riferimento a 2 - 8 collaborazioni (ma anche qui bisognerebbe introdurre il tempo di lavoro), un cococo quante ne dovrebbe fare in più o in meno? E che differenza c’è tra il tempo da dedicare al lavoro di un giornalista assunto e di un cococo?
Non bisogna poi dimenticare che, malgrado l'attuale Accordo sui cococo, questi sono solitamente in posizioni molto ricattabili: con contratti pro forma, talvolta solo verbali, senza possibilità di verifica della retribuzione dei pezzi pubblicati, o con richieste di pezzi gratuiti oltre a quelli pattuiti, o di impegno senza limiti d'orario, di riposo o ferie, o con richieste d'esclusiva.
In queste condizioni da Far West, come può l'orizzonte dei giornalisti lavoratori autonomi essere limitato ai soli cococo? Quanti saranno quelli riconosciuti “economicamente dipendenti”? E quelli (e quanti) non lo saranno, come verranno retribuiti? E, tra i cococo, quanti saranno in realtà i pensionati che continuano a lavorare sotto questa forma?

- “SANATORIA” CON UN COSTO DEL LAVORO PIÙ BASSO
C'è poi l'intento di “sanare” le posizioni dei collaboratori che lavorano di fatto in condizioni di dipendenza. A riguardo, in Commissione contratto è stato riferito che «si sta cercando di far transitare nel contratto i cococo simil-dipendenti che hanno già una soglia di reddito vicina a quella dei praticanti. Gli editori ci chiedono un canale privilegiato con un costo di lavoro più basso... Ci sono poi da valutare le misure da adottare per il reimpiego dei disoccupati».
Il problema, però, è capire cosa significa «costo di lavoro più basso», ed entro quali parametri e prospettive. Un periodo transitorio, con costi a carico dell'Inpgi? Sono garantite assunzioni a tempo indeterminato e a stipendio pieno? E per quante persone, e in quali tempi? Inoltre, tra i parametri di simil-dipendenza potrebbero esserne adottati anche altri, oltre a quello reddituale, come ad esempio la continuità e durata del rapporto, il ricavo di almeno l’80% del reddito del collaboratore, o il lavoro in esclusiva.

- LE NOSTRE RISERVE E PREOCCUPAZIONI
Poiché su tutto quanto fin qui descritto non ci sono ancora noti dati e percorsi certi, lo stato della trattativa contrattuale ci pare molto aleatoria, e ben poco rassicurante per i collaboratori e gli autonomi. Certo, una nostra valutazione tecnica potrebbe essere più precisa e articolata di fronte a una bozza di preaccordo con la Fieg, o di un documento in discussione, o di una piattaforma di richieste e proposte puntuali della Fnsi, di cui però a oggi non disponiamo.
Anche per questi motivi abbiamo sostenuto la mozione votata in Commissione contratto. Nella mozione, riguardo il complesso della trattativa, s’invitava sì la Giunta della Fnsi a continuare a trattare con la Fieg, ma ad evitare fughe in avanti per la firma del contratto, approfondendone preventivamente i temi e le possibili soluzioni in un confronto di merito con la categoria. E, per quanto riguarda il lavoro autonomo, si chiedeva «una regolamentazione inclusiva per la riduzione dell'area del precariato e del finto lavoro parasubordinato, tenendo conto delle indicazioni contenute nel documento elaborato dalla Commissione lavoro autonomo della Fnsi».
Il rischio infatti, allo stato attuale, è quello di firmare un accordo che salvi, forse, la tenuta dei conti dell'Inpgi e i parametri di chi un contratto da dipendente già ce l’ha. Ma che confermi, nella sostanza, che la maggior parte dei giornalisti attivi resterebbe esclusa dalle tutele del contratto collettivo, con retribuzioni che non permettono di vivere dignitosamente del proprio lavoro.

Maurizio Bekar
Maria Giovanna Faiella
Laura Viggiano
(rappresentanti dei giornalisti lavoratori autonomi in Commissione contratto Fnsi)

DOCUMENTI:
ON LINE, IL TESTO DELLA PROPOSTA CLAN-FNSI PER L'EQUO COMPENSO:

    DOWNLOAD:
IL TESTO DELLA PROPOSTA CLAN-FNSI, CON I CRITERI D'EQUO COMPENSO:

IL TARIFFARIO DELL'ORDINE DEL 2007

28 aprile 2014

URGENTE: CONTRATTI PER IL RICORSO SULLA CARTA DI FIRENZE


A tutti i colleghi non contrattualizzati
del Friuli Venezia Giulia


IL RICORSO SULLA CARTA DI FIRENZE
PER LE SOTTORETRIBUZIONI DEI COLLABORATORI
A UN PASSO DALLA SENTENZA


Il ricorso ai sensi della Carta di Firenze, presentato dal Coordinamento precari e freelance e dall'Assostampa Friuli Venezia Giulia riguardo le sottoretribuzioni dei collaboratori della nostra regione, è a un passo dalla sentenza.

Nei giorni scorsi infatti si è svolta un'audizione al Consiglio disciplina nazionale, presso l'Ordine dei giornalisti, dove ci è stato chiesto di presentare in tempi brevi un'integrazione di documentazione.

In pratica, tra le altre cose, vanno esibiti dei contratti, tariffari o pezze d'appoggio, dai quali risultino le cifre con cui vengono pagati i collaboratori delle principali testate del Friuli Venezia Giulia.

Dopo una consultazione tra i ricorrenti, per tutelare la privacy dei collaboratori, si è deciso di procedere esattamente come sta facendo in questi giorni il Presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, nei confronti di vari Consigli di disciplina regionali. Cioè presentare dei contratti, tariffari o pezze d'appoggio, con i nomi e tutti gli elementi di identificazione dei collaboratori cancellati, lasciando pertanto solo la testata, i termini del contratto e gli importi.

VI CHIEDIAMO QUINDI DI DARCI UNA MANO, FORNENDOCI CON URGENZA UNA COPIA DEI VOSTRI CONTRATTI (o tariffari, pezze di pagamento successivi al novembre 2011), DAI QUALI CANCELLEREMO OGNI ELEMENTO IDENTIFICATIVO PERSONALE.

Queste pezze d'appoggio, tariffari e contratti, resi "anonimi" e integratati dalle nostre dichiarazioni, dovrebbero essere sufficienti per poter proseguire l'iter d'indagine e arrivare a sentenza.

VI PREGHIAMO DI CONTATTARCI CON URGENZA IN PRIVATO (
all'email precari.freelance@assostampafvg.it) per accordi, e per farci avere copia dei vostri contratti e documenti di pagamento, senza i quali sarà impossibile ottenere la sentenza. Per altre info potete anche contattare il portavoce Maurizio Bekar.

Dobbiamo recuperare i contratti e gli altri materiali di prova ENTRO IL 3 MAGGIO, pena la decadenza dei termini per il completamento del ricorso.

Confidiamo quindi nel vostro aiuto e collaborazione per portare a felicemente questa iniziativa, davvero pioniera in Italia, di appello alla Carta di Firenze per la tutela dei collaboratori. E vi garantiamo l'assoluta riservatezza sui vostri nomi e dati personali. Contattateci con urgenza, grazie.



Coordinamento giornalisti precari e freelance
dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia
precari.freelance@assostampafvg.it

22 aprile 2014

ODG FVG, AL VIA I CORSI DI FORMAZIONE PERMANENTE


Obbligatori per legge e gratuiti 
si terranno dal 23 aprile a Trieste
e dal 24 a Udine
Di seguito le altre date previste


Ricordiamo che con il 2014 sono partiti i corsi di formazione e aggiornamento professionale previsti dalle nuove norme dell'Ordine dei Giornalisti. La formazione è un obbligo di legge. Sono tenuti a frequentare i corsi tutti gli iscritti, pubblicisti e professionisti, in attività da oltre 3 anni dall'iscrizione all'albo. Sono esenti tutti gli iscritti (come i pensionati) che non esercitano attività giornalistica.

Per il triennio 2014-2016 ogni iscritto dovrà ottenere 60 crediti. Per il 2014 sarà sufficiente un minimo di 16 crediti. Per ottenere i crediti bisognerà seguire dei corsi, scelti dall'interessato, fra quelli attivati e riconosciuti dall'Ordine.


Il primo corso disponibile nel Friuli Venezia Giulia, a partecipazione gratuita, è in programma il 23 aprile all'Università di Trieste e il 24 all'Università di Udine, ed è incentrato sul tema della Carta di Treviso e la tutela dei minori nella cronaca.

Di seguito tutte le altre informazioni, e il calendario degli appuntamenti successivi fino a giugno, diramati dall'Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia. 

Coordinamento giornalisti precari e freelance 
dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia

Dall'Ordine del Fvg:
Con qualche mese di ritardo, per questioni organizzative legate alla complessa macchina della Formazione che dipende dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti che ha delegato i singoli Consigli regionali (solo da qualche settimana da Roma è stata decisa la ripartizione dei fondi per l'organizzazione degli eventi ed è ancora in fase di messa a punto il software per la gestione dei crediti e delle iscrizioni ai corsi) anche l'Ordine del Fvg parte con i primi appuntamenti.
Chiariamo subito, si tratta ancora di una fase iniziale di rodaggio e di work-in-progress che non è ancora né completa e nemmeno esauriente. Abbiamo varato per ora un piano trimestrale fino a giugno, con alcuni eventi ma che potrebbero essere arricchiti di nuovi titoli e date.
Siamo partiti con qualche ritardo anche perché oltre a non avere una macchina organizzativa già pronta abbiamo voluto stringere alcuni accordi con diverse istituzioni con l'obiettivo di garantire a tutti i colleghi la massima qualità e la possibilità di partecipare gratuitamente agli eventi. In generale saranno gratuiti per legge tutti gli eventi dedicati alla deontologia. L'Ordine del Fvg comunque, considerata la situazione economica degli iscritti, si propone come obiettivo garantire a tutti gli iscritti di ottenere i crediti necessari in via gratuita. Nel calendario comunque si troveranno anche ulteriori corsi di specializzazione che potrebbero prevedere la partecipazione a pagamento.
In via generale si stanno formalizzando dei precisi accordi con l'Università degli studi di Trieste e la Sissa. Queste due realtà hanno iniziato la procedura di accreditamento come enti formatori a Roma (ma ci vorranno diversi mesi) e assieme all'Ordine del Fvg verranno organizzati diversi eventi. E' in corso di preparazione anche una convenzione con l'Università di Udine.
Tra gli organismi che hanno chiesto l'accreditamento c'è anche la Uaua Academy che propone corsi a pagamento.
Tutti gli eventi più importanti per ragioni logistiche e nel rispetto delle peculiarità della nostra regione verranno svolti nelle aule dei due atenei nelle sedi centrali di Trieste e Udine ed eventualmente in quelli periferici di Pordenone e Gorizia.
Come abbiamo ripetuto la formazione è un obbligo di legge deciso dal governo e sarà nostra cura fare in modo che quest'obbligo si trasformi in opportunità di crescita di tutti. Per essere però chiari e per sgombrare dal tavolo dubbi o incertezze è bene comunque fissare alcuni paletti:
Per il triennio 2014-2016 ogni iscritto dovrà ottenere 60 crediti. Per il 2014, visto l'avvio in ritardo, sarà sufficiente un minimo di 16 crediti.
Possono fare formazione, proponendo corsi ed eventi con la distribuzione di crediti solamente il Cnog di Roma, i Consigli regionali degli Ordini dei giornalisti, l'Assostampa o gruppi organizzati e associazioni di giornalisti. Potranno farlo anche tutti gli enti che saranno accreditati al ministero di Giustizia. L'accreditamento passa obbligatoriamente attraverso il vaglio della domanda (le domande e le indicazioni si possono scaricare dal sito Cnog di Roma) da parte  degli Ordini regionali e del Cnog e la pratica sarà poi decisa dal ministero.
Altri corsi di formazione che non compaiano nel calendario regionale o nazionale non danno accesso a crediti. Eventuali eccezioni verranno valutate preventivamente dall'Ordine e dal Cnog di Roma.
Tutti gli iscritti per ottenere i crediti necessari possono partecipare a qualsiasi corso organizzato dai singoli Ordini regionali, in ogni regione italiana o dallo stesso Cnog a Roma o in altra sede.
Sono obbligati a frequentare i corsi di formazione tutti gli iscritti pubblicisti e professionisti che sono in attività da oltre 3 anni dall'iscrizione all'albo. Come recita il l'articolo 5 punto D del regolamento, “per i nuovi iscritti all'albo, l'obbligo formativo annuale decorre dal primo gennaio del terzo anno successivo a quello di iscrizione”. Sono esenti anche tutti gli iscritti (come i pensionati) che non esercitano attività giornalistica, e per partecipare devono fare richiesta scritta agli ordini di appartenenza.
Nella prima fase di avviamento dei corsi, non disponendo ancora di un sistema online dedicato alla formazione, il controllo delle presenze avverrà con firme di entrata e di uscita su un apposito registro curato dall'Ordine. I crediti maturati con la partecipazione ai corsi vengono comunque registrati dall'Ordine che organizza il corso e successivamente saranno segnati anche sul sistema online.
Per maggiori chiarimenti e dettagli comunque prendere visione del Regolamento approvato dal Cnog il 6 novembre 2013 sulla base del parere favorevole del ministro di Giustizia con nota racc. m_dg.gab. 23/10/2013 0032066.U e le Disposizioni attuative del regolamento sulla Formazione professionale continua degli iscritti all'Ordine dei giornalisti pubblicato nel bollettino ufficiale del ministero della Giustizia n.24 del 31 dicembre 2013 e decisione Cnog del 18 dicembre 2013.

Nel sottostante calendario dell'Odg Fvg per il trimestre, le date degli eventi possono essere soggette a variazioni e modifiche per esigenze organizzative. 

23 aprile 2014, ore 9-11.
Cronaca e minori, quando le notizie hanno un limite. Riflessione sulla carta di Treviso e la sua applicazione nel racconto dei più recenti episodi di cronaca, dalle baby squillo al bullismo sino alle tragedie dei suicidi. Lezione-testimonianza proposta dall'Ordine dei giornalisti del Fvg assieme all'Università con Michelangelo Bellinetti, giornalista e professore alla Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Verona, direttore della rivista filosofica L'Ircocervo di Padova, per 10 anni presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto, autore di saggi sul fascismo e sociologici. E con Arrigo De Pauli, già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Trieste e successivamente Presidente del Tribunale civile e penale di Trieste. Sede: Università di Trieste, aula magna. 
Evento a carattere deontologico gratuito, 4 crediti più 2 per evento inerente la deontologia, totale crediti: 6.

24 aprile 2014, ore 9-11.
Ripetizione dell'evento a Udine, presso il polo economico giuridico dell'Università di Udine, in via Tomadini 30, aula 1.

5 maggio 2014, ore 10-13.
Formazione professionale dedicata ai giornalisti sportivi. Mondiali di volley femminili Italia 2014, le ultime novità regolamentari: istruzione per l'uso per i giornalisti. Testimonianza di Giorgio Tirel, presidente regionale Fipav. Evento organizzato dall'Associazione giornalisti sportivi (Ussi) del Fvg. 
Crediti previsti 4.
Sede Università di Trieste, sede centrale. Evento gratuito aperto a tutti.

9 maggio 2014, Trieste ore 10-13.
Discriminazione femminile e sessuale di genere. Evento organizzato dall'Odg Fvg assieme all'Assostampa e al Comune di Trieste. Incontro con Ilda Curti, assessore comunale di Torino, responsabile della segreteria nazionale della rete Ready (Rete delle pubbliche amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e di genere) e Giorgia Serughetti, redattore sociale. Contributi dei vertici dell'Odg Fvg e dell'Assostampa Fvg. 
Sede Università di Trieste, aula magna del Dipartimento di studi umanistici di via Tigor. 
Evento gratuito aperto a tutti. Crediti formativi: 4 + 2 per evento inerente alla deontologia.

22 maggio 2014, ore 10-13.
Formazione professionale dedicata ai giornalisti sportivi. Il progetto di ricostruzione di un serbatoio italiano per le nazionali del futuro e la necessità di modifica della legge Bosman per il sistema basket. Testimonianza di Gianni Petrucci, presidente nazionale Fip. Evento proposto dall'Odg Fvg e dall'Ussi. Sede Università di Udine, sede centrale. 
Crediti: 4. Evento gratuito aperto a tutti.

2 giugno 2014, ore 9-12.
Formazione professionale dedicata ai giornalisti sportivi. Il problema del doping nel ciclismo. Quali le iniziative da intraprendere oltre alla prevenzione, ai controlli e alle sanzioni per debellare definitivamente il fenomeno. Parla Davide Cassani, ct azzurro del ciclismo. Sede Università di Trieste, sede centrale, evento aperto a tutti. Crediti previsti: 4.

Dal 17 al 19 settembre 2014, Trieste.
Scuola di Data Journalism.
(A breve maggiori informazioni)

Eventi formativi accreditati dal Consiglio nazionale
http://www.odg.it/content/eventi-formativi
A breve l'attivazione della categoria “Formazione” sul nostro sito.http://www.htemail.it/app/immagine.php?code=725b3003f99b07f1a5651f183ae2bacf3f68f4e8&p=104&n=2538&r=2657616

13 aprile 2014

INCONTRO A ROMA SULLA PRECARIETÀ DELL’INFORMAZIONE

Tra i relatori Maurizio Bekar, coordinatore nazionale della Commissione lavoro Autonomo FNSI
e vicesegretario Assostampa FVG



Venerdi 11 aprile al Piccolo Apollo di Roma sono intervenuti sui temi legati a precariato e precarietà nel mondo dell'informazione:
ALBERTO BALDAZZI – Direttore Osservatorio TG
VINCENZO VITA – Giornalista, ex Sottosegretario del Ministero delle comunicazioni e già vice-presidente della Commissione Cultura al Senato
MAURIZIO BEKAR – Coordinatore Nazionale della Commissione per il lavoro Autonomo - FNSI
FRANCESCA FORNARIO – giornalista (L’Unità, Radio 2), autrice satirica

Durante la serata altri due momenti hanno trattato l'argomento:

LETTURE DI STORIE DI PRECARIATO GIORNALISTICO 
Storie liberamente tratte dal rapporto “Per 1000 euro un mese non basta” del comitato Errori di Stampa, con: GIORGINA PILOZZI – Angelo Mai Occupato, CATERINA CARPIO – Scuola Teatro Stabile di Torino, premio UBU 2013 ed EMILIANO MASALA – Scuola Teatro Stabile di Torino, premio UBU 2007.

PROIEZIONE DI OSSERVATORIO TG – DIARIO DI UN PAESE (11’)
Ogni giorno nel nostro paese oltre 20 milioni di persone tra le 18.30 e le 21 guardano i telegiornali delle tre reti RAI, di Mediaset e La7. Secondo dati ISTAT per l’84,6% degli italiani i telegiornali sono la principale fonte di informazione. Eppure nessuno si chiede come siano costruite e comunicate le notizie e quanto influenzino l’opinione pubblica italiana. Alberto Baldazzi, giornalista radiotelevisivo dall’esperienza trentennale, lo fa da anni seguendo ogni sera tutti i telegiornali primetime e archiviandone i titoli principali. Grazie a questo prezioso lavoro di analisi, svolto a titolo quasi esclusivamente gratuito, riesce a dare una visione critica del mondo della notizia e dei limiti del fare giornalismo in Italia. (doc prodotto con il sostegno di Open Society Foundation).
Regia: MADDALENA GRECHI e CAMILLA RUGGIERO - fotografia: EROS ACHIARDI, CAMILLA RUGGIERO - montaggio: EROS ACHIARDI - suono: MARCO NERI, CAMILLA RUGGIERO con: ALBERTO BALDAZZI, LUCA BALDAZZI, LORENZO COLETTA,  produzione: ZALAB  - con il supporto di: OPEN SOCIETY FOUNDATIONS (Italia, 11’ Zalab 2013).

01 aprile 2014

CARTA DI FIRENZE: PARTITO L'OSSERVATORIO SUL PRECARIATO DEL FVG

Parte nel Friuli Venezia Giulia, primo in Italia, un Osservatorio regionale su precariato e Carta di Firenze, formato da rappresentanti di Assostampa, Ordine e Inpgi e dei precari.

L'istituzione di un Osservatorio era una delle proposte avanzate nei mesi scorsi dal Coordinamento precari e freelance del Friuli Venezia Giulia, e agli Stati generali dell'Informazione precaria, svoltisi a livello nazionale nel luglio scorso.



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Prima riunione, il 31 marzo a Trieste, dell’Osservatorio regionale permanente sulla condizione professionale dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, organismo costituito per la prima volta in Italia a livello regionale, ispirato dalla Carta di Firenze, e composto da rappresentanti dell’Assostampa Fvg, dell'Ordine regionale e dell’Inpgi. 


Nel corso dei lavori sono state esaminate le possibili linee d’azione dell’organismo, che ha il compito di monitorare la situazione del lavoro autonomo in regione, vigilare sull’applicazione della Carta di Firenze a tutela dei collaboratori e dei freelance, e di segnalare eventuali situazioni di lavoro sottopagato o irregolare.


Accanto a un monitoraggio delle condizioni di lavoro nelle principali testate, si è deciso anche di segnalare all’Ordine e all’Inpgi possibili situazioni di colleghi che esercitano la professione pur non risultando iscritti all’Ordine e non pagando i contributi all’Inpgi, a danno di tutta la categoria. 


L’Osservatorio si riunirà nuovamente nelle prossime settimane per esaminare i primi risultati e programmare altre linee d’intervento.




IL COMUNICATO SULL'ISTITUZIONE DELL'OSSERVATORIO DEL FVG:
http://freelancefvg.blogspot.it/2014/03/carta-di-firenze-nasce-losservatorio.html