28 aprile 2014

URGENTE: CONTRATTI PER IL RICORSO SULLA CARTA DI FIRENZE


A tutti i colleghi non contrattualizzati
del Friuli Venezia Giulia


IL RICORSO SULLA CARTA DI FIRENZE
PER LE SOTTORETRIBUZIONI DEI COLLABORATORI
A UN PASSO DALLA SENTENZA


Il ricorso ai sensi della Carta di Firenze, presentato dal Coordinamento precari e freelance e dall'Assostampa Friuli Venezia Giulia riguardo le sottoretribuzioni dei collaboratori della nostra regione, è a un passo dalla sentenza.

Nei giorni scorsi infatti si è svolta un'audizione al Consiglio disciplina nazionale, presso l'Ordine dei giornalisti, dove ci è stato chiesto di presentare in tempi brevi un'integrazione di documentazione.

In pratica, tra le altre cose, vanno esibiti dei contratti, tariffari o pezze d'appoggio, dai quali risultino le cifre con cui vengono pagati i collaboratori delle principali testate del Friuli Venezia Giulia.

Dopo una consultazione tra i ricorrenti, per tutelare la privacy dei collaboratori, si è deciso di procedere esattamente come sta facendo in questi giorni il Presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, nei confronti di vari Consigli di disciplina regionali. Cioè presentare dei contratti, tariffari o pezze d'appoggio, con i nomi e tutti gli elementi di identificazione dei collaboratori cancellati, lasciando pertanto solo la testata, i termini del contratto e gli importi.

VI CHIEDIAMO QUINDI DI DARCI UNA MANO, FORNENDOCI CON URGENZA UNA COPIA DEI VOSTRI CONTRATTI (o tariffari, pezze di pagamento successivi al novembre 2011), DAI QUALI CANCELLEREMO OGNI ELEMENTO IDENTIFICATIVO PERSONALE.

Queste pezze d'appoggio, tariffari e contratti, resi "anonimi" e integratati dalle nostre dichiarazioni, dovrebbero essere sufficienti per poter proseguire l'iter d'indagine e arrivare a sentenza.

VI PREGHIAMO DI CONTATTARCI CON URGENZA IN PRIVATO (
all'email precari.freelance@assostampafvg.it) per accordi, e per farci avere copia dei vostri contratti e documenti di pagamento, senza i quali sarà impossibile ottenere la sentenza. Per altre info potete anche contattare il portavoce Maurizio Bekar.

Dobbiamo recuperare i contratti e gli altri materiali di prova ENTRO IL 3 MAGGIO, pena la decadenza dei termini per il completamento del ricorso.

Confidiamo quindi nel vostro aiuto e collaborazione per portare a felicemente questa iniziativa, davvero pioniera in Italia, di appello alla Carta di Firenze per la tutela dei collaboratori. E vi garantiamo l'assoluta riservatezza sui vostri nomi e dati personali. Contattateci con urgenza, grazie.



Coordinamento giornalisti precari e freelance
dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia
precari.freelance@assostampafvg.it

22 aprile 2014

ODG FVG, AL VIA I CORSI DI FORMAZIONE PERMANENTE


Obbligatori per legge e gratuiti 
si terranno dal 23 aprile a Trieste
e dal 24 a Udine
Di seguito le altre date previste


Ricordiamo che con il 2014 sono partiti i corsi di formazione e aggiornamento professionale previsti dalle nuove norme dell'Ordine dei Giornalisti. La formazione è un obbligo di legge. Sono tenuti a frequentare i corsi tutti gli iscritti, pubblicisti e professionisti, in attività da oltre 3 anni dall'iscrizione all'albo. Sono esenti tutti gli iscritti (come i pensionati) che non esercitano attività giornalistica.

Per il triennio 2014-2016 ogni iscritto dovrà ottenere 60 crediti. Per il 2014 sarà sufficiente un minimo di 16 crediti. Per ottenere i crediti bisognerà seguire dei corsi, scelti dall'interessato, fra quelli attivati e riconosciuti dall'Ordine.


Il primo corso disponibile nel Friuli Venezia Giulia, a partecipazione gratuita, è in programma il 23 aprile all'Università di Trieste e il 24 all'Università di Udine, ed è incentrato sul tema della Carta di Treviso e la tutela dei minori nella cronaca.

Di seguito tutte le altre informazioni, e il calendario degli appuntamenti successivi fino a giugno, diramati dall'Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia. 

Coordinamento giornalisti precari e freelance 
dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia

Dall'Ordine del Fvg:
Con qualche mese di ritardo, per questioni organizzative legate alla complessa macchina della Formazione che dipende dal Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti che ha delegato i singoli Consigli regionali (solo da qualche settimana da Roma è stata decisa la ripartizione dei fondi per l'organizzazione degli eventi ed è ancora in fase di messa a punto il software per la gestione dei crediti e delle iscrizioni ai corsi) anche l'Ordine del Fvg parte con i primi appuntamenti.
Chiariamo subito, si tratta ancora di una fase iniziale di rodaggio e di work-in-progress che non è ancora né completa e nemmeno esauriente. Abbiamo varato per ora un piano trimestrale fino a giugno, con alcuni eventi ma che potrebbero essere arricchiti di nuovi titoli e date.
Siamo partiti con qualche ritardo anche perché oltre a non avere una macchina organizzativa già pronta abbiamo voluto stringere alcuni accordi con diverse istituzioni con l'obiettivo di garantire a tutti i colleghi la massima qualità e la possibilità di partecipare gratuitamente agli eventi. In generale saranno gratuiti per legge tutti gli eventi dedicati alla deontologia. L'Ordine del Fvg comunque, considerata la situazione economica degli iscritti, si propone come obiettivo garantire a tutti gli iscritti di ottenere i crediti necessari in via gratuita. Nel calendario comunque si troveranno anche ulteriori corsi di specializzazione che potrebbero prevedere la partecipazione a pagamento.
In via generale si stanno formalizzando dei precisi accordi con l'Università degli studi di Trieste e la Sissa. Queste due realtà hanno iniziato la procedura di accreditamento come enti formatori a Roma (ma ci vorranno diversi mesi) e assieme all'Ordine del Fvg verranno organizzati diversi eventi. E' in corso di preparazione anche una convenzione con l'Università di Udine.
Tra gli organismi che hanno chiesto l'accreditamento c'è anche la Uaua Academy che propone corsi a pagamento.
Tutti gli eventi più importanti per ragioni logistiche e nel rispetto delle peculiarità della nostra regione verranno svolti nelle aule dei due atenei nelle sedi centrali di Trieste e Udine ed eventualmente in quelli periferici di Pordenone e Gorizia.
Come abbiamo ripetuto la formazione è un obbligo di legge deciso dal governo e sarà nostra cura fare in modo che quest'obbligo si trasformi in opportunità di crescita di tutti. Per essere però chiari e per sgombrare dal tavolo dubbi o incertezze è bene comunque fissare alcuni paletti:
Per il triennio 2014-2016 ogni iscritto dovrà ottenere 60 crediti. Per il 2014, visto l'avvio in ritardo, sarà sufficiente un minimo di 16 crediti.
Possono fare formazione, proponendo corsi ed eventi con la distribuzione di crediti solamente il Cnog di Roma, i Consigli regionali degli Ordini dei giornalisti, l'Assostampa o gruppi organizzati e associazioni di giornalisti. Potranno farlo anche tutti gli enti che saranno accreditati al ministero di Giustizia. L'accreditamento passa obbligatoriamente attraverso il vaglio della domanda (le domande e le indicazioni si possono scaricare dal sito Cnog di Roma) da parte  degli Ordini regionali e del Cnog e la pratica sarà poi decisa dal ministero.
Altri corsi di formazione che non compaiano nel calendario regionale o nazionale non danno accesso a crediti. Eventuali eccezioni verranno valutate preventivamente dall'Ordine e dal Cnog di Roma.
Tutti gli iscritti per ottenere i crediti necessari possono partecipare a qualsiasi corso organizzato dai singoli Ordini regionali, in ogni regione italiana o dallo stesso Cnog a Roma o in altra sede.
Sono obbligati a frequentare i corsi di formazione tutti gli iscritti pubblicisti e professionisti che sono in attività da oltre 3 anni dall'iscrizione all'albo. Come recita il l'articolo 5 punto D del regolamento, “per i nuovi iscritti all'albo, l'obbligo formativo annuale decorre dal primo gennaio del terzo anno successivo a quello di iscrizione”. Sono esenti anche tutti gli iscritti (come i pensionati) che non esercitano attività giornalistica, e per partecipare devono fare richiesta scritta agli ordini di appartenenza.
Nella prima fase di avviamento dei corsi, non disponendo ancora di un sistema online dedicato alla formazione, il controllo delle presenze avverrà con firme di entrata e di uscita su un apposito registro curato dall'Ordine. I crediti maturati con la partecipazione ai corsi vengono comunque registrati dall'Ordine che organizza il corso e successivamente saranno segnati anche sul sistema online.
Per maggiori chiarimenti e dettagli comunque prendere visione del Regolamento approvato dal Cnog il 6 novembre 2013 sulla base del parere favorevole del ministro di Giustizia con nota racc. m_dg.gab. 23/10/2013 0032066.U e le Disposizioni attuative del regolamento sulla Formazione professionale continua degli iscritti all'Ordine dei giornalisti pubblicato nel bollettino ufficiale del ministero della Giustizia n.24 del 31 dicembre 2013 e decisione Cnog del 18 dicembre 2013.

Nel sottostante calendario dell'Odg Fvg per il trimestre, le date degli eventi possono essere soggette a variazioni e modifiche per esigenze organizzative. 

23 aprile 2014, ore 9-11.
Cronaca e minori, quando le notizie hanno un limite. Riflessione sulla carta di Treviso e la sua applicazione nel racconto dei più recenti episodi di cronaca, dalle baby squillo al bullismo sino alle tragedie dei suicidi. Lezione-testimonianza proposta dall'Ordine dei giornalisti del Fvg assieme all'Università con Michelangelo Bellinetti, giornalista e professore alla Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Verona, direttore della rivista filosofica L'Ircocervo di Padova, per 10 anni presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto, autore di saggi sul fascismo e sociologici. E con Arrigo De Pauli, già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Trieste e successivamente Presidente del Tribunale civile e penale di Trieste. Sede: Università di Trieste, aula magna. 
Evento a carattere deontologico gratuito, 4 crediti più 2 per evento inerente la deontologia, totale crediti: 6.

24 aprile 2014, ore 9-11.
Ripetizione dell'evento a Udine, presso il polo economico giuridico dell'Università di Udine, in via Tomadini 30, aula 1.

5 maggio 2014, ore 10-13.
Formazione professionale dedicata ai giornalisti sportivi. Mondiali di volley femminili Italia 2014, le ultime novità regolamentari: istruzione per l'uso per i giornalisti. Testimonianza di Giorgio Tirel, presidente regionale Fipav. Evento organizzato dall'Associazione giornalisti sportivi (Ussi) del Fvg. 
Crediti previsti 4.
Sede Università di Trieste, sede centrale. Evento gratuito aperto a tutti.

9 maggio 2014, Trieste ore 10-13.
Discriminazione femminile e sessuale di genere. Evento organizzato dall'Odg Fvg assieme all'Assostampa e al Comune di Trieste. Incontro con Ilda Curti, assessore comunale di Torino, responsabile della segreteria nazionale della rete Ready (Rete delle pubbliche amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e di genere) e Giorgia Serughetti, redattore sociale. Contributi dei vertici dell'Odg Fvg e dell'Assostampa Fvg. 
Sede Università di Trieste, aula magna del Dipartimento di studi umanistici di via Tigor. 
Evento gratuito aperto a tutti. Crediti formativi: 4 + 2 per evento inerente alla deontologia.

22 maggio 2014, ore 10-13.
Formazione professionale dedicata ai giornalisti sportivi. Il progetto di ricostruzione di un serbatoio italiano per le nazionali del futuro e la necessità di modifica della legge Bosman per il sistema basket. Testimonianza di Gianni Petrucci, presidente nazionale Fip. Evento proposto dall'Odg Fvg e dall'Ussi. Sede Università di Udine, sede centrale. 
Crediti: 4. Evento gratuito aperto a tutti.

2 giugno 2014, ore 9-12.
Formazione professionale dedicata ai giornalisti sportivi. Il problema del doping nel ciclismo. Quali le iniziative da intraprendere oltre alla prevenzione, ai controlli e alle sanzioni per debellare definitivamente il fenomeno. Parla Davide Cassani, ct azzurro del ciclismo. Sede Università di Trieste, sede centrale, evento aperto a tutti. Crediti previsti: 4.

Dal 17 al 19 settembre 2014, Trieste.
Scuola di Data Journalism.
(A breve maggiori informazioni)

Eventi formativi accreditati dal Consiglio nazionale
http://www.odg.it/content/eventi-formativi
A breve l'attivazione della categoria “Formazione” sul nostro sito.http://www.htemail.it/app/immagine.php?code=725b3003f99b07f1a5651f183ae2bacf3f68f4e8&p=104&n=2538&r=2657616

13 aprile 2014

INCONTRO A ROMA SULLA PRECARIETÀ DELL’INFORMAZIONE

Tra i relatori Maurizio Bekar, coordinatore nazionale della Commissione lavoro Autonomo FNSI
e vicesegretario Assostampa FVG



Venerdi 11 aprile al Piccolo Apollo di Roma sono intervenuti sui temi legati a precariato e precarietà nel mondo dell'informazione:
ALBERTO BALDAZZI – Direttore Osservatorio TG
VINCENZO VITA – Giornalista, ex Sottosegretario del Ministero delle comunicazioni e già vice-presidente della Commissione Cultura al Senato
MAURIZIO BEKAR – Coordinatore Nazionale della Commissione per il lavoro Autonomo - FNSI
FRANCESCA FORNARIO – giornalista (L’Unità, Radio 2), autrice satirica

Durante la serata altri due momenti hanno trattato l'argomento:

LETTURE DI STORIE DI PRECARIATO GIORNALISTICO 
Storie liberamente tratte dal rapporto “Per 1000 euro un mese non basta” del comitato Errori di Stampa, con: GIORGINA PILOZZI – Angelo Mai Occupato, CATERINA CARPIO – Scuola Teatro Stabile di Torino, premio UBU 2013 ed EMILIANO MASALA – Scuola Teatro Stabile di Torino, premio UBU 2007.

PROIEZIONE DI OSSERVATORIO TG – DIARIO DI UN PAESE (11’)
Ogni giorno nel nostro paese oltre 20 milioni di persone tra le 18.30 e le 21 guardano i telegiornali delle tre reti RAI, di Mediaset e La7. Secondo dati ISTAT per l’84,6% degli italiani i telegiornali sono la principale fonte di informazione. Eppure nessuno si chiede come siano costruite e comunicate le notizie e quanto influenzino l’opinione pubblica italiana. Alberto Baldazzi, giornalista radiotelevisivo dall’esperienza trentennale, lo fa da anni seguendo ogni sera tutti i telegiornali primetime e archiviandone i titoli principali. Grazie a questo prezioso lavoro di analisi, svolto a titolo quasi esclusivamente gratuito, riesce a dare una visione critica del mondo della notizia e dei limiti del fare giornalismo in Italia. (doc prodotto con il sostegno di Open Society Foundation).
Regia: MADDALENA GRECHI e CAMILLA RUGGIERO - fotografia: EROS ACHIARDI, CAMILLA RUGGIERO - montaggio: EROS ACHIARDI - suono: MARCO NERI, CAMILLA RUGGIERO con: ALBERTO BALDAZZI, LUCA BALDAZZI, LORENZO COLETTA,  produzione: ZALAB  - con il supporto di: OPEN SOCIETY FOUNDATIONS (Italia, 11’ Zalab 2013).

01 aprile 2014

CARTA DI FIRENZE: PARTITO L'OSSERVATORIO SUL PRECARIATO DEL FVG

Parte nel Friuli Venezia Giulia, primo in Italia, un Osservatorio regionale su precariato e Carta di Firenze, formato da rappresentanti di Assostampa, Ordine e Inpgi e dei precari.

L'istituzione di un Osservatorio era una delle proposte avanzate nei mesi scorsi dal Coordinamento precari e freelance del Friuli Venezia Giulia, e agli Stati generali dell'Informazione precaria, svoltisi a livello nazionale nel luglio scorso.



***********************************

Prima riunione, il 31 marzo a Trieste, dell’Osservatorio regionale permanente sulla condizione professionale dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, organismo costituito per la prima volta in Italia a livello regionale, ispirato dalla Carta di Firenze, e composto da rappresentanti dell’Assostampa Fvg, dell'Ordine regionale e dell’Inpgi. 


Nel corso dei lavori sono state esaminate le possibili linee d’azione dell’organismo, che ha il compito di monitorare la situazione del lavoro autonomo in regione, vigilare sull’applicazione della Carta di Firenze a tutela dei collaboratori e dei freelance, e di segnalare eventuali situazioni di lavoro sottopagato o irregolare.


Accanto a un monitoraggio delle condizioni di lavoro nelle principali testate, si è deciso anche di segnalare all’Ordine e all’Inpgi possibili situazioni di colleghi che esercitano la professione pur non risultando iscritti all’Ordine e non pagando i contributi all’Inpgi, a danno di tutta la categoria. 


L’Osservatorio si riunirà nuovamente nelle prossime settimane per esaminare i primi risultati e programmare altre linee d’intervento.




IL COMUNICATO SULL'ISTITUZIONE DELL'OSSERVATORIO DEL FVG:
http://freelancefvg.blogspot.it/2014/03/carta-di-firenze-nasce-losservatorio.html

31 marzo 2014

EQUO COMPENSO, DIRITTO DI TUTTI: UNA PROPOSTA IN PARLAMENTO

La legge 233/2012 è un esempio per tutti i lavoratori




di Maurizio Bekar e Dario Fidora

Mentre l’equo compenso per i giornalisti lavoratori autonomi pare incagliato e fortemente limitato da una delibera della commissione attuativa, c’è invece chi prende ad esempio la legge 233/2012 sull’equità retributiva dei giornalisti per estenderla a tutti i lavoratori. Cioè anche a quelli di ogni altro settore, se non inquadrati come dipendenti, applicando le condizioni del contratto collettivo più pertinente. E, per farlo, ha elaborato una proposta quasi uguale alla legge già approvata per i giornalisti. (Ma, allora, perchè in tanti affermavano che la legge 233 era fatta male, inapplicabile, da interpretare, forse anche illegittima… mentre ora invece viene ripresa per applicarla a tutti i lavoratori autonomi, anche di altri settori?).

L’iniziativa nasce dalla deputata del PD Chiara Gribaudo, che sta dando seguito assieme ad altri parlamentari ad alcune proposte avanzate da “Alta Partecipazione”, un coordinamento di associazioni di giovani, precari e professionisti di vari settori, che stanno formulando “dal basso” delle proposte d’intervento legislativo sul mondo del lavoro, il fisco, la previdenza, il diritto allo studio. Fra quelle presentate in una conferenza alla Camera dei deputati il 17 marzo scorso figurano il contratto d’inclusione, l’indennità di disoccupazione universale, il Servizio per il lavoro.

Nel frattempo, già dal maggio 2013, l’on. Chiara Gribaudo ha presentato in Commissione Lavoro della Camera, come prima firmataria (assieme a tutti i parlamentari PD della Commissione) una proposta di risoluzione che impegni il Governo a istituire una Commissione per la valutazione dell’equo compenso, nei settori nei quali non esiste una specifica disciplina contrattuale delle retribuzioni. Commissione che abbia “il compito di definire l’equo compenso dei lavoratori subordinati, o autonomi ovvero professionisti, avuto riguardo alla natura e alle caratteristiche della prestazione nonché in coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei titolari di un rapporto di lavoro subordinato di settori contigui ovvero equivalenti”.

In questa pagina del sito web della Camera il testo integrale della proposta di risoluzione:

Di seguito, invece, la bozza della proposta di legge per l’estensione dell’equo compenso a tutti di lavoratori, di ogni settore, se non coperti da un Contratto collettivo di lavoro nazionale (il testo della legge 233/2012 approvata per i giornalisti, che è quasi uguale, è disponibile qui:

L’equo compenso, insomma, non è un legge mal fatta, incostituzionale e inapplicabile, come si sentiva dire per i giornalisti freelance, ma un diritto di tutti i lavoratori, che discende dall’art. 36 della Costituzione. Quello sì, troppo spesso, volutamente ignorato e inapplicato.

[di seguito la bozza della proposta di legge di "Alta Partecipazione" e dell'on. Gribaudo]

PROPOSTA DI LEGGE

ISTITUZIONE DELL’EQUO COMPENSO

Art. 1 – Finalità, definizioni e ambito applicativo

1. In attuazione dell’articolo 36, primo comma, della Costituzione, la presente legge e’ finalizzata a promuovere l’equità retributiva di tutti i lavoratori sia titolari di un rapporto di lavoro subordinato sia titolari di rapporto di lavoro non subordinato per i quali non sia già presente una regolazione dei salari ovvero dei compensi prevista dai contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
2. Ai fini della presente legge, per equo compenso si intende la corresponsione di una remunerazione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione nonchè della coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria sottoscritta dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

Art. 2 – Commissione per la valutazione dell’equo compenso nel lavoro

1. E’ istituita, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Commissione per la valutazione dell’equo compenso, di seguito denominata «Commissione».
2. La Commissione è istituita entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge ed è presieduta dal Ministro del Lavoro ovvero da suo incaricato.
Essa e’ composta da:
a) un rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
b) un rappresentante del Ministero dello sviluppo economico;
c) Tre rappresentanti delle associazioni dei datori di lavoro e dei professionisti comparativamente più rappresentative sul piano nazionale;
d) Tre rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale;
e) Un rappresentante del CNEL.
3. Entro due mesi dal suo insediamento, la Commissione, valutate le prassi retributive nei settori o per le modalità lavorative per le quali si registra o viene segnalata l’assenza di una specifica regolazione dei compensi:
a) definisce l’equo compenso dei lavoratori subordinati ovvero autonomi ovvero professionisti, ivi comprese le attività riferibili all’Enpals e la parte di prestazione lavorativa connessa alla cessione del diritto d’autore, avuto riguardo alla natura e alle caratteristiche della prestazione nonchè in coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei titolari di un rapporto di lavoro subordinato di settori contigui ovvero equivalenti.
b) La Commissione definisce l’equo compenso entro 60 giorni dalla segnalazione di assenza di equo compenso ovvero dalla verifica diretta di assenza dello stesso.
c) Il compenso viene istituito, entro 30 giorni dall’espressione della Commissione per ogni singolo settore o ambito, con apposito decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
4. La Commissione dura in carica tre anni. Alla scadenza di tale termine, la Commissione cessa dalle proprie funzioni.
5. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali provvede all’istituzione e al funzionamento della Commissione avvalendosi delle risorse umane, strumentali e finanziarie di cui dispone. Ai componenti della Commissione non e’ corrisposto alcun compenso, emolumento, indennità o rimborso di spese.

Art. 3 – Relazione annuale

1. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali trasmette ogni anno una relazione alle Camere sull’attuazione della presente legge.

Art. 4 – Clausola di invarianza finanziaria

1. Dall’attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

11 marzo 2014

CARTA DI FIRENZE: NASCE L'OSSERVATORIO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

Gli scopi: tutelare il lavoro giornalistico autonomo e combattere lo sfruttamento
Promosso da Assostampa, Odg e Inpgi: il primo a livello regionale con composizione multilaterale
Rappresentano l'Assostampa: Alessandro Martegani e Maurizio Bekar, del Coordinamento precari e freelance e della Commissione e Assemblea nazionale lavoro autonomo Fnsi


Il comunicato dell'Ordine e dell'Assostampa Friuli Venezia Giulia:

La Carta di Firenze sulla precarietà nel lavoro giornalistico trova attuazione nel Friuli Venezia Giulia con un'iniziativa congiunta di Assostampa, Ordine e Inpgi.  È stato infatti istituito l'Osservatorio regionale permanente sulla condizione professionale dei giornalisti, analogo a quello previsto a livello nazionale ai sensi dall'art. 3 della Carta di Firenze, sottoscritta dall'Ordine nazionale dei giornalisti e dalla Fnsi.
Compiti dell'Osservatorio, secondo quanto previsto dalla stessa Carta di Firenze: vigilare sull'applicazione della Carta deontologica per la tutela del lavoro giornalistico, con particolare riferimento a quello autonomo e precario, e segnalare quelle condizioni di sfruttamento della professione che ledano la dignità e la credibilità dei giornalisti anche nei confronti dell’opinione pubblica. 
Nell'Osservatorio, che risulta essere il primo istituito a livello regionale, sono stati designati come membri: per l'Assostampa FVG il segretario Alessandro Martegani e Maurizio Bekar, coordinatore della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi, entrambi esponenti del Coordinamento precari e freelance che aveva partecipato al processo di elaborazione e varo della Carta stessa; per l'Ordine del FVG i consiglieri regionali Renato d'Argenio e Andrea Bulgarelli; per l'Inpgi Roberto Carella, fiduciario regionale e membro del Consiglio di amministrazione dell'istituto.
L'organismo regionale si insedierà nei prossimi giorni, per poi avviare i suoi lavori.

20 febbraio 2014

ODG, PARTE IL CORSO A DISTANZA SULLA DEONTOLOGIA


Online e gratis, prevede il riconoscimento di 10 crediti formativi





Il primo corso e-learning sulla deontologia realizzato dal Consiglio nazionale dell'Ordine è on-line nel sito www.odg.it, sezione "Formazione Continua": http://www.odg.it/content/corso-di-deontologia 

Il corso, completamente gratuito per tutti gli iscritti, condensa in poche cartelle l'esperienza sui temi deontologici conseguita dall'Ordine negli ultimi decenni e dà diritto all'acquisizione di 10 crediti formativi professionali.


Rappresenta una sorta di "viaggio" fra carte e codici, una "bussola" per orientarsi fra le norme che regolamentano ambiti sensibili per la nostra professione, come quelli relativi ai minori, alla privacy o ai migranti.


Ai fini dell’iscrizione è necessario indicare il proprio indirizzo PEC. Il percorso è suddiviso in quattro lezioni, ognuna delle quali contiene, oltre ai link ai principali documenti deontologici, una presentazione virtuale, delle schede riepilogative e una serie di quiz relativi ai punti trattati.


Al termine della prova viene fornito l'esito e se le risposte esatte superano la soglia di sbarramento si passa alla lezione successiva. In caso di mancato superamento del test, seguendo la procedura, è possibile ripetere il tentativo. Al superamento del corso viene rilasciato un attestato di frequenza.


Il corso rappresenta un valido strumento di arricchimento culturale che consente al giornalista di ripassare nozioni apprese in passato e, soprattutto, di venire a conoscenza delle ultime disposizioni deontologiche contenute in documenti approvati di recente, quali la Carta di Firenze o di Milano.


(comunicato Odg)

04 febbraio 2014

EQUO COMPENSO PER TUTTI I NON CONTRATTUALIZZATI

Clan: "Garantire a tutti i giornalisti gli stessi diritti: oramai il 60% dei giornalisti attivi sono formalmente degli autonomi"

Segue il testo della lettera aperta dei freelance della Clan-Fnsi:

- Al Segretario Generale e alla Giunta Esecutiva della Fnsi
- Ai rappresentanti degli Enti di categoria nella Commissione per l'equo compenso: Giovanni Rossi (Fnsi), Enzo Iacopino (Odg), Andrea Camporese (Inpgi)
- Alle Assostampa regionali
- Ai rappresentanze dei giornalisti lavoratori autonomi
- A tutti i colleghi, contrattualizzati e non

Come giornalisti freelance, membri della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi (Clan), attivi nostre realtà regionali e negli Enti di categoria, esprimiamo la nostra viva preoccupazione, e il nostro dissenso, riguardo l'attuale percorso d'attuazione della legge 233/2012 sull'equo compenso per giornalisti non contrattualizzati.
Un percorso che rischia di portare ad uno svuotamento della legge 233, lasciando fuori dalla sua applicazione la maggior parte degli autonomi, e togliendo nel contempo ogni forza ai tentativi di includerli nelle tutele del contratto collettivo di lavoro giornalistico.
La delibera d'indirizzo per l'attuazione della legge, approvata il 29 gennaio dalla Commissione plurilaterale per l'equo compenso, appare infatti in forte contraddizione con la lettera e lo spirito della legge 233, che all'art. 1 prevede esplicitamente che “In attuazione dell'articolo 36, primo comma, della Costituzione” l'equo compenso si deve applicare a tutti i giornalisti “titolari di un rapporto di lavoro non subordinato”. Cioè a tutti i non contrattualizzati come dipendenti.
Invece, in virtù di un'interpretazione acrobatica della legge, elaborata dal consulente scelto dal Governo, che l'ha poi fortemente sostenuta, si è giunti a deliberare che l'equo compenso sarebbe applicabile solo ai giornalisti che svolgano "lavoro parasubordinato nonché autonomo economicamente dipendente svolto in modo non sporadico". Una formulazione oscura e vaga, e come tale largamente interpretabile. Che però fa trasparire chiaramente come l'equo compenso non sarebbe applicabile a tutti, ma solo ai cococo e ai non meglio definiti “autonomi economicamente dipendenti”, escludendo tutti gli altri.
Va sottolineato che, nella riunione del 27 gennaio, il Presidente dell'Ordine dei giornalisti aveva correttamente depositato alla Commissione un parere “pro veritate”, formulato da un primario studio legale di Diritto del lavoro. Parere che riportava giuridicamente e con forza l'ambito di applicazione della legge 233 a quanto già chiaramente stabilito nell'art. 1 (cioè l'equo compenso a tutti, con la sola eccezione delle attività non professionali, cioè sporadiche o del tutto occasionali).
E' quindi sconcertante che tale parere “pro veritate” dello Studio legale Pessi e associati non risulti poi acquisito, nemmeno come documentazione e neppure citato, nella delibera finale. Come se non esistesse. Mentre continua ad esservi citato, come suo fondamento, il parere opposto del consulente del Governo, il professor Tiziano Treu, già Ministro del Lavoro.
E' poi sconcertante che nella delibera d'indirizzo si usi il termine “lavoro autonomo economicamente dipendente”, di cui però non viene definito il significato e non vi è riscontro nella legislazione italiana. E che quindi non dovrebbe avere tecnicamente alcuna conseguenza attuativa. Salvo che, tramite successive interpretazioni, non si voglia riferirlo (mutuandolo da terminologie impiegate nel dibattito teorico giuslavoristico) a un rapporto di sostanziale e prolungata monocommittenza con un unico datore di lavoro. Riducendo così drasticamente l'area degli autonomi ai quali si potrebbe applicare la legge.
Ma le ambiguità nel testo d'indirizzo non terminano qui.
Infatti, da una lettura dei paragrafi 2 e 3 a pagina 7 della delibera, si evince che neppure i tanti colleghi oggi formalmente autonomi, che però svolgono incarichi per i quali avrebbero dovuto essere assunti e retribuiti come dipendenti, potrebbero rivendicare l'equo compenso. Il che si risolverebbe in una doppia penalizzazione: non essere stati (e non per propria colpa) assunti, e non avere nemmeno il diritto all'equo compenso.
Viceversa, l'eventuale varo nell'ambito della legge 233 di una finora inesistente figura di lavoratore “economicamente dipendente”, ma nel contempo riconosciuto de jure come “autonomo”, potrebbe offrire una sponda giuridica per rendere più difficili le future cause per assunzione per lavoro dipendente dissimulato da autonomo.
Questi e altri passaggi della delibera ci sconcertano, e non possono non preoccuparci vivamente per le possibili conseguenze.
Ovviamente ci rendiamo conto di quanto l'attuazione della legge 233 sia pesantemente condizionata dalla concomitante trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di categoria, e dalla netta chiusura degli editori verso l'ineludibile urgenza del riconoscimento di sostanziali diritti e tutele collettive per gli autonomi.
Editori che hanno però malauguratamente trovato in Commissione equo compenso delle sponde nell'atteggiamento del Governo. Che finora, per l'attuazione di questa legge, non ha fatto scelte a netta tutela della parte più debole, ricattabile e sottopagata dei lavoratori dell'informazione, ma ha puntato prevalentemente a mediare tra le esigenze contrapposte delle parti, sostenendo a tale fine delle interpretazioni pesantemente restrittive della Legge 233.
Il risultato è che la Commissione, presieduta dal Sottosegretario all'Editoria e informazione Legnini, in seguito a tali orientamenti, ha de facto limitato il campo di applicazione della legge 233. Cosa però che non rientra nei suoi poteri. I compiti della Commissione sono infatti già chiaramente stabiliti nella Legge 233, e sono stabilire il “quantum” e le modalità d'attuazione e controllo dell'equo compenso, e non “se e a chi” questo si possa applicare.
In questo senso le interpretazioni formulate dal professor Treu non possono prevalere sul nulla osta al testo di legge già a suo tempo affermato dalle competenti Commissioni parlamentari, oltre che dalla promulgazione dello stesso da parte del Presidente della Repubblica.
Pertanto il parere “pro veritate” del professor Pessi, meritoriamente formalizzato alla Commissione, da una parte non fa che tentare di riportare dentro la legittimità giuridica le deliberazioni della stessa. E dall'altra, proprio per queste ragioni, non può essere ignorato, per affidarsi invece a un gioco di successive interpretazioni e imponderabili contrattazioni politiche circa la portata e l'applicabilità della legge 233.
Ci rendiamo peraltro conto di come i nostri rappresentanti di categoria si siano trovati messi nell'angolo in Commissione da una maggioranza editori-Governo, e da uno stato d'inattuazione della legge fuori ogni tempo massimo. Dovendo così effettuare delle scelte, anche parziali e difficili. Confidando magari sulla possibilità di successive interpretazioni e contrattazioni più favorevoli.
Ma siamo anche convinti che questo piano inclinato delle “interpretazioni” corre il rischio di divenire man mano più ripido e rovinoso, fino a svuotare di quasi ogni portata la legge 233. E, invece di risolvere dei problemi, di generare un'ampia serie di contenziosi, anche giudiziali.
Siamo pertanto convinti che, per uscire da questo pericoloso piano inclinato, bisogna riportare quanto più possibile l'attuazione dell'equo compenso entro la lettera e lo spirito di quanto già prevede la legge 233, varata espressamente per dare applicazione all'articolo 36 della Costituzione anche ai giornalisti lavoratori autonomi, senza distinzione alcuna.
Riteniamo quindi che i parametri-guida debbano essere: a quanti si applicherà la legge e quanti ne resterebbero eventualmente esclusi? L'equo compenso sarà nel rispetto della lettera dell'art. 36 della Costituzione e “in coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria” in favore dei giornalisti dipendenti, come prescrive l'art. 2 della legge?
Ora il testimone delle trattative è passato al rappresentante degli editori e a quello della Fnsi, per tentare di trovare un accordo, che sarà sottoposto al voto della Commissione il 28 febbraio.
Al rappresentante della Fnsi chiediamo quindi di fare tutto il possibile per riportare l'attuazione dell'equo compenso nell'alveo, nella lettera e nello spirito della legge 233.
E chiediamo agli altri dirigenti di categoria in Commissione, ai rappresentanti delle Assostampa e dei lavoratori autonomi, di sostenere in tutti i modi tale impegno e obiettivo, anche dando vita a una mobilitazione attorno alla Commissione e ai suoi lavori, sensibilizzando l'opinione pubblica, le forze politiche, il Governo, a sostenere questa battaglia.
Che non è quella di garantire dei privilegi a qualcuno. Ma di garantire a tutti gli stessi diritti, così come prevede la Costituzione. Perchè non è più tollerabile che i diritti, anche fra i giornalisti, siano riconosciuti solo a chi ha in tasca un contratto da dipendente a tempo indeterminato.
Anche perché, nei dati ufficiali, oramai il 60% dei giornalisti attivi sono formalmente degli autonomi. Una percentuale raddoppiata negli ultimi 13 anni, e in costante crescita, a fronte di una progressiva contrazione degli organici redazionali e dei giornalisti con contratti da dipendenti.
La linea-guida di ogni politica della professione dev'essere che i giornalisti dipendenti di oggi possono essere gli “autonomi” di domani. Bisogna quindi stabilire con quali diritti e tutele.

I componenti della Commissione Nazionale Lavoro Autonomo della FNSI :
Antonio Armano (Lombardia)
Maurizio Bekar (Friuli Venezia Giulia)
Susanna Bonfanti (Toscana)
Claudio Chiarani (Trentino Alto Adige)
Dario Fidora (Sicilia)
Francesca Marruco (Umbria)
Saverio Paffumi (Lombardia)
Giovanni Ruotolo (Piemonte)
Laura Viggiano (Campania)