In vista della
TELE-ASSEMBLEA DEI GIORNALISTI AUTONOMI del FVG,
ON LINE GIOVEDI' 24 GIUGNO (ore 20.30-22.30)
pubblichiamo il seguente contributo:
"UNA RIFORMA NON PIÙ RINVIABILE"
di Cristiano Degano, presidente Ordine dei giornalisti FVG
“Occorre una nuova legislazione sull’Ordine dei giornalisti, altrimenti non andiamo da nessuna parte. L’attuale legge è del 1963, 58 anni fa, mentre è in corso con il web un cambiamento epocale”. E’ quanto ha sottolineato nei giorni scorsi il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna.
Ha ragione. La rivoluzione digitale ha radicalmente cambiato e sta cambiando il mondo dell’informazione.
Sono sempre più numerosi i nostri concittadini che si informano attraverso la rete, in particolare attraverso i social, con pesanti ripercussioni sui cosiddetti media tradizionali, a cominciare dalla carta stampata.
Una crisi confermata dall’Osservatorio sulle Comunicazioni dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), secondo il quale il calo delle vendite dei quotidiani in Italia è stato di oltre il 40% solo negli ultimi 4 anni, comprese le copie digitali. Per non parlare della raccolta pubblicitaria. Negli ultimi 10 anni si è ridotta del 70%. La gran parte delle risorse si sta infatti riversando sul web dove Google e Facebook fanno la parte del leone. I siti online non riescono assolutamente a compensare le perdite delle edizioni cartacee che rappresentano ancor oggi il 75% del fatturato di un’azienda editoriale.
Questo progressivo ma rapido spostamento dell’informazione dai media tradizionali al web, in particolare ai social, contribuisce alla cosiddetta “disintermediazione”, ovvero a fare a meno della “mediazione” del giornalista.
Anche la maggior parte degli esponenti politici si affida ormai prevalentemente ai social. Le notizie più importanti vengono oggi diffuse attraverso un tweet o un post su Facebook e arrivano direttamente al cittadino-elettore.
Ma attenzione, se qualcuno pensa che grazie all’informazione diretta attraverso i social, senza la mediazione dei giornalisti, i cittadini hanno più possibilità di scelta, si sbaglia.
Autorevoli studi stanno infatti dimostrando che il consumo dell’informazione attraverso il web sta creando una sempre più marcata polarizzazione dell’informazione.
Non importa se una notizia sia vera o falsa, quel che conta è che confermi il proprio punto di vista. Ed è anche questa polarizzazione a favorire il diffondersi delle fake news.
Molte notizie vengono oggi generate direttamente dagli algoritmi, gli stessi che decidono quale pubblicità proporci sul web o quali canzoni inserire nelle playlist personalizzate di Spotify.
Si creano così le cosiddette “camere dell’eco”, nelle quali gli algoritmi tendono a farci vedere messaggi, notizie e commenti verso i quali abbiamo già in precedenza mostrato interesse, a discapito di tutto il resto.
Il risultato è quello che ci indica, ad esempio, uno studio dell’Agcom secondo il quale 6 italiani su 10 hanno una falsa percezione della realtà. Il rapporto, intitolato “Percezioni e disinformazione”, condotto in collaborazione con la SWG, sottolinea appunto le false percezioni del 60% degli italiani in relazione a fenomeni misurabili in senso oggettivo: dalle informazioni sull’economia a quelle di tipo scientifico-ambientale, dal tema dell’immigrazione a quello della criminalità.
In questo contesto è arrivata l’emergenza sanitaria da Covid-19 che, come succede in questi casi, ha aumentato la richiesta di informazione e di un’informazione credibile, professionale. La carta stampata, tranne rare eccezioni, non è riuscita purtroppo ad invertire la tendenza negativa delle vendite ma la televisione ha aumentato gli ascolti e le visite ai siti dei media hanno fatto registrare un aumento medio di oltre il 60% con impennate anche del 100%.
Queste cifre stanno a dimostrare l’importanza che l’informazione di qualità riveste soprattutto nei momenti di emergenza, quando si ha ancora più bisogno di notizie serie ed affidabili.
Altro che “disintermediazione” quindi. Proprio nell’attuale panorama dell’informazione, affidata sempre di più ai social media e agli algoritmi, è fondamentale il ruolo di chi è professionalmente formato e aggiornato per accertare la fondatezza delle notizie, verificarne le fonti, certificarne la provenienza. Di chi è inoltre tenuto al rispetto della deontologia professionale.
Sono questi i punti di forza della nostra professione, garantiti dall’appartenenza all’Ordine dei giornalisti. Certo, un Ordine - come sottolineava il presidente Verna - da riformare e da adeguare alle nuove realtà.
Da diversi anni lo stesso OdG e la Fnsi chiedono al Parlamento di mettere mano ad una legge di riforma. Il Cnog ha approvato già nel 2018, a larghissima maggioranza, una proposta inviata al Governo e alle forze politiche. Proposta che prevede, fra l’altro, la riforma dell’accesso alla professione con un percorso universitario, e il possesso di una laurea almeno di primo livello, per poter accedere all’esame di idoneità.
Tutto questo proprio per qualificare sempre di più la professione giornalistica, che deve comunque tenere in considerazione anche le nuove figure professionali che stanno nascendo nel mondo dell’informazione e della comunicazione.
Non è un problema di difesa corporativa ma di democrazia, perché un’informazione libera, corretta e, non dimentichiamolo, anche adeguatamente retribuita per essere davvero indipendente, è uno degli elementi fondamentali della nostra democrazia.
L'assemblea regionale on line di
GIOVEDÌ 24 GIUGNO (ore 20.30)
promossa da Commissione regionale lavoro autonomo
e dal Coordinamento giornalisti precari e freelance
dell'Assostampa FVG
è aperta anche ai non iscritti al sindacato
>> Qui tutte le informazioni sulla riunione <<
Vedi anche il nostro blog:
http://freelancefvg.blogspot.it
Nessun commento:
Posta un commento